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Autore: Purelove    25/08/2010    4 recensioni
La vita di Edward Cullen è piena di segreti per quanto riguarda il suo passato, le sue memorie più signifcative lo portano all'ultimo anno della sua vita da umano dove non incontra solo Carlisle ma anche una ragazza che terrà in una parte delle sue memorie per sempre. Dopo di lei, Edward è stato incapace di amare per 89 anni fino a quando non incontra Bella Swan e la sua vita viene stravolta nuovamente dall'amore ma questa volta non sbaglierà. Non lascerà che la storia si ripeta. [Ogni storia ha un inizio. La storia segreta di Edward Masen... prima di Bella Swan.. prima di Edward Cullen. Un amore perduto dilaniato per l'eternità] Sappiamo così poco della vita di Edward Cullen prima della sua trasformazione che ho ipotizzato un ipotetico passato. Questa è un AU. Quindi se non vi piace questo genere è megio che saltate ad un'altra storia.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga, Eclipse
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PRIGIONIERA

Every story has a beginning.


The untold story
of Edward Masen...
before Edward Cullen...


A lost love torn apart for Eternity


The Twilight Saga's
Celestial


La gola brucia.
Tutto il calore si è fermato lì. Ho sete. Basta.
Allungo le dita incontrando delle brevi increspature, la malattia mi ha reso ipersensibile.
Apro gli occhi cercando l'infermiera ma c'è troppa luce, chiudo gli occhi iniziando a cercare il bicchiere d'acqua sul mio comodino. Perchè è lì che me l'aveva messo la suora ma provoco solo trambusto. «Edward...apri gli occhi.»
Di scatto i miei occhi si aprono ma non riesco a mettere a fuoco niente. Davanti agli occhi continuano a cadere dei pulviscoli di polvere che non mi permettono di vedere niente.
«Concentrati su di me.»
Come se fosse spuntato da nulla Carlisle si posiziona esattamente dietro quegli intrusi e il mio cervello finalmente riesce a metterlo a fuoco. Rimango per un attimo spiazzato dai colori vividi, i capelli più biondi del solito e la pelle diafana.
«Spero che vada tutto bene. Non l'ho mai fatto prima. Avrà finito la trasformazione?»
«Trasformazione?» domando sentendo ancora di più la gola bruciare. Carlisle rimane accigliato per un attimo e solo dopo pochi millisecondi mi accorgo che non ha mosso le labbra.
«Come fa a sapere cosa...»
Non sento più niente e il capo di Carlisle si china su un lato come se stesse analizzando una cavia. Mi volto notando come tutto è diventato più nitido. I rumori più chiari.
«Dove sono?» chiedo ma il bruciore è ancora troppo forte. Cerco un pò d'acqua trovandola nel comodino accanto al mio che non è quello dell'ospedale. La camera è di un giallo tenue.
Bevo tutto d'un fiato l'acqua cercando di calmare il fuoco nella gola ma appena il liquido inizia la sua discesa per tutto il mio stomaco è come se avessi ingoiato lava.
Il mio stomaco si contorce rivoltandosi a quel intrusione. Rimetto tutto sul pavimento.
«Lascia perdere. L'acqua non fa per te.» sussurra, sentendolo così vicino mi scanso e nemmeno io so come faccio ad essere dalla parte opposta della stanza in così poco tempo.
Guardo le mie mani, le mie braccia che sembrano più forti e guizzanti. Mi reggo in piedi facilmente, è simile alla sensazione di galleggiare ma i miei piedi sono ben piantati a terra. Il bicchiere, ancora stretto nella mia mano, viene frantumato come se fosse un sottile strato di carta e non fatto da prezioso cristallo intarsiato.
«Che.Cosa.Mi.Hai.Fatto?» chiedo mentre un sibilo simile ad un ringhio esce fuori dalle mie labbra quasi come se fossi un animale. Mi stupisco perfino io.
Mi prende per un braccio buttandomi giù dalla finestra. «Vieni a nutrirti.» bisbiglia prima di correre verso un bosco vicino.
Come se non avessi più il controllo delle mie gambe inizio a correre con lui fino a quando non annuso una fragranza buonissima, posseduto da una volontà più forte di me seguo la scia fino a quando i miei denti non si conficcano nella carne pulsante di un cerbiatto.
Schifato da me stesso non riesco ad allontanarmi.
Carlisle mi guarda soddisfatto e sento perfino i suoi pensieri compiaciuti. Sì, i suoi pensieri.
L'ho capito.
Questo è l'inferno.




Mi nutro per giorni interi per saziare la mia fame.
Giorni a prosciugare il sangue di qualsiasi animale che mi capita a tiro.
«Dove sono i miei genitori?»
Non mi serve aspettare la risposta perchè chiare immagini vengono catapultate nella mia testa.
Morti.
Mio padre si è gettato da un ponte "incapace di vivere senza di lei. Di noi". Testuali parole.
«Cosa diavolo mi hai fatto?» sibilo e i miei muscoli s'irriggidiscono pronti ad attaccare.
«Vampiro.»




Dannazione.
Rompo il tavolo della sala da pranzo tirando semplicemente un pugno e nemmeno con tanta forza. «È difficile Edward. Non è semplice come pensi...» ripete Carlisle per l'ennesima volta.
«Tu l'hai fatto!»
«Ed era la prima volta!» urla più di me, «Non sapevo nemmeno come sarebbe andata a finire!»
Vorrei spaccare tutto. Non solo il tavolo della cucina.
«Lei è viva!» ruggisco e quasi tremano i vetri della cucina.
Carlisle si lascia cadere su una poltrona massaggiandosi gli occhi con le dita. Quando li riapre sono ben visibili delle striature nere insieme al dorato dei suoi occhi. I miei sono ancora rossi, dice che passerà con il tempo.
Prima erano orribili. La prima volta che li ho visti sembravano fondersi con il sangue che avevo su tutto il viso e il corpo. Sono una bestia, un mostro.
«Rifallo.»
«Non posso Edward...io...e se non riuscissi a fermarmi nel momento giusto? se...»
«PIANTALA!» stavolta sono le mie dita che si infossano nella spalliera della sedia.
«Non posso Edward.» ripete senza guardarmi negli occhi.
Sono teso peggio di una vipera pronto a colpirlo in qualsiasi momento. La mia bocca è piena di veleno e il mio stomaco si attorciglia. «Allora insegnami.»
«Edward...è già morta.» bisbiglia.
«Lo ero anche io.» ribatto ricordandogli che ero più morto che vivo quando è entrato nella mia stanza. Carlisle finalmente mi guarda, valutando attentamente quello che gli sto proponendo.
«Non saprai fermarti. Sei un neonato.»
«Mi fermerò. Ne sono capace e sai perchè?»
Carlisle mi fissa con lo sguardo serio. «Io la amo.»


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