Capitolo 2

La prima cose che videro quando entrarono in case fu il cugino Shisui, seduto davanti alla tele. Si voltò al suono della porta che si apriva e sorrise nel vederli entrare:- Zio! Zia! Itachi! Sasuke!

Baciò sulle guance i due zii e tirò una pacca sulla spalla ad entrambi i fratelli.

-Come va? Sasukino, Piccola donnola?

-Shisui… Stai zitto.

-Ok ok, scusate.

In quel momento fece il suo ingresso… la nonna. Colei che sarebbe riuscita a spaventare il più impavido dei guerrieri, davanti alla quale persino il pelide Achille sarebbe fuggito urlando, perfino Itachi e Sasuke Uchiha perdevano la loro proverbiale calma.

-I MIEI NIPOTINI!!!!

-Ciao, nonna.

-Oh, tesori miei! Come state?- chiese l’allegra vecchietta mentre stritolava, con una forza che Itachi e Sasuke consideravano troppa per una vecchina di 75 anni, le  guance ai due fratelli terrorizzati.

Se ne andò  nell’altra stanza per salutare il figlio e la nuora.

-Allora, ragazzi. Come va?

-Bene, grazie. Tu?

-Non mi lamento. La nonna mi fa avere tutto, come sempre.

Shisui era orfano.  I suoi genitori, gli zii di Itachi e Sasuke, erano morti in un incendio a casa loro, durante una cena intima. Shisui, fortunatamente, era dalla nonna che l’aveva preso in affidamento alla morte del figlio primogenito.

Si sedettero tutti e 3.  Shisui tirò fuori da sotto la vetrina della nonna un vecchio libro.

-Ecco qua, Sasuke. L’ho ritrovato.

Era “Guerra e pace” di Lev Tolstoj. Sasuke sorrise e ringraziò il cugino.

-Shisui… Grazie mille. È fantastico!

Shisui sorrise a sua volta. Non con quel sorriso canzonatorio con cui prendeva in giro i cugini, chiamandoli con nomignoli che detestavano, ma un sorriso caldo  e dolce.  Scompigliò i capelli al più piccolo degli Uchiha.

-Prego, Sasuke.

E in quel momento, Itachi avvertì una fitta in mezzo al petto che non c’entrava niente con la botta che aveva preso il giorno prima, durante una rissa in compagnia della sua “banda”.