Scusate se ho ritardato con l'aggiornamento di questo capitolo, ma ho avuto molti contrattempi.
Comunque vi lascio a questo capitolo.
Spero che vi piaccia!
Era ormai
una giornata intera che ero a casa di Luke. Ed era stata la giornata
più bella
di tutta la mia vita. Avevamo chiacchierato per ore…
Parlammo
di me, della mia famiglia, della mia vita, di tutto ciò che
mi era capitato
negli ultimi tre anni.
- Fammi
capire. Quindi, tuo padre vi ha lasciate tre anni fa, giusto? - chiese
Luke con
parecchia curiosità.
- In poche
parole sì.
- Ma non
vi siete più sentiti? L'hai più visto? Ma per
quale ragione?
- Non
l'ho più né sentito né visto. Abbiamo
perso completamente i contatti. Il
motivo? E chi lo sa… Credo che non lo sappia nemmeno lui.
Forse aveva troppe
responsabilità, troppi problemi. Forse non ci voleva
più bene come prima. Forse
aveva un'altra. O forse era semplicemente un codardo.
- E ti
manca?
- Sì. E
tanto. Mi manca essere amata da lui. Da quando non c'è,
credo di aver
totalmente scordato il significato della parola "amore".
- Non
credo che il motivo per il quale se ne sia andato fosse
perché non ti amasse
più. Insomma, come si fa a non amare una ragazza come te? Un
ragazza così
dolce, così gentile, così unica… Ma
anche così ingenua.
Rimasi
esterrefatta dalla visione che aveva lui di me. Ma non colsi fino in
fondo il
significato di "ingenua". Così aspettai un po' per fare
chiarezza
nella mia mente, e poi chiesi: - Perché dovrei essere
ingenua?
Ma non
rispose.
Restammo
in silenzio per un'ora.
Non ci
guardammo più negli occhi.
Fino a
quando mi decisi, alzai lo sguardo e finalmente incrociai il suo. Stavo
per
dirgli: "Ma ho detto qualcosa che non va?". Poi notai che i suoi
occhi erano cambiati. Erano neri.
- Ma… i
tuoi… i… tuoi occhi… - dissi
balbettando; mi fermai, presi fiato e domandai
senza fermarmi per respirare:
- Ma
perché i tuoi occhi sono neri?
- Neri?
- Sì.
Neri. Sono nerissimi, come la pece.
- E cosa
ci dovrebbe essere di strano?
- Niente.
A parte il fatto che la scorsa notte erano rossi.
- Devi
averci visto male. Sai, eri un po' frastornata, è normale
che fossi confusa.
Senti, che ne dici se io andassi a fare la spesa, a prendere qualche
cosa da
mangiare?
- Come
vuoi… Comunque io sono sicura di aver visto i tuoi occhi
rossi.
- Beh, io
vado.
Disse, e
uscì di casa senza neanche salutare.
C'era
qualcosa di molto strano in lui, qualcosa che non voleva dirmi. Io
sapevo ciò
che avevo visto, non ero ubriaca o poco lucida. Ero sveglia e avevo
visto i
suoi occhi rossi. Ma non era questo l'importante, perché
c'era qualche cosa di
molto più importante che Luke non voleva dirmi.
Io, però,
preferivo non parlare di lui con questi miei dubbi; anche
perché ora che avevo
trovato un vero amico, una persona con cui parlare, che nel giro di
poche ore
era riuscito a dimostrarmi di tenere a me, non avevo alcuna intenzione
di
perderlo. E poi, per quale ragione? Un mio dubbio sciocco e insensato?
Passò
parecchio tempo, forse tre o quattro ore, e Luke non era ancora tornato
a casa.
Forse aveva trovato traffico, ma ormai erano già le 17.00 e
la cosa era un po'
ambigua. Insomma, chi impiega quattro ore per comprare due cose da
mangiare?
Proprio
mentre ero totalmente immersa nei miei pensieri e nelle mie
riflessioni, la
porta si aprì e comparve Luke, con due borse pesanti in mano.
La prima
cosa che feci fu quella di guardarlo negli occhi. Erano di nuovo rossi.
non
potevo crederci, ma decisi di lasciar perdere per evitare inutili
discussioni.
- Ci hai
impiegato parecchio! - dissi io, sforzandomi di sorridere e di far
apparire la
mia affermazione come una battuta.
- Sì, hai
ragione. Ho trovato traffico e come se non bastasse al supermercato
c'era un
sacco di gente.
Lo
guardai ancora, attentamente (come potevo non stare ad osservarlo, era
bellissimo) e mi accorsi che nel mese di giugno, con 25 °C
all'ombra Luke era
vestito con giacca, sciarpa e berretto. Quando era uscito di casa non
me n'ero
neanche accorta, dato che ero ancora scossa per la storia degli occhi.
Certo,
l'Inghilterra non è uno dei Paesi più caldi del
mondo, ma quella giornata era
particolarmente calda e soleggiata, il che era alquanto strano.
- Perché
ti sei vestito in questo modo?
- Come
sono vestito?
- Beh,
hai giusto un look un po' invernale, non trovi anche tu?
- In
effetti hai ragione, ma io sono una persona molto freddolosa. Comunque,
vuoi
che ti prepari qualche cosa da mangiare? Sai, è una giorno
intero che non
mangi.
-
D'accordo, come vuoi.
Si mise a
preparare un sandwich, con una grazia impeccabile. A quanto pareva,
ogni
azione, ogni minimo gesto da lui era eseguito con la massima eleganza e
sinuosità.
Ci
sedemmo insieme a tavola, in cucina.
Era già
un giorno che mi trovavo lì e ancora non avevo esplorato
l'appartamento. ma non
m'importava un gran che.
- Sicura
di non voler chiamare tua madre per dirle che stai bene?
- Non
ora. Magari più tardi.
- Come
preferisci.
Notai che
aveva preparato da mangiare solo per me.
- Tu non
mangi? - domandai.
- Ho già
mangiato prima. Scusa se non ho pensato di mangiare con te, ma avevo
fame, ti
dispiace?
- Non c'è
problema.
Finii
velocemente il mio sandwich, e poi presi coraggio e gli dissi
ciò che avevo
pensato di chiedergli durante le ore che era stato fuori di casa.
- Non
vorrei sembrarti indiscreta, ma c'è una cosa che vorrei
chiederti.
- Spara!
- Io e te
abbiamo solamente parlato di me e della mia vita, ma io di te non so
proprio
nulla. Ti va di parlarmi un po' di questo misterioso Luke?
- Meglio
di no?
- E
perché?
- Perché…
Perché io sono diverso.
- In che
senso?
Non rispose. Di nuovo mi aveva lasciata con mille domande, e nessuna risposta plausibile o perlomeno sensata.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Ora, finalmente, le cose iniziano a farsi un po' più interessanti.
Vorrei ringraziare, come sempre, la mia carissima amica Alice90cullen, l'unica che mi ha appoggiata e ha sempre recensito i capitoli della mia storia.
Come sempre, vi chiedo cortesemente di recensire il mio racconto: vorrei sapere cosa ne pensate dei vari capitoli.
Grazie di cuore.
MartyCullen