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Autore: Akane    14/10/2005    1 recensioni
Nobiltà d’animo è rispetto della vita, eleganza dello sguardo, sentirsi alla pari del più piccolo di tutti, mostrare l’anima senza farsi male. Raramente queste qualità corrispondono ad un nobile anche di nome. Ne nascono forse uno ogni 50 anni. Lì era successo. Un Principe di nome e di fatto
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO IX:
GELIDO

'Prendendo le cose nelle proprie mani si rischia di venire troppo in primo piano. Qual è la vera pace? Lasciare che la gente parli oppure metterli a tacere?'

Le voci si espansero a macchia d'olio e nel giro di poco tempo tutti i giornali, la televisione e le persone parlavano del principe Alberth e della neo-principessa.
Scavando nelle vite private cercavano di distruggere la loro immagine e la loro vita, una costante che facevano spesso coi personaggi pubblici.
Cercare scoop, trovare i Reali in fallo, coprirli di fango solo per fare notizia, per invidia...
Scandali su scandali.
Il lavoro della gente che non si faceva mai i fatti propri.
Per William fu come un deja-vu.
Ovunque si voltasse si sentivano le notizie su ciò che facevano suo padre e la sua sposa, ancora in viaggio di nozze. Come se non esistesse altro. Tirando fuori il passato della donna distruggevano l'immagine che era già precaria.
Quello che rimaneva della famiglia reale si rinchiudeva nel palazzo senza rilasciare interviste a parte Andrew che comunque se ne andava di nascosto fregandosene della situazione. Diceva che non era mai stata una vera famiglia e a lui non importava.
La Regina faceva come se nulla fosse, vergognandosi di quel figlio erede al trono, intestardendosi che non l'avrebbe ceduto ad uno come quello.
Odio su odio.
Mentre tutto questo avveniva all’esterno, delle immagini nella mente del principe William ripresero nuovamente a tormentarlo, come accadde anni addietro, alla morte della madre.
Dalla finestra della sua camera, al secondo piano, guardava i giornalisti che si accalcavano fuori dai cancelli chiusi, sotto la pioggerella sottile primaverile, la stessa identica scena di cinque anni prima.
Era stato pietoso.
A quel tempo era ancora un ragazzino ed era rimasto shockato ad osservare come quelle persone che avevano finto dispiacere al funerale, il giorno dopo avevano iniziato ad indagare sulla morte scovando segreti e cose a dir poco terribili.
Come se non si rendessero conto che qualcuno soffriva. Forse pareva strano che anche personaggi pubblici soffrissero, chissà. Eppure era così, c'era chi riusciva a starci male e questo nessuno riusciva a vederlo.
Quel mondo era certamente sporco ma questo non dava il permesso di distruggere le vite altrui.
William aveva assistito inerme allo scempio che avevano fatto alla madre a quel tempo quando, nemmeno onorata come si doveva, già tutti si erano affannati a trovare la verità sulla morte. Gli avevano detto che era stato un incidente in macchina a Parigi, il suo viaggio era terminato male e spiegazioni dettagliate non ne avevano date.
Nel giro di pochissimo, però, le indagini avevano portato a rivelare a tutti che in realtà il principe Alberth aveva tradito la principessa, come già si sapeva, e che anche lei aveva fatto altrettanto per ripicca. Quel viaggio l'aveva fatto proprio col suo amante. Era stato per scappare dai classici paparazzi che correndo a rotta di collo avevano fatto quel violento incidente.
Come se non bastasse erano anche girate ovunque le foto della macchina distrutta e dei corpi dell'autista, dell'uomo in macchina con loro, l'amante, e di Alicia.
Corpi veramente malridotti.
Senza alcun rispetto.
Anche se erano personaggi pubblici e avevano fatto cose effettivamente di cui vergognarsi, questo toglieva il diritto di ricevere il rispetto? Era una persona morta e sapere che in fin dei conti la colpa era dei giornalisti che avevano voluto a tutti i costi coglierli in flagrante in chissà quale scandalo, non aveva giovato al giovane primogenito.
Già a quel tempo era una famiglia inesistente e nessuno aveva alzato un dito per porre fine a quel giro vizioso di pettegolezzi e scoperte.
Era stato mortalmente ferito.
La chiusura e l'allontanamento del fratello, il padre che aveva reso ufficiale il fidanzamento con quella donna senza nemmeno far trascorrere del tempo in più, la regina che non poteva sopportare più nessuno e ripeteva che col figlio aveva chiuso, non aveva nemmeno voluto ascoltare quanto i giornalisti e gli indagatori scoprivano. Infine lui lasciato solo in una camera deserta e spaziosa a guardare la calca della folla fuori dal loro castello, a guardare in silenzio senza poter fare nulla, solo sapere e sconvolgersi di quanto gli veniva detto. Foto su foto della madre distrutta ancora col sangue sul volto sarebbero per sempre rimaste impresse a fuoco nella sua mente come tutte quelle giornate, quelle ore trascorse da solo ad ascoltare, osservare, prendere atto e soffrire in silenzio nell'unico modo che conosceva.
Forgiandosi da solo. Dando vita pian piano a quel principe che tutti conoscevano al giorno d'oggi come il re del silenzio. Non si era mai intromesso negli affari pubblici della famiglia reale, era rimasto al suo posto cercando una pace che ancora non aveva avuto, cercando quel rispetto che avevano calpestato, facendo finta di nulla. Testimone della disfatta della sua famiglia.
Colpi su colpi incassati e lui che sorrideva ancora e cosciente, distante, composto, onorava la famiglia. Un grande nobile, probabilmente l'unico vero fra tutti i parenti.
Successivamente aveva fatto di tutto per non dissolvere anche quel poco di rapporto che era rimasto col padre. Non aveva mai sentito nulla per la nuova matrigna, ma l'aveva rispettata da subito, in fondo c'erano persone peggiori di lei, al mondo, lo riconosceva…
Rimase a lungo ad osservare quelle persone sapendo perfettamente cosa volevano.
Strinse i pugni e d'improvviso la sua espressione indecifrabile ed invalicabile divenne dura, il gelo negli occhi azzurri, le labbra una linea sottile in quel volto marmoreo dai lineamenti classici ed eleganti.
Si voltò scegliendo nell'armadio i vestiti da indossare.
Un abito per le occasioni ufficiali, camicia bianca, giacca, cravatta e pantaloni in stoffa fine e pregiata, neri.
Si guardò distante allo specchio. I capelli erano diventati troppo lunghi. Non erano adatti. D'ora in avanti sarebbe apparso spesso in pubblico.
A breve si trovò con l'addetto che gli accorciava i capelli sistemandogli il taglio, nascondendo le ciocche ribelli che si allungavano attorno al viso. Un taglio corto ma non esagerato, per un immagine classica.
Con sguardo duro e freddo andò alla sala ricevimenti senza nemmeno parlare con sua nonna chiusa nella propria stanza, poi diede ordine di far entrare i giornalisti.
La notizia che il principe William aveva concesso udienza ai mass-media era arrivata ovunque e nel giro di pochissimo arrivarono ad assistere alla scena anche quelli che stavano già a palazzo, maggiordomi e governanti.
Si interessò alla faccenda anche la principessa Charlotte ospite della famiglia reale, non si fece notare, rimase nascosta. Aveva una pessima idea di quel ragazzo, il classico principe come tanti che sottostava ai voleri dei genitori e dei nonni. Non si preoccupava minimamente di fare quello che gli interessava, una marionetta come tanti al posto suo. Lo vedeva così. Snob, superiore anche se in realtà non lo era, odiosamente con la puzza sotto il naso, uno insipido. Non gli piaceva e si sarebbe opposta al fidanzamento con uno così. Tanto bello quanto caratterialmente sbagliato. Si diceva che il proprio fratello maggiore aveva rivoluzionato il ruolo del principe moderno e non avrebbe sicuramente sposato uno così diverso da lui. Ribelle non sottostava ai voleri di nessuno, andava e veniva da palazzo come gli pareva e non rispondeva mai dei suoi doveri, ma aveva un gran carisma, faceva parlare di sé nell'esatto modo in cui lui voleva e sapeva rigirarsi chiunque volesse. All'occorrenza adempiva ai suoi compiti. Suo fratello era un vero principe, non quel damerino sputasentenze.
Era curiosa di vedere di cosa fosse capace.
Aveva un look ancora diverso dal solito, appena arrivata volta l'aveva certamente visto in versione formale, ma non era comunque paragonabile a quella attuale.
I capelli corti, un abito costosissimo da cerimonia ufficiale e lui posto dietro a quel tavolone pieno di microfoni, flash, telecamere, fotografie e giornalisti.
Aveva un espressione mai vista in nessuna persona, fino a quel momento.
Seria, diplomatica, tagliente.
Parlò conciso e gelido, come se non fosse il gentile principe che tutti conoscevano.
Era arrabbiato.
Si poteva definire così quello stato in cui era.
Era arrivato al limite e non ci stava più. Non avrebbe mai più osservato passivo certe cose e se questo comportava la fine della sua pace, quindi venire allo scoperto e cominciare a fare la vera vita pubblica che spettava ad un principe, ebbene così sarebbe stato ma prima doveva sistemare tutta quella gente.
Avrebbe difeso il padre pur non provando quell'affetto che provava invece per la madre defunta.
Era una famiglia svanita, non c'era nulla che li legava, ormai. Però a lui dava fastidio quell'accanimento, quella curiosità morbosa, quel ricordare la principessa morta in quel modo.
- Io di preciso non posso capire questo accanimento, ma dietro al viaggio di mio padre e della sua nuova sposa non ci deve stare assolutamente nulla.
Se ha deciso di sposarsi non ci deve essere visto nulla di che. Io non sono qui per condividere o criticare e se non lo faccio io non vedo come a voi potrebbe interessare. Si arriva ad un età matura immaginando di poter fare quel che meglio si crede e si desidera senza dover rendere conto a nessuno e preoccuparsi di quello che potrebbe scatenare. Cosa ci potrebbe essere di male nel provare ad essere felici?
Volete sapere chi era in realtà Emily? Cosa vuole da mio padre? Quando hanno iniziato a frequentarsi? Cosa stanno facendo ora? Gli indegni comportamenti di un futuro re e di una futura regina? Ed io vi domando il perché.
Tuttavia penso che siamo adulti per capire che ciò che la gente fa non è affar di nessun altro che essi stessi e che questa curiosità morbosa non ha motivo di procedere oltre. Sarebbe inutile.
Un uomo e una donna si amano, non importa da quanto, questo deve bastare. Chi siano cambia poco. Sono adulti per fare quel che desiderano senza che venga toccata la defunta principessa Alicia, mia madre e prima moglie del principe Alberth.
Io esigo che non si tirino fuori nuovamente quelle foto, l'argomento che tutti conosciamo e che si facciano paragoni. Mia madre non deve essere toccata, non c'entra con questa loro storia, che sia d'amore o di interessi. Io non voglio sapere nulla. Voglio solo un po' di dignità e rispetto per chi non c'è più ed ha diritto di riposare in pace senza che si continui a parlare di lei.
Mio padre non ha bisogno di essere coperto di chiacchiere da nessuno. Ha agito nel proprio interesse come chiunque e ritengo ridicolo che debba rendere conto a qualcuno. Spero che non si faccia un caso nazionale sulla lunghezza del viaggio di nozze, sul periodo di fidanzamento, sulla morte di qualcuno. Spero di essere stato chiaro e incisivo. Mi scuso per la lunghezza del discorso, ma credo che questo possa bastare.-
Rispose ad altre domande molto brevemente lasciando tutti di stucco per questa gelida ma lunga dichiarazione. Diplomaticamente infuriato li aveva liquidati rimanendo sempre in sé, mostrando il vero William, colui che aveva difeso i genitori e messo a tacere voci.
Le notizie si spansero a macchia d'olio e le reazioni generali furono immediate.
Il risultato fu che tutta la questione sollevata dai giornalisti sulla coppia in viaggio di nozze fu messa a tacere, la defunta principessa Alicia fu lasciata in pace e tutto tornò come sempre sotto l'aspetto pubblico.
Ammirato e stimato da tutti, sia servitori che vivevano a palazzo che gente comune del regno, il principe William divenne noto e amato come un vero principe sarebbe da amare. Un principe degno di quel nome.
I primi passi verso il ruolo che gli spettava, quella nobiltà d'animo propria sua, li aveva mossi.
C'era anche chi aveva avuto un immagine pessima della sua persona prima di quel momento e che dopo quell'evento di cui giornali e televisioni parlarono a lungo, del principe William come persona in gamba che difese il padre, molti cambiarono opinione in positivo.
Charlotte fu fra questi segretamente, senza smentirsi prese a guardarlo con altri occhi. Non lo ammise del tutto, si disse solo che forse non era del tutto esatta l'impressione che all'inizio aveva avuto su quel ragazzo.
Si sarebbe riservata il giudizio per quando l'avrebbe conosciuto meglio.
Il fratello Andrew non era stato presente al momento fatidico, tuttavia la notizia volò e vide come tutti ora adoravano quel giovane principe che si rivelava sempre più migliore del padre e che cominciava a partecipare alla vita di società facendo ottime impressioni.
Il rosso fratello minore semplicemente non pensò nulla. Si limitò a prendere atto della cosa e a rimanere il più possibile lontano dal palazzo sentendosi fuori posto e terribilmente inferiore a quell'essere perfetto che aveva il suo stesso sangue!
Non ne parlò mai, non si complimentò. Come se ad Andrew non importasse nulla che la defunta madre e la famiglia rimanente disastrata, potessero venir coperti ancora di fango.
Come se a lui nulla lo toccasse.
La regina dal canto suo comunicò ufficialmente il suo volere che il principe William diventasse re prima del figlio ed erede Alberth, buono a nulla a sua detta.


Pochissimo tempo dopo al palazzo si presentarono un ragazzo ed una ragazza, invitati dalla madre Emily, la nuova principessa e sposa di Alberth.
Un ragazzo di 18 anni, semplice, nulla di appariscente od eclatante. Anonimo.
La ragazza somigliava molto a lui, aveva 17 anni.
Lui si chiamava Nikolaj e lei Clarissa.
Erano fratello e sorella arrivati per accogliere la madre dal viaggio di nozze, quel giorno gli sposi sarebbero finalmente tornati dopo aver rinviato la data di molte giornate.
Clarissa aveva un aria trasognata quando si trovava al cospetto del principe William. Si capiva subito il sentimento che provava per lui e a lui dava un fastidio immenso, fastidio accentuato dal fatto che da ora avrebbero vissuto tutti insieme come una grande famiglia... falsa e ipocrita.
Con amarezza nascose questo sentimento e sperò solo che potesse essere lasciato in pace almeno da questi due nuovi membri della famiglia.
Subito dopo il loro arrivo, dopo le consuete cerimonie di dovere, il biondo con stanchezza si ritirò nella propria stanza uscendo solo per i soliti impegni giornalieri, senza dire mezza parola.
Andrew per quell'occasione invece non era nemmeno stato presente.
Charlotte a sua volta si trovò a squadrare molto male e con una certa insistenza, i nuovi arrivati. Era chiaro cosa pensasse di loro: peste e corna.
Dal suo punto di vista era molto meglio rimanere affascinata da qualcuno in un secondo momento come alla fine era successo con William, piuttosto che convivere con gente sicuramente ed irrimediabilmente insopportabile.
Essere antipatici alla graziosa ragazza nobile era veramente terribile.

   
 
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