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Autore: Dita d_Inchiostro    13/08/2010    3 recensioni
E se qualcosa fosse andato storto, in Breaking Dawn? Se ad esempio Bella fosse morta, come l'avrebbe presa Edward? Come sarebbe andata avanti la sua vita? Un finale un po' diverso di Breaking Dawn, per esplorare i pensieri e le emozioni di Edward Cullen.
*
Isabella Swan non aveva mai pensato molto a come sarebbe morta. Ma morire al posto di qualcuno che amava, morire al posto di Renesmee, di sua figlia, era decisamente un buon modo per andarsene. Sorrise Bella Swan, mentre esalava l’ultimo respiro.
Storia interrotta a tempo indeterminato
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Breaking Dawn
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Capitolo terzo


Possiamo facilmente perdonare un bambino che ha paura del buio; la vera tragedia della vita è quando gli uomini hanno paura della luce.

(Platone)


Fu un attimo. Rosalie, con un balzo, atterrò dall’altra parte della stanza, rovesciando una poltrona. Renesmee era sempre tra le sue braccia e non sembrava aver risentito del repentino spostamento.

Con gli occhi accecati dalla rabbia e le mani tremanti mi lanciai nuovamente contro mia sorella. Questa volta non fu abbastanza rapida: riuscii a colpire la bambina.

Non era nulla, chiaro; quello che avevo scatenato su di lei era solo un centesimo della mia forza sovrumana. E poi la sua pelle era dura, sarebbe guarita in poco tempo.

Tutto per convincermi che non le avevo fatto nulla di male.

Prima che potessi compiere un qualsiasi altro movimento fui bloccato da Emmett e Jasper, che mi strinsero le braccia in una presa ferrea. Ringhiai, più per la sorpresa che per la rabbia.

Rosalie teneva lo sguardo fisso su di me, nel timore di una nuova mossa. Era furibonda, lo vedevo bene dai suoi occhi e dalla presa febbrile delle sue mani intorno alla creatura che teneva tra le braccia. Quando capì che non mi sarei avventato di nuovo su di lei, spostò rapidamente l’attenzione sulla bambina, che aveva iniziato a piangere.

Feci un respiro profondo, per contenere l’odio che provavo verso me stesso; non potevo credere che stesse piangendo per colpa mia.

Nel frattempo erano apparsi anche Carlisle, Esme ed Alice. Osservavano la scena sconvolti, senza riuscire a comprendere. Jasper ed Emmett, capendo che ormai ero innocuo, mi lasciarono andare.

Avanzai di qualche passo, anche se non capivo minimamente cosa stava accadendo. Portai le mani davanti al mio viso, osservandole sconvolto. Mi occorse qualche istante prima di comprendere che avevo compiuto il gesto più orribile della mia lunga esistenza.

Rosalie, temendo che volessi nuovamente attaccarla, si ritrasse, nascondendo la bambina con le sue braccia dure, mentre l’attenzione di Emmett e Jasper si concentrava nuovamente sui miei movimenti. Un ringhio sfuggì dalle labbra di mia sorella.

La guardai con occhi sbarrati. Poi guardai la bambina. L’avevo attaccata. Io, Edward Cullen, avevo attaccato mia figlia, sangue del mio sangue. Incosciente di ciò che avrei potuto causare. Non sapevo fino a che punto era vampira… avrebbe potuto avere la pelle fragile come quella degli umani, come quella di Bella. Fragile come le ali di una farfalla. Scaccia rapidamente la visione della bambina con il cranio fracassato a causa di una mia carezza.

Eppure se non ci fosse stata la prontezza di Rosalie io sarei riuscito ad ucciderla. Il pensiero di rubare la vita ad un essere vivente, non ad un essere vivente qualsiasi ma a mia figlia, mi tolse fiato.

Avevo già ucciso in passato ma non così, non per impulsività o istinto. Uccidere una bambina, l’essere più puro del mondo… come avevo anche solo potuto pensare ad un atto simile?

Mi guardai intorno. I membri della mia famiglia erano tutti intorno a me, con un’espressione stupefatta sul viso. Dalla rabbia cieca di Rosalie, alla delusione dipinta sul volto di Carlisle, all’espressione indecifrabile di Alice. Tutti mi vedevano come un mostro. Vedevo nei loro occhi che non mi consideravano più come un membro della famiglia. Frugai nelle loro menti.

Non toccarla, non ti avvicinare… Rosalie era ancora sulla difensiva.

Edward, no… non puoi averlo fatto… Esme, la sua incredulità davanti ad un atto simile mi riempì di disgusto verso me stesso.

Secondo Emmett ero un mostro, un selvaggio; nemmeno Jasper, che nel suo tormentato passato aveva ucciso più e più volte riuscì a concepire il mio gesto. Alice invece, come sempre, era riuscita a chiudere la sua mente alle mie intrusioni.

Ma ciò che mi colpì di più fu il senso di colpa che scovai nella mente di Carlisle. Ho fallito… ho trasformato mio figlio in un mostro… E’ colpa mia.

Era incredibile: addossava a se stesso la colpa di ciò che avevo fatto, di ciò che ero diventato. Volevo andare da lui, rincuorarlo, rassicurarlo che non era colpa sua, che era solo ed unicamente colpa mia se ero diventato un mostro ma… non ne avevo il coraggio. I rapporti con Carlisle, nell’ultimo periodo, si erano fatti più difficili di quanto avrei mai potuto immaginare.

E poi guardai la bambina. Aveva smesso di piangere. Sulla guancia rosea vi era un segno rosso, simile ad un graffio, che andava dalla tempia al mento, senza fortunatamente aver colpito l’occhio. La cosa mi riempì d’orrore. Non mi ero reso conto che il mio attacco fosse stato così potente. Era colpa mia se ora Renesmee aveva quel marchio sulla guancia… sperai con tutto il cuore che non rimanessero cicatrici.

Renesmee non piangeva, ma il suo sguardo profondo così simile a quello di Bella, fu come uno schiaffo in faccia. I suoi occhi indagatori riuscivano a vedere sin dentro di me… riuscivano a vedere cosa mi aveva spinto a quel gesto.

E poi la sentii, sentii sua voce nella mia mente.

Mi hai deluso Edward, mi davvero deluso.

Ne rimasi di sasso. La sua voce. Quante volte avevo desiderato udirla, da quando si era spenta per sempre. Ed era così meravigliosa, così familiare.

Poi, però presi coscienza del tono che aveva usato, delle parole che aveva detto.

Deluso. Io l’avevo deluso. Fu come un pugno in pieno petto. Mai, durante i mesi passati assieme, aveva parlato di delusione. Anche quando l’avevo lasciata lei mi aveva sempre compreso. Sempre. Sebbene molto spesso non lo meritassi. Ora che non c’era più, invece, io l’avevo deluso.

La testa iniziò a girarmi. I volti dei miei familiari, della bambina, i loro occhi, i loro tratti si confondevano l’uno con l’altro, vedevo solo un unico viso nitido: quello di Bella.

Ti credevo più forte… mi hai deluso… l’hai attaccata… è tua figlia… è Renesmee, la nostra bambina!… Tu non sei niente…

BASTA!” urlai, e il mio urlo risuonò più forte dei miei pensieri, più forte della stessa voce di Bella.

E un attimo dopo mi ritrovai nella foresta, a correre.

A scappare dal mostro che ero diventato.

 

 

Angolo autrice:

Ecco qua, il nuovo capitolo! So che è un po' corto ma spero possiate apprezzarlo lo stesso. Ringrazio poc per aver commentato l'ultimo capitolo. Sono davvero felice che la mia ff ti piaccia!!! Se non aggiorno la storia molto spesso è perché preferisco ricontrollare bene il capitolo... Ringrazio ancora NarutoCullen per aver inserito la ff tra le preferite, ChiccaCullen e poc per averla inserita tra le seguite e Kattiva97, Moon Light e shasley94 per averla inserita tra le storie da ricordare.

Un bacio a tutti!! Ele


  
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