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Autore: Chibi Girlz    05/08/2010    2 recensioni
Central City College.
Roy Mustang è uno degli studenti più scansafatiche dell'istituto, nonché il più amato dalle studentesse, motivo per cui il suo smisurato ego tende ad illuderlo di essere "il centro dell'universo".
Tuttavia, c'è qualcuno su cui il suo carisma e il suo fascino non hanno alcun effetto: la bella Riza Hawkeye.
Spinto dall'orgoglio, il moro si propone una sfida: riuscire a farla cadere ai suoi piedi.
Ma se nel corso della sua ennesima bravata accadesse qualcosa di imprevisto...?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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2_Vendetta, dolce vendetta Lo squillo della campanella che annunciava l'inizio della pausa pranzo riecheggiò in tutta la scuola, arrivando come angelica ancora di salvezza alle orecchie di Roy, che fu il primo ad alzarsi, in viso stampato un sorrisetto sghembo mozzafiato e stranamente malizioso: avrebbe fatto pagare alla Hawkeye la sua mancanza di attenzioni.
- Ehi, Roy... perché quel sorrisetto? - esclamò Maes, perplesso.
- Voglio fare uno scherzetto a Riza - rispose Roy con un tono malvagio.
- Perché? Cosa ti ha fatto?- chiese l’amico, incuriosito.
- Ha riso di me, e nessuno si prende gioco di Roy Mustang, il ragazzo più sexy della scuola! - disse il  diciasettenne, indignato.
Jean, a qualche banco di distanza, li udì e corse da loro per capire cosa stava succedendo.
- Ehi, ragazzi che succede? - chiese immediatamente, aggredendo i due da dietro.
- Oh, niente! Roy vuole farla pagare alla Hawkeye - spiegò Maes, fingendo sufficienza.
- COSA?! - disse Jean, stupito - Perché, che ti ha fatto quella povera ragazza? -
- Mi ha ferito dentro - disse Roy, in un attimo di melodrammaticità.
Gli altri due sospirarono.
- Senti, perché non andiamo a mangiare? Sto morendo di fame... - esclamò Havoc, trovando consenso in Hughes.
- Okay - convenne pure Roy.
Così si diressero verso la mensa, attorniati dal silenzio.
Quando arrivarono, Mustang individuò subito la sua vittima, seduta ad un tavolo in disparte con la sua inseparabile amica e un paio di studentesse più grandi.
- Una rimpatriata di secchioni... - mormorò tra sé il moro, guardandosi intorno, in cerca di qualcosa con cui potersi vendicare.
Jean, dietro di lui, scosse la testa.
- Ma perché ho la terribile sensazione che questa cosa non ci porterà da nessuna parte? - esclamò.
- Perché Roy non ha assolutamente nessuno spirito organizzativo per queste faccende... - commentò Maes, ridendo.
- No, non mi riferivo a quello... ehi, ma dove è andato? -.
Jean e Maes ispezionarono la sala più volte, senza scorgere nemmeno l'ombra del compagno.
- Ma dove è andato a cacciarsi quell'idiota?! - ringhiò Jean, seccato.
- Ehi, da’ un po' un'occhiata laggiù - lo riprese Hughes, dandogli di gomito nelle costole e indicandogli il tavolo della bionda - Riza se n'è andata... a quanto pare, da sola -.
- Oddio... l'avrà seguita - esclamò l'altro, spazientito.
- Già... -.
Si scambiarono uno sguardo d'intesa, quindi uscirono dalla mensa e iniziarono a cercarlo: già l'idea di dare fastidio alla Hawkeye era stata pessima, ma se addirittura andava da solo, chissà che avrebbe combinato... e certamente, ambedue sapevano che la bionda non era tipo da perdonare torti facilmente.

Nel frattempo, in tutt'altra ala della scuola, la giovane Riza Hawkeye stava camminando lungo un isolato e vuoto corridoio, la borsa coi libri di testo in spalla e un libro in braccio, che stava riportando in biblioteca, dato che l'ora di pranzo era l'unica in cui lei potesse riuscire a recarvisi senza rischiare di arrivare in ritardo alle lezioni.
Un rumore alle sue spalle la fece fermare e voltare, tuttavia non vide nessuno.
- Sarà solo la mia immaginazione... - mormorò, riprendendo a camminare.
Acquattato dietro un cestino, Roy tirò un lungo e silente sospiro di sollievo: c'era mancato veramente un soffio.
Sbirciò oltre la sommità del suo nascondiglio e vide la ragazza entrare in biblioteca.
Mimò un conato di vomito al solo pensare al posto, quindi uscì allo scoperto.
Si avvicinò alla porta e si guardò intorno.
Quando notò un secchio abbandonato da qualche bidello nei pressi di un lavandino, nella sua mente balenò un'ideuzza e subito si mise all'opera.
Riza impiegò qualche minuto in più del dovuto per restituire il libro, semplicemente perché il bibliotecario, che stava catalogando tutti i volumi della zona dove lei doveva riporre il tomo, aveva insistito per finire lo scaffale che aveva iniziato prima di darle ascolto.
Fortunatamente il lieve ritardo rientrava nella pausa pranzo.
La ragazza uscì dalla biblioteca e si riavviò verso la mensa, tuttavia, giunta circa a metà del corridoio, scivolò su un tratto di pavimento bagnato e cadde a terra, slittando per qualche metro su una traccia bagnata.
- Accidenti... - mormorò, rialzandosi.
 Non si era ancora rimessa in piedi che una pioggia di acqua ghiacciata le piovve addosso, strappandole un piccolo urlo di sorpresa.
- Che diavolo...?! - esordì, ma una risata sguaiata, maschile e dannatamente familiare la fece voltare di scatto, schizzando un arco d’acqua tutt’attorno coi capelli.
Roy Mustang era lì, accanto a lei, a pochi metri di distanza. Piegato in due, rideva come un matto, tanto da sembrare quasi sul punto di morire.
A giudicare dal fiatone che gli venne quando riuscì a smettere un po' di sganasciarsi, pareva che non avesse avuto abbastanza fiato da ridere e respirare insieme.
Lei gli rivolse uno sguardo glaciale, mentre l'attacco di ilarità di lui lentamente si placava, lasciandolo così in grado di commentare: - Ah, ah... è stato bellissimo! -.
- Ti sei divertito, Mustang? - gli ringhiò contro la bionda.
- Roy! Roy! -.
Maes e Jean accorsero: avevano sentito il rumore dell'acqua che si rovesciava e avevano subito pensato all'amico. Tuttavia, si fermarono a distanza quando videro l'espressione che si era dipinta in viso alla ragazza.
Indietreggiarono d'istinto e lanciarono uno sguardo compassionevole al compagno, che evidentemente, come si poteva dedurre dall'espressione ancora ilare sul suo viso, non aveva la più pallida idea dell'uragano che aveva scatenato e che non avrebbe tardato ad abbattersi su di lui con tutta la sua forza.
- Se mi sono divertito? - ripeté il moro, ridacchiando ancora - Accidenti! Dovevi vedere che faccia hai fatto quando è... -.
Venne interrotto dai pesanti passi di Riza, che gli si piazzò davanti al viso, le mani sui fianchi.
- Questo spiega perché tutti gli altri maschi tendono ad evitarti, Mustang: sei solo un pallone gonfiato che pensa di essere il centro dell'universo, ma in realtà sei solo un imbecille senza cervello. E si dà il caso, che qui dentro un cervello sia il requisito minimo necessario per entrare. Evidentemente il tuo bel faccino da schiaffi deve aver fatto pensare che ci fosse qualcosa in quella testa vuota che ti ritrovi, per questo sei qui dentro - esclamò tutto d'un fiato.
Lui la fissò a lungo, quindi iniziò ad alterarsi.
- Ehi, secchiona, non lo sai che qui dentro le donne ruotano tutte intorno a me? Io SONO il centro dell'universo, e se ti scusi posso anche accettare di essere il centro del tuo universo... - replicò, mutando il tono da rabbioso in quello tipico di chi si dà un sacco di arie.
Fu un evidente errore e la goccia che fece traboccare il vaso.
- IO DOVREI SCUSARMI?!?! - esclamò Riza, esterrefatta.
- Sì, perché stamani hai riso di me -.
- Ah, davvero...? - esclamò, in tono momentaneamente sorpreso.
- G... -.
A Roy non fu concesso di finire: la bionda gli assestò un sonoro schiaffo di tale forza da lasciargli una grossa e vivida impronta rossa sulla guancia.
- Ahio - mormorarono in coro Maes e Jean.
- IDIOTA! Non potrai MAI essere al centro dei miei pensieri!!! MAI! - urlò la bionda, irritata, girando i tacchi e andandosene, lasciandosi dietro una scia d'acqua e un Mustang decisamente scioccato.






Angolino autrici
Dopo molto molto (molto o___o) tempo siamo tornate ad aggiornare pure questa! ^.^
Un grazie speciale a saky 94 che ha recensito lo scorso capitolo e coloro che l'hanno aggiunta alle preferite-ricordate-seguite.
Al prossimo capitolo! ^^
C.G.
  
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