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Autore: Meiko    28/09/2005    1 recensioni
"odiami, sii triste per me, soffri a causa mia, uccidimi, disprezzami, dimenticami. ma ti prego...non amarmi, mai..."
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sha Gojio, Genjo Sanzo Hoshi, Kogaiji, Kanzeon Bosatsu, Cho Hakkai, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 3

La linea del battito cardiaco segnalava una respirazione lenta e tranquilla.
Dormiva.
Ni Je Ni alzò lo sguardo, il riflesso della lampada che illuminava la capsula era riflessa dalle lenti degl’occhiali, nascondendo in parte lo sguardo dello scienziato, che stava sfumacchiando una sigaretta.
-Bene, la bimba riposa tranquilla…-
la voce dello strano vecchietto li accanto ruppe il momento di totale ammirazione verso la ragazza, che in quel momento dormiva dentro quella capsula in vetro, sulla testa e sul petto.
Ni annuì, il coniglio che di solito aveva con se era seduto sulla sedia accanto al nonnino.
Sembrava che i grossi e tondi occhi neri di bottone del pupazzo stessero osservando con aria affascinata il viso tranquillo e freddo della ragazza, era un po’ abbassato, come se si fosse addormentata in quella posizione.
Addosso portava una semplice canotta e pantaloncini, mentre Ni metteva un mano sul vetro, sorridendo con aria soddisfatta.
-Beh, non è tanto bimba, visto che ha diciannove anni!-
-Beh, ma il suo cervello è quello di un bimba-
la conversazione fu interrotta dall’arrivo della dottoressa Fan, tra le braccia portava una cartellina clinica, mentre il suo sguardo appena entrò nella stanza fu catalizzato sulla figura della ragazza nella capsula in vetro.
Un’espressione di soddisfazione si dipinse sul suo volto, mentre si avvicinava al centro dell’attenzione di tutti.
-…bellissima…-
-Gia, pare che ho fatto un ottimo lavoro-
-“Ho fatto”?-
un’occhiata di fastidio fu diretta al dottor Ni, che li accanto sorrideva alla reazione della collega.
-Oh, è vero, mi scusi dottoressa, dovrei dire che “ho fatto tutto da solo”, visto che lei non era prevista nel progetto-
-Ma sono stata io dare corpo al vostro progetto!-
-Forse, ma di sicuro io l’avrei resa molto più carina di così…-
il dottore si era voltato verso Fan, sorridendogli con aria furbesca, mentre la donna si tratteneva dal lanciargli un bel ceffone, mentre il vecchietto ridacchiava divertito, tenendosi però fuori dalla discussione.
La dottoressa cercò di darsi un contegno.
-Comunque non può non dire che è stata una fortuna che trovassi gli organi più importanti per darle la vita-
-Si, forse su questo punto devo farle i miei complimenti…ma…-
-Ma?-
attesa…
…troppo rumore…
…troppo freddo…
…fa freddo qui dentro…
-Ma è stato solo un colpo di fortuna, dato che lei se li era dimenticati e per non subire l’ire di Gyokumenkoshu ha dovuto prendere la prima cosa che le capitava sottomano-
-Ma come si permette di accusarmi così?-
-Oh, ma io non la sto accusando, mi congratulo con lei.
O per caso ha la coda di paglia, dottoressa Fan?-
una mano partì di colpo, solo che mancò il bersaglio, il dottor Ni velocemente era arretrato di un passo, mentre il vecchietto ridacchiava ancora con fare divertito.
La dottoressa stava leggermente tremando di rabbia, nonostante fosse uno dei più grandi scienziati del mondo, Ni Je Ni era incredibilmente INSOPPORTABILE!!
La dottoressa optò per una ritirata strategica, mentre Ni veniva richiamato da Gyokumenkoshu
-Ni, voglio che tu venga immediatamente insieme all’essere artificiale!-
-Kira maestà…si chiama Kira-
nome…un nome…
Kira…
Non voleva aprire gli occhi, c’era troppo luce, faceva troppo male…
Kira…
Io ho un nome, ho un corpo, io mi muovo, io vivo.
Kira…
Fatta di carne, pelle e ossa…
Kira…
Io non sono nata, e in quanto non sono nata…non morirò.
Kira…

Aprì la finestra di scatto, facendola sbattere contro il muro esterno dell’edificio.
Da fuori proveniva un’aria fredda che le alzava i ciuffi più fastidiosi dei capelli.
Guardò la linea dell’orizzonte, l’edificio davanti non era abbastanza alto da nasconderla ai suoi occhi.
Sopra il cielo, sotto la terra.
Sentì i brividi di freddo sulle braccia e sul viso, mentre i capelli erano diciamo così “pettinati” dall’aria di quella mattina.
Meiko si era svegliata presto ed era gia uscita fuori.
Svegliata, praticamente non aveva dormito.
Come lei.
Lei aveva passato la notte insonne.
Aspettando il momento adatto.
Ma chissà perché, quella notte gli era sembrata troppo corta, e il momento era come scappato via. Le sue gambe era rimaste rigide, e non era riuscita ad alzarsi.
Ora…non riusciva a scendere giù da quella finestra e andarsene da li.
Non era troppo alto, lei era abituata ad altezze molto più grandi.
E non era nemmeno la pura di tornare.
Semplicemente non sarebbe tornata.

“Se fallirai…ti conviene fuggire via…”

Non aveva voglia di morire solo perché non aveva ammazzato qualcuno.
Lei non era come…quella…
Strinse la mano su una pietra fredda del muro, sporgendosi un po’ di più verso l’esterno, il vento ora agitava qualche altro ciuffo di capelli.
Saltare…andarsene via da quel villaggio…dall’inizio di quella strana nuova giornata che sapeva di fresco…sapeva di…strano
Come se qualcosa fosse uscito da lei, dandole un senso di leggerezza.
Una ventata alzò i suoi capelli, i suoi occhi azzurri spaziarono, mentre indugiava ancora nel suo piano di fuga.
Perché…non riusciva ad andarsene?
Cosa la spingeva a restare?
Era prigioniera di quei tizi…e per di più aveva fallito la sua missione.
…però…se restava…aveva un’altra possibilità…
Poteva ancora farcela…
Forse…non li avrebbe uccisi.
NO!
Dovevano morire, tutti, non voleva avere grane.
Morire…perché doveva ucciderli?
Se non era necessario, perché doveva ammazzarli?
Lei non era un’assassina.
Non era come l’altra…
L’altra ammazzava anche solo per divertimento.
Lei odiava uccidere.
Era inutile…
Però doveva compiere la sua missione.
Ma non poteva restare…
Intanto qualcuno entrò nella stanza, mettendola in allarme, tirando fuori un Sai da dietro i pinocchietti.
Meiko, che alzò le mani in segno di resa.
-Ehi sorellina, calmati! Sono io!-
non seppe perché, ma sapere che non era uno dei ragazzi…la fece distendere, mentre riponeva a posto l’arma, Meiko la guardò cambiare posizione e mettersi davanti a lei.
-Che vuoi?-
-Beh, se volevi fuggire potevi approfittarne, io mica ti fermo-
-E chi ti dice che volevo fuggire? Non sono una vigliacca!-
-Vigliacca non lo sei, ma poco furba si, dato che ti ho beccato-
-Senti, non sono qui per farmi insultare da te. Che vuoi?-
Meiko allungò una corda, mentre Rika inarcava un sopracciglio non capendo il significato del gesto.
-I ragazzi stanno per partire, e tu sei loro prigioniera.
In qualche modo li ho convinti a mandare me a farti legare, dato che tu forse ti stavi cambiando o preparavi un piano che consistesse nell’ucciderli e poi dartela a gambe-
Rika sospirò, mentre Meiko faceva spallucce.
Rika offrì i polsi, e la bionda la guardò con una punta di scetticismo.
-Così? Senza combattere?-
-Perché dovrei combattere contro di te?-
Meiko sorrise.
-Beh, per movimentare un po’. Sai, non ho ancora fatto ginnastica-
-Beh, ti accontento subito!-
Rika si gettò contro Meiko, che la evitò all’ultimo soffio, Rika sguainò le sue armi, mentre Meiko tirava fuori il fucile, tenendolo per la canna.
Dato che la stanza era piccola, optarono per il corpo a corpo, i Sai di Rika contro la canna di fucile erano uno stridio assordante, mentre le due evitavano a vicenda i colpi dell’altra, Meiko optava più per dei sani cazzotti, mentre Rika sembrava fare una specie di balletto
“Combatto…sto combattendo…concentrazione…movimenti…”
Ma una volta…non era stato così…

“-Ti arrendi così? Senza fare resistenza?-
la piccola guardò il demone, ringhiando, per poi saltargli addosso con rabbia, ma lui con un pugno la mise KO ridendo come non mai”

Qualcosa l’aveva distratta, facendola inciampare, e ritrovandosi con la canna di fucile di Meiko sulla fronte.
-Ti sei distratta…-
Rika accettò l’aiuto di Meiko, che l’alzò, per poi metterle la corda ai polsi.

“Ci misero una corda ai polsi, dopo la magra figura che ebbi fatto.
E la strinsero, in modo che mi facesse male e mi venissero le vesciche, e anche per impedirmi di slegarmi in qualche modo, dato che qualsiasi movimento facessi, la corda ruvida si strofinava alla pelle, graffiandola e rovinandola”

Per un attimo mostrò dei polsi pieni di cicatrici e segni di graffi, cosa che Meiko che sembrò ignorare, legandola saldamente ma senza farle male.
-Dai, andiamo-
Rika la seguì in silenzio, mentre Meiko si tirava su il cappuccio della maglia nera che indossava.
Ad attenderle fuori i ragazzi, Goku guardò con aria stupita il silenzio di Rika, che lo ignorò, mentre Meiko si metteva d’accordo con Hakkay.
-La porto con me sulla moto-
-Sicura? E se ti aggredisce?-
-No, non lo farà…-
Meiko si avviò in testa agl’altri, scendendo le scale, mentre Rika tentava in tutti i modi di tenersi a bada i capelli, il vento era sempre alto in quel punto sulla scalinata in pietra, anche se il paesaggio davanti ai suoi occhi le dava di nuovo quella sensazione di leggerezza.
La bionda e il demone osservarono la linea dell’orizzonte, poi una guardò il cielo e l’altra la terra, mentre si avviavano verso la moto di Meiko, che fece da Cicerone, portandoli verso la strada che affiancava la montagna.
Francamente era una strada stretta e dissestata, che andava per salite e discese per il primo tratto, cosa che faceva venire il mal di mare.
Rika si teneva saldamente a Meiko, che le aveva slegato i polsi, la bionda tendeva a tenere una velocità alta, rischiando nel caso di frenata di farsi un bel volo verso il fiume accanto loro.
Nessun di loro sembrava intenzionata a dare il via ad una discussione, ma Rika non poté fare a meno di sottolineare durante le ultime salite e discese.
-Meglio le caverne…almeno il movimento non mi avrebbe fatto venire la nausea!-
-Si, ma da che parte ti saresti messa?-
-Che domande, dalla mia!-
-Bella risposta!-
stavano raggiungendo un tratto tranquillo, tutta spianata, che ad alta velocità li avrebbe portati dall’altra parte della montagna in una giornata e la notte.
Tutto sembrava andare per il verso giusto.
Sembrava…
Un’esplosione, proprio a poca distanza dalle due ragazze.
-O porcavacca!!-
Meiko sterzò di colpo, facendo strisciare di lato la moto, lei e Rika subirono il “delicato” trattamento della strada polverosa e piena di sassi, mentre la moto frenava, il fianco della montagna era esploso di botto, sorprendendo anche i ragazzi, Hakkay fu costretto ad una brusca frenata, che fece rovesciare Gojio e Goku a terra, la scimmia lanciò un lamento tenendosi la testa.
-Che male!-
-Ci credo scimmia, dato che non c’è niente il dolore rimbalza nella tu scatola cranica-
-Zitto cretino di un Kappa!!-
Meiko afferrò il fucile dietro la schiena, caricandolo, mentre Rika si ripuliva dalla polvere.
-Bello scherzetto sorellina-
-Ti sbagli-
Rika tirò fuori i Sai.
-Io non c’entro-
-Beh, dovrai spiegarlo agl’altri-
Meiko si alzò dalla moto, imprecando per come si era ridotto il lato che aveva strisciato sulla strada, dal fumo sbucarono un gruppo di demoni armati e dipinti su tutto il corpo.
Rika li guardò con aria assorta.
Poi si voltò verso i ragazzi, Goku era gia pronto a menare.
Il fumo dell’esplosione e della polvere veniva sollevato dal vento.
Una giornata che sapeva di strano…sapeva di nuovo…
…non era riuscita a scappare, ne ad ucciderli…
Le sue mani si congelarono mentre teneva saldamente i due Sai, le dita non le sentiva più.
“Che cosa faccio?”
…cominciò a diventare tutto più lento..
Dal fumo, i demoni…i ragazzi…Meiko…
Diventava tutto lento…sembrava volersi fermare…
Le immagini scorrevano davanti ai suoi occhi, ignorandola, come uno spettatore osservava ciò che succedeva.
I ragazzi attaccavano i demoni…Meiko sparava…Hakkay con il suo Ki ne aveva colpiti due…Sanzo schivava un colpo, sferrando prima un cazzotto, poi uno sparo…Gojio con l’alabarda sembrava sorridere, non si riusciva a vederlo in faccia in mezzo al fumo.
Ma Goku di certo si stava divertendo…
Come quel sorriso che aveva visto su quel viso la prima volta, quando si erano affrontati…
Si era divertito…glielo aveva anche detto…

“…sei molto forte, mi sono divertito molto a combattere contro di te…”

Divertito…era forte…
Qualcuno gli aveva detto che era forte…
I Sai erano tenuti saldamente nelle mani, il terzo dietro luccicava tenuto dietro la cintura dei jeans.
Era indecisa.
Indecisa?
Perché indecisa?
Lei aveva una missione!
Doveva ucciderli, prendere il sutra e tornare indietro…
No…non riusciva a muoversi…
Ancora uno sparo, Meiko ne aveva colpito uno, poi ne aveva colpito con la canna un altro, finendolo con un cazzotto.
Gojio adesso l’affiancava.
Cosa si stavano dicendo?
Tutti i rumori erano morti…
Scomparsi…
Svaniti…

-Una missione per me?-
il silenzio era svanito al suono di quella domanda, mentre Kogaiji le passava accanto,facendole voltare il capo, i capelli neri scivolavano sciolti da una spalla, accarezzando la pelle della maglia.
Le braccia incrociate erano coperte dalle lunghe maniche che raggiungevano con un taglio a V il medio.
La pelle sembrava infonderle un senso di protezione.
La ragazza socchiuse gli occhi neri con fare sospettoso, di quel principe non si era mai fidata. Intanto lui scompariva e appariva alle luci che entravano nella stanza semibuia, di solito era proibito per chiunque entrare li.
Ma per lei era un’eccezione…
-Vedi…avevo mandato Rika a rubare il sutra del cielo demoniaco al gruppo di Sanzo…
Però…non ricevo notizie da lei da due giorni…-
-Beh, per due soli giorni è poco, mio principe-
ironia.
Un sorriso ironico sul volto di lei che fece indurire quello serio e preoccupato di lui…

Preoccupata…
Perché era confusa…
Troppo confusa, non doveva esserlo.
Lucida, fredda, forte.
Eppure adesso…
Quando…quando era cominciato tutto questo?
Si tastò la spalla con il tatuaggio.
“Non sono più umana…non sono più umana…”
-Rika! Attenta!!-
la ragazza alzò lo sguardo.
Lento…
Un demone correva verso di lei…

-Due giorni sono più che sufficienti, considerando il gruppo di Sanzo-
-Ma perché mandare proprio Rika?-
Kougaiji si era voltato, dandole le spalle, ma ora offriva parte del suo viso alla luce, in modo che la ragazza osservasse la carnagione scura e i capelli rossi, parte del bavero della giacca nascondeva le labbra, mentre la ragazza rimaneva al suo posto sotto la luce, quasi a volerla sfidare.
Illuminala, dato che lei è l’oscurità.
Tutta in pelle nera, solo questa che riluceva alla luce del sole esterno.
-Perché…lei è molto forte…-
la ragazza si sistemò i capelli neri dietro la spalla, accarezzandoli con una mano.
-E io che c’entro?-
-Devi andare a dare un’occhiata, nel caso sia viva, continuerà la missione.
Ma se è morta per mano loro, puoi prendere il suo posto-
-Quindi posso uccidere il gruppo di Sanzo e prendere il sutra?-
-Non ho detto di ucciderli…-

Ucciderli…
No…
La sua missione…non era ucciderli…
Il demone intanto aveva sollevato l’ascia, pronta a tagliarla in due.
“Non devo ucciderli…”
il demone stava per colpirla, quando un bastone rosso trapassò il corpo del demone, risvegliando Rika da quella specie d’incantesimo, il rumore tornò a stordirla, le immagini accelerarono, mentre due occhi dorati la stavano guardando preoccupati.
-Rika, tutto posto?-
la ragazza sentì la mano di Goku sulla spalla.
“Non devo ucciderli”
la ragazza annuì, riprendendo anche a respirare normalmente.
-Si, grazie Goku-
il ragazzo sorrise, tornando a combattere, mentre Rika stringeva i Sai, affiancando Goku.
-Lasciane qualcuno per me!!-

Kougaiji ora teneva le mani dietro la schiena, mentre la ragazza si era voltata, ora invece del profilo tutta l figura era rivolta al principe.
-Ho dato il compito a Rika di rubare il sutra.
Ucciderli è compito mio-
e non avrebbe permesso a nessuno di farlo al suo posto.
La ragazza intuì l’ultima parte della frase osservando gl’occhi del ragazzo poco distante da lei.
Fece un inchino con la testa.
-Allora ai vostri ordini, principe Kougaiji…-
la ragazza si avviò, mentre Yaone era rimasta tutto il tempo nascosta nel buio, in attesa.
-A presto, Selene-
la ragazza le rivolse un’occhiata fredda con le iridi nere e profonde, uscendo dalla stanza, mentre Yaone osservava preoccupata il principe rivolgere le sue attenzioni a quella statua nella colonna.

Fine 3° capitolo
  
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