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Autore: Mary15389    12/08/2010    3 recensioni
Quattro anni dopo l'arresto di Ronald Weems, un seriale con le sue stesse caratteristiche si ripresenta tra le strade di Washington. La squadra è chiamata a collaborare, ma un presentimento aleggia nei pensieri di tutti...
Genere: Introspettivo, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Then you catch him CAP1 Spoiler: Episodio 2x11
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal Minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
Note: Ho provato a immaginare lo svolgersi degli avvenimenti quattro anni dopo l'episodio 'Eros e Tanathos'.

Then you catch him
 
CAPITOLO 1
 
Stava lentamente riprendendo possesso delle facoltà del suo corpo. Quel corpo che era stato sconvolto così pesantemente fino a qualche secondo prima. L’orgasmo lo stava abbandonando, lasciando il respiro ancora irregolare e i battiti del cuore accelerati. Aspettava da tanto questo momento e non pensava che avrebbe provato sensazioni del genere. Per parecchio tempo si era dovuto frenare, non aveva potuto fare quello che sentiva più naturale, ma ora si sentiva bene, finalmente vivo.
Alzava piano le mani dinanzi a sé e un ghigno si disegnava sul suo volto. Il sangue scorreva fino ai gomiti, provocandogli intensi brividi di piacere. Poi l’attenzione cadeva su quel corpo esanime a terra, e subito la forza di un nuovo orgasmo crescente lo colpiva. Per accompagnare il momento, si voltava per afferrare qualcosa nella tasca del suo cappotto scuro.
Niente poteva più fermarlo stavolta.
 
L’agente speciale Aaron Hotchner si voltava a guardare l’alba dalla finestra del suo ufficio nell’edificio dell’ FBI di Quantico. La vedeva spesso, visto che passava tra quelle quattro mura la maggior parte della sua giornata. E non solo perché era il capo dell’Unità Analisi Comportamentale, ma soprattutto perché sapeva che quando toglieva le vesti dell’agente supervisore, restava di lui solo un uomo che soffriva per la lontananza del figlio. Il suo appartamento non era rallegrato dalle risate di Jack quando la mattina facevano colazione tutti insieme, nessuna traccia del sorriso della moglie, Haley, quella donna che tanto aveva amato, e per cui continuava a provare un profondo sentimento. Nonostante lei l’avesse tagliato fuori dalla sua vita senza mezzi termini, avevano pur sempre un figlio insieme.
Un sospiro faceva sollevare le spalle di Hotch, prima di concentrarsi nuovamente sul rapporto che stava finendo di scrivere. Poi lo squillo del telefono lo fece quasi sobbalzare.
“Hotchner!” rispondeva portandosi l’apparecchio all’orecchio sinistro.
“Agente Hotchner, sono il detective Carlson.” Una voce affannata si stava qualificando prima di dare la motivazione della telefonata. Aaron aveva già inteso che non erano buone notizie. “Abbiamo appena trovato una vittima in un motel di Washington. Il modus operandi è compatibile con quello di Ronald Weems, dal database risulta che l’avete arrestato voi quattro anni fa.”
“Ricordo il caso, le prostitute del Campidoglio...cosa posso fare per voi?” Hotch si stropicciava con le dita la zona tra l’attaccatura del naso e la fronte. Quel vecchio caso l’aveva portato a scontrarsi con il deputato Karen Steyer, una donna che di certo non le mandava a dire. Sperava stavolta di non dover affrontare nulla del genere.
“Vorremmo chiudere il caso il prima possibile, quindi vorremmo il vostro aiuto per confermare che sia veramente opera sua.” Chiedeva il poliziotto con voce calma.
“Mi dia il tempo di raccogliere la squadra e presentare il caso. Mandi tutto quello che avete all’agente Jennifer Jareau e ci risentiremo al più presto.” L’agente supervisore sapeva che quando i poliziotti si mettevano in testa di chiudere un caso in fretta, si concentravano solo su quello che poteva tornare utile perché ciò accadesse. Non importava se in carcere mettevano un innocente, e l’assassino era ancora libero di continuare la sua azione indisturbato. Il caso era chiuso e loro potevano andare a festeggiare la vittoria. Per la sua squadra non funzionava così.
“La ringrazio agente Hotchner. Aspetto una sua.” Il rumore della cornetta che si poggiava all’apparecchio fu l’ultima cosa che sentì prima di restare qualche minuto con il telefono vicino all’orecchio. Lo poggiò lentamente con un sospiro profondo e lo riprese subito dopo componendo velocemente un numero.
“Agente Hotchner, faccia una chiamata d’emergenza agli agenti Jareau, Rossi, Morgan, Prentiss, Reid e Garcia. Abbiamo un nuovo caso...” alla risposta affermativa all’altro capo del telefono Hotch aveva riposto delicatamente la cornetta.
Poi aveva finalmente apposto l’ultima firma sul rapporto che stava compilando, guardava quelle lettere incise sul foglio con la penna nera fortemente impugnata nella sua mano sinistra. Ma ora era il momento di impegnarsi in un nuovo caso.
 
Pochi secondi dopo lo squillo di sei cellulari in diverse parti della città stava svegliando altrettante persone. Ognuna di loro era impegnata in diverse attività, ma dopo quel segnale erano tutti pronti a raggiungere l'ufficio.

  
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