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Autore: Naruto89    20/08/2010    3 recensioni
"Sakura Haruno odiava la vita. Non che fosse stata particolarmente cattiva con lei, semplicemente non riusciva proprio ad amarla. Alcune volte aveva persino pensato al suicidio ma, anche in quel caso, non aveva trovato gli impulsi giusti che la aiutassero a compiere quel gesto: insomma, sarebbe stato completamente inutile, come tutto ciò che accadeva accanto a lei."
L'arrivo di Naruto Uzumaki, però, sconvolgerà sin da subito la sua esistenza con una proposta al limite dell'inverosimile e con la fondazione di un club di cinema che, pian piano, coinvolgerà sempre più gente e aiuterà lei, lui e l'introverso e schivo Sasuke Uchiha a disfarsi di segreti troppo pesanti per dei quindicenni, insegnando loro cosa significa vivere davvero. Forse...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '100% Sakura'
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100% SAKURA
- Prima serie –
-Le stagioni di Naruto-

Naruto I
Vuoi diventare la mia ragazza?

Sakura Haruno odiava la vita. Non che fosse stata particolarmente cattiva con lei, semplicemente non riusciva proprio ad amarla. Alcune volte aveva persino pensato al suicidio ma, anche in quel caso, non aveva trovato gli impulsi giusti che la aiutassero a compiere quel gesto: insomma, sarebbe stato completamente inutile, come tutto ciò che accadeva accanto a lei.
In compenso, non disdegnava alcuni caratteri del suo aspetto fisico: non era né alta, né bassa; né grassa, né magra; aveva un viso comune, banalissimi – per quanto bellissimi – occhi verdi, un naso e delle guance come tanti, due braccia, due gambe, poco seno… insomma, tutto ciò che gli serviva per riuscire a scomparire agli occhi della gente. Tutto, tranne un piccolo particolare.
Lei odiava profondamente i suoi assurdi capelli rosa: li portava sempre lunghi fino alle spalle ma, se avesse potuto, se li sarebbe rasati a zero – salvo poi doversela vedere con le imprecazioni di sua madre. Quegli stupidi capelli, però, facevano in modo che chiunque la notasse immediatamente: insomma, nessuno aveva un colore così strambo in testa. Nessuno, tranne lei.
Il primo giorno di scuola – sia alle elementari, che alle medie – aveva immediatamente fatto scalpore proprio per via di quella tonalità fuori dal normale. Però, per fortuna, si era impegnata parecchio ed era finalmente riuscita a ridiventare trasparente agli occhi del mondo. Mondo che, manco a dirlo, lei detestava con tutta sé stessa.
Non le piaceva la gente, la folla, il chiasso e tutto quello che, solitamente, riempie la vita alle persone. Lei preferiva la tranquillità, il silenzio della sua camera, disturbato al massimo dalla sua adorata – sì, forse l’unica cosa che lei adorava – musica punk. Infatti, da grande lei avrebbe voluto fare la cantante o la musicista, peccato che non ne avesse minimamente il talento o le competenze. L’unica cosa che sapeva fare era disegnare.
Non è che odiasse il disegno nel senso stretto del termine, però non era ciò che voleva fare nella vita e, di conseguenza, lo vedeva come uno stupidissimo impedimento. Ogni tanto, però, si scopriva intenta a disegnare qualche figura sui propri quaderni o sul banco della sua aula, a scuola: in un certo senso, si potrebbe dire che ce l’avesse nel sangue.
L’unica cosa che smentiva questa sua teoria era che, in famiglia, nessuno era veramente bravo nel disegno. O, comunque, di certo non come lei. Possedeva, dunque, una qualità rara che non sapeva da dove le venisse, ma che comunque non riusciva ad apprezzare come avrebbe voluto: lei voleva fare la cantante, non la fumettista o la pittrice.
Anzi, ultimamente anche il suo desiderio di cantare si era completamente appianato: non aveva più voglia di fare nulla e si limitava a trascinarsi, giorno dopo giorno, attraverso l’incredibile staticità e monotonia che la sua vita in provincia poteva offrirle. Viveva nei pressi di Yokohama e, se proprio non le capitava di recarsi in città per qualche motivo, nel suo paese non c’era mai nulla da fare. Non che lei ne sentisse tutto questo bisogno, comunque.
A scuola, tanto per cambiare, non andava né bene, né male: si limitava a seguire le lezione e, se ne aveva voglia, prendeva qualche appunto. A casa non studiava quasi mai, ma ciò non le aveva impedito di passare con relativa tranquillità tutti gli esami di sbarramento e di essere completamente in pari con gli anni: alla tenera età di quindici anni si apprestava a cominciare la terza media, nonché nono anno del suo normalissimo curriculum scolastico.
Appena i suoi compagni avevano capito che la giovane non gradiva la compagnia, la sua vita scolastica era notevolmente migliorata: ormai trovava quasi piacevole avere un po’ di ore da passare seduta in un banco, pensando agli affari suoi e – qualche volta – stando attenta a ciò che spiegavano i professori.
L’unica nota di diversità che si permetteva era, anche durante l’estate, di indossare la divisa invernale: le maniche corte proprio non riusciva a digerirle, motivo per cui preferiva di gran lunga indossare sempre il completo più lungo che le avevano consegnato qualche giorno dopo che era stata ammessa alla scuola media Konoha – struttura che, però, poteva anche vantare un liceo tra i migliori della prefettura.
Anche in quel caso, comprendendo che era meglio non fare domande, nessuno le aveva fatto notare questa stranezza e la sua vita aveva continuato ad andare avanti senza alcun problema. La ragazza, però, aveva un segreto: qualcosa che nessuno avrebbe mai dovuto sapere, se no per lei sarebbe stata la fine…

Quella mattina Sakura arrivò – come suo solito – a scuola abbastanza presto: seduto al primo banco, con lo sguardo imbronciato e le braccia conserte, c’era – come sempre – Sasuke Uchiha. Anche lui non era un tipo molto socievole e, anche se molti gli si avvicinavano per fare amicizia, non sembrava aver legato con nessuno in particolare.
Non che mandasse via quelli che gli venivano a parlare, ma semplicemente non dava eccessivo peso né a loro, né a ciò che dicevano: erano un fruscio di sottofondo che, siccome non lo irritava in maniera esagerata, ormai si era abituato a sentire e aveva accettato come parte della sua vita scolastica.
La giovane, nel frattempo, aveva raggiunto l’ultimo banco sulla sinistra: sin dalla prima elementare si era sempre seduta lì e non aveva alcuna intenzione di cambiare questa tradizione. Lo considerava il posto più appartato e tranquillo dell’aula, motivo ottimo per non cederlo a nessuno per nulla al mondo. Aveva paura che, spostandosi, i suoi compagni si sarebbero nuovamente accorti di lei, dovendo così ricominciare tutta la procedura di sparizione tra la folla da capo.
Pian piano, nel frattempo, l’aula aveva cominciato a riempirsi: prima erano arrivati alcuni ragazzi che, sin da quando si erano conosciuti, erano sempre insieme. A parte il belloccio del gruppo – occhi ferini di colore marrone, capelli castani sparati in aria e due strani segni rossi sulle guance –, gli altri erano piuttosto tranquilli e non facevano troppo casino.
Appena entrati si erano subito andati a sedere sul lato destro della classe, dietro Sasuke: dopo aver posato le loro cose, si erano subito riuniti intorno alla sedia di quello che sembrava essere il più calmo – o il più sfaticato – della compagnia. Sakura non si ricordava bene come si chiamasse, ma aveva il nome di una prefettura. Al momento le veniva in mente “Hokkaido”, ma era qualcosa di più breve. “Nara”, forse.
Qualche minuto prima dell’intervallo, invece, erano arrivate il trio delle più “fighe” della scuola: una di loro – una ragazzona con un bel seno, la faccia piuttosto furba e i capelli biondicci raccolti in due code – andava già al liceo e, frettolosamente, aveva salutato le amiche sulla soglia della loro classe.
Una delle due rimaste, invece, era impossibile non conoscerla: lunghi capelli biondi che ondeggiavano insieme ai suoi fianchi e al suo sedere; occhi azzurri che guardavano sempre dritti e decisi davanti a sé; scia di profumo che inebriava i maschi che la osservavano, imbambolati, passare per i corridoi dell’istituto. Ino Yamanaka, figlia del produttore cinematografico e musicale Yamanaka Inoichi.
La giovane si andò a sedere, come suo solito, proprio davanti a Sakura e, sistemandosi la gonna, mostrò senza volerlo le mutande alla ragazza che, in tutta risposta, preferì voltarsi dall’altra parte. In quel momento, allora, i suoi occhi entrarono in contatto con quelli di Uchiha: lui la stava guardando. Quasi di striscio, senza girare completamente la testa, ma la stava guardando.
Per un attimo la ragazza si perse in quel contatto immaginario, rimanendo come incantata dall’iride nero del ragazzo: in fondo a quello sguardo sembrava esserci qualcosa di profondo, un lato che non mostrava a nessuno e che stava fuoriuscendo, inconsapevole, in quel momento.
Quando poi Sakura si accorse di quello che stava facendo – e di essere diventata tutta rossa e pure leggermente accaldata – si voltò nuovamente davanti a sé e, nella sua testa, constatò quanto fosse effettivamente bello e sodo il culo della Yamanaka. Un pensiero qualsiasi, pur di distogliersi dall’immagine di Sasuke che la osservava.
In quel momento, però, entrò il professore insieme ad alcuni alunni arrivati giusto in tempo con il suono della campanella: era un adulto piuttosto affascinante, affetto da una rara forma di albinismo tale per cui aveva sempre avuto i capelli grigi, sin da bambino. Inoltre, aveva gli occhi di due colori diversi: uno marrone e l’altro violaceo, quasi sul rosso. Inutile dire che la maggior parte delle studentesse morivano per lui.
Persino Ino – notò con la coda dell’occhio la Haruno – si era sistemata bene sulla sedia, mettendo la schiena dritta e con il seno in avanti quando era entrato. I ragazzi, invece, continuavano a parlare come se nulla fosse, anche se si stavano pian piano avvicinando ai loro banchi. Essendo il loro un professore piuttosto tranquillo, non avevano paura di punizioni di sorta. Però, giusto per far notare loro che anche la sua pazienza aveva un limite, si schiarì la voce piuttosto seccato.
“Oggi…” cominciò, quando tutti furono tornati ai loro posti
“inizia il vostro ultimo anno in questo istituto. O almeno, l’ultimo come studenti delle medie.”
Alcuni ridacchiarono.
“Però, prima di cominciare la lezione, vi devo dare un annuncio: da oggi in poi avrete un nuovo compagno, uno studente che si è appena trasferito nel nostro paese. Vieni pure, Uzumaki-kun.”
A quel punto, in mezzo al brusio e all’eccitazione generale, entrò in classe un ragazzo piuttosto bassino, ma con delle spalle piuttosto discrete. Aveva il viso tondeggiante ed un sorriso che avrebbe messo allegria a chiunque e, malgrado non fosse particolarmente bello o affascinante, alcune ragazze sembrarono averlo già preso di mira.
Aveva i capelli biondi tutti sparati sulla testa e – il particolare di maggior fascino – due occhi azzurri incredibilmente belli: malgrado il colore freddo, la tonalità tendente al blu li rendeva incredibilmente caldi, accoglienti e simpatici.
“Lui è Naruto Uzumaki. Prego, Uzumaki-kun, puoi pure andare a sederti là in fondo, vicino ad Haruno-san.”
Il giovane annuì e, mentre Sakura imprecava dentro alla propria testa, raggiunse il posto, salvo rimanere tranquillamente piantato in piedi davanti alla sua nuova compagna di classe. Ma la cosa più assurda fu quello che successe dopo: ancora prima che la ragazza potesse dire qualcosa, o anche solo chiedersi cosa volesse quello lì da lei, Naruto le fece una proposta che sconvolse irrimediabilmente tutti i presenti.
“Haruno-san… vuoi diventare la mia ragazza?”

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Buonasera! Come avevo già annunciato nei commenti della mia fic precedente – “(500) days of Sakura” – ecco la mia nuova fan fiction, sempre – suo malgrado – incentrata sul personaggio di Sakura e sul team 7, anche se con il tempo ho intenzione di dare un po’ di spazio a tutti i personaggi.
Non è una storia facile siccome, anche se questo inizio che ha dell’assurdo, ho deciso che andrò a trattare alcune tematiche impegnative e a tratti sarà anche piuttosto drammatica. Quindi, se pensate di avere la preparazione adatta per seguire una storia di questo tipo, sarei molto felice se mi seguiste in questa avventura.
Qui inizia la prima parte, anche se non ho intenzione di fare una vera e propria serie: sarà sempre la stessa fanfic, solo divisa in tre parti (come la precedente, d'altronde). La fanfic, come alcuni di voi avranno già capito, è lievemente (molto lievemente) ispirata ad uno shonen romantico che personalmente adoro: “100% Fragola”, o “Ichigo 100%” che dir si voglia. Quindi – oltre all’idea della dichiarazione sin dal primo capitolo – nella storia entrerà in gioco la mia più grande passione che, sinceramente, spero di poter far diventare un mestiere: il cinema.
Con questo credo di aver detto tutto sulla presentazione di questa fanfic, il resto lo lascio a voi. Ah, purtroppo ho scritto un po’ di corsa e non ho il tempo di rileggere (-_-), ma avevo comunque voglia di postarla il prima possibile… quindi, perdonatemi in anticipo gli errori e segnalatemi pure tutti quelli che trovate, che appena ho tempo la correggo! Scusatemi, e grazie di nuovo!
Buona (spero) lettura e arrivederci (spero) al prossimo capitolo! Ja ne!!

   
 
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