Two
Pillows
Due
cuscini
(AU;
One-shot)
Un grande
ipermercato può trasformarsi in un vero labirinto infernale, soprattutto se non
si ha la più pallida idea di cosa comprare.
Hinata
Hyuuga questo lo sapeva bene: essendo di indole indecisa e prudente, si
soffermava spesso ad osservare gli alti e imponenti scaffali, muniti di generi
alimentari e d'intrattenimento, di svariati oggetti utili in
casa o in giardino, torturandosi le piccole mani per una manciata di minuti
prima che l'istinto la guidasse a prendere un determinato prodotto e a riporlo
nel carrello della spesa.
Si era sempre
comportata così, soprattutto quando l'austero padre le compilava minuziosamente
una lista ed ella doveva accertarsi di acquistare - per esempio - un cartone di
latte di una certa marca o un barattolo di pelati che non fossero scaduti,
oppure ancora della frutta che non fosse troppo matura o dove la buccia non
presentasse alcuna macchia strana, perché altrimenti avrebbe trovato da
criticarla anche in quell'aspetto.
Quel giorno però, la dolce Hinata si era ritrovata a passare
dall'ipermercato con l'intenzione di scegliere un regalo per una persona che le
stava molto a cuore.
Codesta
persona aveva
subìto recentemente un delicato intervento alla testa a causa di un incidente
stradale, in cui un tizio imprudente gli aveva tagliato bruscamente la strada
mentre lui andava in bicicletta, investendolo in pieno.
Era stato
davvero fortunato, avrebbe potuto rimetterci la vita!
Anche se Hinata
non era stata fisicamente presente al momento del fattaccio, quando un'amica
chiacchierona se l'era lasciato sfuggire durante una lezione pomeridiana
d'informatica, l'effetto dentro di lei era stato istantaneo e devastante.
Allarmata, aveva
abbandonato computer, appunti e borsa per correre in bagno a calmarsi,
bagnandosi il viso già in procinto di scoppiare a
piangere.
Il nome di
questo ragazzo è Naruto Uzumaki; a differenza di lei, la famiglia della quale
era benestante e poteva permetterle di frequentare un istituto privato
femminile, egli era cresciuto nell'orfanotrofio di
fronte casa.
Allora, l'aveva
conosciuto come un bambino estremamente vivace e burlone, solare ed estroverso,
che quando giocava a pallone con gli altri orfanelli e capitava che la palla
venisse calciata alta, oltre l'inferriata che separava il campetto di calcio dal
giardino degli Hyuuga, era solito scavalcare senza alcun timore un cancelletto
antico e arrugginito, in un modo chiassoso che ella, fanciullina dagli occhioni
chiarissimi, si affacciava da una finestra per osservarlo correre a riprendersi
quel gioco sferico che dava l'impressione di rotolare
e mai sostare.
Libero e
intraprendente, proprio come lui.
L'aveva colpita
fin da subito, infatti Hinata non si era mai sentita tanto affezionata a
qualcuno esterno alla propria famiglia, pur limitandosi a guardarlo da lontano a
causa del proprio carattere eccessivamente timido e
riservato.
Adesso che
l'avevano dimesso dall'ospedale - era stata la stessa amica pettegola ad informarla di ciò! -,
non solo si sentiva sollevata e
felice, ma provava anche il forte desiderio di recarsi a fargli una breve
visita in orfanotrofio, cosa che aveva sempre
evitato o per imbarazzo o per paura di svenirgli davanti.
Però come
presentarsi a mani vuote?
Ecco perché ora
era impegnata a girovagare incerta tra i reparti pieni, assortiti e ordinati,
alla ricerca di un regalo che potesse fargli piacere.
All'inizio aveva
pensato ingenuamente ad un film, un videogioco o un romanzo, per poi rendersi
conto di non conoscere affatto i suoi gusti in materia; poi - passando oltre -
ad una torta confezionata o ad una crostata all'albicocca, ma osservando tutti i
dolci presenti sopra semplici tavolini le sembrò un po' inadeguato un dono del
genere, a meno che non si fosse messa a prepararla con le sue mani, allora sì che avrebbe avuto un
valore aggiunto!
Poi ad un
soprammobile o un'abat-jour, ma il crescente imbarazzo per una scelta difficile
l'aveva convinta a rinunciare anche a quello, purtroppo.
Sconsolata e
depressa, fermò i propri passi lenti nei pressi d'una cameretta per bambini,
esposta assieme a molti materassi e cuscini di tante forme e colori, emettendo
un sospiro di frustrazione.
Perché doveva
essere così problematica?
Eppure un
regalo, qualunque cosa fosse, era sempre gradito... perché era il pensiero
quello che veramente contava!
Si sentì come se
le manie di perfezionismo paterne l'avessero in qualche modo condizionata a
prendere le cose giuste al momento giusto, mentre per le occasioni improvvisate
come quella non aveva la minima idea di che pesci
pigliare!
Guardandosi
nervosamente intorno e scoprendosi sola, Hinata ne approfittò per sedersi
pesantemente sul lettino e chinare rassegnata il capo, con la borsetta in
grembo, finché un'occhiata in tralice non la indirizzò verso un cuscino a forma
di cuore, viola e con una scritta che da quella distanza non riuscì a
focalizzare.
Incuriosita, si
alzò e si avvicinò ad esso, leggendovi mentalmente queste quattro incisive parole:
First
and Secret Love
Le venne
istantaneamente da arrossire, come se il cuscino avesse appena colto una verità
sconvolgente.
"Comprargli un
regalo simile significherebbe dover confessare tutto... Non so se sono ancora
pronta a farlo, però" ammise, mentre
il cuore le batteva forte, le mani tremavano e le labbra si serravano in una
linea dritta e sottile.
Accanto al
cuscino che le stava suscitando tali sensazioni, vi era un altro, sempre a forma
di cuore ma privo di scritta, di quel rosso che tendeva all'arancio.
Lo afferrò con
una mano e se lo strinse al petto, ancora agitato sopra quel battito
irrefrenabile e pulsante che avvertiva bene, scoprendolo morbido e soffice come
un peluche.
Certo,
l'imbottitura c'era, ma non risultava per niente duro al tatto e sortì un
insperato effetto rassicurante.
"Ho deciso!" si
disse allora, afferrando risoluta anche l'altro. "Li prendo entrambi: uno per me, uno
per lui".
Così facendo,
non ebbe problemi a dirigersi alle casse, pagare, farsi incartare separatamente
i due guanciali e andarsene, con le buste in mano e un peso in meno sulla
coscienza.
In fondo, pensò,
il cuore senza una scritta poteva anche essere interpretato come un semplice "Ti
voglio bene." oppure un "Sono contenta di sapere che l'operazione è passata, che
ti sei rimesso, che potrò rivedere ancora -da lontano, non pretendo poi tanto-
il tuo meraviglioso sorriso!".
Ma la parte più
ardua e difficile, ossia la visita vera e propria, doveva ancora arrivare...
Senza inoltre
contare il fatto di tornare a casa, riuscire a prepararsi mentalmente un
discorso decente senza che la voce le si paralizzasse in gola, oppure evitare di
perderlo in un improvviso blocco di memoria, ma per questo si poteva porre un
piccolo rimedio - un bigliettino, per riportare parole essenziali e sentite
- prima di uscire nuovamente e senza destare sospetto alcuno nei suoi
parenti.
*-*-*-*
"Ehi, testa
quadra, c'è una visita per te".
Il migliore
amico di Naruto, Sasuke Uchiha, era decisamente un tipo poco loquace, eppure
quelle poche volte in cui parlava aveva il potere o di rendersi antipatico agli
occhi di tutti o di far rabbrividire il proprio interlocutore.
Ma questo non
era decisamente il caso di Naruto, dato che sembrava fosse l'unico in grado di
tenergli testa, di tollerare le sue critiche, anche se essendo uscito da poco
dall'ospedale non trasmetteva certo il solito ottimismo, un contagioso
buonumore, e la solita baldanza nel replicare alle provocazioni
dell'amico.
"Che visita?!
Non dirmi che si tratta di un altro dottore, ne ho abbastanza!" s'informò,
imbronciato e in pigiama, dalla sua postazione a letto.
"Ho per caso
accennato ad una visita medica?"
"Uhm... no. E
allora, scusa, che razza di visita è?! Non ho mica parenti!" chiese ancora,
grattandosi confuso la testa bionda e totalmente spettinata.
L'altro sospirò
teatralmente per la stupidità così palese di Naruto, mentre alle sue spalle
intervenne una vocina cauta e titubante a spezzare quell'incomprensione.
"E'-è
permesso?"
"Sì?
Chi è?"
Il ragazzo moro
si fece da parte, uscendo, così egli poté vedere con i suoi occhi azzurri di chi
effettivamente si trattava.
"Tu?!"
Davanti alla sua
espressione stupita, una Hinata in divisa scolastica sussultò, indietreggiando
di un solo passo e fissandosi le scarpe.
"Co-come
s-stai?" balbettò, stringendo più forte le mani sulla busta di carta che celava
il regalo.
Perché non
poteva sprofondare? Procurarsi una pala, scavare una fossa profonda e seppellire
quella parte di sé?
"Oh... Hinata,
giusto? Sto bene, grazie. Sei stata gentile, non mi aspettavo proprio questa
visita!" esclamò, entusiasta. "Coraggio, entra e accomodati dove vuoi!" concesse
poi, mentre con un gesto indicava i vari letti già ordinati che riempivano la
stanza, escluso il proprio che ovviamente era ancora
sfatto.
"I-io...
ve-veramente..."
"Cosa
c'è?"
"N-nulla".
"Davvero? Sai,
se quel giorno non mi fosse capitato nulla, a quest'ora sarei sul pullman con i
miei amici, per la gita che aveva programmato la direttrice. Invece mi tocca
rimanere qua, dicono per precauzione, e immagino avrai notato che questo
posto è quasi deserto, fatta eccezione di Sasuke, la cuoca, la cameriera e un
ragazzino al piano di sopra che pare abbia contratto il morbillo... Ehi, ma
perché stai ancora sulla soglia? Guarda che non sono
contagioso!"
Se non fosse
stato per il discorso concitato e al tempo stesso amareggiato di Naruto, ovvero
se tutto fosse dipeso solo ed esclusivamente da lei, in quella stanza avrebbero
sentito volare le mosche e nient'altro. Così, prendendo un respiro profondo,
Hinata trovò in sé il coraggio di dichiarare: "Vo-volevo darti questo!", con le mani portate in avanti e le guance
imporporate.
"Per me?" Naruto
si portò a sedere. "Non dovevi disturbarti, grazie! Coraggio, avvicinati e fa'
vedere" la incitò, in tono mite per non metterla più a disagio di quanto non
fosse.
Hinata ubbidì,
guardando fisso i propri piedi avanzare titubanti mentre il cuore minacciava di volerle seriamente sfondare il petto con
forza.
"E-ecco!" fece,
porgendoglielo dopo una manciata di secondi. "Mi dispiace p-per la
gita..."
"Figurati. Mi è
stato promesso che se ne farà un'altra in mio onore tra due settimane, mentre
tra una tornerò all'ospedale per farmi cacciare gli ultimi tre punti che mi
hanno lasciato... li vuoi vedere? Certe volte
fanno un prurito assurdo, devo resistere alla tentazione di grattarmi... eh,
eh." ammise, felice e infastidito al tempo stesso.
Poi, quando ella
negò spaventata con il capo, si dedicò a scartare la confezione e a scoprire il contenuto, rimanendo per
un momento basito di fronte al guanciale colorato.
"Na-Naruto-kun,
po-potresti leggere il mio bigliettino?" lo pregò, totalmente imbarazzata.
"Lì... ti spiego... po-poi se vorrai ridere di me... e-ecco, puoi farlo".
"Perché dovrei
ridere di te? Comunque farò come mi hai detto, Hinata-chan" le assicurò, piatto.
Aprì subito il
bigliettino.
"Oh... che bella
calligrafia!" si complimentò, ottenendo solo l'aumento del rossore sul viso di
Hinata, che preferì girarsi di scatto e chiudere gli occhi piuttosto che
assistere a... a qualunque cosa avrebbe fatto o detto
in seguito, ecco!
Questo
è ciò che Naruto trovò scritto:
Se
ti stai apprestando a leggere queste quattro righe, sappi che è il mio primo
passo avanti, verso di te.
Non
sembra, ma ho un carattere difficile, che spesso mi fa chiudere agli
altri.
Non
pensare che sia venuta solo perché provi pena per ciò che ti è successo, Naruto.
La
verità è che ti osservo da sempre.
Da
bambina mi affacciavo alla finestra per vederti giocare a pallone, per ammirare
il tuo splendido sorriso.
Mi
sono affezionata a te prima ancora che ci incrociassimo per strada, da quando ho
iniziato a frequentare la scuola privata.
Adesso
lo sai che non è per mancanza di rispetto, o per una differenza di ceto sociale,
che ti evitavo.
E'
il mio carattere, Naruto, non posso farci niente!
Ma
da oggi spero che tu mi comprenda meglio...
Questo
regalo vuole dimostrarti solo quanto bene ti voglio, nulla di più.
Non
per malizia, non per una pretesa di essere ricambiata o altro...
Mi
accontento di essere tua amica, un'amica che si preoccupa, un'amica che
finalmente è riuscita a seguire il cuore in barba al
carattere.
Hinata
"Hinata,
tu... Beh, sembrerà strano, ma mi hai appena lasciato senza parole".
Si
confidò immediatamente, ovvero dopo aver finito di leggere e aver sollevato il
viso nella consapevolezza di essersi comportato da stupido.
Naruto aveva
sempre pensato che Hinata non sopportasse quel suo carattere esuberante, invece
adesso quelle parole rivelavano aspetti sconosciuti, oppure dettagli che non
aveva mai preso in considerazione prima d'allora.
"Se c'è qualcuno
di cui dovrei ridere, quello sono io. Non avevo capito niente!" si diede la
colpa, tendendo una mano verso il polso sottile di
Hinata, che sussultò al contatto sulla pelle. "Certo che possiamo essere
amici, ci mancherebbe!"
Subito dopo,
Naruto si portò il regalo alla testa, ricadendo svogliatamente sul letto e
sprimacciandolo con le dita.
"Uhm... non è
male, sai? E' davvero comodo, penso proprio che mi aiuterà a riposare
meglio!" esultò.
Finalmente
Hinata decise di girarsi di nuovo verso di
lui, mostrando un sorriso dolce e colmo della stessa
gratitudine che magari stava provando persino lui. Avrebbe voluto
aggiungere altro, dirgli che sarebbe venuta a trovarlo anche il giorno seguente,
ma dalla sua borsetta provenne uno squillo di cellulare che la fece desistere.
"Devi già andare
via?" s'informò Naruto, stavolta senza nascondere
una nota di delusione nella voce - cosa che le piacque,
invero.
"Sa-sarà mio
padre che mi ce-cerca. Scusa", gli disse, chinandosi incerta prima di andare
via.
"Non
preoccuparti, e passa quando vuoi... Mi aspetto un'altra visitina, okay?"
pretese con l'occhiolino, vedendola poi annuire timidamente dalla soglia e
sparire nel corridoio.
Rimasto solo,
Naruto puntò uno sguardo assorto in su e sospirò; a
suo tempo, sperò di imparare a voler bene a quella ragazza che aveva
sempre definito schiva e sfuggente, mentre invece celava un animo molto dolce e
gentile.
E Hinata,
raggiunto il marciapiede, pensò alla busta che aveva appoggiato sopra al letto
della sua camera, al cuscino che aveva comprato per sé e che svelava un'altra
verità immutabile e meravigliosa che con il tempo, sperava, sarebbe
riuscita a concretizzare.
FINE
*-*-*-*-*
Nota:
Ho dato al dono
per Naruto un certo significato - un primo passo per rompere il ghiaccio tra
loro - e al cuscino che si è comprata Hinata un altro - il suo primo amore, che
vuol tenere segreto finché non sarà pronta a rivelarlo (in fondo qui è solo
un'adolescente riservata, comprendetela ^^')
Ulteriore
nota: Ennesimo
ritardo, ne sono perfettamente consapevole >.< tuttavia, questa continua
ad essere una shot NaruHina che non mi soddisfa pienamente.
Mesi
fa ha persino partecipato ad un contest (per maggiori informazioni, http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9006132 è il link
inerente al concorso) arrivando quarta. L'ho sistemata un po', eppure resta
superficiale vero?
Però
la raccolta doveva andare avanti in qualche modo ^^' spero che a voi piaccia,
perché di solito quando tendo a sottovalutarmi ci siete voi che mi sostenete con
le vostre recensioni e mi spronate a migliorare. Non vi sarò mai abbastanza
grata, per questo ^_^
Ringraziamenti:
Vaius:
Rispondo
soltanto al commento dello scorso capitolo, comunque ti sono grata per tutti
quelli che hai lasciato finora *__*
Non
conosco il libro che hai letto, no XD io sono stata ispirata da una mostra
(sull'Egitto, appunto) che si è tenuta per un mese nella mia città e che sono
riuscita a visitare il giorno del mio compleanno.
Era
davvero bella *__*
E
hai ragione, Hinata e Naruto sono così teneri che mi piace tantissimo
immaginarli in ogni situazione, anche se in questo periodo ho altro per la testa
e mi sono decisamente allontanata dal fandom ^^'
kry333:
Naruto
non è tipo da visitare mostre, assolutamente XD non ce lo vedo proprio. Ma ha
fatto eccezione solo per Hinata, visto? *__* E tutto si è risolto per il meglio,
dato che io adoro i chiarimenti, penso che aiutino molto in un rapporto: ti
avvicinano ancora di più alla persona che ami.
Uhm...
vero che sarebbe appropriato il suo fedele ramen, ma il gelato è un modo più
dolce e fresco per farsi perdonare, no? XD
Un
bacione alla mia fedele seguace!
Mokochan:
Guarda che puoi dirlo tutte le volte che vuoi, non c'è problema ^_^
Hai
ragione cara, basta quello *__* sì sì, il NaruHina è per sempre!
Che
pensi di questo capitolo? ^^' E' quello che mi piace di meno, sai?
E
per la richiesta posso aspettare, ma davvero, non vedo l'ora di poterti dedicare
qualcos'altro *__* e al più presto passo a leggere Bloody Rose, ancora non l'ho
fatto >.<
Un
bacione e un abbraccio forte, a presto!
KikiWhiteFly:
Grazie mille per il commento da semplice lettrice, Kiki ^O^ è bello sapere di
essere riuscita a far piacere e apprezzare il NaruHina anche a chi non...
parteggia per esso, diciamo ^^
Un
bacio!
Infine,
grazie a chi ha aspettato e ha letto questo aggiornamento ^^
Appena
l'ispirazione per Naruto si degnerà di bussare alla mia porta, tornerò! E' una
promessa solenne *smile e pollice in su*
Alla
prossima!
Un
bacione!
Rinalamisteriosa