Enlighten me
reveal my fate
just cut these strings
that hold me safe
You know my head
you know my face
you'd know my heart
if you knew your place
I walked straight down
as far as I can go
[Breaking Benjamin, Follow me]
Ora so cosa devo fare. Ora so
qual è il mio compito.
“Shisui,
piantala.”
Il ninja che gli stava di fronte sbarrò gli occhi, stupito dal tono seccato con cui era stato apostrofato.
“Di far cosa?”
“Di preoccuparti per me. Di continuare a guardarmi. Piantala.”
Itachi si chinò verso il fuoco, sistemando qualche ramo: la notte scendeva, assieme ad un freddo che annunciava l’arrivo di un inverno impietoso.
Si gelava dentro.
Shisui gli lanciò un’ultima occhiata sfuggevole, stringendosi nel mantello nel vano tentativo di scaldarsi. Era la quinta notte che passavano all’addiaccio dal completamento della missione, stavano procedendo verso casa in modo insolitamente lento.
Prese un pezzo di pane raffermo, addentandolo poco cerimonioso.
“Domani, se ci metteremo in marcia all’alba, saremo a casa entro sera. – strattonò il pesante pezzo di stoffa che gli fungeva da coperta, facendolo aderire meglio al corpo, rannicchiandosi ai piedi di un albero – Sono stanco di dormire per terra.”
Itachi rimase seduto, gli occhi socchiusi fissi sull’ombra dell’amico già addormentato, resa tremolante e confusa dal fumo del fuoco che si spandeva nell’aria. Ciondolò un attimo dal sonno. La vista si faceva sempre più sfocata. Stanchezza, pensò. Il fumo negli occhi.
Si guardò le mani con sguardo vacuo.
Vorrei strapparmeli.
Non li voleva più, non voleva che servissero a ciò che gli era stato ordinato, non voleva che suo fratello ci guardasse dentro.
Per l’ultima volta, per trovarci la morte.
Abbassò le palpebre, in catalessi, cercando di scacciare il pensiero.
Si soffermò invece sull’idea precedente, lasciandola scivolare lenta nella sua mente, allettante.
Posò le mani sulla faccia, tastando leggero con le dita i morbidi lembi di pelle che proteggevano i bulbi oculari. Sarebbe bastato un secondo, uno scatto delle sue dita. Tremò.
Il fumo gli offuscava la mente. Gli occhi gli bruciavano.
Quello era solo un sogno. All’alba si sarebbe svegliato, ancora con il peso di una missione da cui lui, ninja, non poteva sottrarsi.
Lasciò ricadere le braccia, osservando di nuovo l’amico, il suo petto alzarsi e abbassarsi in respiri lenti e profondi, testimonianza di vita.
Le fiamme del debole fuoco sfumavano l’immagine.
Sembra già così lontano…
**************
Perdonatemi, sono di fretta. Ringrazio quindi velocemente Nemesis, per l'assiduità con cui recensisce, per il piacere che mi procura leggere i suoi complimenti e per avermi messo nei suoi autori preferiti (**). Ringrazio anche tutti quelli che leggono e seguono e hanno recensito precedentemente. E quelli che hanno recensito e mi hanno fatto gli auguri nella schifezzuola che ho scritto due giorni fa. XD Grazie...
E scappo, scusate. Vi voglio bene. <3
Cory ^^
Il ninja che gli stava di fronte sbarrò gli occhi, stupito dal tono seccato con cui era stato apostrofato.
“Di far cosa?”
“Di preoccuparti per me. Di continuare a guardarmi. Piantala.”
Itachi si chinò verso il fuoco, sistemando qualche ramo: la notte scendeva, assieme ad un freddo che annunciava l’arrivo di un inverno impietoso.
Si gelava dentro.
Shisui gli lanciò un’ultima occhiata sfuggevole, stringendosi nel mantello nel vano tentativo di scaldarsi. Era la quinta notte che passavano all’addiaccio dal completamento della missione, stavano procedendo verso casa in modo insolitamente lento.
Prese un pezzo di pane raffermo, addentandolo poco cerimonioso.
“Domani, se ci metteremo in marcia all’alba, saremo a casa entro sera. – strattonò il pesante pezzo di stoffa che gli fungeva da coperta, facendolo aderire meglio al corpo, rannicchiandosi ai piedi di un albero – Sono stanco di dormire per terra.”
Itachi rimase seduto, gli occhi socchiusi fissi sull’ombra dell’amico già addormentato, resa tremolante e confusa dal fumo del fuoco che si spandeva nell’aria. Ciondolò un attimo dal sonno. La vista si faceva sempre più sfocata. Stanchezza, pensò. Il fumo negli occhi.
Si guardò le mani con sguardo vacuo.
Vorrei strapparmeli.
Non li voleva più, non voleva che servissero a ciò che gli era stato ordinato, non voleva che suo fratello ci guardasse dentro.
Per l’ultima volta, per trovarci la morte.
Abbassò le palpebre, in catalessi, cercando di scacciare il pensiero.
Si soffermò invece sull’idea precedente, lasciandola scivolare lenta nella sua mente, allettante.
Posò le mani sulla faccia, tastando leggero con le dita i morbidi lembi di pelle che proteggevano i bulbi oculari. Sarebbe bastato un secondo, uno scatto delle sue dita. Tremò.
Il fumo gli offuscava la mente. Gli occhi gli bruciavano.
Quello era solo un sogno. All’alba si sarebbe svegliato, ancora con il peso di una missione da cui lui, ninja, non poteva sottrarsi.
Lasciò ricadere le braccia, osservando di nuovo l’amico, il suo petto alzarsi e abbassarsi in respiri lenti e profondi, testimonianza di vita.
Le fiamme del debole fuoco sfumavano l’immagine.
Sembra già così lontano…
**************
Perdonatemi, sono di fretta. Ringrazio quindi velocemente Nemesis, per l'assiduità con cui recensisce, per il piacere che mi procura leggere i suoi complimenti e per avermi messo nei suoi autori preferiti (**). Ringrazio anche tutti quelli che leggono e seguono e hanno recensito precedentemente. E quelli che hanno recensito e mi hanno fatto gli auguri nella schifezzuola che ho scritto due giorni fa. XD Grazie...
E scappo, scusate. Vi voglio bene. <3
Cory ^^