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Autore: Tetide    24/08/2010    11 recensioni
Una crociera, per dimenticare; un viaggio per ricominciare. Un incontro inaspettato, in un momento inaspettato. Dopo una separazione è sempre molto difficile ricominciare, anche per Rosalie; ed è per questa ragione, che Oscar ed André le propongono una vacanza un pò diversa... che finirà per cambiarle la vita!! Dedico questa storia a Ninfea Blu e a tutti coloro che hanno amato Blue Velvet. Per la fanart al capitolo 6, debbo un enorme grazie a Ninfea Blu!
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2- Bonaccia... o tempesta? CAPITOLO 2
BONACCIA… O TEMPESTA?

Percorrendo di corsa gli interminabili corridoi gremiti di gente, tra mille giochi di luce, pareti a vetri e lustrini vari sui muri, Rosalie raggiunse i cognati.
Li trovò in compagnia di una coppia, composta da un uomo moro alto e dal fisico erculeo, e da una donna castana dall’aria dolce e timida.
“Ragazzi!” li salutò alzando un braccio,
“Oh, ecco mia sorella! Finalmente! Sai, credevamo che non arrivassi più: io ed André abbiamo temuto che ti fossi perduta per i corridoi, dato che questa nave è una vera e propria città galleggiante!”,
“In effetti, ci è mancato poco” rispose Rosalie; poi porse la mano ai due nuovi venuti, mano che si vide stringere da quella della donna.
“Io sono Rosalie Lamorliere”, disse, presentandosi,
“Piacere, Rosalie! Mi chiamo Diane Soisson, e questo è mio marito Alain”,
“In luna di miele?”,
“Macché! E’ solo una scusa per staccare dai rispettivi lavori, soprattutto da quello di mio marito: fa il poliziotto!”,
“Sul serio? Anche mia sorella Oscar è poliziotta!” aggiunse Rosalie,
“Sì, ce lo stava giusto dicendo” si intromise l’uomo,
“Siete di Parigi?”, chiese ancora Rosalie,
“Sì. Anche voi?”,
“Veniamo tutti dallo stesso caos!”, fu il commento di André.
In quel momento, la possente sirena annunciò l’uscita dal porto; tutti allora interruppero le loro conversazioni per avvicinarsi alla balaustra.
Rosalie sorrise, mentre il vento le schiaffeggiava la fronte; in quel momento, Bernard ed i suoi problemi erano lontano mille miglia.
Diane le si avvicinò “Dimmi, in che ponte siete alloggiati?”,
“Io al 9, mia sorella e mio cognato al 10. E voi?”,
“Siamo al 6, più o meno al centro della nave”,
“Avete fatto la scelta giusta, allora” si avvicinò anche Oscar “mio marito mi ha convinto che più in alto il panorama è meglio, ma in caso di mare mosso, lassù vomiteremmo anche l’anima!”.
Rosalie sorrise, guardandosi attorno: c’era un gran mare di gente, quasi tutti vacanzieri Spagnoli che salutavano i loro cari rimasti a terra con le loro espressioni colorite; in un angolo, André ed Alain avevano preso a parlare fitto fitto tra loro, di rugby, probabilmente, l’argomento preferito di André; si girò, e sulla sua destra, un po’ più avanti sul ponte, appoggiato alla balaustra da solo, vide l’uomo che aveva incontrato poco prima nel corridoio: a guardarlo adesso, era davvero bello: gli occhi blu persi nel paesaggio senza osservare un punto preciso, avevano un che di malinconico, mentre i lunghi capelli biondi gli roteavano attorno al viso; era parecchio alto ed atletico, notò.
Rosalie, calma gli ormoni!, si disse mentalmente scuotendo la testa; e per distogliersi meglio, tornò a parlare con Diane.
La nave usciva lentamente dal porto, sfilando davanti alle banchine ed alle altre navi ormeggiate, mentre il vento sul ponte iniziava a rinforzare; dai ponti delle altre navi e da imbarcazioni più piccole qualcuno salutava con la mano la grande nave in partenza per il suo viaggio da sogno, ciascuno preso da quella febbre che rende tutti fratelli in mare, annullando il fatto di non conoscersi nemmeno, di non essersi mai visti prima d’allora, e dopo d’allora mai più.
La piccola imbarcazione-pilota(1) si sganciò dalla prora della nave, ed una delle persone che avevano liberato la fune lanciò un saluto al comandante Robespierre, il quale rispose con un altro possente TWOOT.
Le ragazze sul ponte, ormai diventate amiche, ridevano assieme; i due uomini, dal canto loro, erano corsi a poppa, per godersi lo spettacolo delle grosse stelle filanti appese alla tolda posteriore della nave in segno di saluto verso il porto che si andava facendo sempre più lontano.
“Comincia la nostra avventura!!” Oscar abbracciò le altre due, un braccio intorno alla vita di ognuna “Che ne dite, andiamo a bere qualcosa, per festeggiare?”,
“O.K.!” fece Diane,
“Però dovremmo anche mangiare qualcosa!” una voce alle sue spalle. Era André, assieme ad Alain.
Si avviarono verso l’interno della nave. Rosalie sorrideva, sollevata.
Raggiunsero il self-service: si trattava di una grande sala sui toni del bianco e del verde, con tavolini e sedie lungo le pareti; al centro della sala, più o meno fino a metà, correva un basso muro, in stile Americano, con sgabelli su entrambi i lati; il muro stesso fungeva da tavolo, ed aveva dei faretti penduli che scendevano su di esso, piccole lampadine schermate da paralumi in vetro verde.
In fondo alla sala, stava la zona self-service vera e propria: un bancone che seguiva la forma di una S, sul quale si trovavano le vivande, calde e fredde, e le bevande.
I nostri eroi si misero in fila, scherzando e dandosi battute spiritose.
“Scusa, Rosalie, ma non dovremmo aspettare il tuo ragazzo?” se ne uscì ad un tratto Diane; l’interessata impallidì, raggelandosi.
Fu Oscar a salvare la situazione “Mia sorella è single”, disse per tagliare corto; poi cambiò argomento “Guardate, ci sono i biscotti ripieni!!”,
“Uhh! E’ vero! Ne voglio una confezione!” la golosissima Diane si lanciò verso il punto in questione, lasciandosi indietro Oscar e Rosalie, che se ne stavano in silenzio.
“Grazie” disse la più giovane dopo un po’,
“Ah, di niente!” rispose Oscar “Però anche tu dovresti far qualcosa per migliorare le cose!”,
“Ah, sì? E cosa? Appendermi un cartone al collo con sopra scritto “cornuta e lasciata”?”,
“Mmhh… no. Potresti… trovarti un altro, per esempio!”,
“Oscar! Per favore! Siamo appena partiti! Non guastarmi il viaggio da subito, con queste stronzate! Già basta e avanza Charlotte, in ufficio!”,
“Come non detto! Pensiamo a divertirci”.
Riempiti i vassoi, si scelsero un tavolo; sedendosi, Rosalie si accorse della presenza del bellone del suo corridoio: era seduto in fondo alla sala, nella zona riservata ai fumatori, da solo; fumava una sigaretta, guardando fuori; aveva sempre quel bellissimo sguardo perso nell’orizzonte…
Da qualche parte nella sala, un altoparlante suonava in sottofondo Squander, degli Skunk Anansie.

                                         **********

Come prima giornata, non c’era male, davvero! Aveva preso parte ad un quiz improvvisato sul cinema, giocato al bingo, e fatto un bagno in piscina nel tardo pomeriggio: per Rosalie, di solito tanto timida, era abbastanza!
Ma per tutto il giorno, non era riuscita a toglierselo dalla testa; continuava a ripensare a quell’uomo, che l’aveva tanto incuriosita sin dal momento dell’imbarco e che… sì, doveva ammettere che le piaceva.
Piantala Rosalie! Vuoi finire in un altro guaio? E poi, non lo conosci nemmeno, quello! Potrebbe anche essere un criminale!
Ritornò in cabina per farsi una doccia, ma quando imboccò  il suo corridoio, si accorse di star scrutando ogni angolo, a cercare lui. Chissà qual’era la sua cabina…
Scosse la testa, asciugandosela nell’asciugamano; sussultò quando udì dei rumori e delle voci provenire dal fondo del corridoio verso di lei, ma subito si accorse che si trattava di una coppia di Americani.
Dandosi della scema, entrò in cabina, dove trovò ad attenderla l’accogliente profumo di pulito ed eleganza che di solito caratterizza i grandi alberghi; sul risvolto delle coperte del letto erano stati disposti alcuni cioccolatini, con accanto un biglietto con la scritta With compliments; sul cuscino, il programma del giorno successivo.
Fece una doccia, quindi si mise sul letto a guardare un po’ la TV; tra circa mezz’ora, gli altri l’aspettavano nel teatro per ascoltare la spiegazione del percorso della nave, fatto dalla direttrice di bordo.
Prima di lasciare la cabina si truccò un po’, giusto per sentirsi a posto.

Arrivò con un poco di anticipo, e subito, entrata nel teatro, cercò gli altri.
Il teatro era mastodontico, tutto giocato sui toni del rosso amaranto e del porpora, con file di poltroncine di raso intervallate qua e là da tavolini con piccoli lumi di cristallo bianco opale di sopra; colonne di marmo scuro completavano l’arredamento.
“Ci si rivede!” una voce alle sue spalle la fece sussultare; Rosalie sentì aprirsi una porta nel suo cuore; non seppe dire perché, ma un sorriso le si allargò sul viso.
“Buonasera” si voltò.
Ancora lui. L’Apollo dai capelli fulvi.
“Sempre da sola… non ha trovato i suoi amici?”,
“Veramente… li stavo giusto cercando!”, Rosalie girò la testa a destra ed a sinistra, cercando di togliersi dall’imbarazzo; la vicinanza di quell’uomo bellissimo le faceva girare letteralmente la testa, e non riusciva a sostenere il suo sguardo blu.
“Se vuole può sedersi con me…”.
Rosalie rimase folgorata, senza parole; fortunatamente, in quel momento vide Oscar che la chiamava agitando un braccio.
“Grazie, ma… mia sorella mi sta chiamando: è laggiù!”,
“Come preferisce” fece spallucce l’uomo “comunque non ci siamo ancora presentati: io mi chiamo Louis Saint-Just”,
“Piacere, Rosalie Lamorliere”, gli tese la mano; ma quello, per tutta risposta, se la portò alle labbra per sfiorarla con un bacio.
“E’ un vero piacere, Rosalie”, le rispose; poi, si allontanò.
Lei rimase imbambolata, gli occhi e la bocca sbarrati, la mano ancora a mezz’aria, non capendo ancora bene cosa fosse successo, mentre altri passeggeri le passavano accanto per andare a prendere posto, spintonandola.
“Allora, vieni?” si sentì afferrare per un braccio. Oscar.
“Eh?”, lei si voltò, con aria frastornata,
“Ma che c’è, sorella? Sei passata a farti un cocktail, per caso?”,
“N-no, è che… sto soffrendo un po’ il mare…”,
“Soffrendo il mare? Con questa bonaccia? Non voglio pensare a cosa succederà se incontreremo del mare mosso!”.
Rosalie annuì, la bocca ancora semiaperta.
“Dài, vieni, siamo seduti là! Hai bisogno di distrarti, così ti passa tutto! Alain racconta delle barzellette favolose!”.
La trascinò letteralmente, mentre lei continuava a tenersi la mano baciata da Louis, come fosse stata una cosa preziosa e fragile.

La direttrice di crociera, Roxanne de Noailles, finì la sua spiegazione, iniziando a ricevere ogni sorta di domande; i cinque seduti in terza fila continuavano a godere delle doti istrioniche di Alain. Tutti, tranne Rosalie.
Lei continuava a girarsi indietro, verso il punto in cui era seduto Louis; per tutto il tempo era sempre rimasto da solo; solo per alcuni minuti, una mora truccatissima ed in abito da cocktail gli si era seduta accanto, ed insieme avevano preso a ridere; in quei momenti, Rosalie aveva provato un profondo senso di irritazione, ed aveva preso a grattarsi il dorso della mano.

Ma che vai a pensare, stupida? Ti stai facendo delle paranoie per uno che appena conosci! D’accordo, ti ha baciato la mano, è molto bello, e allora? A te non deve importare nulla: ti sei imposta di non interessarti agli uomini per un po’, e devi mantenere la tua promessa! Vuoi cadere in un’altra trappola? Vuoi che finisca come con Bernard, stupida inetta? Non provarci neanche!! Questa è un’altra trappola, non caderci! Non avvicinarti nemmeno!! Pericolo, pericolo, pericolo!
Però, quel profumo… mi fa sentire caldo all’improvviso… e quello sguardo obliquo…
Basta, deficiente!! Tu vuoi proprio passare un guaio! Poi, non dire che non ti avevo avvertita, quando il tuo bell’ometto ti farà piangere per qualcun’altra: gli uomini sono tutti uguali, lo vuoi capire o no?!?


                                            **********

Dopo cena, Oscar ed André decisero di ritirarsi, stanchi per la giornata movimentata; Alain e Diane, invece, preferirono fare un salto in discoteca.
Rosalie, dal canto suo, non aveva né sonno, né voglia di zompettare, così optò per uno dei numerosi piano-bar, al settimo piano.
La sala era davvero elegante, come ogni cosa su quella nave assurda: sui toni del beige e del marrone chiaro, con tavolini ubicati lungo pareti curve che erano state costruite anche in mezzo alla sala; qua e là, lampade dal paralume schermato, diffondevano una luce soffusa, adatta agli incontri “intriganti” che capitano solo sulle navi da crociera; grandi piante dappertutto.
Al centro, la pista da ballo, con alcune coppie che si muovevano al ritmo di ’A Canzuncella, vecchia canzone Italiana che il pianista suonava e cantava seduto al piano in un angolo.(2)
Rosalie si sedette ad un tavolino defilato, per gustarsi un po’ di musica; in quel momento, entrò il comandante, accompagnato da un ufficiale; i due attraversarono la sala, ricevendo un cenno di saluto da parte del cantante.
Rosalie li seguì con lo sguardo, quando sentì una voce che la fece sussultare.
“Posso?”.
Inutile a dirlo, era lui. Alzando la testa senza riuscire ad articolare pensieri coerenti, fece un gesto con una mano, meccanicamente.
Ma che fai, idiota? Vuoi proprio metterti nei guai, allora!
“Grazie” Louis si sedette “vuole una sigaretta?”.
Con mano tremante, Rosalie accettò.
“Ancora da sola! Sua sorella?”,
“Oh… lei… era molto stanca… è in cabina, credo…”,
“Una donna così bella lasciata sempre da sola: non è giusto!” l’uomo allargò il sorriso.
Rosalie si sentì invasa da un’ondata di calore, calore che aumentò quando si accorse che Louis indossava una camicia aperta fino all’ombelico, che sembrava fatta apposta per ammiccare alle signore.
Il pianista attaccò Take my breath away, colonna Sonora del film Top Gun.
“Vuoi ballare?”, Louis le ammiccò di nuovo, questa volta in modo più evidente.
Non le diede nemmeno il tempo per rispondere; prese l’imbambolata Rosalie per un polso e la condusse al centro della pista, stringendosela addosso.
E lei non era stata in grado né di reagire, né di parlare!
Il profumo di lui le inebriava ed ottundeva i sensi, mentre sotto le dita poteva avvertire il contatto con la pelle calda del suo petto, attraverso la stoffa leggera della camicia.
Cosa fai, stupida? Cosa? Vuoi infossarti con le tue stesse mani? Vattene subito!!
Ritrovata la lucidità, si staccò bruscamente da lui.
“Scusami…”, completamente fuori fase, non si era neanche accorta che erano passati al “tu”.
“Cosa?”, Louis sorrise,
“Non mi sento molto bene… sono un po’ stanca… preferirei andare a dormire”,
“Ti accompagno fino alla tua cabina?”,
“NO!!!”.
Aveva gridato, al punto che alcuni dei ballerini sulla pista si erano girati, ma subito riprese un contegno.
“Ehm… volevo dire che non ce n’è bisogno… inoltre, devo passare dalla cabina di mia sorella…”,
“Capisco”.
Senza aggiungere nulla, tornò al suo tavolino, prese la borsa e scappò letteralmente via dalla sala.
Altro che bonaccia: qui tira aria di tempesta!! Quell’uomo è un pericolo pubblico! Devo girargli al largo, è meglio per tutti e due!
Uscì sul ponte, respirando a pieni polmoni l’aria umida della notte; dopo che si fu un po’ calmata, rientrò, diretta alla sua cabina; nel farlo, passò davanti ad un’altra sala da ballo, quella centrale, dove l’orchestrina si stava profondendo in un pezzo ritmato, La camisa nera, e diverse persone si scatenavano sulla pista.
Si fermò per qualche istante, ascoltando le parole.

Tengo la camisa nera
e l’amor non me interessa…
tengo nell’alma una pena…(3)


Tengo la camisa nera
Porché nera tengo l’alma…(3)

Rosalie sorrise amaramente. Sembra scritta per me, pensò.

                                           **********

“Un bonazzo ti ha lasciato gli occhi addosso”, sospirò Oscar,
“Come?” Rosalie spalancò gli occhi, poi girò leggermente la testa,
“Non voltarti!” le intimò la sorella.
Entrambe erano sedute al bar davanti alla piscina, sorseggiando succhi di frutta, mentre André ed Alain guardavano e commentavano la partita trasmessa sul piccolo televisore, un poco più in là.
Con la coda dell’occhio, Rosalie lo vide, e sospirò.
“Ancora lui!” fu un pensiero che si lasciò sfuggire ad alta voce, ma all’attenta Oscar non passò inosservato.
“Lo conosci?”.
Presa in contropiede, Rosalie cercò di annaspare.
“Sì… no… è uno che sta sul mio stesso ponte… ci siamo visti un paio di volte…”,
“…E non ti è indifferente, vedo!”,
“Ma no! Che cavolo dici?!?”,
“Dico che da quando lo hai visto, ti stai torturando a ripetizione le mani ed i capelli: quello lì ti ha fatto colpo!”,
“Oscar, per favore, risparmiami le tue cavolate!”,
“IO non dico cavolate!” si sporse in avanti sulla sedia “Semmai, sei TU che le dici! Perché ti vuoi ostinare a coprire il sole con la carta velina? Ammetti che ti piace, e basta!”,
“No che non lo ammetto: perché è solo una tua fantasia!”,
“Certo, come no?! Ed io sono la fata turchina!!”,
“Adesso mi stai dando veramente sui nervi!”, Rosalie si accese una sigaretta con le mani tremanti che compievano gesti scoordinati,
“Non sono tutti uguali, Rosalie! Lui non è Bernard!” sospirò Oscar,
“Non so davvero di cosa parli! A te il sole deve aver dato alla testa! Và a farti un bagno, è meglio!”.
Così dicendo, Rosalie si alzò bruscamente dalla sedia, e presa la borsetta, si diresse sul ponte esterno, verso la piscina.
“Ti ha fatto colpo, ti ha fatto colpo!”, la voce di Oscar la seguì in una lenta cantilena, non troppo forte da raggiungere le orecchie degli altri avventori, ma abbastanza per essere udita da lei.

Cercando inutilmente di ricomporsi, Rosalie uscì sul ponte; si avvicinò alla balaustra, passando vicino alla piscina dei più piccoli, dove un gruppo di ragazzini giocava a spruzzarsi con l’acqua; ricevette alcune gocce sul viso, che le diedero un immediato senso di fresco. Affacciatasi alla balaustra, rivolse lo sguardo sull’infinita distesa blu del mare sereno, illuminato da un sole squillante. Estate piena.
Sentiva il rumore dei motori sotto i tacchi dei sandali-gioiello, il vento le scompigliava i lunghi capelli; quella bellissima vacanza stava diventando alquanto complicata, pensò. Quell’uomo affascinante e bellissimo le faceva girare letteralmente la testa, con sé stessa almeno doveva ammetterlo; e adesso, cosa doveva fare? Evitarlo, era la risposta più ovvia; ma era anche quella di più difficile attuazione, su di una nave; d’accordo che quella era una nave da crociera, non un traghetto, e c’erano mille posti diversi dove stare, ma lui sembrava esserci sempre dove c’era anche lei! Che lo facesse apposta?
Ma che vado a pensare! Mi sto montando decisamente la testa! Stai buona, tu!! Non ne hai avuto già abbastanza con quel cretino, a Parigi?, disse mentalmente rivolta alla sua parte più intima sotto la lunga gonna di seta colorata a fiori, la quale al ricordo della camicia aperta di Saint-Just le aveva manifestato un deciso pizzicore.

                                  **********

Fedele al suo proposito, da quel momento Rosalie cercò in tutti i modi di evitare Louis; e d’altronde, i mezzi non mancavano: lezioni di acquagym in piscina, casinò, dimostrazioni di cocktail-making sul ponte, quiz e giochi vari… e le cose sarebbero di certo migliorate con l’arrivo a terra nella prima delle tappe, le Isole Canarie.
Quella mattina, tanto per non smentirsi, aveva trascinato André alla lezione di ballo Latino-Americano.
Seduta ad un tavolino sotto la tettoia, un bicchiere in mano, Oscar li osservava divertita.
“Basta Rosalie, sono fuso!! Un’altra salsa, e mi dovranno raccogliere con il cucchiaio!”, André era completamente sudato,
“Stai invecchiando, cognatino! Una volta tiravi l’alba in discoteca!!”,
“In discoteca non c’era il sole a picco sulla testa!”.
All right, everybody!!” gridò il maestro di ballo Brasiliano, “Adesso, si cambia musica: faremo una lambada!!”, e presa una signora attempata, iniziò a muoversi a tempo di musica, mostrando i passi.(4)
Tutti restarono di sasso: i passi erano davvero molto sexy, con i bacini dei due che si strofinavano l’uno su quello dell’altra: una danza davvero erotica!
“O.K.! Adesso, a voi!!!”.
Ridacchiando, Rosalie ed André iniziarono a ballare; ma un attimo dopo, il maestro di ballo ordinò: “Cambio di partner!”.
André si girò, letteralmente afferrato da una Spagnola che da un pezzo gli sbavava addosso; Rosalie sentì una voce alle sue spalle.
“Posso, madame?”.
E rabbrividì.
Di nuovo lui!!
Si volse a guardare Oscar, la quale la stava salutando scherzosamente muovendo lentamente due dita con la mano alzata, ed uno strano sorrisino sul viso.

 









_________________________________________________________________________________________
(1)L’imbarcazione-pilota è una piccola imbarcazione, di solito un piccolo battello, od un cabinato, che aggancia tutte le navi di grossa taglia quando queste entrano od escono dal porto, per aiutarle nelle manovre.
(2)Ricordo personale, preso dalla mia crociera alle Isole Greche, pianobar compreso!
(3)Juanes, La camisa nera, altro ricordo; e scusate per il mio pessimo Spagnolo!
(4)Per la serie “ricordi personali assurdi”: anche l’istruttore di ballo della mia nave faceva lo stesso, per coinvolgere anche le signore più attempate della nave (e debbo dire che ci riusciva alla grande!!).

Rieccomi con un capitolo uscito tutto in una volta, di getto, la notte scorsa; un pò audace, il nostro Saint-Just, vero? Mi sa che questa crociera per la povera Rosalie sta evolvendo in senso decisamente complicato... io, al posto suo, mi sarei già buttata in mare da un pezzo! XD Dunque, ho infilato in questo capitolo un bel pò di ricordi personali, anche se, come ho detto, non sempre presi dalla stessa nave; a proposito, per chi volesse vedere la nave, almeno in esterni, per come l'ho immaginata, è la "Costa Marina". riguardo alle scene sui ponti e negli interni, ho preso da altre navi su cui sono stata, quindi vi dirò più avanti. Adesso, rispondo alle recensioni.
Ninfea Blu: nel ringraziarti per la trentesima volta (forse?), ti dedico questo capitolo, e ti chiedo cosa ne pensi di "quella scena" di cui ti ho parlato via mail... Rosalie è lontana anni-luce dalla piagnola, e l'ho addirittura fatta vestire come me!!
Medusa: allora, ti piace l'ambiente crocieristico? Bello, vero? Io l'adoravo!! E quella che ho descritto era la mia cabina durante l'ultima crociera che ho fatto; mi viene voglia di farne un'altra... Come ti sembra André ballerino?
Cicina: grazie cara, spero mi seguirai fino alla fine; e per quanto riguarda la coppia Rosalie-Saint-Just, beh, dato che erano un pò trascurati, ci ho pensato io a riscattarli! Come dici? Nell'anime non stanno assieme? Lo so, ma Bernard mi sta un pò sulle scatole per quello che ha fatto ad André...
Pry: allora, piaciuta l'idea del comandante? In effetti, volevo dedicartela... scommetto che andresti immediatamente in crociera, se ci fosse lui come comandante!! I personaggi li ho "sistemati" come al solito, come piacciono a me; quanto al cognome, è una cosa voluta: cioé, mi sono detta, dato che nell'anime è Rosalie ad entrare a far parte della famiglia di Oscar, adesso ho voluto provare il contrario, facendo sì che fosse la famiglia di Rosalie (Lamorliere) appunto, ad "accogliere" Oscar (sempre con l'immancabile generale, però!XD)
StregaGrianne: se mi piace Saint-Just? Mah, non so... tu che dici? ;-) In effetti, fisicamente mi piace (SOLO fisicamente); per tutto il resto, cioé dal lato caratteriale/personalità, assolutamente no! Perché? Perché appartiene alla schiera dei FF&P (Fuori, Fusi & Persi), non solo nell'anime, ma anche storicamente. Ma da come l'ho "sistemato" io, credo che piacerebbe a molte; non sei d'accordo? ;-) P.S.: scusa, ma la tua era curiosità o una sorta di intuizione? E a te piace? :-)
Lady in Blue: ma che sorpresa trovare un'altra che ama il mare... e sono felicissima che la storia ti piaccia! Grazie per i complimenti, vedrò di non deluderti!
jenny123: allora, è abbastanza divertente? Tranne che per la povera Rosalie, che rischia un esaurimento nervoso... Che bravo Bernard, eh?


 

 
  
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