Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Vivien L    17/08/2010    11 recensioni
Isabella Swan, una ragazza semplice e anonima, che abita nella periferia di Washington, ha una vita perfetta. Dei genitori affettuosi, un lavoro affermato, un uomo che l'ama. E poi c'è lui, Edward Cullen,l'uomo dalla bellezza irraggiungibile, che nutre un odio profondo e sviscerale nei suoi confronti. Un odio nato dalle origini più meschine,un odio insormontabile per entrambi,un odio che stravolgerà le loro vite. Due anime divise dal destino, ma un grande dolore riuscirà ad avvicinarli, finchè l'odio non si trasformerà in amore. E dall'amore, Edward e Bella lo sanno, non si può fuggire.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'I GIORNI DELL'ABBANDONO'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-
"I giorni dell'abbandono"
-
capitolo 3
-
-
Capitolo betato da Yara89
-
-
-
-
Disclaimer: questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopro di lucro.
-
-
-
-
-
-
Ci sono persone convinte di non meritare l'amore. Loro si allontanano in silenzio dentro spazi vuoti, cercando di chiudere le brecce al passato.
 (C. J. McCandless)
-
-
-
-
-
-
-

Dalla sera in cui mi risvegliai fra le braccia di Edward, cullata dal torpore del suo corpo stretto al mio, passarono giorni, settimane, e infine mesi.

Mesi in cui la mia vita era divenuta un immenso oceano di dolore, da cui era impossibile riemergere.

Pensai spesso alla sua domanda, alla quale non avevo mai saputo dare una risposta.

Tu credi nel destino?

Il destino... il ricongiungimento di due anime nate per unirsi, per condividere gioie e dolori, per soffrire insieme, per vivere una vita in cui l'uno non può fare a meno dell'altra...

La sofferenza per la perdita di Jacob era stata sostituita dalla rassegnazione all'idea che non avrei mai più potuto stringerlo fra le mie braccia, cullata dal suo profumo di uomo, dalla musicalità della sua voce, dal calore della sua pelle.

Ma, in quei mesi, non fui lasciata in balia di me stessa.

Edward si era preso cura di me con devozione, come se fosse un miracolo sceso dal cielo aveva lenito il mio dolore, placato la mia sofferenza, alleviato la mia solitudine.

Il ricordo di Jacob persisteva, ma giorno dopo giorno, accudita dall'unica persona che mi era stata accanto in quel periodo buio, diveniva sempre più labile, etereo, sfuggente come le ali di una farfalla.

Passarono i mesi, scanditi dall'elaborazione del dolore,dalla presa di coscienza, e Edward divenne sempre più una certezza nella mia vita, insinuandosi nella mia anima e nel mio cuore.

Si prendeva cura di me, mi ascoltava, mi distraeva nei momenti di crisi, passava tutte le sue giornate in mia compagnia, trascurando i suoi doveri lavorativi, le sue amicizie e i suoi hobbies, e persino sua moglie.

La notte mi addormentavo cullata dalla ninnananna che aveva composto per me, e la mattina mi svegliavo avvolta dalle sue braccia calde e confortanti.

Condividevo con lui il dolore per la perdita, le gioie e le sofferenze, le passioni, i desideri, ogni mio più piccolo, insignificante pensiero.

Stava sempre con me, non mi lasciava mai sola, accontentava qualsiasi mio capriccio.

Mi portava spesso a cena fuori, al cinema o in biblioteca, ogni giorno tornava dal lavoro con un presente, dai gesti più semplici, come una rosa, a quelli più costosi, incurante delle mie proteste e del mio malcelato imbarazzo.

Al lavoro non ero più tornata, Edward insisteva sul fatto che dovessi prendermi un periodo di pausa, per staccare dal mondo e ritrovare me stessa.

E lungo quel cammino, ci sarebbe stato lui al mio fianco.

Si poteva dire che vivevamo in simbiosi, Edward pendeva letteralmente dalle mie labbra, ogni mio desiderio era un ordine.

Non gli importava che la gente sparlasse alle nostre spalle, che dicesse che eravamo amanti, che ci accusasse di essere concubini.

Ero diventata il suo pensiero fisso, la sua unica ragione di vita.

In sua compagnia stavo bene, sentivo che fra noi c'era qualcosa che andava oltre la semplice amicizia, qualcosa di più profondo mi legava a lui.

Era la gratitudine.

Una gratitudine scaturita dallo struggente desiderio di non essere di nuovo abbandonata, di avere al mio fianco qualcuno che si prendesse cura di me, che mi donasse quel calore di cui sentivo tanto la mancanza.

Edward era in grado di farmi ridere, di farmi percepire calore, di darmi la forza necessaria per tornare a vivere.

Giorno dopo giorno notavo che qualcosa, nel nostro rapporto, stava cambiando.

Lo vedevo nei suoi occhi luminosi quando si soffermavano sul mio sorriso, nello sguardo pieno di vita che mi regalava quando mi svegliavo fra le sue braccia, nella dolcezza delle parole che mi sussurrava per farmi addormentare.

Edward si stava innamorando di me.

La malizia era completamente assente nel nostro rapporto. Non aveva mai osato nemmeno sfiorarmi con un dito, eppure sentivo che il suo cuore e la sua anima erano pieni di me, del mio profumo, della mia voce, persino del mio dolore.

Perché lui condivideva anche quello.

Quando i ricordi ripiombavano nella mia vita mi stava accanto, leniva le mie ferite con la sua dolcezza, acuiva il mio tormento con parole sussurrate e cariche di conforto.

E Jacob... il suo ricordo lasciava spazio alle premure di Edward, alla sua costante presenza nella mia vita, all'amore che mi donava ogni giorno.

Sapevo con certezza di non amarlo, il mio cuore apparteneva ancora all'uomo che, molti mesi prima, mi aveva crudelmente abbandonata, ma Edward era diventato la mia ancora di salvezza, il mio anestetico contro il dolore, la mia unica ragione di vita.

L'unico problema che persisteva nel nostro rapporto, che io mi ostinavo ancora a considerare una semplice amicizia, era sua moglie.

Rosalie Hale in Cullen era una donna bellissima, dai capelli biondi e gli occhi azzurri, un fisico da modella e l'animo più dolce che fosse mai esistito.

L'avevo incontrata solo una volta, in ufficio, quando era andata a trovare suo marito per portargli il pranzo.

Perché lei amava Edward, lo amava con tutta sé stessa, lo amava come non avrebbe mai amato nessun altro uomo.

Lo avevo capito dai suoi occhi innamorati, dallo sguardo dolce che rivolgeva al marito, dal modo in cui si prendeva cura di lui.

Ma Edward la trascurava , per potersi prendere cura di me, finché non venni a sapere la verità.

Il senso di colpa mi dilaniava ogni giorno, ma a nulla erano valse le suppliche con cui lo imploravo di dedicare maggiori attenzioni alla donna che aveva sposato, di tornare da lei, di chiarire la loro situazione.

Di riprendere in mano le redini della sua vita.

Ogni volta che affrontavo l'argomento lo vedevo incupirsi, il suo sguardo diveniva torrido, malinconico, puro panico gli illuminava le iridi smeraldo.

Mi accusava di non volerlo, di star cercando di cacciarlo via, di allontanarlo da me.

Mi ripeteva che con sua moglie le cose non andavano bene da molto tempo, che il loro rapporto si era raffreddato da anni, che non era colpa mia ciò che stava succedendo.

Ma io sapevo che erano tutte menzogne.

La colpa era mia, soltanto mia. Ero io la causa della crisi del loro matrimonio, ogni giorno ne avevo la prova, quando vedevo gli occhi innamorati di Edward fissi sul mio volto.

Ma in un giorno lontano, il nostro mondo venne capovolto, e le incertezze divennero le mie uniche compagne di vita. 

-

-

Venerdì 13 marzo 2009

Quella mattina mi svegliai nel mio letto caldo, ma avvertivo una strana sensazione di vuoto dentro.

Aprii gli occhi, girandomi dal lato del letto in cui era solito dormire Edward, ma non avvertii la sua presenza. Mi alzai agitata, avevo bisogno di vederlo, ricordi dolorosi riaffiorarono alla mente, senza la sua presenza lenitiva.

Ero diventata dipendente da Edward, dall'effetto benefico che operava sul mio cuore ferito, sulla mia vita distrutta.

Ma lui non era in casa. Se n'era andato, esattamente come Jacob...

Mi accasciai a terra, la testa fra le mani, la sofferenza stava riaffiorando ad una velocità sconvolgente.

Passarono ore o giorni, non mi resi conto del lento trascorrere del tempo, finché non sentii la serratura della porta scattare, e una voce ansiosa e preoccupata mi giunse alle orecchie.

- Bella?- quando sentii le pieghe musicali del suo tono iniziai a tranquillizzarmi, il respiro divenne meno accelerato, il battito del cuore più regolare.

Sentii due braccia forti e calde alzarmi dal pavimento, e istintivamente mi aggrappai alle spalle di Edward, sfregando il naso sul suo collo.

Un singhiozzo disperato mi uscì dalle labbra.

- E' tutto finito, non sei sola - sussurrò, accarezzandomi i capelli e facendomi sdraiare sul letto. Mi ripeteva spesso quelle parole, come per confortare il mio animo insicuro, lenire la mia sofferenza.

Ed era la verità, io non ero più sola. C'era Edward, adesso,accanto a me.

Singhiozzai ancora, e le sue labbra si posarono sulla mia fronte.

Arrossii per quel gesto intimo ma abituale, che era il massimo contatto in cui ci eravamo spinti in quei lunghi mesi.

- Non sei sola, piccola mia- ripeté Edward con voce carica d'emozione, e io sospirai.

Strinsi le braccia al suo collo, e lentamente iniziai a calmarmi, cullata dalla dolcezza del suo abbraccio.

Dopo alcuni minuti, che a me sembrarono ore, sentii la voce di Edward giungermi alle orecchie , diversa dal solito, più viva, quasi felice.

- Ho una notizia da darti- sussurrò sul mio collo, e io annuii.

- Dimmi- soffiai con voce roca, e lui sospirò.

- Mi dispiace di averti lasciata sola questa mattina, non volevo farlo, ma sono stato costretto-

Feci per interromperlo, ma lui posò un dito sulla mia bocca, e una scarica elettrica mi invase a quel contatto.

- Fammi finire. Sono dovuto andare in ufficio, a parlare con il mio avvocato- prese fiato, sembrava intimorito, ma anche stranamente eccitato - Ho appena divorziato da Rosalie-

-

-

-

Quella notizia mi lasciò sconvolta. Non potevo credere a ciò che Edward aveva fatto. Aveva spezzato il cuore di Rosalie, per colpa mia??

Il senso di colpa si mescolò a una folle e insensata paura... avevo il terrore che Edward avesse frainteso il mio bisogno di lui per qualcosa di più impegnativo, per un sentimento che andava oltre la semplice amicizia. Io gli volevo bene, la sua presenza mi era diventata necessaria come l'aria, avevo bisogno di lui... ma non in quel senso.

Non come una donna ama un uomo.

Sentivo che ciò che lui provava per me era un sentimento forte, intenso, ma mai, nemmeno nelle utopie più lontane, avevo pensato di poter ricambiare il suo amore. Edward era un uomo fantastico, sotto la sua impenetrabile corazza di freddezza e alterigia nascondeva un animo buono e altruista, ma il mio cuore era stato irrimediabilmente infranto dal fantasma di un amore non ricambiato, e non avrei mai più potuto amare nessuno che non fosse Jacob.

E se lui avesse preteso che ricambiassi i suoi sentimenti?

Non mi aveva mai apertamente confessato ciò che provava per me, e non lo fece nemmeno quel giorno.

Quando gli chiesi il motivo per cui aveva abbandonato sua moglie mi disse che io non centravo nulla, che la colpa era sua, che il rapporto fra lui e Rosalie era in rovina già da prima che arrivassi io.

Aveva paura di dirmi la verità, perché sapeva che soffrivo ancora per Jacob, che la notte, mentre ero stretta fra le sue braccia calde, sognavo di avere un altro uomo accanto a me.

Non si era mai lamentato, sapeva che avevo bisogno di tempo, che il dolore era ancora troppo radicato, in me, ma aveva deciso di concedermelo, di starmi accanto, sempre e comunque.

E lo avrei ringraziato in eterno per la sua pazienza, per l'amore con cui si prendeva cura di me, ma... non avrei mai potuto amarlo come lui meritava.

Mai.

Quel giorno discutemmo a lungo: io volevo che tornasse dalla moglie, nonostante avessi il terrore di restare di nuovo sola, e lui insisteva nel dire che ormai la sua storia con Rosalie era finita, che non la amava più da tempo, e che forse non l'aveva mai amata.

Non seppi mai come Rose prese la notizia, se fosse arrabbiata con me, se mi giudicasse una rovina famiglie.

Dopo quella discussione, in cui Edward ebbe la meglio, circuendomi con le sue infinite giustificazioni e con la rassicurazione che io non centravo nulla con la fine del suo matrimonio, nessuno dei due accennò più la faccenda.

Ma da quel giorno... da quel giorno qualcosa cambiò, e nulla sarebbe mai più tornato come prima. 

-

-

-

Mercoledì 14 luglio 2009, sera

Quel giorno io e Edward eravamo usciti a cena fuori, aveva deciso di portarmi in un ristorante a pochi chilometri dalla Casa Bianca, nonostante avesse percepito il mio disagio nel frequentare luoghi così esclusivi.

La sua ricchezza mi faceva sentire inferiore, inadatta a lui e alle sue aspettative, ma ogni volta che guardavo i suoi occhi innamorati il senso di insoddisfazione svaniva nel nulla, inghiottito dalla forza dei sentimenti che mi legavano a lui.

Erano passati quattro mesi da quando Edward aveva messo la parola fine al suo matrimonio.

Quattro mesi in cui si era completamente annullato per me.

Ormai vivevamo insieme, dormivamo insieme, eravamo due tasselli di un puzzle, creati per unire le nostre anime.

Spesso le sue premure nei miei confronti mi lusingavano, ma la confusione aveva preso possesso della mia vita.

La presenza di Edward mi rendeva sempre più euforica, felice, sentivo che con lui potevo condividere qualunque pensiero, dai più insignificanti a quelli più intimi.

Si prendeva cura di me con una solerzia che mi lasciava sbalordita, l'amore che mi donava ogni giorno era completamente disinteressato, da me non pretendeva nulla in cambio, soltanto la mia compagnia.

Ed io iniziavo a sospettare che nel mio animo stesse nascendo qualcosa di più forte di una semplice amicizia nei suoi confronti...

- Ti piace il locale?- chiese la voce di Edward, interrompendo il flusso dei miei pensieri.

Annuii, prendendo un altro boccone di cremè bruleè - Il cibo è ottimo- sospirai, e i suoi occhi si illuminarono. Era sempre così, fra noi. Quando io ero felice, lo era anche lui. Il ristorante era molto ampio e arioso, imponenti drappi circondavano il suo perimetro e un immensa vetrata si stagliava alla nostra destra, ornata con delle lussuose tende rosso fuoco.

Quando mostravo entusiasmo per una sua iniziativa o un suo regalo, la felicità che scorgevo nel suo volto valeva più di mille parole.

Prese la mia mano fra le sue, gli occhi luminosi e scintillanti come pietre preziose, e iniziò a giocare con le mie dita, causandomi un rossore improvviso sulle guancie.

- Sono contento- sussurrò - credevo che tutto questo sfarzo ti mettesse a disagio...- mi scrutò intensamente, come a volermi leggere l'anima, e io abbassai il capo, per poi rialzarlo e guardarlo negli occhi con decisione.

- No, hai fatto bene a portarmi qui- pigolai stringendo con forza la sua mano, e lui sorrise - avevo bisogno di uscire, oggi ero un po' giù di morale-

I suoi occhi si incupirono, sapevo cosa stava pensando, perché erano gli stessi pensieri che tormentavano anche me.

Perché, per quanto mi illudessi di aver superato la crisi, di aver elaborato il dolore e di essere andata oltre, Jacob spesso mi tornava in mente, e il dolore ripiombava nella mia vita, più forte e irreversibile di prima.

Guardò il mio volto con espressione accigliata, accarezzando il dorso della mia mano e posandovi un bacio delicato che mi fece avvampare.

- Mi dispiace- sussurrò soave, incrociando il mio sguardo intimorito - ma ti prometto che passerà. Lo dimenticherai, Bella. Ci sarò io con te-

Annuii, e io miei occhi divennero lucidi. Il silenzio si protrasse fra noi per alcuni minuti, in cui Edward assunse un espressione particolarmente pensierosa, e infine sospirò, ricominciando a parlare.

- Questa sera ti ho portato qui per un motivo particolare- iniziò, e io lo guardai, incuriosita.

Deglutii, quando sentii la sua mano stringere con forza la mia.

- Vedi...volevo farlo in maniera diversa, volevo concederti più tempo, ma è da mesi che un pensiero incessante mi tormenta, e ho deciso che non posso più aspettare-

Impallidii quando lo sentii alzarsi dalla sedia e avvicinarsi a me.

Mi prese per mano, aiutandomi ad alzarmi, e mi condusse nel piccolo giardino adiacente al ristornate, invitandomi a sedermi su una panchina.

Poggiò le mani sulle mie spalle, inginocchiandosi di fronte a me, e mi lanciò uno sguardo talmente intenso da farmi tremare il cuore.

Ciò che temevo da tempo stava succedendo, e io non potevo far nulla, se non restare immobile, spiazzata dal vortice di sentimenti che m'invadevano mente e anima.

- Bella, sono mesi che ti sto accanto, che mi prendo cura di te, che cerco di aiutarti a riprendere in mano la tua vita. E non voglio nulla in cambio, credimi, ma mi sono reso conto che il tuo affetto non mi basta più-

Feci per interromperlo ma lui, posando un dito sulle mie labbra, mi impedì di parlare, lanciandomi uno sguardo che mi intimorì, per la forza dei sentimenti che leggevo nei suoi occhi.

- So anche che non mi ami, che il tuo cuore appartiene ad un altro, ma credimi- sussurrò, prendendo le mie mani fra le sue, e baciandomi i polsi e i palmi con devozione - io non pretendo nulla di tutto ciò. Vorrei solo starti accanto, sarò essere paziente,aspetterò che tu lo dimentichi, che mi possa donare il tuo amore- prese fiato, l'emozione era percepibile dagli occhi lucidi e dalla voce incrinata - ma io ti amo, ti ho sempre amata, e solo ora me ne rendo conto. Dal primo giorno che ti vidi, ho provato una forte insofferenza nei tuoi confronti, ma soltanto perché la verità era che mi sentivo attratto da te, come se le nostre anime fossero nate per unirsi- mi prese il viso fra le mani, baciandomi teneramente la punta del naso. E io non mi sottrassi, una nuova consapevolezza si stava facendo strada in me. - Ti prego, Bella, permettimi di starti accanto, di amarti come meriti, di venerare ogni più piccolo particolare di te- mi baciò le palpebre , le guancie, per poi posare le sue labbra all'angolo della mia bocca. Respirò il mio profumo come un disperato che si attacca alla sua unica ragione di vita, e si staccò leggermente da me, per osservare il mio sguardo lucido e impaurito. - Ti farò innamorare di me, Isabella Swan, come io lo sono follemente di te. Sposami, amore mio. - quelle parole risuonarono nella mia mente, rimbombandomi nel cervello, penetrando il mio cuore e la mia anima.

Possibile che mi amasse a tal punto? Chiedere la mia mano, nonostante sapesse che soffrivo ancora per un altro uomo? Lui aveva abbandonato la moglie per me, aveva rinunciato alla sua vita, ai suoi amici, alla sua reputazione, vittima di un folle sentimento che non potrà mai essere ricambiato.

Ma io potevo amarlo? Potevo dimenticare Jacob e donare il mio cuore a Edward? Lui non mi avrebbe mai fatto del male, era diventato l'unica certezza nella mia vita, ed ero sicura che non mi avrebbe mai lasciata sola.

Ma se gli avessi detto di no? Se avessi rifiutato la sua offerta, se ne sarebbe andato, lasciandomi in balia del mio dolore e della mia sofferenza?

Attaccata ad un uomo che ormai era divenuto un pallido ricordo nella mia vita, ad un sogno d'amore che si era frantumato mesi fa, ad una percezione utopica di Jacob Black, all'ostinarmi nel ritenerlo l'uomo che mi avrebbe resa per sempre felice.

No, non avrei tollerato di rimanere sola con la mia sofferenza, e sapevo che Edward  si sarebbe preso cura di me, sempre e comunque, e che mi avrebbe donato un amore disinteressato e senza pretese.

Un amore di cui io non riuscivo più a fare a meno.

Avrei potuto amarlo, lo avrei amato, e forse, inconsciamente, avevo già iniziato a nutrire, nei suoi confronti, qualcosa di più profondo della semplice gratitudine.

Strinsi le sue mani fra le mie, appoggiando il capo sulla sua fronte.

- Si, Edward - sussurrai con le lacrime agli occhi. Lacrime di felicità. - Ti voglio sposare-

Mi prese il viso fra le mani, e la felicità che scorsi nei suoi occhi era talmente acuta da costringermi ad abbassare lo sguardo.

- Grazie- soffiò sul mio viso, e il suo odore mi inebriò, compromettendo la mia lucidità - Grazie, Bella. Mi prenderò cura di te, non ti abbandonerò. Lo giuro sulla mia stessa vita, Isabella Swan. Per sempre-

Per la prima volta, posò le labbra sulle mie, baciandomi con devozione e con una delicatezza struggenti.

E in quel momento, in quel momento iniziai ad amarlo, nonostante il mio cuore e la mia anima fossero ancora distrutti dal dolore per l'abbandono di colui che pensavo sarebbe stato il mio unico e eterno amore.

Ma Jacob Black era il passato, il mio futuro adesso era legato indissolubilmente a quello di Edward Cullen.

-

-

-

-

-

Questo capitolo spiega molte cose, ma nel prossimo, che sarà l'ultimo ( seguito, poi, da un prologo finale), se ne spiegheranno molte altre. Lo scorso capitolo non è piaciuto molto, forse era un po' troppo confuso, ma spero che quest'ultimo vi sia piaciuto!!! Ringrazio ancora le persone che recensiscono la mia storia, chi l'ha inserita fra le seguite/preferite/da ricordare, e chi legge soltanto.

Un bacio, elisa

-

-

-

RISPOSTE ALLE RECENSIONI

BO 19 Ciao, sono molto contenta che la mia idea di scrivere una fic incentrata su questo tema ti sia piaciuta. Bè, io sono convinta che le persone , dentro di sè, nascondano molto più di ciò che mostrano agli occhi del mondo, e Edward è una di queste. Può sembrare freddo e rigido, ma la realtà è che ha paura di mostrare ciò che è davvero, perchè sa' che la vita e dura , e che il mondo è popolato da scuali: non c'è spazio per il perbensirmo, oper i sentimentalismi e paer gli atti di carità. L'incontro con Isabella lo ha profondamente cambiato, e il suo amore è nato dalla condivisione del dolore che la ragazza prova in seguito all'abbandono di Jacob. Un bacio, egrazie per aver recensito, elisa

VALE1979 Ciao, sono content ache il primo capitolo ti sia piaciuto. Spero che anche questo sia stato di tuo gradimento. Un bacio, elisa

ELLY4EVER ciao, sono molto contenta che il capitolo ti sia piaciuto e che ti abbia trasmesso le stesse sensazioni che prova la protagonista. Spero che con questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative. un bacio, elisa

VITTORIAKF Ciao, sono contentissima di trovarti anche qui!!!Le tue recensioni mi hanno sempre fatto piacere!! Non preoccuparti, io ho il vizio che quando inizio una cosa la devo finire a tutti i costi, per cui anche questa fic avrà il suo seguito!!! Hihihihi!! Un bacio, e garzie per aver recensito, elisa

NIK81 Ciao, sono molto contenta che le mie storie ti piacciono. Per quanto riguarda la duchessa ti do pienamente ragione, ma io , in quel frangente, mi limito a descrivere un fatto storico realmente accaduto ( certo, la mia fic si distacca dalla storia reale, ma las ostanza è sempre quella). Un bacio, e grazie per aver recensito, eli

SANDY69 Ciao Miki!! Come stai?? E' un po' che non ti sento!!! Hihihihi, non preoccuparti, tutti hanno i loro impegni!! Eh già, molte persone soffrono per amore, e io , coon la mia fic, voglio solo dimostrare che la vita continua, nonostante il dolore, nonostante la rabbia, nonostante le mille difficoltà, la vita va avanti, e bisogna trovare la forza di rialzarsi. Un bacio, elisa

NICOSIA ciao, sono contenta che la storia e i personaggi ti abbiano interessata. Spero che gli ultimi capitoli ti siano piaciuti. Un bacio, elisa

ALYSSA Ciao, sono molto contenta che la mia storia ti abbia incuriosita. Bè, in questo capitolo si sono capite molte cose dei personaggi, ma nel prossimo risponderò a tutte le votre domande!! Un bacio,e grazie per aver recensito, elisa

VALLI Ciao, sono contenta che la fic ti abbia incuriosita. Bè, Edward nasconde molti segreti, che nel prossimo capilo saranno spiegati!! un bacio, elisa

ARTEMIDE88 Ciao, che bello trovarti anche qui!!! Hihihihihi!!! Bè, credo di aver risposto alla tua domanda, no?? Edward si è rivelato tutto il contrario di ciò che ci aspettavamo!!! Un bacio,e grazie per aver recensito, elisa

BABY2080 Ciao, sono contenta che la fic ti piaccia!!! Spero che con questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative!!!Un bacio, eli

ED4E Ciao cara, sono dvvero felicissima che anche questa fic ti piaccia, è sempre un piacere leggere le tue recensioni. Mi dispiace molto che anche tu abbia sofferto per amore, è una cosa che credo capiti a tutti nella vita, e mi trovo perfettamente daccordo con te: a volte è difficle superare una delusione d'amore, ma bisogna trovare la forza di andare avanti, ed è Edward, in questa storia, che aiuta bella a ricominciare a vivere. Un bacio, eli

MAMY Ciao, eh giò, la loro è proprio una situazione incasinata!!! ma tutto si sistemerà!!Sono contenta che la fic ti abbia incuriosita...un bacio, eli

NIK81 Ciao, scusa se vi ho fatto aspettare, ma come vedi, ho rimediato subito!!!Hihiihihihi!!! Spero che in questo capitolo sia riuscita a chiarire i tuoi dubbi!!! Un bacio,eli

 

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Vivien L