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Autore: Inori To Yukiko    27/08/2010    0 recensioni
Inori e Yukiko non si sopportano,costantemente in concorrenza per la popolarità alla Yumemori Gakuen. Ma un'amicizia da riconquistare e un mondo da salvare dimostreranno loro che, per quanto la loro vita sembrasse perfetta,mancava proprio dei pezzi fondamentali.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Natsumiya Inori: non c’era allievo della Yumemori, che fosse delle elementari, delle medie o delle superiori, che non conoscesse la migliore studentessa dell’Accademia. Da sempre la prima in tutti i test, non conosceva voto inferiore al 100 e sin da piccola era stata additata come la più notevole promessa del Giappone, non soltanto in campo scolastico e scientifico ma anche della musica, dal momento che sin da giovanissima aveva vinto numerose competizioni con il violino.
I suoi genitori erano nientemeno che Natsumiya Eichi e Nozomi, i due fisici più importanti che il Giappone potesse vantare, la loro ricerca di meccanica quantistica era stata proposta per ricevere il premio Nobel e aveva ottenuto diversi riconoscimenti internazionali. Nonostante questo, a chiunque aveste chiesto vi avrebbe risposto che non v’era il minimo orgoglio o senso di superiorità nel suo comportamento, anzi le sue compagne di classe ne parlavano come della persona più gentile e disponibile del mondo, sempre educata e cordiale con tutti; non rifiutava mai un aiuto o una spiegazione, tanto che era spesso circondata anche da studenti delle altre classi, ma senza un briciolo di superbia continuava a rifiutare – a differenza di un’altra viziata e indisponente ragazzetta che si era autonominata, senza averne minimamente le qualità salvo la presunzione, reginetta della scuola - il titolo di –sama, che sempai e kohai, nonostante le sue umili proteste, persistevano ad attribuirle. Insomma, con la sua intelligenza e quel comportamento, nessuno avrebbe potuto dire che il posto di presidentessa del consiglio studentesco non fosse più che meritato, anzi erano tutti entusiasti che la scuola fosse (più di quello che immaginavano) nelle sue mani e che i professori ritenessero ispirata ogni sua parola e che l’adoravano. Nessuno avrebbe mai potuto dire che c’era qualcuno con cui potesse litigare o che addirittura fosse in grado di odiare del tutto. Almeno questo era ciò che avrebbe potuto dire chiunque la conoscesse nell’ambito della scuola.
Era anche vero però che nonostante tutto ciò non era mai lei a intraprendere una discussione con gli altri a meno che non si trattasse di questioni del consiglio studentesco (con i quali membri poi la sua cortesia era quasi fredda, sebbene nessuno sembrasse accorgersene) e insomma non si era mai aggregata agli altri per andare al karaoke o a fare shopping,nonostante ogni volta che qualcuno l’aveva invitata avesse risposto in maniera perfettamente cordiale – né tanto meno qualcuno era mai stato invitato a casa sua o godeva di una confidenza tale da osare chiamarla anche solo col –chan – almeno non più. Nessuno tuttavia sembrava restarne sorpreso e anzi consideravano la sua riservatezza un motivo in più di ammirazione e venerazione (persino i sempai affollavano la sua aula per parlare con lei).
Se aveste potuto leggere nei suoi pensieri tuttavia (come un tempo faceva la sua –ex – migliore amica) avreste saputo che per lei essere amica di tutti rientrava semplicemente nel suo ruolo di migliore studentessa della Yumemori e nel suo doversi comportare in maniera esemplare, ma per quanto la riguardava, ci fossero stati o meno quegli studenti era cosa che le importava ben poco. Spesso anzi avrebbe preferito studiare per i fatti suoi, probabilmente avrebbe ottenuto più profitto piuttosto che perdere tempo appresso a tutta quella gente che di certo non ne sapeva più di lei. L’unica cosa che in qualche modo non le dispiaceva era il fatto che gli altri la considerassero un punto di riferimento; se c’era un difetto che ammetteva di avere era la soddisfazione di mostrare agli altri quanto fosse più intelligente di loro (ovviamente mascherato con il dovuto riserbo) e chi la conosceva davvero (ovvero, anche a lei sembrava assurdo, la regina delle oche Yukiko), sapeva che in fondo era la persona più saccente del pianeta.
Per il resto il suo motto era “Tieniti stretta gli amici ma ancora di più i nemici” e questo le impediva di essere scortese – aiutata dalla sua naturale tendenza alla diplomazia – con persone cui normalmente non avrebbe rivolto la parola. D’altro canto non poteva non confermare la reputazione dei suoi genitori – anch’essi stelle della Yumemori (le loro foto erano appese nel corridoio d’onore della scuola) – anche se dire che Inori facesse tutto questo soltanto per la loro reputazione piuttosto che per la propria sarebbe quanto mai lontano dalla verità.
Essendo vissuta sin da molto piccola da sola,in una grande casa (i suoi erano partiti per le loro ricerche in America appena si era iscritta alle medie), aveva imparato a gestirsi da sola e a fare affidamento soltanto su se stessa, e come se si trattasse di un programma di sopravvivenza aveva stabilito alcuni punti fondamentali: mai rivelare agli altri i tuoi punti deboli; quand’è necessario bluffare ma conservare sempre un asso nella manica – se c’era una cosa che odiava era trovarsi di fronte ad una domanda di cui non conosceva la risposta: non poteva concepire umiliazione più grande – e non lasciarsi mai cogliere di sorpresa senza avere comunque una via d’uscita. Ossessionata dalla perfezione, non poteva neanche arrivare a concepire di accettare dei limiti, né tanto meno di arrivare seconda in qualunque cosa si applicasse, e quasi per una sfida con se stessa non c’era campo che non avesse esplorato: sin dalle elementari suonava pianoforte e violino, praticava ginnastica artistica a livello agonistico e aveva anche appreso il karate fino all’ultimo livello, ed era anche nel dramaclub dell’Accademia (nel quale si scontrava spessissimo con Yukiko per il ruolo da protagonista).
Per quanto il suo giudizio sulle persone fosse severo, tuttavia, quelle che ottenevano la sua fiducia perché si rivelavano alla sua altezza trovavano in lei l’amica più affidabile, leale e entusiasta del mondo, le uniche che vedessero davvero dentro di lei, e scoprendo una persona completamente diversa da quella che si aspettavano, solare e allegra, e spesso anche ingenua,che si lascia facilmente trasportare dai sentimenti e che tende a vedere il buono delle persone – ma questo era tempo prima dell’inizio del nostro racconto.

 

Essere Hoshikawa Yukiko era un privilegio che solo Hoshikawa Yukiko poteva permettersi. E questo implicava abitare in una villa su due piani in uno dei quartieri residenziali più “in” di Tokyo, peraltro sempre costantemente vuota dato che “papy” (il cardiochirurgo più famoso della città e conosciuto anche nel resto del Giappone) e “mamy” (giornalista affermata e di successo) erano sempre fuori per congressi e reportage; avere una domestica, Konami, pronta a soddisfare qualunque capriccio e ad eseguire ogni singolo ordine impartito; un armadio pieno zeppo di vestiti, borse, scarpe e cinture di qualsiasi tipo, colore e stilista; un brillante futuro all’università delle Hawaii nel campo della Biologia Marina, ed, ovviamente, frequentare l’istituto più prestigioso di Tokyo: La Yumemori Gakuen.
Sì, per Hoshikawa Yukiko la scuola era qualcosa di assolutamente favoloso, al punto che il suo nome figurava nella lista (se non addirittura in cima) degli “studenti che contano”.

Esatto, Yukiko, alta, bella, intelligente, brillante ballerina classica ed ottima attrice, dal momento che era anche la stella del Drama Club dell’istituto,era la regina della Yumemori: era lei a fare il bello e il cattivo tempo tra gli studenti.
Le ragazzine del primo anno la veneravano e scimmiottavano, sperando che lei le notasse e le facesse “entrare nel giro”, quelle degli anni successivi la assecondavano in qualunque richiesta, dal “ecco la mia borsa, vai e prendimi il posto a mensa, quello accanto alla vetrata grande, lontano dai nerd” al “ho un appuntamento per fare la manicure oggi pomeriggio, qui c’è il mio quaderno di inglese, domani all’interrogazione intendo avere unghia perfette ed esercizi perfetti, sono stata chiara?”, anche loro tentando di entrare nell’olimpo degli “Yumemori VIP”.
C’era da ammettere, però, che la cosa della scuola che più divertiva Yukiko erano i ragazzi: ormai consacrata ape regina dell’istituto, aveva tutti i ragazzi ai suoi piedi. Tutti si scioglievano davanti a lei, alla sua cascata di perfetti capelli neri dai riflessi blu notte ed ai suoi grandi occhi blu. Tutti.
Le bastava uno schiocco di dita per averli tutti lì a pendere dalle sue labbra: dai nerd sfigati con occhiali spessi e acne adolescenziale, da lei peraltro accuratamente evitati più di come si possano evitare dei malati di peste bubbonica, al belloccio di turno, acclamato da tutta la popolazione femminile della scuola e capitano di qualche squadra sportiva. Al suo minimo sbattere di ciglia, diventavano tutti sue docili vittime: loro erano così prevedibili, ed era tutto così terribilmente divertente!
Ed ancora più divertente era guardare la faccia verde di bile delle nerd sfigate capitanate da Natsumiya Inori. Che immensa goduria! Anche se Yukiko doveva ammettere, seppur a malincuore e comunque mai a voce alta, che la Natsumiya era sprecata in mezzo a quel branco di perdenti.

All’inizio Yukiko ed Inori erano il duo per eccellenza, stavano sempre insieme dettando legge a destra e a manca: a scuola insieme la mattina, compiti e shopping nei negozi in di Shibuya il pomeriggio, pigiama party la sera, vacanze insieme durante l’estate. Non esistevano segreti tra loro, ciò che era di una era automaticamente anche dell’altra: sogni, speranze, progetti, qualsiasi cosa venisse loro in mente era da fare in due. Era assurdo pensare che un’amicizia così bella e vera come la loro si sarebbe alla fine risolta in una bolla di sapone e che il loro filo rosso si sarebbe allentato inesorabilmente ed irrimediabilmente. Eppure accadde.
In poco tempo, Inori era passata al “lato oscuro” e i loro attriti erano sfociate in ostilità pura. Una vera e propria guerra.

Benché Yukiko pensasse che la Natsumiya avesse una marcia in più rispetto a quegli sfigati di cui si circondava, lei aveva comunque deciso di passare dalla parte dei nerd, e come tale doveva essere trattata.
Aveva voglia di atteggiarsi ad intellettuale prima della classe ed insopportabile so-tutto-io, non sarebbe mai stata come lei. Mai. Yukiko poteva anche arrivare perennemente seconda ai vari test scolastici, ma la sua classe e il suo stile eclissavano la Natsumiya. Chiunque poteva starsene ore ed ore seduto davanti ad un libro, memorizzandone ogni singolo concetto, ma la sua eleganza e la sua superiorità erano qualcosa di innato, non potevano essere acquisite come si faceva con le formule di fisica stampate sui loro libri. Bhè, del resto c’era un motivo se lei era l’ape regina della Yumemori e quella era la secchiona della scuola, no?


  
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