Ed eccoci giunti al secondo
capitolo....
Oz: mi sono resa conto
revisionando il primo capitolo,
che molti dei dialoghi erano spariti... insomma... avevo combinato un
casino(strano!), quindi ho provveduto a correggere... in effetti me lo
sentivo
che c'era qualcosa che non andava...era stato tutto troppo semplice.
Erano
giorni che non
dormiva. Erano giorni che non faceva che pensare a lui, non riusciva a
levarsi
dalla mente il suo volto, colmo di sincero stupore. Era stato uno
stupido,
Alfred non aveva neanche capito perché si era arrabbiato con
lui. Se è per
questo nemmeno lui sapeva spiegarsi perché se la fosse presa
così tanto. Il
campanello suonò (paura eh?) Si alzò dal letto,
un riflesso condizionato che lo
fece rabbrividire. Andò alla porta sospirando.
Il
francese gli aveva
detto di stupirlo, gli aveva detto di riconquistarlo... e lui lo
avrebbe fatto.
Suonò al campanello di Arthur e attese
Non
appena l'inglese
aprii, si pentii amaramente di averlo fatto. L'americano, o almeno,
sembrava
essere lui, era davanti alla porta, in un vistoso bichini a pagliette
rosse con
alte piume dello stesso colore che uscivano da dietro il tanga
mozzafiato e da
sopra la testa, fissate su una coroncina.
<<
che diavolo...
>>
<<
ciao Arthur... ti
va di andare a ballare la Samba? Non mi trovi sexy vestito
così? >>
L'inglese
gli chiuse la
porta in faccia. A quanto pare non lo trovava sexy. Questo non voleva
dire però
che non avrebbe pagato per vederlo tornare in metro fino all'aeroporto.
Alfred
si rese conto che
il suo primo piano per riconquistare Arthur era miseramente fallito( ma
credeva
davvero che avrebbe funzionato?)
Piano 2- suppliche
L'inglese
riaprì
nuovamente la porta, ritrovandosi di nuovo di fronte l'americano.
<<
Arthur... io...
>>
Aveva
gli occhi lucidi, i
capelli spettinati, qualche residuo di piuma tra i capelli. Arthur ebbe
una
fitta allo stomaco. Si sentiva responsabile di quel dolore. Doveva far
pace con
lui...
<<
Alfred senti...
io... >>
<<
lo so... >>
<<
lo sai? >>
<<
si... è tutta
colpa mia... >>
<<
oh Alfred...
>>
<<
è colpa mia se
non ti senti appagato sessualmente! Io...io ... sono mortificato...
avrei
dovuto fare sesso con te in quel bar sulla statale... ma credevo che
non
dicessi sul serio!! Mi hai lasciato perché la mia energia
maschile non è
abbastanza forte? Ti prego posso cambiare... posso rimediare...
prometto di
dare più importanza ai preliminari... posso farti stare
sopra se lo desideri...
>> Arthur era paonazzo in viso, si stava chiedendo come
potesse essere
ancora vivo. L'intero vicinato li stava ascoltando, Arthur avrebbe
pagato
milioni per avere una vanga e seppellirsi li, seduta stante.
<<
ti prego... posso
migliorare... >> nonostante fosse totalmente imbarazzato
per la presenza
di almeno cinquanta estranei in ascolto dei suoi segreti più
intimi, trovava
carino che Alfred si stesse scervellando per riconquistarlo, lo faceva
sentire
desiderato. Stava quasi per cedere quando Alfred, come al solito, disse
qualcosa che non doveva dire
<<
Francis dice che
ho del potenziale... >>
L'inglese
s'immobilizzò,
il signor Teodor, suo vicino di casa s'immobilizzò, e il
resto della folla
scoppiò in un ooohh... esagerato. L'ira di Arthur si
propagò per tutto il
corpo, manco fosse un personaggio di Dragonball in attesa della
trasformazione
in super sayan. << Francis eh? >> gli
richiuse la porta in faccia,
nuovamente, ma stavolta con maggior vigore. Maledetto, stupido
americano.
*Casa di Francis*
<<
mi ha sbattuto la
porta in faccia!! due volte!! >> disse Alfred con aria
drammatica al
francese
<<
si può sapere che
diavolo ti è saltato in mente? Andare da lui vestito da
ballerina di Samba e
supplicarlo in mezzo alla strada? E poi per quale diavolo di motivo mi
hai
messo in mezzo!!>> Francis si passò una mano
tra i capelli, disperato,
versandosi un altro bicchiere di vino.
<<
ma mi avevi detto
di riconquistarlo!!!! >>
<<
fammi capire...
vestirti da ballerina di Samba e sputtanarlo di fronte al vicinato,
peraltro
sminuendo la tua e la sua virilità, è il concetto
di riconquistare un uomo??
>>
<<
beh... si te che
avresti fatto scusa? Poi mi avevi detto di stupirlo... >>
<<
intendevo in
senso positivo!!! >> tracannò d'un fiato il
vino, quell'idiota gli aveva
perfino tolto la voglia di bere << allora... tu domani,
prenoterai nel
ristorante più elegante della città, ti vestirai
in modo elegante e farai in
modo che la serata sia perfetta ok? >>
l'americano
alzò la mano,
come fosse in una classe e volesse richiamare l'attenzione del maestro.
<<
si? >>
disse Francis
<<
il Mc Donald's
vale come ristorante? >>
Il
francese stritolò il
collo della bottiglia che aveva in mano, con l'intenzione feroce di
gettargliela addosso e finirlo con le sue stesse mani, ma si calmo.
Primo
perché quello era un ottimo vino, secondo perché
era un gentiluomo, e i
gentiluomini non fanno a botte. Quindi riprese il controllo di se e
tornò a
sorridere all'americano, che intanto non sembrava capire quanto
quell'affermazione
lo avesse turbato.
<<
no, Alfred... il
Mc Donald's non è un ristorante... >>
<<
aaaaah...
>> disse l'americano con stupore esagerato, rialzando in
un secondo
momento la mano.
<<
si?? >> disse
con tono isterico Francis.
<<
cos'è un
ristorante? E al ristorante servono Hamburger? >>
Qualcosa
nel francese si
ruppe. Una furia omicida gli pervase il corpo e le membra, dandogli
un'aria
inquietante, Alfred l'aveva visto così solo quando da
piccolo aveva usato la
sua camicia di Dior per costruire il suo primo costume da Cowboy. Il
francese
lo osservò per diverso tempo, squadrandolo, poi
esordì.
<<
dovessi rifare la
rivoluzione... tu, diventerai un vero signorotto francese
>> disse in un
sibilo, legando Alfred ad una sedia, e stranamente non era a scopi
pornografici.
Piano 3- cena di gala
Arthur
scartò l'invito che
aveva ricevuto quella mattina con una certa diffidenza. La mandava
Alfred è
vero, ma era scritta a mano, su carta intestata che odorava di rose, e
non
c'era neanche una macchia di pizza. In più il fatto che
Alfred,avesse usato una
carta che non conteneva neanche un supereroe, lo fece sentire veramente
l'essere più malvagio di questo mondo. Aveva davvero ridotto
America così male?
Così male da non usare più la carta da lettera
con i supereroi che gli aveva
regalato quando aveva cinque anni? Fu interrotto dal suono del
campanello, un
suono lungo e composto, non come gli strani esperimenti che faceva
Alfred per
far suonare al campanello l'inno americano. Aprii. Davanti a lui c'era
America.
Beh, era quasi sicuro che fosse lui. Aveva i capelli tirati
all'indietro, un
elegante smoking nero con un'elegante bocciolo di rosa nell'asola. Le
scarpe
erano nere lucide, in mano aveva il soprabito, faceva troppo caldo per
indossarlo.
<<
sei pronto ad
andare...? >> disse l'americano, porgendo la mano
guantata all'inglese.
<<
mmm... veramente
no... pensavo andassimo in un luogo un po' più casual...
>> disse
indicando il suo vestito, la sua solita divisa
<<
sei bellissimo
così Arthur... >> disse prendendolo per mano e
conducendolo dentro la
macchina.
Continuazione piano 3- al
ristorante.
L'americano
scostò
leggermente la sedia dal tavolo, in modo che l'inglese potesse sedersi,
e la
rimise al suo posto una volta che questi lo ebbe fatto. Si sedette
anche lui,
lo sguardo serio, controllato, le mani che disfavano esperte la
decorazione
fatta col tovagliolo. Rimasero in silenzio per un po', fin quando il
cameriere
non prese le loro ordinazioni. L'americano risistemò
nervosamente le posate,
già perfettamente allineate accanto al piatto vuoto. Arthur
si chiedeva a cosa
mai potesse pensare così intensamente, a loro due forse?
“
allora, ho ordinato le
ostriche, Francis ha detto che fa figo, ma maledizione... quale diavolo
è la
posata giusta???” pensava tra se l'americano osservando le
sei forchette, i
quatto cucchiai e i due coltelli che lo circondavano “
allora, andando per esclusione...
i coltelli no...”
il
cameriere tornò poco
dopo, con l'antipasto di terra per Arthur e le ostriche per Alfred, che
come
sapesse benissimo cosa stesse facendo, prese una forchetta a caso e si
avventò
sulle ostriche, ricevendo, due millesimi di secondo dopo, una
cucchiaiata in
testa dal tavolo dietro di lui. Francis era li.
“
Ok... Alfred, quanto
vuoi che sia difficile...?” pensò di nuovo
osservando nuovamente le posate”
pensa Alfred, pensa...”
*Flashback*
<<
mi raccomando
Alfred, il galateo a tavola è fondamentale... sbagliare
forchetta è un gesto da
zotici, come dite voi yankee, quindi, t'insegnerò ad usarle
correttamente...
>> disse Francis insegnandogli da prima, come sedersi,
come invitare il
suo commensale a sedersi a sua volta, come disfare il tovagliolo e come
versare
vino ed acqua.
<<
allora, se devi
mangiare degli spaghetti, ricordati che non devi usare il cucchiaio,
per
aiutarti... devi usare solamente la forchetta >> disse il
francese come
se la cosa non fosse ovvia.
<<
inaudito come
quest'oggi si tenda a semplificare vero? >> disse serio
Alfred
<<
hai proprio
ragione, ai miei tempi non... >> il francese
guardò l'americano, che
stava sogghignando, come se il semplice fatto di dover mangiare gli
spaghetti
col cucchiaio fosse la cosa più strana dell'universo.
<<
regola numero
uno... non azzardarti a prendere in giro il tuo insegnante... regola
numero
dueee... >> disse strappandogli quello che aveva in mano
<< niente
fumetti a tavola...! >>
<<
continuiamo...>>
Due
ore dopo, l'americano
era stravolto e non poteva neanche tollerare che fossero solamente alla
forchetta numero quattro.
<<
ricordati, e
questo è importante, che per pesci come molluschi ed
ostriche, devi usare la
forchetta a tre punte... questa qui... >> disse il
francese
conficcandogli la piccola forchetta in mezzo a due dita
<< e ascoltami
quando ti parlo, altrimenti arrivi li e fai una figura da cafone...
ah... e
ricordati, mai fare facce sconvolte quando arriva il conto...
>>
*fine flashback*
“
ma certo...! quella
stupida forchettina a tre punte!!!” rimediò
all'errore comportandosi da
perfetto galantuomo per tutto il resto della serata. Francis era
commosso. Si
comportò come un vero francese, con dignità e
classe, fino all'arrivo del
conto.
<<
prego signore...
>> disse il cameriere posando sul tavolo il piccolo
libretto, contenente
lo scontrino
l'americano
lesse più volte
quel piccolo pezzo di carta. Non riusciva bene a capire dove stesse la
virgola.
Quando
lo capii sbiancò,
girando la testa all'indietro, come fosse una bambola di porcellana da
film
dell'orrore, ad osservare il francese.
America
guardò Francis
Francis
guardò America
America
mandò mentalmente
a fanculo Francia
Francia
rispose con un
garbato bacio volante, sussurrando << con
dignità e classe... >>
Alfred
era distrutto,
mentalmente e finanziariamente. Non solo aveva capito che le ostriche
gli
facevano schifo,ma che costavano pure un occhio della testa. Sperava
che almeno
l'inglese si fosse divertito.
<<
mmh... >>
esordì Alfred, che per tutta la serata non aveva aperto
bocca << spero tu
ti sia divertito... >>
disse
rinserrando la mani
dentro le tasche del soprabito.
<<
mmmh... certo...
>> disse diplomatico Arthur, che per tutta la sera si era
sentito come
un'appestato, dato che l'americano non gli aveva rivolto parola
<<
senti... >>
disse poi nuovamente l'americano << io, non ho idea di
cosa ho combinato
per averti fatto infuriare ma... spero che saprai perdonarmi...
>>
continuò torturando il soprabito da dentro le tasche.
L'inglese
rimase in
silenzio, a lungo, poi sorrise, come gli sorrideva quando era ancora
piccolo.
Si avvicinò a lui, baciandolo castamente sulle labbra,
ridendo dell'espressione
stupefatta dell'americano.
<<
continua a
provarci... mio eroe! >> si mise le mani in tasca,
camminando leggero
lungo la strada.
Note:
1)Samba, danza di origine
brasiliana, il costume a cui si
fa riferimento è tipico durante le parate del carnevale a
Rio de Janeiro
2) Mc Donald’s, catena
di fast food americana, con sede
ad Oak Brook, un sobborgo di Chicago Illinois
3)Dragon ball, celebre manga di
Akira Toriyama. Il super
sayan è un guerriero di suddetto fumetto
4)Per i riferimenti riguardo
all’uso delle posate è stato
utilizzato il galateo.