Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: kamomilla    13/10/2005    14 recensioni
Draco ed Hermione affronteranno un viaggio inaspettato, forse da soli, forse insieme, che condurrà entrambi verso il loro destino. Destino che non sarà quello che i due avevano progettato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LA CITTÀ DEL FUOCO

SOLO CON TE

 

 

 

 

 

Draco si grattò la testa, guardandosi intorno con aria smarrita.

-Ci siamo persi.- comunicò lasciandosi cadere per terra. Hermione scrollò le spalle, sedendosi sull’erba accanto a lui.

-Non dire sciocchezze, Draco. Ci siamo solo Materializzati in un posto diverso da quello che avevamo fissato.-

-Ci siamo solo Materializzati in un posto diverso da quello che avevamo fissato.- le fece il verso lui con una smorfia. –Magari siamo finiti a mille miglia da dove dovevamo finire.-

-Non mi sembra un problema tanto grave. Ci Smaterializziamo di nuovo ed arriviamo a destinazione. Vedi complicazioni anche nelle cose più semplici.- sorrise la ragazza sporgendosi in avanti per baciarlo. Draco si ritrasse, lanciandole un’occhiataccia.

-Non sono mai stato a Barcellona, ‘Mione.-

-Neanche io.-

Lui roteò gli occhi.

-Appunto. Non sappiamo nulla della città, come credi che facciamo ad arrivare dove dobbiamo arrivare, se non conosciamo il posto?-

-Non conosciamo il posto, ma tu avrai almeno un’idea di come…

-No.- sbuffò lui sdraiandosi e chiudendo gli occhi.

-Che vuol dire no?- chiese Hermione cominciando ad allarmarsi. –Non hai idea di come sia fatto il posto dove ci dovevamo Materializzare? Com’è possibile? Devi avere almeno una vaga idea, devi visualizzare il luogo per poterti Materializzare nel punto esatto e…

-Grazie per continuare a dirmi cose che so già. Guarda che anch’io ho studiato per l’esame.-

-E allora spiegami come diavolo siamo riusciti a Smaterializzarci in un qualsiasi posto se tu non hai visualizzato alcun luogo?-

-Con le coordinate, mia cara. Ho calcolato le coordinate da Ottawa all’albergo di qui ed ho pensato a quelle durante la Smaterializzazione.-

Hermione ridusse gli occhi a due fessure.

-Cosa hai fatto?- sibilò.

-Non guardarmi così, che sembri un Mantricora incazzata e fai una certa impressione. E comunque hai sentito benissimo.- ribatté Draco acidamente.

-Ma è da irresponsabile! Le coordinate non sono una cosa sicura, sono un pensiero troppo astratto! Durante la Smaterializzazione devi visualizzare il luogo, è fondamentale che tu abbia almeno una minima idea di…

-Non urlare con me, non lo sopporto!- sbottò lui.

-E invece mi sopporti eccome, perché tu mi hai ficcato in questo casino e tu mi tirerai fuori! Per la barba di Merlino, sai che non si scherza con queste cose, la magia non…

-Shh!- la interruppe bruscamente Draco, tappandole la bocca con una mano. –Ma sei scema?! Perché non urli anche che siamo maghi? Cazzo, ci stanno guardando tutti!-

Hermione si guardò intorno: era vero, tutti li stavano fissando. La ragazza si passò una mano tra i capelli, mentre l’altra andava a posarsi sul cuore.

-Oddio, cos’ho detto. Oh mio Dio. Draco, io…

-Spera solo che non ci sia nessun turista inglese.- la freddò lui.

-No, non credo…

-Noi siamo inglesi.- disse una profonda voce maschile.

I ragazzi si girarono, il cuore di entrambe che batteva a mille. Davanti a loro c’erano due giovani, su per giù della loro età, che li fissavano incuriositi. Hermione per poco non svenne. Cos’aveva fatto? E dire che era sempre stata attenta. Più attenta di tutti i suoi amici, dato che viveva tra i babbani. Ma stare notte e giorno con Draco, per la maggior parte del tempo chiusa in una stanza d’albergo, le aveva fatto dimenticare le regole fondamentali della magia. La prima regola fondamentale della magia: non fare alcun accenno per nessun motivo a tutto quello inerente il loro mondo. Non farlo mai, perché i babbani erano curiosi ed impiccioni. E non si poteva correre il rischio che si mettessero in testa di cercare il mondo della magia. Era pericoloso.

-Davvero?- ghignò Draco. –Che coincidenza, lo siamo anche noi. Siete qui in vacanza?-

La ragazza annuì con convinzione.

-Già, ci siamo laureati da poco e abbiamo deciso di concederci un viaggio. Desideravamo da tanto andare in Spagna.- sorrise. –Sentite una cosa, ma voi due siete…- si guardò intorno. –Voglio dire, un attimo fa lei ha detto…

Draco scosse vigorosamente la testa.

-Non dovete ascoltare la mia ragazza. Lei è un po’ matta, dice delle cose che non stanno né in cielo né in terra. Magia. Figurarsi!-

Il ragazzo sorrise.

-Allora non siete…- abbassò la voce. -… maghi?- con un sorriso divertito che gli increspava le labbra scostò un lembo del mantello, mostrando la bacchetta. –Perché noi lo siamo.-

Hermione buttò fuori il fiato che aveva trattenuto fino a quel momento, appoggiandosi al torace di Draco.

-Grazie al cielo!- esclamò sollevata. –Pensavo di aver appena fatto il danno della mia vita!-

L’altra ragazza rise.

-Ma no, stai tranquilla. Se fosse stato un babbano a sentirti non avrebbe nemmeno fatto caso alle tue parole. Io e Julien, mio fratello, vi abbiamo sentiti per caso e abbiamo prestato attenzione alla conversazione. Ci stavamo proprio chiedendo se ci fosse altra gente come noi qua a Barcellona. Finora sembrava di no, ma poi vi abbiamo sentita parlare, o meglio gridare…

-A proposito.- la interruppe il fratello. –Avete qualche problema? Mi è sembrato di capire che vi siete Smaterializzati nel posto sbagliato.-

-Infatti.- sospirò Hermione. –Ci siamo Smaterializzati tenendo conto solo dello coordinate e… siamo finiti chissà dove.-

Julien ridacchiò.

-Sì, capisco. È successo anche a me. Non conoscete il nome del posto dove dovevate andare? Noi due siamo qui già da un po’, magari possiamo aiutarvi.-

Draco scrollò le spalle.

-Non ricordo precisamente il nome del posto. Ma non è necessario andare lì, ci serve solamente un hotel qualunque dove poter dormire. Non è che conoscete…

-Potete venire da noi!- esclamò la ragazza annuendo con convinzione. –Abbiamo affittato una casetta e c’è una camera degli ospiti. Non è un problema, davvero!-

Hermione e Draco si scambiarono un’occhiata. Quella del ragazzo era del tutto contrariata e lei si morse il labbro inferiore. A lei avrebbe fatto piacere un po’ di compagnia. Le mancava poter parlare con qualcuno che non le facesse provare caldi brividi ad ogni parola. La verità era che lei e Draco non parlavano quasi mai di cose comuni. O erano immersi in complicate teorie sui Luoghi, oppure si scambiavano frivoli commenti sul tempo, che servivano giusto per mettere in pace la loro coscienza, che non faceva che ripetere loro quanto fosse sconveniente passare tutto il tempo a letto.

Lei voleva avere un po’ di compagnia. E per questa volta, non le importava se Draco non era d’accordo, avrebbe fatto di testa sua, dato che lui comunque non avrebbe espresso la sua opinione.

-Beh, per noi va bene. Ma solo se per voi non è troppo disturbo.- disse quindi sorridendo alla coppia di giovani.

-No, figurati. Anzi! Così abbiamo un po’ di compagnia.- lei sorrise, facendo una smorfia. –Per quanto stare con il mio adorato fratellino mi piaccia, aver qualcuno con cui parlare che non sia immerso ventiquattro ore su ventiquattro in riviste di Quidditch sarebbe molto carino.-

Hermione scoppiò a ridere.

-Potrai parlare con me, non preoccuparti. Allora va bene, staremo da voi. Dobbiamo fare delle ricerche, ma siamo a buon punto, non credo ci metteremo più di cinque o sei giorni. Comunque, io sono Hermione e lui è Draco.-

Il fratello sorrise.

-E noi siamo Julien e Céline. Piacere di conoscervi.- passò un braccio sulle spalle della sorella. –Venite, vi facciamo vedere la casa.-

 

 

 

 

 

-Questo è il salotto.- disse Céline mostrando la prima stanza della casa. La sala era arredata in modo semplice ed essenziale, con due divani rosso scuro, una poltroncina di vimini ed un tavolino di vetro. In mezzo alla stanza c’era un bellissimo caminetto di marmo scuro.

-In Spagna d’estate si sta benissimo, ma d’inverno ci sono di quelle giornate in cui poter accendere in camino non dispiace affatto.- spiegò Julien. –Comunque, qua c’è la cucina, venite.-

Li trascinò per tutta la casa, fino al piano di sopra.

-Ecco qua, e queste sono le camere da letto. Io e mio fratello dormiamo in due stanze diverse e ce n’è una terza, però se voi voleste le camere separate io potrei dormire con Ju…

-No, va bene così.- si affrettò a dire Draco scuotendo vigorosamente la testa. La ragazza alzò gli occhi al cielo ed Hermione la sentì distintamente mormorare “i maschi pensano solo a quello”. Sorrise, pensando che probabilmente sarebbero diventate amiche molto presto.

-Come preferite.- Julien scrollò le spalle. –Vi va qualcosa da bere? Ho imparato a fare alcuni drink e devo dire che mi vengono anche piuttosto bene.-

Si spostarono di nuovo in salotto, accomodandosi sui divani.

-Toglietemi una curiosità.- disse Hermione gustando uno dei drink promessi da Julien. –Quanti anni avete?-

-Diciannove.- rispose Céline. –Entrambi, siamo gemelli.-

-E avete detto che siete inglesi?- chiese Draco inarcando un sopracciglio. –Non vi ho mai visti ad Hogwarts.-

-Abbiamo studiato a Beauxbatons.- spiegò Julien scrollando le spalle. –I nostri genitori sono d’origine francese ed hanno preferito mandarci dove avevano studiato loro.-

-Davvero? Ed è una buona scuola?- domandò Hermione interessata.

-Direi di sì, anche se non ho altri termini di paragone.-

-Certo, è vero. Si trovano davvero poche informazioni sulla altre scuole di magia.-

-Però noi abbiamo conosciuto la Preside.- s’intromise Draco. –Per il Torneo Tremaghi, sapete.-

-Sì, il Torneo. Ci sarebbe piaciuto iscriverci, ma le misure di sicurezza non ce l’hanno permesso. Non avevamo l’età. È successo un bel casino, eh.-

-Harry Potter ha fatto un gran bel casino.- precisò Draco con una smorfia, beccandosi un’occhiataccia da parte di Hermione.

-Non credo che dovremmo discutere di questo.- disse pacatamente, ben sapendo che se il discorso fosse emerso ne sarebbe uscita una bella litigata. In quel periodo avevano mantenuto la pace non parlando né degli amici di uno né degli amici dell’altro.

-E invece credo che dovremmo parlarne. Voi cosa ne pensate?-

Céline e Julien si scambiarono uno sguardo.

-Non è stato giusto che Hogwarts abbia avuto due Campioni, però dato tutto quello che è successo dopo… forse è stato destino, no?-

-Destino?-

-Certo, destino. O peggio ancora, qualcuno. Qualcuno che abbia messo il nome di Harry Potter nel Calice per incastrarlo alla fine, nel labirinto.-

Hermione annuì e Draco la freddò con un’occhiata.

-Harry Potter non fa che cercare guai. Secondo me l’ha messo lui il suo nome nel Calice.-

-Harry non avrebbe potuto, le misure di Silente non l’avrebbero permesso. E comunque non l’ha fatto. Non aveva alcuna intenzione di partecipare al Torneo. E infatti l’hanno incastrato, esattamente come ha detto Céline.- replicò la mora iniziando ad alterarsi. –Lascia stare, Draco. Lasciamo stare del tutto l’argomento. Litighiamo altrimenti. Lo sai.-

Il ragazzo ghignò, passandole un braccio sulle spalle.

-Non voglio litigare, ‘Mione. Voglio solo parlarne. È una cosa che non abbiamo mai fatto.-

-Perché non siamo imparziali, non ne possiamo parlare oggettivamente.-

-Perché era il tuo migliore amico?-

-Perché è il mio migliore amico!-

Julien sgranò gli occhi.

-Harry Potter è il tuo migliore amico?-

-Già, il mio peggiore nemico è il suo migliore amico.- rispose Draco per lei. -Non è una cosa strana? Dimmi, Julien, se non la ritieni una cosa strana.-

Il ragazzo alzò le spalle, non sapendo cosa dire.

-Non lo so. Voglio dire… non conosco voi o Harry Potter, non so in che rapporti…

-Te li spiego io i rapporti, Julien! Draco ha preso in giro me ed i miei amici per sei anni. Poi succede… succede che ci mettiamo assieme e lui pretende che mi dimentichi di Harry! Non funziona così! Céline, almeno tu, dimmi se non ho ragione!-

-Beh, non so…

-Io non pretendo che tu ti dimentichi di Potty, solo…

-Ma solo cosa?! Non capisco neanche come diavolo siamo arrivati a parlare di Harry! E non chiamarlo Potty!-

-Stavamo parlando di Potty che ha ingannato il Calice di Fuoco.- rispose pacatamente Draco, cercando di trattenere Hermione, che si agitava come un’ossessa.

-Harry non ha ingannato il Calice di Fuoco! E piantala, piantala davvero di tirare in ballo Harry solamente perché vuoi litigare!-

-Ma io non voglio litigare! Voglio solo parlare!-

-Di Harry?-

-No! Di te.-

Hermione sgranò gli occhi.

-Di me?- si girò verso Céline. –Vuole parlare di me! E mi chiedo… io mi chiedo… di cosa vorrà mai parlare, in particolare? Dimmelo, Draco, di cosa vuoi parlare?-

Lui si alzò, guardandola arrabbiato.

-Ho trovato queste, nella tua borsa.- disse agitando la bacchetta e facendo comparire alcune fotografie che la ritraevano abbracciata ad Harry. La ragazza sgranò gli occhi, mentre i due fratelli si scambiarono uno sguardo a metà tra il preoccupato ed il divertito.

-Hai frugato nella mia roba!-

-E certo che ci ho frugato, dato che i bagagli li ho preparati io, stamattina!-

-Sì, ma dovevi mettere dentro le cose e non tirarle fuori!-

-Le ho viste per caso! Comunque, non tentare di cambiare argomento! Pensavo di dover essere geloso di Weasley, non di Potter! Non anche di Potter!-

-Ma davvero?! Sei un idiota, Draco! Quelle foto le abbiamo fatte al matrimonio di Charlie Weasley. Ronald faceva da testimone, così io ed Harry siamo stati costretti a stare insieme, quel giorno. Da semplici amici, naturalmente! E le foto le ha fatte Molly Weasley.- buttò fuori l’aria dal naso come una Manticora impazzita. –E non so nemmeno perché mi sto giustificando con te! Quelle foto sono affar mio e di nessun altro! Tuo men che meno!- prese fiato. –E poi se dobbiamo parlare di gelosia… di quante dovrei essere gelosa io? Di Pansy Parkinson e di quante altre migliaia?-

-Tante altre migliaia! Nemmeno immagini quante altre migliaia!-

-Ma bene, vantati anche!- gli puntò minacciosamente un dito contro il petto. –E stasera, se vuoi dormire, va da una delle tue amichette! Perché in camera con me non ci metti piede!-

E detto questo sparì su per le scale. Draco guardò Julien, incredulo.

-Mi ha sbattuto fuori dalla stanza!-

-Io posso dormire con Julien.- si offrì gentilmente Céline. –Ve l’ho detto, la sistemazione delle stanze non è un problema.-

-No, lascia stare. Non ho alcuna intenzione di dargliela vinta. Piuttosto dormo per terra in corridoio. Deve sentirsi in colpa, la principessa.- disse Draco sprezzante. –Ora scusatemi, ma devo prendere un po’ d’aria.-

Rimasti soli i due gemelli si scambiarono uno sguardo.

-Céli, mi chiedo chi diavolo ci siamo presi in casa.- sospirò lui scuotendo lentamente la testa.

-Perché? Sono simpatici!-

-Sono dei pazzi sclerotici, quei due!-

La sorella gli diede una spintarella col fianco.

-Ci divertiremo da impazzire!-

 

 

 

 

 

Hermione era distesa sul letto, il volume secondo di “Angeli e Maledizioni” aperto sulle ginocchia, quando Céline bussò alla porta.

-Posso?-

La mora sorrise.

-Beh, direi, è casa tua.-

Céline ridacchiò ed andò a sedersi sulla sedia davanti alla scrivania.

-Cosa leggi?-

-Oh… un libro sulle relazioni che intercorrono tra le maledizioni e gli angeli.-

-Per quelle ricerche a cui hai accennato?-

-Sì, esatto.- sospirò, guardando negli occhi l’altra ragazza. –Senti, Céline, io e Draco ci dobbiamo assolutamente scusare per l’orribile scenata che avete dovuto sorbire prima. Noi…

-Ah, lascia stare. È stata una bella scenata, Hermione. Complimenti. Sbatterlo fuori dalla camera da letto! Lo farei anche io, se avessi un ragazzo con cui litigare.-

-Me la farà pagare, vedrai. Non è molto tollerante a queste cose. Odia litigare in pubblico. Me la farà pagare. È fatto così.-

Céline si morse il labbro inferiore, passandosi una mano tra i capelli biondi e lisci.

-È Draco Malfoy, vero?- chiese sottovoce.

Hermione la fissò. Poi annuì lentamente.

-Sì, Malfoy. Il figlio di Lucius Malfoy.-

-Il Mangiamorte che hanno rilasciato qualche mese fa.-

-Già. Senti, se averci in casa ti crea qualche problema…

-No, no. Io e mio fratello siamo stati abituati fin da piccoli a non giudicare i figli per gli errori dei genitori. E comunque mi sono resa conto che quello era Malfoy non appena lui ha detto di chiamarsi Draco. Qualunque inglese conosce i Malfoy. Ed i tratti sono inconfondibili.-

La mora ridacchiò.

-I tratti sono inconfondibili, hai perfettamente ragione. Capelli biondi e occhi azzurri.- fece una smorfia. –Quel ghigno sempre presente sul volto.-

Céline annuì con foga.

-Precisamente.- fece una pausa, guardandola indecisa. –Senti… posso chiederti una cosa? Una cosa privata.-

-Certo.-

-Voi due… come diavolo fate a stare insieme? Voglio dire, non fraintendermi, siete una bella coppia, ma… sembrate così diversi! Si sente a pelle che lo siete. E poi dal discorso che è uscito poco fa… sei la migliore amica di Harry Potter e suo padre a quanto si dice è un Mangiamorte. Siete quasi…

-Gli antitesi, lo so.- concluse Hermione con un sorriso. –È vero che siamo diversi. Stiamo insieme da qualche mese ed io ancora mi chiedo come sia potuto succedere.-

-Non è solo attrazione fisica, vero?-

-No. Oh, no. Non è solo quello. Anche se…- arrossì. –Insomma, non è certo da buttare via.-

-Direi proprio di no.- sghignazzò Céline. Era difficile non notare la bellezza di Draco. Soprattutto dato che lui non si preoccupava di certo di nasconderla. Anzi, non perdeva occasione per metterla in mostra.

-Infatti. Draco sarà pure bello, ma non è un ragazzo facile. Per tanti motivi, molti dei quali non sono chiari nemmeno a me. Però… come fai a spiegare perché o come può piacerti qualcuno?-

L’altra ragazza annuì sorridendo.

-Capisco quello che vuoi dire. Comunque, se mi permetti di farti uno spassionato complimento, io trovo che siate una bella coppia. Insolita, forse, ma bella.-

Hermione arrossì.

-Grazie.-

-Di niente. E poi… da alcuni pettegolezzi di amiche che hanno frequentato Hogwarts ho sentito dire che Draco Malfoy non è mai stato tipo da farsi mettere i piedi in testa da una ragazza. Immagino che una che abbia il coraggio di sbatterlo fuori dalla camera da letto sia una bella sorpresa, per lui.-

-Certamente, credo che stia con me proprio perché non lo faccio dormire nel mio letto!- esclamò la mora annuendo convinta.

Céline fece una smorfia.

-Sicuramente. Comunque… senti, ti volevo chiedere una cosa…

-Dimmi.-

-Draco ha tirato fuori una foto tua e di Harry Potter, prima…

-Sì, quell’idiota!-

-Tra te e lui non c’è niente, vero? Siete solo amici?-

-Io ed Harry? Assolutamente!-

-Ecco, bene. Perché… cioè… non è che mi potresti dare la foto? Solo un attimo!-

Hermione inarcò un sopracciglio, guardando la bionda con un sorriso furbo.

-Perché la vuoi?-

Céline abbassò lo sguardo e prese a rimirarsi la punta delle scarpe. Non era difficile notare il leggero rossore che si stava espandendo sulle gote abbronzate.

-Oh, niente di che… però mi sembra giusto, no? Voglio dire, sono una giovincella inglese e non conosco l’eroe nazionale. Tu lo conosci. Voglio conoscerlo anche io!-

-Appena saremo tutti di nuovo a casa mandami un gufo e te lo presenterò.- rispose la mora ghignando. Era divertente mettere in difficoltà le persone. Era divertente essere come Draco.

-Sì, va bene, ma mica posso arrivare là impreparata, no? Se tu prima mi dai la foto, io familiarizzo e poi quando lo conosco… oh, al diavolo! Ho una sana ossessione per Harry Potter.- confessò grattandosi la testa. Hermione scoppiò a ridere.

-Perché sana?-

-Beh, perché lo venero, ma senza fare rituali con le sue foto della Gazzetta del Profeta.-

-Capisco. Comunque te la darei volentieri la foto, ma ce l’ha ancora Draco.-

Céline sospirò affranta.

-Allora immagino che l’avrà già bruciata.-

-No, non credo. Sa benissimo che lo ucciderei, se osasse distruggere qualcosa di mio. Mi serve solo… del tempo per riuscire a raggirarlo nel modo giusto.-

L’altra ragazza sghignazzò.

-La nobile arma della seduzione femminile?-

-Precisamente.-

-Allora agirai stanotte.-

-Sì.-

-Non vedo l’ora! Adesso ti lascio, così puoi studiare la strategia.- s’alzò e si diresse alla porta, sorridendo ad Hermione. –Sono nelle tue mani!-

La mora fece un cenno d’assenso e quando Céline fu uscita dalla stanza si lasciò ricadere sulla coperte. Stare con Draco, loro due da soli, sempre insieme, era stato meraviglioso. Però nulla poteva sostituire le ridacchianti, stupide chiacchiere tra ragazze. Le erano mancate tantissimo. Per fortuna ora c’era Céline.

 

 

 

 

 

Erano le undici di sera passate quando Hermione sentì dei passi strascicati nel corridoio. Era sicuramente Draco. Ormai riconosceva il rumore della sua camminata senza alcun problema. Aspettò che il ragazzo entrasse, ma la cosa non avvenne. Invece, si sentì il rumore di un corpo che si afflosciava a terra, strusciando contro la porta.

Hermione scattò in piedi, in preda al panico. Il primo pensiero che le attraversò la mente fu che Lucius avesse deciso di accorciare la vacanza del figlioletto e di riprenderselo sotto la sua paterna ala.

Spalancò la porta e vedendo il corpo di Draco steso a terra il suo cuore mancò un battito. Si chinò, girandolo sulla schiena e quasi non svenne quando vide che il biondo ghignava.

-Draco, razza di idiota!- sibilò lasciandosi cadere accanto a lui.

Il ragazzo cercò di abbracciarla, ma lei lo respinse.

-Ti sei spaventata, eh?- la prese in giro con un sorriso compiaciuto.

-Ovvio che mi sono spaventata! Ho pensato… Merlino, ho pensato che avessi incontrato tuo padre o qualcuno dei suoi amichetti e… poi ti ho visto lì per terra… idiota che non sei altro! Cosa diavolo ti è venuto in mente?!-

-Non urlare che svegli tutti! Comunque, non sapevo come farmi perdonare per la stupidissima lite di oggi, così ho pensato che farti preoccupare fosse una buona mossa.-

-Direi che hai fatto la mossa sbagliata!-

-Non è vero, ha funzionato perfettamente. Ti sei preoccupata, no?-

-E mi sono infuriata molto di più!-

-Sì, ma adesso sei arrabbiata perché ti ho fatto preoccupare, non per la litigata di oggi.-

Hermione lo fissò con tanto d’occhi. Poi scosse la testa, senza nemmeno la forza di ribattere. Scoppiò a ridere, tirandogli una pacca sul braccio.

-Immagino il lavoro che debba fare l’unico neurone che ti ritrovi per pensare idiozie del genere.- commentò alzando gli occhi al soffitto. Poi prese a fissarlo seriamente, tanto che Draco si mise a sedere composto e ricambiò lo sguardo. –Draco, dobbiamo smetterla di litigare a questo modo per cose tanto stupide. Non sono più arrabbiata, tu sei un’idiota e se ti voglio è così che ti devo tenere, mi rassegno, però… non devi frugare tra la mia roba. L’ultima volta che io ho frugato nella tua è venuto fuori un putiferio. Immagino che tu abbia in mente.-

-Giuro che non ho frugato, ma ho trovato per caso. Questo te lo posso giurare su quello che vuoi.-

-Va bene, come ti pare. Però quando succedono cose del genere ne dobbiamo parlare con calma. Discuterne come persone civili, non litigare.-

-Io… io volevo parlartene civilmente. Mi ero… cazzo, come un idiota mi ero preparato il discorsetto da farti.- frugò nelle tasche, tirando fuori uno spiegazzato pezzetto di pergamena Lo diede ad Hermione, che sorrise leggendo il contenuto: 1. Tirare fuori l’argomento Potter; 2. Chiedere perché mai abbia bisogno di tenere la sua foto, dato che oltretutto secondo me è pure brutto; 3. NON arrabbiarsi, parlare civilmente. 4. NON METTERLE ASSOLUTAMENTE LE MANI ADDOSSO SE LEI DOVESSE RISPONDERE CHE HARRY POTTER LE MANCA!!

-Non sapevo fossi così schematico.-

-Il metodo me l’ha insegnato Blaise, prendere appunti in questo modo era molto più semplice. Così come fare i bigini.-

-Mi sembra giusto. Comunque è poco utile fare una scaletta, se poi non la si rispetta, sai.-

-Sì, lo so, però io sono una persona che agisce d’istinto, non ci posso fare niente.-

-Fantastico.- commentò sarcasticamente la ragazza. –Ma scagliarti contro di me senza nemmeno lasciarmi il tempo di spiegare non è una buona idea. Potrei anche stufarmi sul serio di te.-

-Non credo che succederà tanto presto, sei innamorata di me.-

-Ma tu invadi la mia privacy.-

-Io sono schifosamente geloso.- mormorò lui, piano. Hermione alzò lo sguardo fino ad incontrare il suo e sorrise. Sapeva che gli era costato ammetterlo ed apprezzava il gesto.

-Non me n’ero affatto accorta.-

-Perché non mi presti mai un minimo d’attenzione. Comunque ora gradirei che tu mi spiegassi perché tenevi la foto di Potter.-

-Non ti rispondo, Draco. Un po’ perché questa è la mia vendetta per avermi urlato contro, un po’ perché arrivarci non è difficile.- intercettò la sua occhiataccia. –E la risposta non è assolutamente perché mi piace o perché in realtà sto con lui o perché mi manchi particolarmente. L’unica cosa che ti dico è che rivoglio la foto. A quanto pare Céline muore dietro ad Harry e voglio darla a lei.-

-Una cosa buona ed una cattiva.- commentò Draco scrollando le spalle. Hermione inarcò un sopracciglio.

-Cosa?-

-Ci si libera della foto ma si danno speranze ad una sostenitrice di Potty. Che non è mai una bella cosa.-

-Non iniziare, Draco! Abbiamo appena fatto pace e non ho voglia di litigare ancora!-

-Va bene, non litighiamo, facciamo pace. In senso concreto.-

-No, aspetta. Prima devi rispondere ad una cosa.-

Lui sbuffò pesantemente.

-Fa’ la domanda.-

-L’hai fatto apposta, vero?- gli chiese socchiudendo appena gli occhi.

-Non capisco cosa intendi dire.-

-Litigare davanti a tutti.- puntualizzò lei. –L’hai fatto apposta perché volevi che ci sbattessero fuori di casa. Tu non vuoi stare qui.-

Draco valutò per un momento l’ipotesi di mentirle, ma lasciò perdere all’istante. Non voleva farla arrabbiare di nuovo.

-No, non voglio stare qui.-

-Stamattina, quando ci hanno chiesto di stare con loro, non mi hai detto niente.-

Il ragazzo sospirò, sfiorandole delicatamente una guancia con due dita.

-Lo so.-

-Dovresti… esprimerti, ogni tanto.- sbottò Hermione.

-Ma io mi esprimo, ‘Mione. Mi pare di essermi espresso piuttosto bene su quello che penso di Potter.- la ragazza gli lanciò un’occhiataccia, e lui ghignò. –Non mi andava dividere il nostro tempo con altre persone, questo è il motivo per cui stare qui non mi piace affatto.-

-Se tu vuoi posso dire a Céline che…

-Lasciami finire. A me stare qui non piace affatto, ma a te sì. Passare tutto quel tempo con me stava diventando pesante, vero?-

Hermione si strinse nelle spalle, non sapendo bene come rispondere. Draco Malfoy era per definizione molto permaloso, nonché esageratamente suscettibile.

-Non pesante, no. Stare con te mi fa piacere, neanche immagini quanto mi faccia piacere. Però… ho bisogno di vedere altre persone. Sono una persona fatta così, non posso passare tutto il mio tempo con te senza vedere altra gente, anche perché divento irritabile e noiosa. Ho bisogno… di stare anche con altre persone.-

Lui annuì lentamente, regalandone un sorriso.

-Io no. Io potrei passare tutto il mio tempo con te senza sentire la necessità di vedere o parlare con nessun altro. Però noi siamo diversi, tu sei… solare.- abbassò lo sguardo. –Ed è anche per questo che mi piaci. Va bene, capisco. Quindi… se ti fa piacere staremo qui.- la fissò da sotto in su. –Però non osare mai, mai più sbattermi fuori dalla camera da letto! Ti uccido, se osi farlo un’altra volta.-

Hermione scoppiò a ridere sommessamente e lasciò che l’attirasse contro il suo petto. Si baciarono e la ragazza si sorprese che fossero riusciti a far pace in meno di un quarto d’ora. Si chiedeva come mai riusciva a non parlare a Ronald per giorni per una semplice sciocchezza, ma non riusciva ad essere arrabbiata con Draco per più di due ore.

Perché fare pace con Ronald  non soddisfaceva così tanto.

Era quello il motivo e lei lo sapeva, anche se era restia ad ammetterlo. Sorrise, sfregando la guancia contro il suo collo. Com’era bello potersi concedere si affondare le mani nei capelli biondi di Draco Malfoy. Credeva che non le sarebbe mai capitato di pensarlo, ed invece stava formulando il pensiero proprio in quel momento.

-Sei stato una bella sorpresa.- gli sussurrò all’orecchio, arrossendo leggermente.

-Lo sei stata anche tu.- rispose lui appoggiando per un secondo il capo sulla sua spalla.

-Draco… andiamo in camera.-

-No.-

Hermione si staccò quel tanto che bastava per riuscire a guardarlo negli occhi.

-Perché no?-

-La mia ragazza me l’ha proibito. Mi ha cacciato dalla nostra camera ed ora io non voglio entrarci, non voglio farla arrabbiare di nuovo.- ghignò lui.

-Draco… stai scherzando, vero?-

Lui scosse la testa e la ragazza sgranò gli occhi, incredula.

-Sei un bambino, Draco Malfoy.-

Lui fece cenno di sì.

-Ti aspetti davvero che io dorma con te sul pavimento?-

Un altro assenso.

Hermione fece per alzarsi, ma la mano di Draco saldamente stretta al suo polso glielo impedì.

-Andiamo, Granger, non penserai che te la faccia passare liscia! Mi hai negato il letto!-

-Pensavo che fossimo pari, in realtà.- replicò lei fredda.

-Forse hai ragione, in teoria potrebbe anche essere così. Però pensaci: meglio sul letto da sola o sul pavimento con me.-

-Sul letto insieme?- suggerì lei.

-Non ho intenzione di muovermi, io.- replicò il biondo stendendosi un’altra volta. Hermione lo fissò. Si soffermò un attimo sui suoi occhi azzurri pieni di divertito dispetto. E si stese a sua volta, lasciandosi avvolgere dalle braccia del ragazzo.

 

 

 

 

 

Uh-uh! Siamo tutti di nuovo su EFP, che bello! Non siete contente? Io da morire!

Scusatemi tanto, ma stasera proprio non riesco a ringraziarvi una per una. Ora ho pochissimo tempo (devo assolutamente fare la versione di latino, sono sicura che domani mi interroga ^^) e alle 22 ho visto che ci sarà un altro blocco del sito per la password sulle Nc17.

Comunque un enorme grazie rivolto a tutti coloro che commentano e recensiscono! Un bacione a tutti!

   
 
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: kamomilla