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Autore: MartyCullen    02/08/2010    2 recensioni
Questa è una storia d'amore tra una ragazza e un vampiro. Se vi aspettate la relazione alla " Bella & Edward ", siete fuori strada, anche se c'è qualche riferimento alla saga di "Twilight", poichè alcuni personaggi sono presi da essa. Comunque, questo è un racconto drammatico, e purtroppo non c'è un lieto fine; inoltre la situazione dei due personaggi è complicata, perché hanno una storia passata un po'"movimentata". Se vi ho incuriositi, leggete la mia fanfiction. Buona lettura!
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate se ho ritardato con l'aggiornamento di questo capitolo, ma ho avuto molti contrattempi.

Comunque vi lascio a questo capitolo.

Spero che vi piaccia!

Era ormai una giornata intera che ero a casa di Luke. Ed era stata la giornata più bella di tutta la mia vita. Avevamo chiacchierato per ore…

Parlammo di me, della mia famiglia, della mia vita, di tutto ciò che mi era capitato negli ultimi tre anni.

- Fammi capire. Quindi, tuo padre vi ha lasciate tre anni fa, giusto? - chiese Luke con parecchia curiosità.

- In poche parole sì.

- Ma non vi siete più sentiti? L'hai più visto? Ma per quale ragione?

- Non l'ho più né sentito né visto. Abbiamo perso completamente i contatti. Il motivo? E chi lo sa… Credo che non lo sappia nemmeno lui. Forse aveva troppe responsabilità, troppi problemi. Forse non ci voleva più bene come prima. Forse aveva un'altra. O forse era semplicemente un codardo.

- E ti manca?

- Sì. E tanto. Mi manca essere amata da lui. Da quando non c'è, credo di aver totalmente scordato il significato della parola "amore".

- Non credo che il motivo per il quale se ne sia andato fosse perché non ti amasse più. Insomma, come si fa a non amare una ragazza come te? Un ragazza così dolce, così gentile, così unica… Ma anche così ingenua.

Rimasi esterrefatta dalla visione che aveva lui di me. Ma non colsi fino in fondo il significato di "ingenua". Così aspettai un po' per fare chiarezza nella mia mente, e poi chiesi: - Perché dovrei essere ingenua?

Ma non rispose.

Restammo in silenzio per un'ora.

Non ci guardammo più negli occhi.

Fino a quando mi decisi, alzai lo sguardo e finalmente incrociai il suo. Stavo per dirgli: "Ma ho detto qualcosa che non va?". Poi notai che i suoi occhi erano cambiati. Erano neri.

- Ma… i tuoi… i… tuoi occhi… - dissi balbettando; mi fermai, presi fiato e domandai senza fermarmi per respirare:

- Ma perché i tuoi occhi sono neri?

- Neri?

- Sì. Neri. Sono nerissimi, come la pece.

- E cosa ci dovrebbe essere di strano?

- Niente. A parte il fatto che la scorsa notte erano rossi.

- Devi averci visto male. Sai, eri un po' frastornata, è normale che fossi confusa. Senti, che ne dici se io andassi a fare la spesa, a prendere qualche cosa da mangiare?

- Come vuoi… Comunque io sono sicura di aver visto i tuoi occhi rossi.

- Beh, io vado.

Disse, e uscì di casa senza neanche salutare.

C'era qualcosa di molto strano in lui, qualcosa che non voleva dirmi. Io sapevo ciò che avevo visto, non ero ubriaca o poco lucida. Ero sveglia e avevo visto i suoi occhi rossi. Ma non era questo l'importante, perché c'era qualche cosa di molto più importante che Luke non voleva dirmi.

Io, però, preferivo non parlare di lui con questi miei dubbi; anche perché ora che avevo trovato un vero amico, una persona con cui parlare, che nel giro di poche ore era riuscito a dimostrarmi di tenere a me, non avevo alcuna intenzione di perderlo. E poi, per quale ragione? Un mio dubbio sciocco e insensato?

Passò parecchio tempo, forse tre o quattro ore, e Luke non era ancora tornato a casa. Forse aveva trovato traffico, ma ormai erano già le 17.00 e la cosa era un po' ambigua. Insomma, chi impiega quattro ore per comprare due cose da mangiare?

Proprio mentre ero totalmente immersa nei miei pensieri e nelle mie riflessioni, la porta si aprì e comparve Luke, con due borse pesanti in mano.

La prima cosa che feci fu quella di guardarlo negli occhi. Erano di nuovo rossi. non potevo crederci, ma decisi di lasciar perdere per evitare inutili discussioni.

- Ci hai impiegato parecchio! - dissi io, sforzandomi di sorridere e di far apparire la mia affermazione come una battuta.

- Sì, hai ragione. Ho trovato traffico e come se non bastasse al supermercato c'era un sacco di gente.

Lo guardai ancora, attentamente (come potevo non stare ad osservarlo, era bellissimo) e mi accorsi che nel mese di giugno, con 25 °C all'ombra Luke era vestito con giacca, sciarpa e berretto. Quando era uscito di casa non me n'ero neanche accorta, dato che ero ancora scossa per la storia degli occhi. Certo, l'Inghilterra non è uno dei Paesi più caldi del mondo, ma quella giornata era particolarmente calda e soleggiata, il che era alquanto strano.

- Perché ti sei vestito in questo modo?

- Come sono vestito?

- Beh, hai giusto un look un po' invernale, non trovi anche tu?

- In effetti hai ragione, ma io sono una persona molto freddolosa. Comunque, vuoi che ti prepari qualche cosa da mangiare? Sai, è una giorno intero che non mangi.

- D'accordo, come vuoi.

Si mise a preparare un sandwich, con una grazia impeccabile. A quanto pareva, ogni azione, ogni minimo gesto da lui era eseguito con la massima eleganza e sinuosità.

Ci sedemmo insieme a tavola, in cucina.

Era già un giorno che mi trovavo lì e ancora non avevo esplorato l'appartamento. ma non m'importava un gran che.

- Sicura di non voler chiamare tua madre per dirle che stai bene?

- Non ora. Magari più tardi.

- Come preferisci.

Notai che aveva preparato da mangiare solo per me.

- Tu non mangi? - domandai.

- Ho già mangiato prima. Scusa se non ho pensato di mangiare con te, ma avevo fame, ti dispiace?

- Non c'è problema.

Finii velocemente il mio sandwich, e poi presi coraggio e gli dissi ciò che avevo pensato di chiedergli durante le ore che era stato fuori di casa.

- Non vorrei sembrarti indiscreta, ma c'è una cosa che vorrei chiederti.

- Spara!

- Io e te abbiamo solamente parlato di me e della mia vita, ma io di te non so proprio nulla. Ti va di parlarmi un po' di questo misterioso Luke?

- Meglio di no?

- E perché?

- Perché… Perché io sono diverso.

- In che senso?

Non rispose. Di nuovo mi aveva lasciata con mille domande, e nessuna risposta plausibile o perlomeno sensata.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Ora, finalmente, le cose iniziano a farsi un po' più interessanti.

Vorrei ringraziare, come sempre, la mia carissima amica Alice90cullen, l'unica che mi ha appoggiata e ha sempre recensito i capitoli della mia storia.

Come sempre, vi chiedo cortesemente di recensire il mio racconto: vorrei sapere cosa ne pensate dei vari capitoli.

Grazie di cuore.

MartyCullen

  
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