11. Love
is our resistance
«Ti dispiacerebbe dirmi cosa ti è successo?»
Oliver camminava assieme a lei, per le vie di Londra, con aria interrogativa.
Katie non correva, non del tutto, almeno – sarebbe parso quantomeno assurdo se si
fosse messa a correre nel bel mezzo della città -, ma accelerava sempre di più
il passo, tanto che Oliver a fatica le stava dietro. In più, Katie era così
minuscola che si confondeva tra le altre persone, cosa che non faceva sentire
rincuorato il ragazzo.
Katie, dal canto suo, sapeva che tutto questo non aveva senso, che trascinarsi
Oliver senza spiegargli niente era assurdo, ma era l’unica cosa che potesse
fare. Angelina e Alicia avevano mandato lei, a chiamarlo, e non avevano idea di
quanto avessero sbagliato. Lei non era come Angelina, in grado di far calmare
la gente con un semplice sguardo e di convincerli a fare quello che lei voleva,
né come Alicia che, con la sua dolcezza, riusciva ad incantare chiunque e a
trascinarseli dietro. Lei era Katie Bell, solo
Katie Bell e l’unica cosa che poteva fare era sperare di arrivare al più
presto, trascinandosi dietro un Oliver piuttosto confuso.
«Avanti, Oliver!» sbottò lei, ma lui le afferrò il polso e la fece fermare, a
poca distanza da sé. Katie si ritrovò ad arrossire sotto il suo sguardo, benché
sapesse perfettamente che non era il momento, che non doveva pensarci, non ora.
«Katie, mi spieghi che sta succedendo? » domando lui, guardandola negli
occhi, serio. Lei era ben consapevole che non era quello il modo di avvertirlo,
lo sapeva benissimo. Ma non era mica il tempo di tentennare. Sapeva di essere
piombata a casa sua, senza avvertire, a bussare alla porta come una pazza.
Sapeva che Oliver l’aveva guardata con aria stupita e lei gli aveva detto che
non c’era tempo, che dovevano correre. Sapeva che non era questo il modo di
fargli capire quello che stava succedendo, ma davvero non c’era tempo. Lei era
solo Katie Bell e l’unica cosa che poteva sperare era che arrivassero sani e
salvi.
Oliver la guardava, preoccupato, e quell’espressione si incise sul cuore di
Katie, ma ora non aveva il tempo di pensare a lui, non poteva pensare al suo
cuore che batteva troppo velocemente, e di certo non per il passo accelerato.
Non era il tempo, non ora, non in quel momento.
Potrebbe non esserlo più, disse una
vocina, nella sua mente, ma Katie scosse la testa. Okay, non ci sarebbe stato
più il momento, forse, ma non era quello. In quell’istante aveva solo una
dannata fretta, non poteva stare lì a pensare che Oliver la faceva arrossire
qualunque cosa facesse.
«Tu-Sai-Chi»
sputò fuori, infine, a voce bassissima, guardandolo negli occhi con espressione
di scuse. Voleva tornare a camminare, per non vederlo rimanere di sasso. Per
non vedere quell’espressione sul suo volto. Ma non era possibile. Oliver si
gelò sul posto, la sua espressione divenne di ghiaccio quando sentì quel nome
dalle labbra della ragazza. Katie avrebbe voluto poter correre ancora, ma
sapeva che Oliver aveva bisogno di lei, in quel momento, così strinse le mani
del ragazzo fra le sue e sospirò, con gli occhi lucidi. «Oliver, sta arrivando
ad Hogwarts. Harry è lì. È la fine di tutto, qualunque cosa succeda».
Oliver sembrava avere i brividi, stupito da quello che stava succedendo. Lei si
alzò in punta di piedi e sfiorò il suo viso con le mani, stringendosi poi a lui
e poggiando la testa sul suo petto. Oliver rimase dapprima stupito, poi la
strinse a sua volta, sempre con delicatezza, quasi temesse di romperla.
«Oliver, stiamo andando in battaglia. Ti prego, cerca di non rischiarmi troppo
la vita, okay? Ho bisogno di te» sussurrò, contro il suo petto, tentando di
tenere a freno le lacrime. Oliver le accarezzò i capelli, con dolcezza che la
fece quasi sciogliere. Oh, Oliver.
«Neanche tu, okay? Non ci tentare neanche, tu … sei importante per me» mormorò
lui, con voce tremante. Lei annuì, con la testa ancora posata sul suo petto,
tentando di non piangere, di non singhiozzare, imponendosi di stare calma. Non
voleva far preoccupare Oliver e ora avevano una battaglia da affrontare.
Il pensiero sembrò riscuoterla. Non dovevano stare lì ad abbracciarsi, quando
probabilmente le persone avevano già iniziato a combattere. Dovevano andare e
subito.
Si scostò da lui, infine, tentando di sorridere e lui ricambiò quel sorriso
spezzato, senza dire nulla.
«Andiamo alla Testa di Porco. C’è un passaggio per Hogwarts. Dobbiamo trovare
un posto … tranquillo per Smaterializzarci. Angelina e Alicia ci aspettano lì»
spiegò, infine. «Hanno chiesto a me di venire a chiamarti, mentre loro
tentavano di radunare gli altri dell’E.S. – è una
storia lunga, lascia perdere» mormorò,
quando vide la sua faccia confusa. Oliver sorrise un po’, all’espressione
esasperata di Katie, ma non era un sorriso rotto. Era un sorriso vero, uno di
quelli che Katie avrebbe volentieri incorniciato. Poteva essere l’ultimo. Anche
lei sorrise, poi riprese a camminare,
sapendo che lui l’avrebbe seguita ugualmente. Avevano bisogno di un posto
tranquillo dove Smaterializzarsi e avrebbe dovuto dirgli che, in realtà, lei
era piuttosto una frana in quello. Ma non importava. Oliver l’avrebbe capita,
avrebbe sorriso ancora e poi sarebbero andati a combattere. Ecco tutto.
Lei ancora non riusciva a crederci: stava arrivando la fine ed era più
presto di quanto avesse mai osato immaginare e, guardando Oliver dietro di lei,
sapeva che anche lui stava pensando la stessa cosa.
Stavano per morire, tutti. Sarebbe finita così, Hogwarts, il mondo magico, la
sua vita. Quella di Oliver, che l’aveva seguita senza fare domande, che aveva
solo stretto la sua mano e le aveva affidato, silenziosamente, la sua intera
esistenza. Stava tutto per finire e lei non era pronta. Non era pronta a dire
addio a tutto, ad Oliver per primo.
Ma Harry era lì. Lui era lì per affrontare Colui-che-non-deve-essere-nominato
e ce l’avrebbe fatta. Sì, doveva essere così. Harry Potter era l’unico che
poteva farlo. Harry Potter, il suo amico, il Cercatore imbattibile, il
ragazzino che aveva paura dei Dissennatori, stava per andare ad affrontare il
Mago Oscuro più temibile che il mondo avesse mai conosciuto.
Ma non l’avrebbe fatto da solo. Ci sarebbero stati tutti: l’E.S.
avrebbe combattuto al suo fianco, a costo di cadere, ma non l’avrebbe lasciato
solo. Gli avrebbero dato l’occasione di sferrare il colpo finale a Voldemort.
Non aveva più paura di pronunciare quel nome, non nei suoi pensieri. Sapeva che
tutti gli stavano andando incontro, non aveva più senso spaventarsi.
Ad un tratto, sentì un calore attorno al polso e sapeva che era la mano di
Oliver che tentava di bloccarla nella sua corsa.
«Katie …» sentì il suo nome pronunciato da quella voce, ma non voleva girarsi.
Dovevano correre, dovevano andare … non voleva voltarsi e vedere il volto che,
probabilmente, avrebbe portato come ultimo ricordo della sua vita. Il suo
ultimo pensiero sarebbe stato per lui, lo sapeva.
«Oliver, ti prego, non è il momento di fermarsi» mormorò lei, ma non ebbe il
tempo di dire altro, perché lui le strattonò ancora il polso e, prima che
potesse solo provare a protestare, l’attirò a sé e la baciò.
A questo, lei non era preparata.
Era decisamente diverso dal primo bacio che si erano scambiati negli spogliatoi
del Puddlemere United, diverso da quello ad Hogsmeade. Questa volta non si
trattava di un bacio innocente e delicato, Oliver non era più disteso su una
barella e lei aveva capito fino a dove potevano spingersi i suoi sentimenti.
Lei rimase immobile, almeno per un momento, tra le braccia di Oliver Baston,
mentre lui sfiorava le sue labbra con le proprie. E poi, si rese conto della
situazione. Oliver la stava baciando.
Oliver la stava baciando e non era uno stupido errore, non era niente del
genere.
Nel momento in cui se ne rese conto, allacciò le braccia attorno al collo del
ragazzo e rispose al bacio, stringendosi a lui. Non era niente di quanto Katie
aveva immaginato, era decisamente di più. Sentiva i brividi lungo la schiena e
un fuoco che partiva dalle labbra e le andava a scaldare ogni parte del corpo.
Solo in quel momento si rese conto di quanto era gelata, di quanto era
terrificata al pensiero di … tutto.
Oliver la stava scaldando ed era la sensazione più bella che avesse mai
provato. Le sue mani che si muovevano sulla sua schiena, sul suo viso, fra i
suoi capelli … e le sue labbra, che accendevano il fuoco dentro di lei, e lui,
che era così vicino, che lei stringeva così forte. Era tutto reale, questa
volta non era una stupida fantasia.
«Ti amo» mormorò Oliver, scostandosi da lei e facendole un piccolo
sorriso esitante. Katie rimase inchiodata sul posto, troppo stupita per credere
a quello che stava succedendo. Aveva ancora le sue braccia strette attorno al
collo di Oliver e sentiva il cuore del ragazzo battere ad una velocità
incredibile, ma non riusciva a crederci. Le aveva appena detto di amarla? Oliver Baston? «Era questo che avrei
dovuto dirti quel giorno, ad Hogsmeade, ma non me ne ero reso conto neanche io.
Lo so, sono un idiota. Ho delle bistecche di drago sugli occhi. Non c’è bisogno
di dirmelo, posso capirlo. Andiamo? »
Ma Katie non riusciva a muoversi. Stava per iniziare una battaglia e l’unica
cosa a cui riusciva a pensare era Oliver Baston che le aveva detto di amarla.
Dovevano correre, dovevano tornare da Angelina e Alicia, eppure l’unica cosa
che sembrava passarle nella mente era il bacio e Oliver che aveva detto di
amarla. Lei.
«Tu …» cercò di parlare, ma la sorpresa era troppa e non riusciva ad emettere
più alcun suono.
Oliver le fece un sorrisetto, intenerito dalla sua reazione.
«Ti amo, sì. Ho detto così» disse, sfiorando il suo volto con le dita. Katie
scosse la testa e affondò la testa nel suo petto, sorridendo leggermente.
«Non è possibile» sussurrò, con la voce attutita dalla maglietta che il ragazzo
indossava. Dovevano correre, Alicia ed Angelina li aspettavano, ma Katie non
era più capace neanche di ricordarsi il suo nome.
«Perché mai non sarebbe possibile? » domandò lui, assecondando la strana mania
che era presa alla ragazza.
«Ho passato otto anni, otto!, ad
aspettare che tu ti accorgessi me, ed ora … non riesco a crederci, è … assurdo!
» sbottò lei, scostandosi leggermente da Oliver e guardandolo con gli occhi
spalancanti. Non riusciva a credere a quello che Oliver le aveva appena detto,
era troppo … incredibile.
«E’ il tuo modo assurdo per dirmi che ricambi il sentimento? » domandò
lui, inarcando un sopracciglio. Katie rimase nuovamente senza parole e Oliver
prese il suo volto tra le mani, sorridendole con un sorriso strano. «Katie, sono
serio. Ti amo. Ed ora stiamo andando in guerra, quindi dobbiamo sbrigarci. Se
tu ricambi, avrò una ragione in più per combattere e tornare».
Katie guardava il volto di Oliver che sembrava serio e concentrato, ma aveva
passato le sue mani dal collo al petto del ragazzo e sentiva il suo cuore
impazzito che batteva velocemente nel suo sterno. Dal volto, non traspariva
nessuna emozione, eppure Katie sapeva – conosceva troppo bene Oliver, dopotutto
– che si stava divorando, che stava attendendo la risposta che l’avrebbe
salvato o fatto cadere. E, cosa assurda, tutto questo dipendeva da lei.
Oliver Baston l’amava e stava aspettando solo una sua risposta.
«Io …oh, Merlino, sì. Ho aspettato per una vita
questo momento ed ora non so cosa dirti! Sì, sì, sì» e, senza dire altro, si
alzò in punta di piedi e lo abbracciò, quasi stritolandolo tra le sue braccia.
Il resto del mondo sembrava scomparso, persino la guerra sembrava ormai
lontana, un minuscolo granello, paragonata ad Oliver che la stringeva a sé, sorridendo.
Qualche minuto dopo, Oliver Baston e Katie Bell riuscirono ad arrivare alla
Testa di Porco, stranamente sorridenti e mano nella mano, così felici che
Alicia ed Angelina chiesero loro se avessero preso qualcosa. In tutta risposta,
prima di entrare nel passaggio che li avrebbe condotti ad Hogwarts, Oliver si
chinò su di lei e la baciò di nuovo, velocemente. Katie sorrise e poi lo seguì,
mentre Alicia ed Angelina li guardavano, stupiti.
Nessuno sapeva se dopo sarebbero tornati, se sarebbero usciti vivi dal
passaggio, alla volta della nuova vita che li attendeva, se Oliver avrebbe
posato un altro bacio su quelle labbra, ma Katie Bell era sicura di una cosa:
aveva un motivo per sopravvivere, nella battaglia che stava per affrontare.
Oliver si voltò verso di lei e le strinse la mano, regalandole l’ultimo sorriso
prima di combattere. Anche lui lo sapeva. Anche lui aveva un motivo per
sopravvivere.
Angolo
Autrice
Vi starete sicuramente domandando com’è possibile che io abbia già
aggiornato, lo so.
Be’, ecco, domani vado via e lunedì non ci sarò, tornerò direttamente la sera e
penso che sarò leggermente stanca – mio padre si è convinto che io voglio
andare a fare le escursioni in montagna, tutto da solo. Ma va be’, questa è un’altra
storia e dovrà essere raccontata un'altra volta -, per cui non avrò la forza di aggiornare. Quindi, beccatevi il
capitolo ora e ringraziate mio padre ù_ù
Che dire? Io amo questo capitolo. Lo so, come sono modesta!
Però, davvero, questo è il momento della verità, una verità che quei due
testoni non avevano mai capito – be’, Oliver sì, Katie un po’ meno XD
Lo so che fa tanto cliché, loro due che si dichiarano prima della
battaglia, ma dopotutto loro non sapevano se ci sarebbe stato un altro momento
per dichiarare i propri sentimenti. Diciamo che Oliver ha avuto un po’ del
coraggio che a Katie mancava, per confessarle tutto prima che fosse troppo
tardi. Adoro il fatto che si sia dato
una svegliata, non è adorabile? *-*
Okay, la smetto di fare la fangirl, promesso ù_ù
Il titolo viene da Resistance <3 quanto amo quella
canzone *_* (sì, lo so, non vi interessa).
E ora vado, al prossimo aggiornamento <3
El.
P.S.: ma ci pensate che mancano solo due capitoli e l’epilogo alla fine? Io
mi sento triste ç_ç