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Autore: Oz_    11/08/2010    1 recensioni
Primo capitolo delle avventure di Alfred ed Arthur, in questo capitolo Alfred si ritrova a gestire un amante furibondo, anche se non sa bene il perchè. Con l'aiuto di Francis riuscirà a riconquistare l'inglese?
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci giunti al secondo capitolo....

 

Oz: mi sono resa conto revisionando il primo capitolo, che molti dei dialoghi erano spariti... insomma... avevo combinato un casino(strano!), quindi ho provveduto a correggere... in effetti me lo sentivo che c'era qualcosa che non andava...era stato tutto troppo semplice.

 

Erano giorni che non dormiva. Erano giorni che non faceva che pensare a lui, non riusciva a levarsi dalla mente il suo volto, colmo di sincero stupore. Era stato uno stupido, Alfred non aveva neanche capito perché si era arrabbiato con lui. Se è per questo nemmeno lui sapeva spiegarsi perché se la fosse presa così tanto. Il campanello suonò (paura eh?) Si alzò dal letto, un riflesso condizionato che lo fece rabbrividire. Andò alla porta sospirando.

Il francese gli aveva detto di stupirlo, gli aveva detto di riconquistarlo... e lui lo avrebbe fatto. Suonò al campanello di Arthur e attese

Non appena l'inglese aprii, si pentii amaramente di averlo fatto. L'americano, o almeno, sembrava essere lui, era davanti alla porta, in un vistoso bichini a pagliette rosse con alte piume dello stesso colore che uscivano da dietro il tanga mozzafiato e da sopra la testa, fissate su una coroncina.

<< che diavolo... >>

<< ciao Arthur... ti va di andare a ballare la Samba? Non mi trovi sexy vestito così? >>

L'inglese gli chiuse la porta in faccia. A quanto pare non lo trovava sexy. Questo non voleva dire però che non avrebbe pagato per vederlo tornare in metro fino all'aeroporto.

Alfred si rese conto che il suo primo piano per riconquistare Arthur era miseramente fallito( ma credeva davvero che avrebbe funzionato?)

 

Piano 2- suppliche

 

L'inglese riaprì nuovamente la porta, ritrovandosi di nuovo di fronte l'americano.

<< Arthur... io... >>

Aveva gli occhi lucidi, i capelli spettinati, qualche residuo di piuma tra i capelli. Arthur ebbe una fitta allo stomaco. Si sentiva responsabile di quel dolore. Doveva far pace con lui...

<< Alfred senti... io... >>

<< lo so... >>

<< lo sai? >>

<< si... è tutta colpa mia... >>

<< oh Alfred... >>

<< è colpa mia se non ti senti appagato sessualmente! Io...io ... sono mortificato... avrei dovuto fare sesso con te in quel bar sulla statale... ma credevo che non dicessi sul serio!! Mi hai lasciato perché la mia energia maschile non è abbastanza forte? Ti prego posso cambiare... posso rimediare... prometto di dare più importanza ai preliminari... posso farti stare sopra se lo desideri... >> Arthur era paonazzo in viso, si stava chiedendo come potesse essere ancora vivo. L'intero vicinato li stava ascoltando, Arthur avrebbe pagato milioni per avere una vanga e seppellirsi li, seduta stante.

<< ti prego... posso migliorare... >> nonostante fosse totalmente imbarazzato per la presenza di almeno cinquanta estranei in ascolto dei suoi segreti più intimi, trovava carino che Alfred si stesse scervellando per riconquistarlo, lo faceva sentire desiderato. Stava quasi per cedere quando Alfred, come al solito, disse qualcosa che non doveva dire

<< Francis dice che ho del potenziale... >>

L'inglese s'immobilizzò, il signor Teodor, suo vicino di casa s'immobilizzò, e il resto della folla scoppiò in un ooohh... esagerato. L'ira di Arthur si propagò per tutto il corpo, manco fosse un personaggio di Dragonball in attesa della trasformazione in super sayan. << Francis eh? >> gli richiuse la porta in faccia, nuovamente, ma stavolta con maggior vigore. Maledetto, stupido americano.

 

*Casa di Francis*

 

<< mi ha sbattuto la porta in faccia!! due volte!! >> disse Alfred con aria drammatica al francese

<< si può sapere che diavolo ti è saltato in mente? Andare da lui vestito da ballerina di Samba e supplicarlo in mezzo alla strada? E poi per quale diavolo di motivo mi hai messo in mezzo!!>> Francis si passò una mano tra i capelli, disperato, versandosi un altro bicchiere di vino.

<< ma mi avevi detto di riconquistarlo!!!! >>

<< fammi capire... vestirti da ballerina di Samba e sputtanarlo di fronte al vicinato, peraltro sminuendo la tua e la sua virilità, è il concetto di riconquistare un uomo?? >>

<< beh... si te che avresti fatto scusa? Poi mi avevi detto di stupirlo... >>

<< intendevo in senso positivo!!! >> tracannò d'un fiato il vino, quell'idiota gli aveva perfino tolto la voglia di bere << allora... tu domani, prenoterai nel ristorante più elegante della città, ti vestirai in modo elegante e farai in modo che la serata sia perfetta ok? >>

l'americano alzò la mano, come fosse in una classe e volesse richiamare l'attenzione del maestro.

<< si? >> disse Francis

<< il Mc Donald's vale come ristorante? >>

Il francese stritolò il collo della bottiglia che aveva in mano, con l'intenzione feroce di gettargliela addosso e finirlo con le sue stesse mani, ma si calmo. Primo perché quello era un ottimo vino, secondo perché era un gentiluomo, e i gentiluomini non fanno a botte. Quindi riprese il controllo di se e tornò a sorridere all'americano, che intanto non sembrava capire quanto quell'affermazione lo avesse turbato.

<< no, Alfred... il Mc Donald's non è un ristorante... >>

<< aaaaah... >> disse l'americano con stupore esagerato, rialzando in un secondo momento la mano.

<< si?? >> disse con tono isterico Francis.

<< cos'è un ristorante? E al ristorante servono Hamburger? >>

Qualcosa nel francese si ruppe. Una furia omicida gli pervase il corpo e le membra, dandogli un'aria inquietante, Alfred l'aveva visto così solo quando da piccolo aveva usato la sua camicia di Dior per costruire il suo primo costume da Cowboy. Il francese lo osservò per diverso tempo, squadrandolo, poi esordì.

<< dovessi rifare la rivoluzione... tu, diventerai un vero signorotto francese >> disse in un sibilo, legando Alfred ad una sedia, e stranamente non era a scopi pornografici.

 

Piano 3- cena di gala

 

Arthur scartò l'invito che aveva ricevuto quella mattina con una certa diffidenza. La mandava Alfred è vero, ma era scritta a mano, su carta intestata che odorava di rose, e non c'era neanche una macchia di pizza. In più il fatto che Alfred,avesse usato una carta che non conteneva neanche un supereroe, lo fece sentire veramente l'essere più malvagio di questo mondo. Aveva davvero ridotto America così male? Così male da non usare più la carta da lettera con i supereroi che gli aveva regalato quando aveva cinque anni? Fu interrotto dal suono del campanello, un suono lungo e composto, non come gli strani esperimenti che faceva Alfred per far suonare al campanello l'inno americano. Aprii. Davanti a lui c'era America. Beh, era quasi sicuro che fosse lui. Aveva i capelli tirati all'indietro, un elegante smoking nero con un'elegante bocciolo di rosa nell'asola. Le scarpe erano nere lucide, in mano aveva il soprabito, faceva troppo caldo per indossarlo.

 

<< sei pronto ad andare...? >> disse l'americano, porgendo la mano guantata all'inglese.

<< mmm... veramente no... pensavo andassimo in un luogo un po' più casual... >> disse indicando il suo vestito, la sua solita divisa

<< sei bellissimo così Arthur... >> disse prendendolo per mano e conducendolo dentro la macchina.

 

Continuazione piano 3- al ristorante.

 

L'americano scostò leggermente la sedia dal tavolo, in modo che l'inglese potesse sedersi, e la rimise al suo posto una volta che questi lo ebbe fatto. Si sedette anche lui, lo sguardo serio, controllato, le mani che disfavano esperte la decorazione fatta col tovagliolo. Rimasero in silenzio per un po', fin quando il cameriere non prese le loro ordinazioni. L'americano risistemò nervosamente le posate, già perfettamente allineate accanto al piatto vuoto. Arthur si chiedeva a cosa mai potesse pensare così intensamente, a loro due forse?

“ allora, ho ordinato le ostriche, Francis ha detto che fa figo, ma maledizione... quale diavolo è la posata giusta???” pensava tra se l'americano osservando le sei forchette, i quatto cucchiai e i due coltelli che lo circondavano “ allora, andando per esclusione... i coltelli no...”

il cameriere tornò poco dopo, con l'antipasto di terra per Arthur e le ostriche per Alfred, che come sapesse benissimo cosa stesse facendo, prese una forchetta a caso e si avventò sulle ostriche, ricevendo, due millesimi di secondo dopo, una cucchiaiata in testa dal tavolo dietro di lui. Francis era li.

“ Ok... Alfred, quanto vuoi che sia difficile...?” pensò di nuovo osservando nuovamente le posate” pensa Alfred, pensa...”

 

*Flashback*

 

<< mi raccomando Alfred, il galateo a tavola è fondamentale... sbagliare forchetta è un gesto da zotici, come dite voi yankee, quindi, t'insegnerò ad usarle correttamente... >> disse Francis insegnandogli da prima, come sedersi, come invitare il suo commensale a sedersi a sua volta, come disfare il tovagliolo e come versare vino ed acqua.

<< allora, se devi mangiare degli spaghetti, ricordati che non devi usare il cucchiaio, per aiutarti... devi usare solamente la forchetta >> disse il francese come se la cosa non fosse ovvia.

<< inaudito come quest'oggi si tenda a semplificare vero? >> disse serio Alfred

<< hai proprio ragione, ai miei tempi non... >> il francese guardò l'americano, che stava sogghignando, come se il semplice fatto di dover mangiare gli spaghetti col cucchiaio fosse la cosa più strana dell'universo.

<< regola numero uno... non azzardarti a prendere in giro il tuo insegnante... regola numero dueee... >> disse strappandogli quello che aveva in mano << niente fumetti a tavola...! >>

<< continuiamo...>>

Due ore dopo, l'americano era stravolto e non poteva neanche tollerare che fossero solamente alla forchetta numero quattro.

<< ricordati, e questo è importante, che per pesci come molluschi ed ostriche, devi usare la forchetta a tre punte... questa qui... >> disse il francese conficcandogli la piccola forchetta in mezzo a due dita << e ascoltami quando ti parlo, altrimenti arrivi li e fai una figura da cafone... ah... e ricordati, mai fare facce sconvolte quando arriva il conto... >>

 

*fine flashback*

 

“ ma certo...! quella stupida forchettina a tre punte!!!” rimediò all'errore comportandosi da perfetto galantuomo per tutto il resto della serata. Francis era commosso. Si comportò come un vero francese, con dignità e classe, fino all'arrivo del conto.

<< prego signore... >> disse il cameriere posando sul tavolo il piccolo libretto, contenente lo scontrino

l'americano lesse più volte quel piccolo pezzo di carta. Non riusciva bene a capire dove stesse la virgola.

Quando lo capii sbiancò, girando la testa all'indietro, come fosse una bambola di porcellana da film dell'orrore, ad osservare il francese.

America guardò Francis

Francis guardò America

America mandò mentalmente a fanculo Francia

Francia rispose con un garbato bacio volante, sussurrando << con dignità e classe... >>

Alfred era distrutto, mentalmente e finanziariamente. Non solo aveva capito che le ostriche gli facevano schifo,ma che costavano pure un occhio della testa. Sperava che almeno l'inglese si fosse divertito.

<< mmh... >> esordì Alfred, che per tutta la serata non aveva aperto bocca << spero tu ti sia divertito... >>

disse rinserrando la mani dentro le tasche del soprabito.

<< mmmh... certo... >> disse diplomatico Arthur, che per tutta la sera si era sentito come un'appestato, dato che l'americano non gli aveva rivolto parola

<< senti... >> disse poi nuovamente l'americano << io, non ho idea di cosa ho combinato per averti fatto infuriare ma... spero che saprai perdonarmi... >> continuò torturando il soprabito da dentro le tasche.

L'inglese rimase in silenzio, a lungo, poi sorrise, come gli sorrideva quando era ancora piccolo. Si avvicinò a lui, baciandolo castamente sulle labbra, ridendo dell'espressione stupefatta dell'americano.

<< continua a provarci... mio eroe! >> si mise le mani in tasca, camminando leggero lungo la strada.

 

 

 

Note:

 

 

1)Samba, danza di origine brasiliana, il costume a cui si fa riferimento è tipico durante le parate del carnevale a Rio de Janeiro

 

2) Mc Donald’s, catena di fast food americana, con sede ad Oak Brook, un sobborgo di Chicago Illinois

 

3)Dragon ball, celebre manga di Akira Toriyama. Il super sayan è un guerriero di suddetto fumetto

 

4)Per i riferimenti riguardo all’uso delle posate è stato utilizzato il galateo.

   
 
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