Un ringraziamento speciale a coloro che hanno recensito il Prologo:
Lolly - Mi fa piacere che dopo così poco l'abbia già trovata intrigante ^^ In questo capitolo appare Draco, spero ti faccia piacere ^__^ Continua a seguirmi, che il mistero si infittisce ^_-
Ninphadora - Scusa, chiedo venia, hai ragione, non dovevo interrompere così... ma siccome sono infame mi piace tenervi sulle spine ahahah XD No, a parte gli scherzi, ho interrotto in un brutto punto, però ho aggiornato il prima possibile. Contenta?^o^
Syberie - Wow che entusiasmo! Mi sono sentita un attimo travolta ahah =P Eccoti il tuo amatissimo Draco, comunque. Non i hai annoiata con i tuoi sproloqui, anzi recensioni così ricche di entusiasmo mi rendono sempre felicissima per almeno qualche giorno. Però mi raccomando appena aggiorno continua a recensire, così l'effetto felicità non svanisce, ma aumenta XD eheh. Sinceramente non ho ancora deciso riguardo i pairing,e non parlo solo di Harry, Ginny e Draco, ma anche Ron ed Hermione e gli altri personaggi che appariranno. Non so. Credo che la trama si svilupperà da sola, sarò io a dover seguire lei. Ultimamente mi capita sempre più spesso che le mie storie diventino autonome, senza che io non me ne accorga. Eh eh, che cosa stupida lo so, ma è così. Parto con un'idea, e poi mi ritrovo a fare tutt'altro. Che imbranata.
Un grazie enorme anche a tutti coloro che hanno letto e che mi seguono con simpatia ^__^
Capitolo 1
Il paesaggio
sfrecciava velocemente dietro il finestrino, ma il suo sguardo non si soffermava
ad osservare nulla. Era perso nel vuoto.
Il gomito appoggiato sul davanzale, il capo
svogliatamente abbandonato sulla mano aperta.
Gli occhi rossi e gonfi per la continua mancanza di sonno facevano fatica a
restare aperti. Il fatto di essere sola in cabina non
aiutava.
Appena saliti sull’espresso di Hogwarts aveva
detto agli amici che li avrebbe raggiunti entro
cinque minuti, poi aveva cercato uno scompartimento vuoto, dove poter pensare in
tranquillità.
Aveva tante cose per la testa, e non aveva
proprio voglia di rimanere con Ron e gli altri. Soprattutto perché qualche sera
prima, quando Harry era rimasto in camera con lei tutta la notte, avevano
discusso di alcune cose che riguardava la loro
relazione, ancora in sospeso. Come prevedibile lui l’aveva liquidata del tutto.
Certo, l’aveva fatto nel modo più gentile possibile, il modo
tipicamente da Harry Potter. Ma il succo di ciò che
gli aveva detto era uno solo “Non voleva stare con nessuna ragazza, e anche se
l’amava, non sarebbero mai tornati insieme, perché non poteva metterla in
pericolo”. Insomma, le aveva detto le stesse cose
dell’ultima volta, al funerale di Silente. Solo che questa volta era stato
particolarmente convincente.
Il treno era partito a poco, molte persone si
stavano ancora sistemando negli scompartimenti, così sperò
nessuno venisse a disturbarla, chiedendole se gli altri posti erano liberi. In
tal caso, avrebbe detto che erano occupati, anche se
era una bugia.
Dopo qualche minuto sentì la porta dello
scompartimento aprirsi. Si voltò e inorridì.
“Bene, bene, bene. La sorella di Lenticchia. Cosa
ci fai qui, Weasley?” chiese una voce strascicata e
melliflua. La voce dell’odiato Draco Malfoy. Ma cosa
ci faceva sullo scompartimento? Non era un mangiamorte? Non era quello a cui era
stato affidato il compito di uccidere Silente, anche se non era riuscito a
farlo? C’era una taglia di non ricordava bene quanti
galeoni sulla testa di Draco Malfoy. E lei lo vedeva
girellare allegramente per il treno? Impossibile, qualcosa non quadrava.
“Potrei farti la stessa domanda.”
disse secca.
Lui fischiò compiaciuto. “Oh, ti è
improvvisamente cresciuta troppo la lingua, questo non va bene.”
“Dovresti essere ad Azkaban
con i tuoi compari… E invece ti ritrovo sul treno per Hogwarts…
mhhh forse mi sbaglio, ma qualcosa non va…” disse
ironicamente, portandosi due dita alle tempie ed assumendo la posa di una
parodia molto divertente di Hermione quando è
particolarmente impegnata a studiare (cioè sempre).
Lui fece spallucce e senza neanche chiedere il
permesso, entro in cabina, posò il suo bagaglio sulla griglia sopra
le loro teste e si sedette di fronte a lei.
“Ieri mi hanno catturato. Mi è stata data la
possibilità di tornare ad Hogwarts, se avessi
promesso di tornare sulla retta via. L’ho promesso. Buffo, no? Io sulla retta
via non ci sono mai stato!!” sorrise maliziosamente,
strizzandole l’occhio. Lei lo guardò arcigna. “E ci
sono anche cascati?”. “Beh, sono un bravo attore, che vuoi farci…”, “Si, certo…
bravissimo… in confronto a te Robert De
Niro è un babbeo…”, “E chi è
Robert De niro?”. Lei scosse il capo,
sorridendo. Stava parlando con Draco Malfoy di Robert
De Niro. E inoltre
stavano parlando QUASI amichevolmente. Quello era un giorno da ricordare,
assolutamente. “Nessuno. Non importa. Beh… ti terrò
d’occhio!” disse infine, suonando il più minacciosa possibile. Lui si
fermò due secondi, poi sorrise. “Bene, se mi segui anche sotto la doccia o a
letto sarei piuttosto contento”. Lei lo guardò schifata. “Ok… 1 a 0 per te”
rispose ridendo.
Dopo un paio d’ore di silenzio, dopo che Ginny
aveva letto e riletto almeno quattro volte la stessa rivista, e Malfoy aveva
scritto un paio di lettere che poi aveva inviato con il suo maestoso
barbagianni, quest’ultimo prese parola.
“Come mai sola?” chiese curioso, dopo averla osservata
cinque minuti buoni compilare un cruciverba, con aria assorta.
“Non vedo come possa riguardarti.” Si diede una
grattatina ad una guancia con la penna e riprese a scrivere. Aveva appena
ricordato un termine su cui rimuginava da tre quarti d’ora, ed era
particolarmente soddisfatta di essere finalmente riuscita a completare quelle
parole crociate. Ripose la rivista nella borsa e si accorse che lui non le aveva
staccato occhi di dosso. Imbarazzata, si portò una
ciocca di capelli dietro l’orecchio destro. “Ehm… perché mi guardi?” chiese
quasi inconsciamente.Lui si alzò e si curvò un po’
verso di lei, le loro facce ora erano alla stessa altezza. Le posò una mano,
avvolta in un pregiato guanto di velluto nero, su una guancia, con il pollice
andò ad accarezzarle le carnose labbra, che sembravano ancora più grandi con il
filo di gloss che aveva messo. Il respiro le si spezzò
in gola, mentre sentì quello di lui farsi più pesante, più celere. Due pomelli
purpurei le tinsero le gote costellate di efelidi.
Sentiva il sangue salirle alla testa.
“Sei molto più carina
di quanto ricordassi… Ginevra” accentuò il tono sul suo nome.
“Come… fai a sapere… come mi chiamo?” chiese
allontanando gentilmente la mano di lui dal suo viso.
“Oh…” il ragazzo si curvò ancora di più, portando
le labbra all’altezza del suo orecchio destro. “So tante di quelle cose su di
te, mia cara, che se ti raccontassi tutto ciò che so,
crederesti che ho semplicemente buttato ad indovinare.” Le passò una mano dietro
al nuca, tra i setosi
capelli ramati, e posò le labbra sul suo collo, in un bacio più caldo del
previsto. Le .labbra di Malfoy non erano fredde come si era aspettata. “Sai,
Weasley… posso anche dirti a quanti anni hai dato il tuo primo bacio, o il
giorno del tuo compleanno, o il giorno in cui…
mpf… sei diventata donna…” sorrise beffardo e lei lo
spinse via con violenza. “Non so perché tu sappia tutte queste cose… ma fammi
solo dire che mi fai schifo!” replicò lei acida. Lui
fece spallucce “Altrettanto.”
La temperatura corporea della rossa cominciò a
salire vertiginosamente. Era incavolata nera e lui si permetteva persino di
scherzare. No, quello era troppo. Si alzò prese il suo bagaglio e aprì la porta
dello scompartimento velocemente. “Va’ al diavolo, Malfoy!” fu tutto ciò che
disse prima di uscire e richiudere la porta alle proprie spalle. Diede
un’affacciata dentro per vedere se quello stupido serpeverde rideva, e fu
sorpresa nel constatare che non era così. Era serio e pallido. Appoggiato al
vetro della finestra con la fronte, si sfregava le mani, nascoste dai guanti.
Quando il ragazzo tolse i guanti, Ginny inorridì.
Erano quasi blu, congelate. Riaprì velocemente la porta e buttò dentro il
bagaglio con pochi complimenti.
“Weasley, che cavolo…” iniziò lui, ma lei lo
ammutolì con un gesto di bacchetta (“SILENCIO”) prima che potesse fare o dire
altro.
“Cosa ti è successo
alle mani?” si portò le mani sui fianchi, assumendo la più tipica posizione da
mamma Weasley.
Lui la guardò perplesso, poi
con un dito indicò le sue labbra. Non poteva parlare,
l’aveva ammutolito.
“Ops… si… scusa…”
annullò l’incantesimo. “Sei una stupida Weasley, Weasley. La Weasley più stupida
che io abbia mai conosciuto…”
“Perché, quante ne hai conosciute?”
chiese curiosa. Lui la guardò torvo. “Lasciamo
perdere. Sei così stupida che nemmeno se ti dico qualcosa di cattivo, te
la prendi…”
Lei fece spallucce. “Allora, mi dici cosa ti è
successo alle mani? Da quanto sono così? Non dirmi da quando sei venuto nello
scompartimento perché non ci credo, hai scritto anche delle lettere…”. “Ti
preoccupi per me, Weasley?”. Lei si passò pazientemente una mano tra i capelli,
sospirando. “Senti Malfoy, io studierò per diventare
Guaritrice. E’ normale che ti chieda cosa ti è successo… é… ehm… curiosità del
mestiere… mhh… difetto professionale!”. “Si, certo,
e io mi chiamo Harry Potter”. “Non mettere Harry in mezzo!!!”,
“Ohhh… la piccola Weasley si scalda ancora sentendo
parlare di Potterino? Poveretta, essere scaricata
così…”. “SENTI, SMETTILA! DIMMI COSA TI è SUCCESSO
ALLE MANI…” gridò furibonda, battendo un piede a
terra ripetutamente, come una bambina che fa i capricci. Lui sbuffò. “Niente…
niente… come li chiami? Ah si.. i miei COMPARI mi
hanno dato una lezioncina prima che attraversassi dal barriera del binario 9 e
¾.” Spiegò come nulla fosse. “Una lezioncina?
E perché?” si sedette accanto a lui prendendo una mano
congelata tra le sue, piccole e calde, quasi sudate. Sentì il ragazzo
irrigidirsi a quel contatto. “Per… perché… beh… la
McGranitt mi ha promesso protezione no? Protezione se
avessi fatto la spia per l’ordine della fenice, tra i mangiamorte”.
Mentre lei muoveva la bacchetta e faceva
materializzare una cassetta del pronto soccorso magico, lui continuò a parlare.
“Io… sono stato io a chiedere alla McGranitt
‘asilo’. Sono stato io a chiederle di poter tornare
ad Hogwarts… perché avevo paura del signore oscuro e di tutti gli altri…
E quando due mangiamorte hanno scoperto che avrei fatto la spia per l’ordine
della fenice, mi hanno dato la caccia per settimane. Sono riuscito a liberarmene
solo stamattina, facendo loro un incantesimo di memoria… ora non
ricordano nemmeno di essere maghi e li ho consegnati
a Remus Lupin e Ninfadora
Tonks, che mi hanno scortato questa mattina fino
alla stazione. Ora tu-sai-chi…” “Voldemort” lo
interruppe lei, sicura, mentre medicava le sue mani, che piano, piano tornavano
ad essere di un colorito normale… per quanto il colorito di Malfoy, di un bianco
perlaceo, fosse normale. “…
Tu-sai-chi” insistette lui “crede che io mi sia infiltrato
ad Hogwarts per seguire Harry Potter… in realtà gli
sto passando informazioni sbagliate o tutt’altro che
dettagliate. Però stamattina quei due mangiamorte mi hanno lasciato questo
ricordino… è un incanto di magia oscura di livello inferiore, ma la persona che
l’ha ricevuto non può curarsi da sola… probabilmente sarei morto congelato prima
di giungere ad Hogwarts”. Lei scosse il capo,
sconsolata. “Sei proprio scemo, Malfoy, avresti potuto dirmelo prima…” alzò lo
sguardo, incontrando quello del biondo, e sorrise.
Lui non disse nulla, ma si voltò a guardare fuori dal
finestrino. Fino alla fine del viaggio rimasero in silenzio, anche se lei aveva
continuato a stringere le mani di lui tra le sue per
tutto il tempo.
***
“Ginny. Dove sei stata?” chiese Ron scattando in
piedi quando la porta dello scompartimento si aprì e
vide la sorella con una faccia quasi stravolta.
“A dopo le domande Ron. Ginny devi cambiarti,
vero? Fra dieci minuti arriviamo. Ragazzi uscite,
Ginny deve cambiarsi!” disse Hermione senza ammettere repliche, spingendoli in
corridoio e chiudendo la porta e la tendina del vetro. “cosa
è successo? Sei pallidissima.” chiese la brunetta
vedendo l’amica sedersi e sospirare.
“Hermione devo raccontarti una cosa. Ascoltami
attentamente.”
Ginny le raccontò della discussione avuta con
Malfoy, delle sue mani, del fatto che avesse tradito Voldemort, e soprattutto
che lei gli credeva.
“Ma sei pazza? Vuoi
dire che fino ad ora sei stata tutto il tempo sola
con Draco Malfoy?”. Ginny annuì. “Perché?” continuò
Hermione preoccupata.
“Hermione… non dirai nulla a Ron… non dirai nulla
ad Harry… vero?” chiese la rossa, preoccupata.
L’amica la guardò un attimo, decidendo sul da farsi, poi
annuì. “No… non preoccuparti, non dirò nulla a tuo fratello… ma
ad Harry si”.
“Come? No… perché?”. “Ginny… Ron ti ammazzerebbe
se lo sapesse. Ma Harry è più razionale, non preoccuparti.”
Ginny si alzò, irritata. “Lo sapevo che non
dovevo dirti nulla. Non posso mai fare affidamento su di te.”
Detto questo uscì dallo scompartimento, lanciando un’occhiataccia ai ragazzi che
stavano tentando di origliare. Non disse nulla, ma tornò nello scompartimento
dove era stata fino a quel momento con Malfoy.
“Ehm… Hermione… perché sembrava che Ginny volesse
incenerirci con lo sguardo?” chiese Ron, confuso.
Hermione non rispose. Fece spallucce e richiuse
la porta. Doveva cambiarsi, e soprattutto doveva
stare un momento da sola per raccogliere le idee e capire cosa fare. Doveva
parlarne con la McGranitt? Era chiaro che
ad Harry non poteva dire nulla, o Ginny non le
avrebbe mai più rivolto la parola. Forse era il caso di mandare un gufo a Lupin
e chiedergli conferma riguardo al racconto di Malfoy. Doveva prima capire se
poteva fidarsi o meno.
… continua…