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Autore: orkaluka    24/08/2010    2 recensioni
La solitudine di un'anima alla deriva, in un corpo suo che appertiene a qualcun'altro. Attenzione: durante il racconto si alterneranno tre narratori, tutti in prima persona
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il geniaccio a già finito. Non finirai mai di stupirmi, davanti all’analisi del periodo non sai mai cosa fare, ma ti si mette di fronte a un problema di matematica non smetti finché non hai trovato la soluzione.

 

Fortuna siamo in due qui a gestire la faccenda, ci completiamo, siamo due anime gemelle.

 

Non era divertente come battuta e comunque se non fossimo due anime gemelle non potremmo abitare lo stesso corpo senza distruggerci a vicenda. Claire tu hai un’anima veramente speciale, è come se tu fossi donatrice universale per il sangue solo che con l’anima funziona al contrario. Ti sai legare a qualsiasi corpo senza danneggiare propriamente l’altra anima. È una qualità che pochi, anzi pochissimi prescelti posseggono.

 

Grazie Monica. Ogni tuo complimento è una parola di conforto che tratterò per sempre nelle mie memorie.

 

Sentii Monica ridere e la campanella suonare nello stesso momento. Mi alzai, consegnai il foglio e scappai dall’aula, fuori ad aspettarmi c’era come sempre il mio impavido cavaliere: Saimon. “Non ti devo neanche chiedere come è andata, mi aspetto solo un altro :complimenti signorina Claire ha superato ancora una volta il massimo dei voti.” Mi disse. Mi aveva lasciata fuori dall’aula e mi era venuto a prendere subito dopo la lezione, non era solito fare cose del genere, anche se sapeva farmi un piacere. Camminammo in silenzio l’uno di fianco all’altra senza dirci nulla, verso la mia aula di storia. Avevamo comunque quindici minuti di pausa e poi sarebbe cominciata la nuova sfida. All’ultimo piano non c’era nessuno, con il caldo soffocante esso diventava una vera e propria serra, quindi tutti erano ai primi piani o ancora meglio fuori a godersi il sole. Ci sedemmo su una panchina addossata a una parete. Mi sentivo nervosa, quel silenzio non mi piaceva.

 

La nostra piccola chimica che trema di fronte a un miscuglio eterogeneo di emozioni, da te non me lo sarei mai aspettata.

 

Mi sento molto rassicurata ora grazie!

 

Monica era ormai abituata al mio sarcasmo, ma comunque non è che le piacesse particolarmente.

Io e Saimon eravamo vicinissimi, i suoi pantaloni leggeri sfioravano le mie gambe. “Ho appena ricevuto una chiamata da mia madre, mi sa che oggi non potremo vederci al parco mi spiace.” Mi sorrideva, intanto che pronunciava queste parole “Dispiace anche a me, ma sarà per la prossima.” Sapevo che i miei occhi esprimevano tristezza. “Non devi essere così triste.” Una lampadina gli illuminò gli occhi e mi sussurrò in un orecchio “Vediamo di consolarti un po’.” Allungò un braccio e prima che me ne accorgessi mi ritrovai sulle sue gambe, in braccio a lui, come tante volte avevo sognato. I nostri libri erano appoggiati sulla panca. Seduta in quel modo ero più alta di lui di una testa, non mi era mai capitato. Cominciò a baciarmi il collo delicatamente, come fossi l’oggetto più fragile del mondo, una piccola bambola di cristallo. Il mio respiro accelerò talmente che dovetti aprire le labbra per respirare. Dal ventre mi salivano calde ondate di … non so come spiegarlo, attrazione forse? Era come avere mille farfalle che risalivano tutto il corpo fino al viso dove cominciai ad arrossire.

 

Questo si che è consolare! Un bel punto per Saimon.

 

Saimon fissò i suoi occhi di fuoco nei miei, mi mise una mano sul volto mentre l’altra mi avvolgeva ancora la vita. Si avvicinò lentamente o così mi parve, capii che non mi voleva costringere potevo scostarmi in qualsiasi momento, ma non lo feci. Avevo sognato quel momento per giorni e giorni, avevo sperato e pregato perché accadesse. Le sue labbra si posarono sopra le mie e il mondo scomparve definitivamente senza lasciare traccia, chiusi gli occhi e le mie palpebre si colorarono di mille colori. Le sue dolci labbra indugiarono sulle mie, si scostò un poco per potermi guardare, ma io gli strinsi il viso fra le mani e lo riavvicinai a me, le nostre bocche si incontrarono ancora, si mossero all’unisono, come i nostri respiri, era magnifico. Ci staccammo soltanto perché la campanella ormai era suonata, quando mi voltai mi accorsi che tutti ci fissavano, per nulla sorpresi. Mi sentivo felice, anzi no tutto luccicava intorno a me e mi sentivo risplendere dentro da un raggio di sole. Saimon sorrideva, avvicinò le labbra alla mia guancia e sussurrò “Qualcuno doveva farsi avanti prima o poi.” Mi posò delicatamente sulla panchina, si alzò, si chinò, mi baciò ancora una volta e poi se ne andò, osservato da tutti. La mia mente era completamente tra le nuvole, ma un urlo lontano e distante mi fece tornare in me. Monica gemeva per la sofferenza, la mia anima aveva preso troppo spazio e lei ne soffriva, mi ero deconcentrata e Monica ne soffriva, non andava bene. Indietreggiai nel controllo del mio corpo il più possibile in modo da lasciarla respirare.

 

Claire, devi stare più attenta. L’amore è una cosa stupenda, ma noi non ci possiamo permettere di perdere la concentrazione, ti prego di stare più attenta in futuro.

 

Scusa Monica non volevo, mi dispiace veramente tanto. Ora mi ritirerò in un angolino del nostro corpo in modo che tu possa svolgere il compito di storia.

  
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