Capitolo II – Introduzione e Conclusione
Non avvertivo più nulla. Né il dolore che sino a poco prima mi avvolgeva il corpo, né l’odore di bruciato che si addensava nell’aria, né quell’impossibile caldo che mi soffocava.
Ma cos’era il caldo? L’odore? Cos’era il dolore?
Non ricordavo più nulla. Era come se la mia stessa vita non fosse stata altro che un immenso ammasso di nebuloso biancore, oscurante i miei ricordi, la mia esistenza.
Vita? Ormai non sapevo nemmeno cosa fosse. Mi sentivo fluttuare, come se il corpo non mi appartenesse più. Non ricordavo neanche di aver avuto mani, gambe, braccia. Nulla. Ero come in un limbo, un meraviglioso limbo fatato. Avevo la sensazione di esserci già stata, ma non ne ricordavo il tempo, troppo lontano.
Era buio, vuoto di colori, di sensazioni. Non sembrava esistere altro colore oltre il nero, che, però, dopotutto comprendeva tutti i colori.
Conscia di questa osservazione rimasi lì, a volteggiare, incerta e inerte.
Sentii freddo. Algido biancore.
Poi ci fu la luce.