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Autore: Tommina483    27/08/2010    1 recensioni
I suoi dread dorati gli ricadevano su due spalle muscolose ed imponenti. Nel suo metro e novantaquattro incuteva non poca paura. Vi piace la danza? Beh è la storia che fa per voi. Comunque è la mia terza fan fiction, spero vi piaccia!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvolta nella mia caldissima sciarpa di lana passeggiavo per le vie di Berlino quando mi squillò il telefono.

Pronto?” era mia madre.

Ciao Jen, ascolta stasera torno tardi, ho un caso un po complicato quindi non aspettarmi sveglia d'accordo?”

Si mamma, ciao.” le chiusi il telefono in faccia, perchè sapevo che era la solita cazzata.

Non aveva nessun caso, faceva l'avvocato ma la maggior parte delle volte le faceva solo comodo.

Raccontava un sacco di stronzate, e mi stava sul cazzo.


Entrai in casa, l'odore di sigaretta era nell'aria, papà era tornato.

Stava via parecchio per i suoi “viaggi di lavoro”. Non che mi importasse, ma comunque odiavo la gente che raccontava cazzate, quindi odiavo i miei genitori.

Ciao papà, sono a casa.” dissi dando poca importanza alle mie parole, e soprattutto alla sua inutile e noiosa presenza.

C'era una cosa positiva però, quando mio padre era in casa potevo fumare.

Salii in camera mia e accesi il pc, non avevo un cazzo da fare, come al solito.

Verso l'una decisi di dormire, anche se non avevo per niente sonno.

Mi sdraiai sul letto e accesi una sigaretta, tanto mia madre prima delle quattro non sarebbe arrivata. La finii e mi addormentai.


**

Si, sono riuscita a tirarlo fuori dai casini, gli ho lasciato il mio numero in caso gli serva qualcosa, è un bravo ragazzo anche se non sembra, era tutta colpa del cugino, d'accordo ci vediamo domani, ciao!”

La voce di mia madre saliva per le scale insieme al forte odore di caffè.

Mi vestii e scesi a fare colazione mezza intontita.

Ciao mamma, ciao papà.” mi sedetti, addentai un Waffel e bevvi un sorso di spremuta.

Jen, ieri sono tornata tardi perché ho tirato fuori dal carcere un ragazzo della tua età, era un bravo ragazzo ed era innocente, quindi ho deciso di aiutarlo.”

Wow, commovente, adesso devo andare a scuola, ci vediamo.” feci un cenno a papà e uscii di casa.

Percepii l'aria gelida di Berlino, faceva un freddo fottuto, io odiavo il freddo.


Arrivai a scuola in dieci minuti di cammino, salii le scale dell'entrata ed entrai nel cortile.

Ci misi poco a riconoscere Karen e Klara, le due ragazze che avevo conosciuto il giorno prima.

Le raggiunsi e le salutai, mi accesi una sigaretta e aspettai con loro l'inizio della prima ora.

Due devastanti e noiosissime ore di musica.

Cazzo. Era lo stesso corso del finocchio!

Entrammo in sala e ci sedemmo, la lezione passò in fretta e di quel coglione nemmeno l'ombra. Uscii e insieme a Klara ci dirigemmo verso l'aula di Hip Hop.

Diedi un veloce sguardo nel cortile, non c'era nemmeno Thomas.

Sinceramente non so perchè mi interessava di quei due, anzi, non doveva interessarmi, erano cazzi loro il motivo per cui non erano a scuola, manco li conoscevo.

Anche le due ore di danza passarono in fretta.


**

Senti Patrick, non sapevo cosa fare! Sarà una cosa temporanea, per favore dai loro una possibilità!” sentivo gridare mia madre dal vialetto di casa.

Ti giuro che se entro due o tre giorni non sono fuori dalle palle io me ne vado!” rispose mio padre.

Fidati Patrick per favore.” chiese mia madre implorante.

Sinceramente non capivo cosa stesse succedendo e non mi interessava.

Entrai in casa e salutai Thomas.

Aspetta. CHE CAZZO CI FACEVA THOMAS SEDUTO SUL DIVANO A CASA MIA???


Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Cosa ci fai lui qui??”

Stai calma, è un alloggio temporaneo, sono tornato a casa dalla prigione grazie a tua madre, poi sono tornato a casa mia ma i miei genitori non c'erano piu, così in attesa dell'assistente sociale rimarrò qui, solo fino a domani”

Non potevo credere ai miei occhi, quel coglione era seduto sul MIO divano, stava guardando la MIA tv con il MIO telecomando.

Decisi che per quanto tempo fosse stato nella mia vita, non gli avrei dato la minima importanza.

Non lo guardai nemmeno in faccia e mi diressi verso camera mia. Arrivai in cima alle scale e lanciai un urlo.

Pure tu? Che cazzo è? L'invasione dei coglioni?! Mamma leva dalla mia vista questi due o scappo di casa. Cazzo, potevi chiedere almeno!” diedi una spallata al finocchio, manco mi ricordavo il suo nome, William o qualcosa di simile, forse.

Entrai in camera mia e sbattei la porta, presi l'i-pod e mi sdraiai sul letto.

Accesi una sigaretta, ero nervosissima, incazzata e delusa da mia madre, come se non lo fossi gia.

Vidi la maniglia abbassarsi e la stronza fece capolino.

Jen, posso parlarti?” mi tolsi le cuffie e fissai il vuoto.

Che cazzo vuoi?” cercavo di non darle troppa importanza.

E' una cosa temporanea, provate a fare amicizia, ho saputoi che vengono a scuola con te.”

Appunto, mi stanno sul cazzo. Uno è un montato e l'altro è gay, dimmi tu!”

Almeno Thomas è carino” e sorrise.

Non fare l'amica, sei stata una stronza!” e per la cronaca,

Non era carino, era bellissimo cazzo. Thomas era bellissimo, ma mi stava sul cazzo.

  
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