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Autore: E c a t e    22/08/2010    0 recensioni
La mia storia è una "What if?", perché molte domande mi sono sorte dopo la conclusione della saga di Harry Potter. E se fosse stato Harry Potter a lasciare per sempre la sua cara Hogwarts, ad abbandonare i suoi amici, per poi perire per mano di Colui-che-non-deve-essere-nominato? E se non si fosse mai innamorato di Ginny, ma di una semplice ragazza babbana residente a little Winging? Andrea, diciassette anni appena compiuti, si trova catapultata in un mondo che non le appartiene, in una realtà così diversa dalla sua. Dovrà scelte che la faranno crescere, maturare, cambiare per sempre. Non potrà tornare più indietro, potrà solo andare avanti, spingersi oltre ogni suo limite per costruirsi un futuro migliore.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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** SHE'S THE SUNLIGHT }


“James, smettila di correre!”
Come al solito stavo sgridando il mio bambino che correva a destra e a manca lungo le scale a chiocciola della casa dove c’eravamo trasferiti da circa due anni.
“Andiamo Andy, smettila! E’ solo un bambino!”
“Ronald Weasley, lo decido io se è solo un bambino o no” dissi con aria austera “E poi tu cosa ci fai ancora in piedi? E’ quasi mezzanotte! Dovresti già essere a nanna”
“Ti preferivo quando avevi paura di me” mi rimbeccò lui versandosi del latte in una tazza di ceramica “almeno non mi comandavi a bacchetta”
“Ma sentitelo” esclami esasperata io.
Mi avvicinai a lui e gli asciugai un rivolo di latte che gli colava dal mento. Lui si abbassò fino a sfiorarmi il naso con il suo “Vedi? Mi tratti come se fossi un poppante”
“Ovvio, se tu ti comporti così devo solo regolarmi di conseguenza.”
“Suvvia, basta litigare ragazzi!”
La signora Weasley era appena entrata in cucina. Aveva i capelli rossi stretti in una piccola cuffietta gialla, che le davano un’aria buffa e disordinata.
Sorrisi e poi mi chinai verso il pavimento per prendere James in braccio. Lo tirai su, mettendomelo su una spalla
“Andiamo birbantello, devi andare a dormire..” Quello fece qualche capriccio, ma poi poggiò la testa sulla mia scapola e chiuse gli occhi
Ron con due sole falcate mi fu accanto e lo prese in braccio, stringendolo dolcemente e dandogli un piccolo bacio sulla fronte “Tranquilla, ci penso io..tu vai pure. La riunione sta per cominciare”
Un grande sorriso curvò le mie labbra. Feci un piccolo cenno con lo testa e poi ritornai in cucina
“Signora Weasley, a che ora arriveran..” non feci nemmeno in tempo a finire la frase che sentii un piccolo “puff” provenire dal giardino. Mi voltai per guardare dalla finestra, ma qualcuno stava già bussando alla porta.
Con un gran sorriso corsi ad aprire, trovandomi faccia a faccia con degli enormi occhi scuri e dei riccioli che gli incorniciavano il bel viso. Mi sbracciai come una matta e circondai il collo dell’uomo appena arrivato.
“Guarda chi c’è..” disse lui dandomi un leggero bacio sulla guancia “..la mia piccolina”
“Sirius! Sono felice che tu sia venuto!”
Si, Sirius. Era stato anche grazie a lui se io e James eravamo ancora vivi. Passava la maggior parte del suo tempo con noi, ripetendomi che quel bambino era il degno erede di Harry Potter. Capelli neri, sempre spettinati e sguardo verde smeraldo.
Proprio come suo padre.
Il ragazzo che avevo amato da morire, fin’anche ad annullarmi per lui.
Rimasi incantata a pensare a Harry, cosa che non facevo da tantissimo tempo.
Ricordarlo mi faceva stare troppo male. E il dolore, ormai era una cosa che evitavo accuratamente.
“Andy? Stai bene?” Sirius mi fissava con sguardo preoccupato “Vuoi sederti?”
Scossi forte la testa “No, no tranquillo. Sto bene”
Ma quella era una bugia. Stavo bene con loro, ma quanto sarebbe durato.
Eh si, perché c’era ancora quella maledetta verità che mi tormentava, impedendomi di riposare quasi ogni notte.
Quella verità che quando mi era stata detta mi aveva lasciata senza fiato.

2 anni prima
“Non voglio farti del male..Andrea, per favore”
“Come sai il mio nome??” chiesi impaurita. In quel momento non sapevo proprio cosa fare. Scappare mi sembrava la cosa più assurda. Non l’avevo visto arrivare quindi..beh, doveva essere un mago.
E io, cosa potevo fare contro di lui? Assolutamente niente.
“Io sono..un amico di Harry.”
Harry, Harry, Harry. Il uso nome mi rimbombò nella testa come un eco lontano. Harry Non c’era più
Perché continuavano a parlare di lui? Mi tappai le orecchie con le mani e poi mi chinai in avanti appoggiandomi sulle ginocchia. No! Non volevo sentirlo!
“Smettila, vattene! Harry non c’è! Harry non c’è!”
Il ragazzo fece qualche passo verso di me e mi circondò le spalle con le braccia. Mi strinse forte a lui e all’orecchio cominciò a sussurrarmi “Va tutto bene, tranquilla..va tutto bene”
Io scossi la testa come a dire “no maledizione, non va tutto bene” ma alla fine non proferii parola.
Mi limitai a poggiare la testa sulla spalla dello sconosciuto e a piangere lacrime silenziose, che mi correvano invisibili sulle guance.
“Harry mi ha detto del bambino.” Cominciò lui un po’ nervoso. Me ne accorsi perché le sue dita correvano tremanti lungo il mio profilo. Alzai la testa per guardarlo meglio.
Aveva i capelli rossi e parecchie lentiggini sul naso.
“Chi sei?”
“Ronald Weasley” rispose subito lui porgendomi la mano “..e sono..”
“Eri il migliore amico di Harry, si.” conclusi io afferrandogliela e stringendola lentamente. Lui fece un piccolo cenno con la testa e la luce del lampione gli illuminò il viso. Notai che aveva gli occhi lucidi e gonfi.
“Mi spiace non volevo” gli dissi chinando la testa lentamente. Lui non rispose, si limitò ad alzare le spalle.
Rimanemmo per un po’ in quella buffa posizione. Vicini, chini sul marciapiede, e soprattutto stretti in un abbraccio.
“Dobbiamo andare, non possiamo rimanere qui Andy, è molto pericoloso adesso..”
“Andare?” domandai preoccupata “Ma andare dove?”
Già, perché comunque non avevo un posto dove andare. In quel momento vivevo a casa di mia nonna perché i miei, dopo aver saputo che aspettavo un bambino, mi avevano cacciata fuori di casa.
“Ti porto da me, a casa mia.”
Il mio cuore si fermò per qualche attimo.
Harry mi aveva sempre parlato dell’ospitalità dei Weasley, ma..quello era davvero troppo.
Perché si prodigavano tanto per me? Cosa avevo fatto per meritare tutto quello? Non ero forse una semplice e inutile babbana?
Troppe domande mi gironzolavano per la testa, facendo aumentare la mia emicrania
“Io non..”
No, assolutamente non era il caso di andare con lui.
Dopotutto, non lo conoscevo nemmeno!
“Vieni con me, per favore..” mi prese la mano, stringendomela forte.
Cosa voleva fare?
Ad un tratto non sentii più la terra sotto i piedi. Era come se stessi sprofondando in un pozzo senza fine
Urlai ancora, ancora e ancora, senza riuscire a sentire la mia voce però
Era come se qualcosa mi risucchiasse, tenendomi agganciata all’ombelico.
Mi strinsi forte il ventre gonfio, sperando che il bambino non sentisse nulla, che non stesse male come me.
Ad un tratto la sentii di nuovo. Ecco, finalmente ero tornata con i piedi a terra. Caddi sulle ginocchia e sentii Ronald reggermi per le braccia. Mi chinai in avanti, vomitando la mia cena sull’erba ancora bagnata dalla brina della sera.
Eccola lì, una diet coke e un omelette al formaggio.
“Tranquilla, la prima volta succede quasi a tutti. Con il tempo ti abituerai” disse il ragazzo abbozzando un sorriso sbieco.
Abituarsi? No,non avrei mai rifatto una cosa simile! Che poi..
“..cos’è che mi è successo?”
In effetti non ne avevo la minima idea. Non che fossi pratica in incantesimi e roba simile, dopotutto ero una semplice Babbana!
“Materializzazione congiunta.. Ora siamo nei pressi di Ottery St Catchpool”
Mi guardai intorno notando estesi campi di grano e cercando di non fissare l’omelette maciullata che giaceva ai miei piedi.
Quindi la famosa materializzazione era quella. Harry me ne aveva parlato parecchio.
Diceva che una volta diventato maggiorenne mi avrebbe portato con se in qualsiasi parte io volessi.
Saremmo stati semplicemente io e lui, nessuno ci avrebbe disturbato.
Sentii una fitta nello stomaco a quel pensiero, e seppi che non era per l’omelette al formaggio.
Era il dolore che sentivo quando pensavo a lui e quando forse, il mio bambino capiva che non avrebbe mai potuto avere un padre.
“Allora Andrea, vieni con me..”
Ronald mi prese di nuovo la mano, e io lo lasciai fare.
Non che mi importasse più di tanto dove mi avrebbe portata.
Forse in un certo senso sapevo che aveva buone intenzioni e dopotutto, non avrebbe mai fatto male alla persona che portava in grembo il figlio del suo migliore amico.
Camminammo per un po’, facendo la gimcana tra spighe di grano e piante di pomodori. Pensai che forse in quello strano paesino vivessero solo contadini.
Quando finalmente arrivammo trattenni il fiato.
Era la costruzione più stramba che avessi mai visto! Come se tutte quelle stanze fossero state aggiunte in seguito e venissero tenute su da incantesimi o roba simile.
Beh, dopotutto non dovevo meravigliarmi così tanto. Sicuramente era così.
Quando sentii Ronald picchiettarmi dietro la schiena, capii che era il momento di entrare dentro. Ma eravamo davvero sicuri che quella strana costruzione di arte contemporanea avrebbe retto? E se si fosse sfracellata non appena avessi aperto la porta?
Minchiate, stavo solo cercando di rimandare il mio destino.
Si, perché forse in un certo senso era quello. Niente succedeva per caso no? E io..beh, io l’avevo scoperto a mie spese.
Bussai alla porta, che lentamente si aprì, facendomi entrare. Passai per prima, aspettando Ronald in corridoio.
Lui mi fece largo, indicandomi la cucina al primo piano.
“Mamma..sono arrivato!” esclamò aprendo goffamente la porta.
Cosa vidi quando la oltrepassai? Una decina di persone dai capelli rossi e un uomo dai lunghi capelli ricci.
Mi guardai intorno, disorientata, senza capire bene cosa stava succedendo, senza capire bene chi fossero quelle persone
“Andrea cara ,noi siamo la famiglia Weasley” cominciò a dire una donna bassa e tarchiata. Come tutti aveva i capelli rossi, che portava stretti in una retina color carne “Speriamo che Harry ti abbia parlato di noi..”
Rimasi disorientata per un po’, con i nervi a fior di pelle “Io..si. Lui mi ha parlato di voi.”
Ero però un tantino scettica. Lui aveva davvero parlato di me?
Come era possibile? Io non ero forse qualcuno di cui vergognarsi? Qualcuno da tenere nascosto?
Maghi e Babbani potevano davvero stare insieme, oppure dovevano continuare a darsi battaglia per sempre?
“Oh, meno male, abbiamo guadagnato molto tempo..” disse sbrigativo un uomo alto con gli occhiali tondi, cerchiati di corno “..allora Andrea, Harry c’ha detto tutto di voi. E ovviamente del vostro bambino.”
Arrossii violentemente e abbassai la testa,portandomi le mani sul ventre cercai in un certo senso di nascondere il “gonfiore”.
“No no, non c’è niente di cui vergognarsi!” intervenne Ron lanciando uno sguardo di rimprovero a suo padre. Beh, in effetti il signor Weasley non era stato molto delicato a parlarmi così di lui.
“Anzi, tu e Harry vi amavate molto..quindi mi sembra anche normale che…”
Ecco, stava solo complicando le cose. Alzai la testa, lanciandogli un’occhiata sbieca “Si ok, basta. Cos’è che volete da me?”
Perché rimandare dopotutto? Volevo solo una spiegazione, e loro avrebbero dovuto darmela.
“Noi volevamo solo offrirti ospitalità” disse la signora Weasley arricciando il naso.
Mi sentii un’emerita imbecille. Ecco, come al solito avevo fatto la figura della stupida.
“..e poi volevamo parlarti di una cosa.”
Quindi le mie paure erano fondate.
Non mi avevano portata in quella strana casupola in un posto sperduto di Ottery per parlare della nuova vita che mi attendeva con James. No, dovevano dirmi qualcosa, qualcosa che sicuramente interessava il LORO mondo.
Portandomi una mano sulla fronte mi lasciai cadere su una poltrona “Cosa dovrei sapere?”
Per la prima volta l’uomo con i capelli scuri aprì bocca
“Se posso, vorrei dirtelo io.”
Si alzò dalla poltrona dove erano seduti gli altri Weasley e svariati ragazzi dai capelli rossi (molto probabilmente erano i loro numerosissimi figli) e spostò una sedia, fino a sedersi accanto a me.
Aveva un bel viso, incorniciato da lunghi capelli ricci.
Gli occhi scuri erano dolci, e lasciavano trasparire pacatezza e commozione.
“Andrea, io sono Sirius Black.”
In un primo momento il suo nome mi disse ben poco. Non che Harry mi parlasse di tutto, anche perché la posta era sempre controllata dai miei, però ad un tratto mi venne in mente del suo padrino.
I giornali babbani dicevano che era un assassino, per di più evaso da una prigione di massima sicurezza.
Mi irrigidii tutto ad un tratto. No, non poteva essere lui.
“Il pluriomicida? ” l’avevo detto? Si.
Me ne pentii subito dopo, e schiacciando la schiena contro la spalliera della poltrona cominciai a chiedergli scusa “Io..non volevo.”
“No, tranquilla.” Lui mi fece un largo sorriso, e poi avvicinò le dita al mio viso, per accarezzarmi la guancia
“Io sono il padrino di Harry, nonché suo tutore alla morte dei genitori, e ora..”
Calde lacrime gli rigarono il viso e solo in quel momento capii quando fui stata egoista. Dopotutto non ero io la sola a soffrire per la sua morte. Lui, aveva lasciato un segno indelebile dentro chiunque.
Certo, in me più che in ogni altro però.
“Vorrei poter essere il padrino di tuo figlio, di vostro figlio, Andy.”
Quelle parole mi colsero alla sprovvista. Ero andata con uno sconosciuto, e mi ero ritrovata ad avere una nuova famiglia.
“Si, certo. Harry lo avrebbe voluto”
Ingoiai il grosso groppo che mi si era formato in gola e cercai con scarsi risultati di trattenere le lacrime.
Ero felice, perché per la prima volta dalla sua scomparsa, non mi sentii sola.
Forse soltanto in quel momento capii che potevo avere piena fiducia in quelle persone tanto straordinario, che mi avevano aperto la porta in un momento così difficile, permettendomi di avere una casa.
“Grazie davvero.” Lui si chinò verso di me, circondandomi le spalle con le braccia. Mi strinse a se, in un abbraccio quasi paterno “Andy, tu e il bambino siete in grave pericolo.”
Mi irrigidii di scatto e sgranai gli occhi impaurita. Cosa voleva dire?
“Oh Sirius, non spaventarla!” esclamò la signora Weasley venendomi accanto “E’ solo una bambina e..”
“..e porta in grembo il figlio di Harry Potter! Andiamo, tutti noi sappiamo cosa significa questo!”
Ma tacquero. Nessuno ebbe il coraggio di aprir bocca.
Si ritrovarono così, a guardarsi intorno, senza mai incrociare il mio sguardo. Dal canto mio non sapevo cosa significava quell’affermazione. Porta in grembo il figlio di Harry Potter. Si, ne ero consapevole, però..
In quel momento tutto mi fu più chiaro.
“Lui..verrà a cercarmi?” quella parole, ridotte ad un sussurro, uscirono dalle mie labbra tremanti.
Si, sarebbe tornato per finire l’opera, e avrebbe assassinato il mio bambino.
Scoppiai a piangere e strinsi forte le braccia sul mio ventre gonfio. No, non doveva assolutamente succedere!
Lui, come suo padre in precedenza, era diventato tutta la mia vita!
“Noi..beh, molto probabilmente lo farà.” Concluse Sirius tirando su col naso “Ma siamo sicuri che ancora non sappia di tuo figlio!”
“Ma..se ha ucciso Harry, potrebbe uccidere anche James..”
“Si, è uno dei rischi che il bambino corre. Dopotutto nel suo corpo scorre il sangue dei Potter. Un sangue troppo prezioso per Voldemort. Per quanto ne sappiamo lui è scomparso, ma chi può dirlo? Gli Horcrux non sono stati distrutti e..”
“Cosa sono gli Horcrux? E chi è Voldemort?” domandai disorientata
“Beh, ci sono tante cose che dobbiamo spiegarti Andy..”
E fu così che passai la notte. Sentendo parlare di Voldemort, il più oscuro mago di tutti i tempi, di Dissennatori, esseri senza cuore che facevano la guardia alla prigione dei maghi, degli Horcrux, oggetti contenenti l’anima di un mago.
E quella in assoluto, fu la cosa che mi sconvolse di più.
Come si poteva scegliere di frantumare la propria anima fino a ridurla a brandelli? Era una cosa semplicemente abominevole!
“E questi Horcrux, come si formano? Insomma..come..”
“Come è possibile spezzare la propria anima dici?” intervene Ronald sedendosi sul bracciolo della mia poltrona.
Io feci un piccolo cenno con la testa. Ero impaurita da tutto quello che mi stavano dicendo.
Mi sembrava così dannatamente assurdo.
“Beh, con l’omicidio direi..” rispose il ragazzo semplicemente. Il suo colorito si fece sempre più chiaro, diventando quasi pallido. Immaginai che per lui fosse difficile parlare di una cosa simile dopo i recenti avvenimenti.
“E non siete stati in grado di trovarli tutti?”
“No. In effetti ne abbiamo trovati e distrutti sei. Ne manca ancora uno..” si intromise Sirius.
“..o forse due.” Concluse Ronald.
“Due? Come due? Perché?”
“Beh, questa è solo un’ipotesi, ma pensiamo che..che Voldemort abbia utilizzato l’assassinio di Harry per creare un altro Horcrux. L’ottavo, quello più potente e più difficile da trovare.”
Tutti rimasero in silenzio a fissare il vuoto.
Io presi a giocherellare nervosamente con una lunga ciocca di capelli, arrotolandola intorno al dito e poi sciogliendola fino a creare vari nodi. Quello che mi stavano dicendo mi sembrava praticamente assurdo. Come era possibile arrivare a quel punto?
Mi avevano parlato di Harry, del prescelto. Ma che prescelto poteva essere se alla fine era rimasto ucciso da un corpo a corpo?
“E’ possibile per lui..risorgere?”
Sicuramente stavo dicendo puttanate, come al solito. Dopotutto, che cosa potevo saperne io?
“Noi crediamo di si..” ammise Sirius guardandosi intorno ed indicando la signora e il signor Weasley “..e serve il sangue di Harry”
“Ma Harry è..”
“Morto si, ma suo figlio no.”
“Ecco perché mi avete detto che il bambino è il pericolo! Quindi..lui non tornerà per ucciderlo. Tornerà per..” le ultime parole non uscirono dalle mie labbra.
Sentivo la gola secca e la testa in un attimo aveva cominciato a girarmi vorticosamente.
Come l’onda d’urto di un esplosione, quell’assoluta verità mi si rivolse contro, facendomi crollare.
Mi buttò giù, lasciandomi cadere in un pozzo senza fondo.
Voleva il mio bambino, e se lo sarebbe preso a qualsiasi costo. Era riuscito a portarmi via Harry, e avrebbe fatto lo stesso con James.

“Andrea, Andrea? Stai bene?”
Quando riaprii gli occhi mi ritrovai faccia a faccia con uno sguardo verde acqua.
Mi alzai in piedi, ma barcollai di nuovo. La ragazza che mi era accanto mi afferrò per un braccio e mi rimise seduta.
La guardai attentamente, notando il bel profilo, le labbra carnose e i lunghi capelli scuri, che si arricciavano in boccoli perfetti.
“Io..si, sto bene. Tu chi sei?”
Ero convinta che le sorprese non fossero ancora finite.
“Io mi chiamo Melanie” rispose la ragazza con un dolce sorriso “E sta sicura che diventeremo buone amiche!”
Rimasi un po’ confusa sentendo la sua affermazione, beh, se ne era convinta lei.
“Sei una Weasley?” le chiesi allora. Domanda stupida però. Harry mi aveva sempre detto che tutti i figli di Molly e Arthur avevano i capelli rossi.
“No. Beh, in effetti non ancora” mi rispose lei imbarazzata “A dire la verità io sto con uno dei gemelli. Fred. Non so se lo conosci.”
Scossi la testa. Li avevo solo visti poco prima in cucina, ma non avevo idea di chi fosse Fred tra i due.
“Oh, è naturale, sei appena arrivata.” il suo tono era svelto e sbrigativo.
“Melanie, scusami, dove mi trovo?” mi guardai intorno, non riuscendo proprio a riconoscere quella stanza.
Era stretta e aveva il tetto spiovente. Le pareti poi erano interamente ricoperti da stendardi e poster arancioni, con figure in movimento. Uno di loro portava la scritta “Cannoni di Chudley ”.
“Siamo nella stanza di Ronald..” mi spiegò allora lei aggiustandomi il cuscino “Sei svenuta prima, quindi ti hanno portata qui sopra. Sai, all’inizio volevano farti riposare in camera di Ginevra, ma lei è super contrariata. Non penso sia felice di vederti qui. Dopotutto era da sempre innamorata di Harry e deve essere stato un colpo scoprire di te e..di lui.”
Indicò il rigonfiamento che spuntava da sotto la coperta.
Già, lui.
“Cosa succederà adesso?”
Non era una domanda rivolta a lei, quanto più a me.
In cuor mio sapevo che tutto sarebbe cambiato, che le me scelte, e la nascita di quel bambino avrebbero rivoluzionato tutto.
E io, volevo davvero che tutto mutasse così velocemente?
No, non ero affatto pronta a diventare madre, non ero pronta a cambiare così la mia vita.
“Adesso rimarrai qui con noi” rispose semplicemente Melanie “Staremo insieme, e saremo un grande famiglia.”

Quando la mattina seguente scesi in cucina trovai tutti i Weasley a fare colazione. Melanie e Ginevra stavano aiutando Molly a preparare le frittelle, e Fred e George apparecchiavano la tavola.
Feci loro un largo sorriso e poi mi offrii di aiutarli a strapazzare le uova.
“Non se ne parla nemmeno signorina!” intervenne uno dei due gemelli “Nelle sue condizioni deve solo riposare e..”
“..mangiare per due!” concluse l’altro.
“Wow George, l’aspettare un bambino è davvero una buona scusa per mangiare di più!”
“Ovviamente Fred, altrimenti perché credi che la mamma sia così?”
“Ehi voi due!” esclamò la signora Weasley lanciando loro una vecchia padella insaponata “Non vi permetto di fare ironia sulla mia forma fisica. A vostro padre piaccio così come sono..vero Arthur?”
“Uhm, cosa?” il signor Weasley era chino sulla Gazzetta del Profeta. Da quello che riuscii a capire c’era stata un'altra evasione di massa da Azkaban. “Si Molly cara, sei bellissima così.”
Ridacchiai di gusto sentendo quei discorsetti. I miei genitori non erano mai stati così.
Decisi di fare quello che mi aveva consigliato Fred, e mi misi seduta sulla poltrona della cucina “Però se avete bisogno di una mano..”
“Ma no tesoro, con tutte le persone che vivono qui! Ah, a colazione ci saranno anche Remus e Ninfadora..”
Guardai Melanie con sguardo interrogativo, e lei, venendomi accanto, mi sussurrò all’orecchio “Sono dei cari amici tranquilla. Harry gli voleva molto bene. Lei è anche un auror..oh si..un cacciatore di maghi oscuri insomma.”
Assentì con la testa, senza aver capito granché. Poco male, in quel momento avevo troppa fame per accorgermi davvero di cosa stava succedendo.
Il mio stomaco cominciò a brontolare, scatenando il risolino di un ragazzo appena entrato
”Qualcuno ha fame eh?”
Io imbarazzata chinai la testa e cominciai a guardare il pavimento ”Ehm..”
“Ma dai, tranquilla..” quello rise, e poi mi si avvicinò
“Allora, come hai dormito stanotte nella mia stanza?”
Solo in quel momento riconobbi Ron. In effetti non sembrava lui.
Aveva i capelli rossi completamente scompigliati e grossi lividi gli cerchiavano gli occhi. Sicuramente quella notte non era riuscito a dormire.
“Bene grazie, ma a quanto pare tu no..” indicai le occhiaie, dispiaciuta.
“Ma no tranquilla. Solo che stanotte sono stato di ronda. Non potevo dormire comunque.” Mi spiegò lui andando a prendere dalla padella due frittelle. Le farcì con del cioccolato e poi me ne passò una “Prego.”
Io la afferrai e l’addentai subito.
Il cioccolato caldo riusciva sempre a calmarmi. Il mio stomaco cominciò a brontolare, bramoso di averne un altro morso.
Beh, perché non accontentarlo? Ne diedi un altro, poi ancora uno. Mi bloccai notando lo sguardo severo di una ragazza da gli occhi color ghiaccio. Era Ginevra, Ginny, come veniva soprannominata dai membri della famiglia.
Mi stava guardando con occhi taglienti, come se volesse accusarmi di qualcosa.
Ma io, cosa avevo fatto?
Subito ricordai le parole di Melanie. Ginevra era sempre stata innamorata di Harry, e forse io in un certo senso gliel’avevo portato via. Mi voltai imbarazzata, e incontrai i dolci occhi azzurri di Ronald.
Chissà a cosa stava pensando, se a me o al bambino..
Qualcuno però bussò alla porta, quindi i miei pensieri vennero interrotti.
Entrarono un uomo e una buffa donna dai capelli rosa.
Quando mi videro si bloccarono di scatto.
Beh, chiunque avrebbe notato il mio stato interessante.
Anche sotto il maglioncino che mi aveva prestato Melanie il mio pancione si faceva alquanto notare.
“Tu sei..Andrea?” chiese l’uomo con aria stralunata.
Sembrava piuttosto malaticcio, come se fosse appena uscito da una forte influenza e non si fosse ancora ripreso del tutto.
“Si signore, sono io.” Ok, mi sentivo un fenomeno da baraccone.
“Finalmente ci incontriamo. Io sono Remus, Remus Lupin. Harry ti avrà parlato di me sicuramente. Sono stato uno dei suoi vecchi professori di difesa contro le arti oscure.”
Nella sua voce c’era un misto d’orgoglio e modestia.
“No beh..in effetti no.” Ammisi con una punta d’imbarazzo “Non mi parlava quasi mai di insegnanti o simili. Beh, Piton a parte. A quanto pare non lo trovava molto simpatico.”
“No, in effetti no.” Ripeté lui un po’ deluso.
“Smettila Remus! Voglio vederla io adesso!” la ragazza con i capelli rosa si fece largo con spintoni e gomitate, e mi si piazzò davanti, squadrandomi come se fossi un alieno venuto da un pianeta sconosciuto.
Mi fissò per cinque minuti buoni, girandomi intorno e pretendendo che stessi ferma .Infatti non riuscii a finire nemmeno le frittelle al cioccolato che mi aveva portato Ronald. Quando ebbe finito di scrutarmi mi fece un largo sorriso e mi prese le mani, stringendomele forti “Sei molto più bella di quanto mi aspettassi..beh, benvenuta in famiglia!”
Ginny lasciò cadere il piatto di ceramica che teneva tra le mani mandandolo in frantumi contro il pavimento di pietra.
La signora Weasley le lanciò un’occhiataccia, ma lei non ci fece caso, e andò a rinchiudersi nella sua stanza.
“Mi dispiace..” sussurrai a mezza voce.
“Ma no! E’ colpa di Ginny, ha un caratteraccio” replicò Ron.
Quella giornata passò tranquilla, tra riunioni di famiglia e scherzi fatti dai gemelli alla povera Molly.
Ronald era sempre più carino con me, e non perdeva mai occasione per poggiare l’orecchio sulla mia pancia ed ascoltare il battito flebile e quasi impercettibile del piccolo James.
Chissà, forse la serenità sarebbe tornata dalla mia parte, e io avrei continuato a vivere con i Weasley, la mia nuova famiglia.
E prima o poi il ricordo di Harry non mi avrebbe più fatto così male.
Ma quelli dopotutto erano i ricordi dei due anni prima. Due anni stupendi passati con loro, fatti di una felicità che sarebbe ben presto terminata.
  
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