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Autore: ArtemisLover    23/08/2010    14 recensioni
"Gin, loro sono i Cullen. Bellissimi, vero?" sospirò Jessica, con tono sognante. "Mph, sì bhè, sono carini… un po’ anemici forse, ma carini. Probabilmente dovrebbero mangiare più carne al sangue, gli farebbe bene" constatai tranquillamente, facendo spallucce. Una Bella che lascia il posto a Ginevra Bella Swan, ragazza un po' diversa. Più combattiva, più decisa, più viva.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dedico questo capitolo a loro, alle irriducibili.

 A loro che hanno aspettato per mesi questo capitolo [che, fra parentesi, non è bellissimo].

A loro che hanno reso i giorni di ricovero più sopportabili.

Ai miei raggi di sole.

Godetevi il capitolo lettrici, è tutto per voi ;)

 

 

 

Capitolo 7.

-Regola numero sette: mai sottovalutare i propri Superpoteri Femminili [ovvero: i 100 e 1 modi in cui terrorizzare elementi del sesso maschile con la storie sul ciclo]

 

Il cielo azzurro, con qualche sporadica nuvola a ricoprirlo. Il mare blu intenso, che si scontrava sulle coste frastagliate. I gabbiani e qualche aquila che volavano poco lontano.

Bhè, dovevo ammetterlo: First Beach, la spiaggia antistante La Push, era veramente incantevole.

 Anche se mancava una cosa fondamentale per renderla perfetta.

E per colpa di quella cosa, non riuscivo a godermi pienamente il panorama e la compagnia dei miei amici.

La stessa cosa che in quell’istante, seduta davanti al fuoco circondata da chiacchiere allegre, mi faceva desiderare di essere altrove.

Sul Monte Rainer a fare trekking, per esempio.

Magari nello stesso tratto dove si trova Edward.

Magari nella sua stessa tenda.

O anche nel suo stesso sacco a pelo, non ero schizzinosa.

Mi tirai una manata in faccia.

Dio, ero ossessionata da quel ragazzo.

Da quando avevamo deciso di provare ad essere amici, non passavo neanche un minuto senza pensarlo.

Era una cosa malsana, innaturale.

Mi aveva detto più volte di stargli alla larga.

Mi aveva ripetuto di essere pericoloso.

Mi aveva avvertito che sarebbe stato meglio per me non averlo mai incontrato.

Ma io non potevo farci niente, non potevo “scegliere”.

Ero troppo presa da lui, da suoi misteri, dalla sua personalità contrastante -a volte così dolce e a volte così irritabile- per poterlo ignorare.

Qualche istante dopo, venni bruscamente risvegliata dai miei pensieri.

Una mano, sbucata da chissà dove, mi accarezzò il fianco sinistro, infilandosi sotto la felpa leggera e la canottiera che indossavo.

Sbuffai, incredibilmente irritata.

       - Mike. Quello è il mio fianco. - dissi, secca.

Lui distolse lo sguardo, arrossendo come un dannato e allontanando la mano da me.

       - Oh s-scusa Gin, credevo… credevo fosse una… salsiccia –

Seeee, ceeerto!

Alzai gli occhi al cielo, mentre vedevo Jessica accigliarsi indispettita e Angela ridacchiare dietro al suo panino.

Stavo per insultarlo pesantemente, quando fui interrotta dall’arrivo di una decina di ragazzi, tutti con una carnagione ramata, lunghi capelli lisci e neri e gli occhi scuri: ragazzi della vicina riserva indiana, venuti a fare amicizia.

Notai che uno di loro – Jason, Jacob o Jerold, non avevo capito bene- mi guardava curioso, ma non ci diedi molto peso.

Qualche minuto più tardi, mentre parte del gruppo era andato a vedere le pozze oceaniche, mi si avvicinò, porgendomi la mano e sorridendo amichevole.

       - Tu sei Ginevra Swan, vero? –

Uh uh, la mia famosità non aveva limiti.

Anche il cugino di Balla coi Lupi mi conosceva.

       - Così dicono. E tu sei il fratello di Pocahontas, vero?- gli dissi, ricambiando la stretta.

Un suo amico mi scoccò un’occhiataccia, ma lui ridacchiò, divertito.

       - Esatto! Ma tu puoi chiamarmi anche solo Jacob, Jacob Black. –

 

 

Entrai in casa e chiusi freneticamente la porta dietro di me, facendola sbattere rumorosamente.

La voce allegra di mio padre mi accolse calorosa.

       - Ehilà scricciolo, com’è andata in spiaggia? –

       - Benissimo, è stata una giornata illuminante! Mi sono divertita da morire! –  risposi, esplodendo in una risata isterica vagamente inquietante.

Ok Gin, calmati.

 Niente crisi di panico in soggiorno. Aspetta di arrivare in camera tua.

Charlie probabilmente intuì che c’era qualcosa di strano, perché spuntò dalla cucina e mi scrutò attento.

       - Sicura, Ginny? Mi sembri un po’ strana. –

       - Ma certo, papino mio!  -

Il suo sguardo si accigliò maggiormente.

       - Allora come mai, di grazia, sei pallida come un cencio e continui a sbattere il piede per terra? –

Douch, beccata.

Accidenti, ma non poteva fare l’operatore ecologico invece del poliziotto?!

Pensa Gin, pensapensapensa!

       - Vedi papà, è che mi è appena venuto il ciclo. E io vorrei davvero restare qui con te a chiacchierare, ma temo che le mie ovaie reclamino un assorbente pulito e un Buscophen al più presto. –

Regola numero sette: mai sottovalutare i propri Superpoteri Femminili.

Difatti Charlie distolse lo sguardo, arrossendo e borbottando sottovoce qualcosa come “Oh, ma certo figliola!”, per poi ritirarsi velocemente in salotto.

….

Però, niente male.

Piazza pulita in meno di dieci secondi.

Meglio che gridare “C’E’ UNA BOMBAA!”.

 

 

 

       - Ooooooohm. Ooooooohm. –

Erano passati esattamente 0 giorni, 23 ore e 37 minuti dal mio incontro con Jacob.

       - Ooooooohm. Ooooooohm. –

Era un soleggiato pomeriggio di Domenica.

       - Ooooooohm. Ooooooohm. –

Ed io mi trovavo in giardino, le mani unite sopra la testa, in equilibrio su una gamba con l‘altra ripiegata verso l’interno.

       -  Ooooooohm. Ooooooohmmmerda!

Urlai, perdendo l’equilibrio e finendo sedere a terra.

Sbuffai, esasperata.

       - Ma che diamine sto facendo?! Io odio lo Yoga! –

Era per pura disperazione che mi ero messa nella posizione dell’albero poco prima, nel vano tentativo di liberare la mente.

Mi sistemai meglio sul telo, prendendo un profondo respiro.

Era inutile continuare a ignorare l’argomento, era meglio risolvere la questione una volta per tutte.

Dunque.

Edward –il fantastico, premuroso, lunatico Edward – era un v… un v…  un va… un vasaio.

Eddai Gin, piantala. Non è così difficile.

Presi un altro profondo respiro.

Un vampiro. Edward Cullen era un vampiro.

Dio, non riuscivo ancora a crederci.

Da quando Jacob mi aveva raccontato dei freddi il giorno prima, non ero riuscita a darmi pace.

Avevo passato tutta la notte a rimurginarci sopra, arrivando ad una conclusione terribile.

Era vero, era tutto incredibilmente vero.

La loro bellezza impossibile, la sua velocità e forza inumana.

Il continuare a ripetermi che era pericoloso, che avrei dovuto stargli lontana.

Il loro non mangiare mai, la sua mano freddissima.

Il loro pallore innaturale, la loro grazia sovrumana.

Ora tutto quadrava.

Alzai i pantaloni della tuta, arrotolandoli sopra al ginocchio, e la canottiera leggera che indossavo fin sotto al seno per prendere più sole possibile.

Era inutile continuare a spremermi il cervello con quelle elucubrazioni mentali.

Ero d’avanti ad un’insieme di dati oggettivi, in effetti.

Non c’era nulla di così difficile o complicato, a pensarci bene.

Edward Cullen era un  vampiro.

Io, Ginevra Bella Swan, un’umana.

Un’umana completamente, indiscriminatamente, definitivamente innamorata di lui.

 

 

Mi svegliai qualche ora dopo, una strana sensazione addosso.

Mi alzai dal telo, mettendomi seduta e guardandomi attorno intontita.

Il sole stava tramontando, ormai il giardino di Charlie era quasi completamente in ombra.

Chissà quanto avevo dormito.

Mi stiracchiai, alzandomi in piedi e sbadigliando senza sosta.

Il riposino pomeridiano mi aveva fatto davvero bene: oltre a recuperare le ore perse durante la nottata in bianco, ero anche riuscita ad accettare la novità.

Ed ora c’era una sola cosa che potessi fare.

Con la mia espressione più seria, mi raddrizzai, posizionandomi ben eretta al centro del telo.

Dopodiché, con un movimento veloce, inizia a ballare fingendo di mescolare la polenta.

Signori e signore, ed ecco a voi il grande, l’unico, il sacro Rituale delle Vittorie!

       - Se ti vuoi mangiare un pò di ciccia vieni qua!
       Mangia questo amico perchè è proprio una bontà!
       Buoni come lui proprio non ce n'è,
       Se ti metti in fila tocca a tèèèèè!
       Hai fame?
       Yep yep yep!
       Di pancetta?
       Yep yep yep!
       E' un maiale
       Yep Yep!
       Puoi mangiarlo anche tu! UUUUUH! (*)–

Dio, da quanto non lo facevo, mi ci voleva proprio!

Dopotutto, la scoperta e l’accettazione che il ragazzo di cui sei innamorata non è un ragazzo ma un vampiro-mangia-animali merita un festeggiamento.

Uno strano scricchiolio, proveniente dal bosco, mi fece voltare di scatto.

Ed ecco tornare la sensazione di essere osservata.

Alzai un sopracciglio, facendo scorrere il mio sguardo sull’intero paesaggio.

Ma niente, sembrava tutto a posto.

Strano, però.

Ero davvero sicura che ci fosse qualcuno.

C’era solo un modo per saperlo.

       - Scemo chi non dice scemo! SCEEEEEEMO! –

Niente, silenzio assoluto.

 Allora ero veramente sola.

Il metodo dello “SCEEEMO!” era sempre stato infallibile.

E fu così che scossi le spalle, per poi voltarmi e ritornarmene in casa.

 

 

 

 

(*) Famosissimo diversivo dei fantastici Timon e Pumba nel Re Leone

 

 

- Qualsiasi consiglio, parere o critica [anche riguardanti la trama] è accolto a braccia spalancate :)

 

 

 

Good morning, Ladies!

Sono un’infedele, una peccatrice, una grandissima infame, una calunnia e maldicenza, vi prego non odiatemi!

Ho postato dopo anni, mi faccio rabbia da sola -se volete fucilarmi, avete tutta la mia comprensione.

A dire il vero, dall’incidente avevo pensato di abbandonare la Fic, quest’aggiornamento non era affatto previsto. Ma finalmente sono uscita dal mio “periodo nero” -che mi aveva portato a scrivere fic come “Desecretion smile”, “White Pain” e “There is a light that never goes out” [quest’ultime due pubblicate con l’account di un’amica, EffyLover] – abbastanza per tornare a questa Fiction, che è sicuramente più allegra e leggera delle altre [e che penso sia la mia preferita].

In ogni caso, chiedo ancora  PERDONO!

E abbraccio, stritolo, bacio, sposo quelle bravissime, bellissime, gentilissime, carissime –ok, la smetto di leccare il culo xD- fanciulle che mi hanno tenuto compagnia durante il ricovero in ospedale:  nanerottola, la mia zietta preferita che c’è sempre,  Nebbia4e, che con i suoi commenti-fiction mi strappa sempre una risata e un sorriso [e anche occhiate stranite da parte della mia famiglia, che pensano sempre che sia impazzita],  Luna Viola, la nuova arrivata che con il suo “regalino di buonaugurio” mi ha fatto saltellare esaltata con le stampelle [grazie ancora Viola, sei davvero un tesoro!], Bree Cullen, con cui prima o poi mi farò ricoverare per guardare gli infermieri e commentare [ahahah sììì un sacco sono carini!],  Lully Cullen, con cui entrerò nell’ FBI per stanare le organizzazioni di Vecchietti Malefici,  piccolananina, che mi da un sacco di consigli su come eliminare le Vecchiette Russanti [ahahah stavo morendo a leggere il tuo commento xD], chiaro di luna, che con i suoi complimenti mi fa camminare 1682 metri sopra il cielo e a cui spero la maturità sia andata benissimo [fammi sapere, voglia stimarmi di avere una lettrice così brava!], Samirina, il mio Pilastro, quella che c’è sempre, c’è sempre stata e sempre ci sarà [o almeno spero xD in ogni caso, grazie di tutto cara, veramente], e  Fred Cullen, che con la sua gentilezza mi strappa sempre un sorriso e un attacco di coccole [penso che la mia gatta stia iniziando ad odiarti xD].   

In poche parole, grazie di tutto ragazze.

Buona vacanze tesssssshorì, al prossimo capitolo :)))

Always yours,

ArtemisLover

 

 PS Cercasi consigli su come continuare la storia. Mettere il salvataggio a Port Angeles o un altro episodio? [Ho paura che venga troppo simile al libro… se avete altri possibili episodi in mente, scrivete pure! :D]

   
 
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