Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |       
Autore: baby80    27/08/2010    29 recensioni
La storia dei nostri amati Oscar e André attraverso lo sguardo di un personaggio delicato e silenzioso, che ci mostrerà tutto quello che non è stato detto e non è stato visto, tutte quelle parole e quei gesti che sono rimasti celati dietro ad un'ombra...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
È una mattina di inizio dicembre, così fredda e scura che perfino il gallo, quest'oggi, ha deciso di privarci del suo canto.
Cammino a piedi scalzi sul pavimento che pare ghiaccio, una pessima abitudine che mi porto dietro dall'infanzia, e per la quale, un tempo, ho rimediato innumerevoli sculacciate.
Comprendo perfettamente i rischi di questo mio incosciente vezzo, ma non mi è possibile farne a meno, ho bisogno di sentire, attraverso la pelle, ciò che sta al di sotto.
Se mi fosse permesso camminerei scalza da mattina  a sera, calpesterei quella terra che la maggior parte delle dame disprezza, colpevole, pur senza colpa, di macchiare le loro preziosissime scarpette di raso.
Ah, io non ho certo di questi problemi! Io stessa ricerco la colpa della terra sulla mia carne, correndo nelle pozzanghere di fango come fosse la cosa più naturale di questo mondo, e non disdegno neppure i deliziosi ristagni di pioggia o le distese di fili d'erba, bagnati dalla rugiada del mattino.
Se solo potessi correre, ora, su quel delizioso manto di neve che ricopre il giardino, credo che morire di gioia, o di polmonite, come direbbe la cara vecchia Nanny.
Tutto ciò che mi è concesso fare è osservare, i gomiti sul davanzale di marmo e il mento poggiato sui palmi delle mani, e lo sguardo corre, al di fuori di questa finestra annebbiata dal mio alito caldo.
Scruto il buio di un mattino ancora lontano, in contrasto con il candore della neve, così bianca e pura che sembra illuminare ogni cosa, se solo questo momento non giungesse mai alla fine... il sole potrebbe nascondersi sotto le vesti della notte, ed il gallo potrebbe barattare il  proprio stornello con un'intera vita di riposo, ed io, io potrei privarmi delle mie vesti di fantasma e divenire una presenza finalmente viva!
Se solo il giorno non sorgesse quest'oggi, io potrei essere una persona diversa.
Ma tutto questo non è possibile, ed eccolo li, l'ingrato sole, innalzare il proprio orgoglio con una tale prepotenza da far nascere in me un moto di stizza.
Tra qualche minuto il gallo si desterà, così come l'intero palazzo, ed io diverrò ciò che sono sempre stata, un fantasma, un ombra, un pensiero che non si rammenta più.
Tra qualche istante, ma non ora, ora sono io, ed io soltanto, l'anima di questo luogo.
Sorrido di questi miei stupidi pensieri, sbuffando aliti di respiro sul vetro che prontamente pasticcio, tracciando, con la punta delle dita, strambi scarabocchi.
Una figura attira la mia attenzione, una macchia scura a sporcare la purezza della neve, sollevo  il corpo sulle punte dei piedi, intirizzite dal freddo del pavimento, e lo vedo, colui che vive, come me, nella parte oscura del mondo.
Eccolo li, André, che ha fatto dell'ombra il suo vestiario.
Sospiro sperando che questa notte non veda mai la fine, socchiudo gli occhi cancellando la neve e la figura d'uomo che vi cammina all'interno.
Il canto del gallo.
L'intero palazzo riemerge dal sortilegio della notte, riempendo ogni più piccolo angolo di voci, rumori, di vita, ed io cado nell'ombra del giorno, divengo un insolito fantasma.
Un nuovo giorno, ed io sempre la stessa.
Mi chiamo Anais e sono nata nel silenzio.


Non parlo, mi pare di non averlo mai fatto, da che ho memoria per ricordare.
I miei genitori hanno temuto per la mia vita fin dal mio primo respiro, sono venuta alla luce prima del tempo, con la malasorte a mordermi il didietro, o almeno è così che racconta la vecchia Nanny.
Nessuno sa perché non vi è parola in me, incalcolabili ipotesi sono state coniate per il mio mutismo, e ancor di più sono state le maldicenze.
C'è chi ha affermato che fossi nata senza lingua, ma si dovettero ricredere quando, con la sfrontatezza dell'infanzia, non facevo altro che mostrare quella che fu definita, una linguaccia, a chiunque mi si avvicinasse.
Le menti più bizzarre erano fermamente convinte che in me ci fosse il male oscuro, il marchio inequivocabile del diavolo.
Non rammento più le volte che venni segnata col segno della croce, con fazzoletti impregnati d'acqua santa, da dame di cui non conoscevo neppure il nome.
Per i medici sono stata una sfida, era insolito per loro che io non avessi l'uso della parola, ma che al contrario ci sentissi benissimo.
“Chi nasce muto deve essere necessariamente sordo!” così dicevano, e allora... “Forse la bambina è pigra” affermavano con voce ferma e decisa, per poi concludere la diagnosi in un sussurro, in un angolo della casa, cercando di confortare mia madre.
“O magari, madame, la bambina è semplicemente tarda.”
Muta, tarda, pigra, maledetta da lucifero, qualunque fosse stata la mia condanna, mia madre tentò con ogni mezzo di estirpare anche una sola parola dalle mie labbra, provò con tutta se stessa, con tutto l'amore e l'ostinazione che solo una madre possiede.
Povera cara mamma.
Tentò, e tentai io stessa, fino a quando arrivò il giorno in cui semplicemente smisi di provare.
Ed eccomi qui, cameriera a palazzo Jarjayes, grazie al buon cuore di Nanny, se lei non avesse interceduto non vi sarebbe stato alcun genere di lavoro per una povera disgraziata come me.
Sono nata nel silenzio, cresciuta nella malattia, ed ora sono quella che nessuno nota, quella che nessuno vede.
Sono un fantasma, un'ombra, e tutto ciò che mi è concesso di fare è guardare.
Ed io ho visto.
Ho visto qualcosa che probabilmente non avrei dovuto vedere, e che forse dovrei dimenticare.
Ho visto qualcosa che forse nemmeno Loro comprendono, mi è stato concesso di scorgere i segreti, i sospiri, quei piccoli gesti che si compiono quando si crede d'esser soli.
Io ho visto tutto questo perché sono quella che nessuno vede.
Ma io esisto, e non posso smettere di vivere, da quando loro, Oscar e André, hanno riempito i miei occhi.
  
Leggi le 29 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: baby80