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Autore: Tetide    01/09/2010    12 recensioni
Una crociera, per dimenticare; un viaggio per ricominciare. Un incontro inaspettato, in un momento inaspettato. Dopo una separazione è sempre molto difficile ricominciare, anche per Rosalie; ed è per questa ragione, che Oscar ed André le propongono una vacanza un pò diversa... che finirà per cambiarle la vita!! Dedico questa storia a Ninfea Blu e a tutti coloro che hanno amato Blue Velvet. Per la fanart al capitolo 6, debbo un enorme grazie a Ninfea Blu!
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3- Cigarettes and coffee CAPITOLO 3
CIGARETTES AND COFFEE

Rosalie POV
Basta!! Non ne posso più!!!
Questa è una persecuzione bell’e buona, ecco cosa è!!
Ovunque io vada, c’è anche lui. Qualunque cosa io faccia, trovo là anche lui. E non siamo che ai primi giorni di questa assurda crociera...
Voglio tornare a Parigi, nella mia bella casa, a piangere per il mio fidanzato fedifrago: così, almeno, me ne starò in pace!
E dire che avevo accettato di venire per rilassarmi…
Se avessi potuto saperlo… col cavolo che venivo!!!
Guarda l’altra sera, per esempio: avrebbe dovuto essere una serata tranquilla, spassosa, tra amici… ed invece è stata la peggiore figuraccia della mia vita!!
Beh, a cena sembrava tutto così normale… io, Oscar e André, che finalmente avevamo deciso di raccogliere tutte le nostre buone maniere Parigine ed infilarci nel ristorante più chic della nave, ben sapendo che sarebbe stato un salasso per le nostre tesserine… ma proprio per questo avevamo deciso di dividere in tre.
Dunque, entriamo là e ci sediamo, in mezzo ad un tripudio di rasi color salmone, cristalli di Boemia al posto delle appliques, sedie in mogano ed ebano e tovaglie che sembravano fatte di seta tanto erano lucide e linde; la musica da camera sembrava aver cancellato in un attimo tutto il casino degli altri ponti, e la sala era quasi vuota, così ci siamo seduti; abbiamo fatto la conoscenza di una coppia di fidanzati dell’alta società Parigina, Marie Antoinette Asburgo e Axel Fersen, due dottori anche loro in cerca di una vacanza “diversa”, come noi; solo che, al contrario di noi, loro quel posto potevano permetterselo ogni sera.
Abbiamo familiarizzato subito, e dopo cena abbiamo deciso di andare insieme ad assistere allo show al ponte 8, dove c’era il nostro animatore preferito, Gerard Lassalle; questa sera era previsto un intrattenimento divertente con coinvolgimento del pubblico; quando arriviamo, in sala c’è un mare di gente, così ci sediamo in fondo. Ad un certo punto, dopo le varie gare di barzellette, alle quali aveva ovviamente preso parte anche Alain, ecco che Lassalle propone “uno spogliarello in stile Full Monty”, e chiede chi si offre volontario; subito, si alzano André e Axel, ridacchiando come due scemi. Mentre si dirigono sul palco, Oscar mi prende una spalla e mi dice: “Guarda là, c’è il tuo spasimante!”.
A me viene un colpo al cuore, prima non lo avevo notato, e nemmeno lui aveva notato me, a quanto sembra; ma a quel punto, si gira e mi vede, e mi fa un sorrisino, al quale io rispondo rigida; e subito dopo… lo vedo alzarsi ed andarsi ad unire ai “volontari” per lo show!!! Ditemi voi se non debbo pensare che lo ha fatto apposta!
Parte la musica, “You sexy thing”, degli Hot Chocolate, e partono anche i tre spogliarellisti improvvisati; André era ovviamente il più muscoloso, ma… LUI!!! Ca…volo!!
Era uno schianto a dir poco, una statua divenuta vivente!! Quasi tutte le ragazze delle prime file gli stavano addosso!! Io per poco non svenivo, mi sono venute le caldane tipo menopausa, e meno male che si sono tenuti gli slip!! (Anche perché altrimenti, stanotte, dalla cabina di Oscar si sarebbe sentito gridare “uomo in mare!”).
E quando è tornato a sedere mi ha rivolto un altro sorrisetto, indicandomi col dito e facendomi l’occhiolino! A quel punto, sia Diane che Oscar che Marie Antoinette mi hanno guardata, e giuro che in quel momento avrei voluto affondare negli abissi dell’oceano, ed anche dopo, quando sia Oscar sia Diane continuavano a chiedermi se mi sentivo bene! Che figura del c…!
E, morale della storia, ho finito la serata nella mia cabina, con la faccia nel cuscino!!!
Questa storia deve finire!!!

Notevolmente contrariata, finì di pettinarsi e salì sul ponte piscina, dove trovò ad attenderla la sorella e Diane, sedute al bar.
“Buongiorno, Rosalie!” Diane alzò un braccio,
“Ciao!” rispose lei, andando subito a prender posto accanto a loro.
“Duuunnnque…!”, iniziò Oscar “Dato che i nostri uomini sono in palestra, che ne direste di una partitina a carte?”,
“Ottima idea!” rispose Diane,
“Perché no?”, Rosalie era ancora sottotono per la figuraccia subita poche sere prima,
“Sorella? Un po’ d’entusiasmo, su!! Siamo in crociera!”,
“E stasera ci sarà la cena di gala col Comandante” si intromise prontamente Diane “Scommetto che la vista del tuo bello in smoking ti ridarà la carica!!” .
Rosalie divenne all’improvviso rossa, ricordando l’episodio dello spogliarello “Quello non è il mio bello!E’ soltanto uno che ci prova!!”,
“Ceeerto!! E sia io che Oscar siamo Ucraine!! Andiamo, Rosalie, si vede lontano un miglio che anche tu stai morendo dalla voglia di stargli un po’ più vicina! Perché non ne approfitti stasera, e vai a conoscerlo? Un uomo tanto bello e tanto disponibile non capita tutti i giorni, sai?”,
“Mi avete seccato con questa storia!” Rosalie si alzò di scatto dalla sedia per lasciare il ponte; in realtà, non aveva trovato altro modo per celare alle altre due il color paonazzo che aveva sul viso.
Scese fino al ponte 6, dove era in corso il bingo.
Acquistò una cartella mostrando la sua tesserina, e si sedette.
“Scusa, posso sedermi accanto a te, o è occupato?”.
Oh, no! No!!!
“Certo che no. Siediti pure, è libero”,
“Grazie”.
Un’altra fortissima ondata di profumo investì la povera Rosalie, mandando in subbuglio le sue parti basse.
Meglio che non mi giri a guardarlo, già immagino lo stato della sua camicia!!
“Hai fatto qualcosa, finora?”,
“No. Non sono molto fortunata in questo gioco, di solito”,
“Magari non hai controllato bene. Fa vedere!”.
Così dicendo, Louis si piegò lateralmente, circondandola letteralmente con un braccio e coprendole la mano con l’altro braccio, chiudendola praticamente in una sorta di camuffato abbraccio; e la povera Rosalie fu costretta a girarsi nella sua direzione ed a guardarlo in viso.
Ma come accidenti fa ad essere tanto bello?
Poi, inevitabilmente, lo sguardo le andò in basso, sulla camicia aperta.
Oddìo, no!! Ci risiamo!! Ma allora è un vizio!!
“Hmmm…, no, hai ragione tu, non hai fatto nulla”, solo ora Saint-Just si tirò di nuovo indietro sullo schienale della poltrona,
“Te lo avevo detto…”,
“Com’è che te ne stai sempre per conto tuo? Tua sorella?”,
“Oggi le va di far la scema”, disse più a sé stessa che a lui, con gli occhi ancora fissi sulle proprie mani che reggevano la cartella del bingo “E tu? Che ci fai in crociera tutto solo?”,
“Bé, sai, capita… quando la tua ragazza ti ha mollato per un altro”,
“Che???” solo ora Rosalie sollevò lo sguardo dalla cartella per guardarlo in faccia “Tu sei stato… lasciato??”,
“Sì, perché? Ti sembra una cosa tanto strana? A te non è mai successo?”,
“Ah, lasciamo perdere” lei tornò ad abbassare gli occhi,
“Therese mi ha mollato per uno pieno di soldi. Il suo (ed il mio) stipendio da impiegato statale non le bastava più: quello là è il discendente di un antico casato nobiliare, ed ha pure una barca… altro che crociere!!”,
“Che stupida…” mormorò Rosalie,
“La trovi stupida?” lui l’aveva sentita. Rosalie arrossì violentemente e cercò di cavarsi d’impaccio con l’unica cosa ovvia che le veniva in mente.
“Beh, una che cerca un uomo solo per i soldi è una poco di buono…”,
“Sì, questo lo so…”,
Quanto meno, ho detto una cosa sensata…
“Però, io credevo che io e lei fossimo… beh, sì… speciali, ecco!”.
Rosalie alzò gli occhi a guardarlo, ed incontrò uno sguardo profondamente e sinceramente triste; in quel momento si sentì vicinissima a lui.
“Louis…” gli aveva posata una mano su quelle di lui, senza quasi accorgersene “vedrai che troverai… chi ti scalderà la vita”,
“Chissà…” lo sguardo blu di lui vagava per la sala, senza una méta.
“Ma non voglio rattristarmi, adesso: dài, giochiamo!”, disse poi, tornato di nuovo solare, estraendo la propria cartella.
I numeri continuavano ad uscire: ambo, terno, quaterna… ma per Rosalie nulla di fatto!!
“Uffaaa… mi sto arrabbiando!”, sbuffava lei, guadagnandosi la risata fresca ed argentina di lui.
“Mi spiace per te, ma io qualcosa ho fatto, invece!”,
“E cosa?”,
“Cinquina!!”, gridò Louis alzandosi,
“Bene, signore!” fece l’intrattenitrice “Vuole accomodarsi sulla pista, prego?”.
Non appena l’ebbe raggiunta, quella mise in mano a Louis un piccolo pelouche, raffigurante un orsacchiotto, che recava tra le mani un piccolo cuscino con su scritto “Forget me not”. Lui lo prese e, dopo aver ringraziato, se ne tornò a sedere, mentre il gioco riprendeva alla ricerca del bingo.
“Per te” porse l’orsacchiotto ad una sbigottita Rosalie “per dimenticare la tua ferita”,
“Ma… come fai a…”,
“L’ho capito. Dai tuoi occhi” le rispose; poi si alzò e lasciò la sala.
Rosalie rimase a guardarlo allontanarsi, muta e sbigottita.


                                      **********

Alla sera, la nave era in festa.
La cena col Comandante era un rituale speciale a cui nessuno poteva derogare.
Il Comandante per primo.
Ed infatti, il Comandante Maximilien de Robespierre se ne stava impettito al centro della grande sala sotto il tiro del fotografo di bordo, in attesa che tutti i passeggeri, da soli, in coppia od in gruppo, ultimassero la loro discesa trionfale sulla scenografica scala di cristallo che attraversava tre ponti per giungere fino a lui, completando così il loro album fotografico da “divi per una notte” con una foto assieme alla personalità più alta della nave.
Oscar ed André erano a dir poco splendidi, lui in smoking e lei con un completo giacca e pantaloni tempestati di pailettes bianche ed azzurre; quando ebbero raggiunto il comandante, dopo l’usuale stretta di mano, si disposero in posa per il flash.
Dietro di loro stava Rosalie, che sfoggiava un viso quanto mai inespressivo, ed un attillato abito longuette, color lilla, con scollo a cuore e spalline sottili.

Che accidenti hai; Rosalie? Non hai motivi di esser triste, stasera… a parte il solito motivo, certo. Ma, almeno stasera, ti eri imposta di non pensarci…
Il fatto è che non sai come devi sentirti. Sei frastornata, e basta. Il suo gesto ti ha spiazzata: mai avresti immaginato che sapesse essere così dolce e delicato, vero? Ti sembrava solo uno da “una sveltina, e via” , vero? E invece, ancora una volta ti sei sbagliata, cara Rosalie, a giudicare un uomo solo dalle prime apparenze! Adesso devi per forza ammettere che ti piace, e non soltanto fisicamente! Quel gesto ti ha commossa, al punto che non sei neppure riuscita ad infilare quell’orsacchiotto in valigia, ma lo hai posato sul letto, a tenerti compagnia per tutto il resto della crociera!!
E’ stato un pensiero dolcissimo da parte sua, e poi… come cavolo ha fatto a capire che sei stata scaricata? Certo, ci è passato anche lui…
Che confusione!! Non sai come devi sentirti di fronte a quel gesto tanto affettuoso: non puoi sprizzare gioia da tutti i pori perché sei ferita dentro, e questa cosa ti ha commosso; ma non puoi neanche scoppiare a piangere, perché quel gesto è stato carinissimo, e di sicuro non ti ha lasciata indifferente! Che casino!!!

Mentre concludeva questi suoi pensieri, anche Rosalie raggiunse il Comandante: era un uomo alto ed atletico, con un fisico che sicuramente aveva visto parecchie nuotate; aveva due grandi e penetranti occhi blu, limpidi e sinceri, e l’aria di chi dice sempre con chiarezza ed onestà ciò che pensa, anche se non è piacevole(1).
Le porse la mano, e lei la strinse: e la stretta che ricevette non fece che confermare le sue impressioni iniziali.
Finito l’attimo di divismo forzato, Rosalie si ritrovò in sala; cercò con lo sguardo la ragione dei suoi dilemmi di quella notte, e la vide nell’angolo opposto della sala: indossava un gessato grigio, completato da una camicia di raso nero, sulla quale spiccavano con evidenza i suoi lunghi capelli biondi, lasciati liberi e sciolti sulle spalle; fumava distrattamente una sigaretta, da solo, in mezzo a gruppi di passeggeri che discutevano tra di loro, chiassosi.
Che faccio, ci vado? A salutarlo, almeno? Ma sì…
“Rosalie, dove stai andando?” si sentì prendere per un braccio. Era André.
“Io… ehm… da nessuna parte, perché?”,
“Perché ora c’è il cocktail. Vieni con noi, su!”.
Senza aggiungere altro, André la trascinò fino ad un tavolino della grande sala da ballo centrale, dove si erano accomodati gli altri.
Accanto ad Oscar sedeva Diane, con un corto abitino rosa stile Impero, che stava giusto dicendo “Gli strascichi non li sopporto proprio!”; dall’altro lato, Alain, che indossava un semplice completo marrone, tra l’altro dall’aria un po’ “vissuta”, discuteva animatamente con Axel, in frac bianco; Marie Antoinette, seduta sull’ultima poltroncina all’angolo, sorseggiava un drink multicolore, indossando un vero e proprio abito da sirena, di un turchese acceso, con scollo all’Americana e chiusura dietro al collo, completato da quello che sembrava un piccolo strascico.
Appena li vide, Alain fece loro segno di sedersi accanto a lui, indicando due poltrone vuote.
“Ehi, amico” passò un braccio dietro ad André, distendendolo sullo schienale della poltroncina “sai che a bordo abbiamo due con la puzza sotto al naso?”,
“E chi sarebbero?”,
“Chiedilo pure ad Axel” indicò l’amico con un dito; questi rispose.
“Li vedi quei due tizi laggiù, appoggiati al bancone? Quelli che non parlano con nessuno e se ne stanno con il mento in alto, come fossero stelle di Hollywood in vacanza! Lei si chiama Isabelle Du Barry, e lui Etienne De Germaine: hanno due suites vicino alla nostra. Sono due pesti, il genere di compagno di viaggio che vorresti non trovarti mai! Vero, Antoinette?”,
“Vero!” la donna finì di deglutire il sorso che aveva in bocca “Quella, la prima sera ha bussato alla nostra porta per lamentarsi con me che la radio era troppo alta, quando noi la sentivamo appena; lui, invece, incontrando Axel in corridoio, lo ha accusato di averlo spintonato!”,
“E ora, si sono messi insieme, pare! Una coppia veramente bene assortita!!”, aggiunse Axel,
“Speriamo almeno che l’amore li addolcisca!” rise André.
Rosalie non li stava ascoltando: continuava a seguire l’oggetto dei suoi “tormenti” con lo sguardo, indispettendosi ogniqualvolta che lo vedeva fare conversazione con un’altra donna.
“Povera la mia sorellina!” la voce di Oscar ed una mano sulla sua spalla la risvegliarono “E’ andata persa! Ma stasera, credo che ci ringrazierai” e si girò verso Diane, strizzandole l’occhio,
“Che avete combinato?”, chiese Rosalie,
“Ecco, vedi…” riprese Oscar “il Comandante, per fare un regalo ad alcuni passeggeri, ha fatto estrarre a sorte un passeggero per ponte, per farlo sedere alla sua tavola; solo che, quando ha estratto il mio nome, io ho preferito favorire la mia sorellina!”,
“Davvero? Grazie, Oscar!”,
“Ah, figurati! Se non ci si aiuta tra amici…”,
“E penso proprio che gradirai particolarmente quella posizione” aggiunse Diane, ridacchiando. Rosalie non capì.
Venne il momento della cena; tutti gli ospiti si diressero alla sala ristorante principale, dove i tavoli erano stati imbanditi a festa, stile Notte di Capodanno, con tovaglie e tovaglioli color bianco ed oro, candelabri d’argento su tutti i tavoli, cristalleria di Boemia e camerieri a tutti gli angoli; in fondo alla sala, un’orchestrina suonava It had to be you.
“Signora? Siede al tavolo del capitano? Prego!” le disse un cameriere, dopo che lei ebbe mostrato il tesserino consegnatole da Oscar.
L’accompagnò ad un tavolo più grande degli altri, al centro della sala, attorno al quale si trovavano già gli altri ospiti sorteggiati; e a lei, venne un colpo.
Inutile a dirlo, tra questi c’era lui.
Non appena la vide, le fece un gran sorriso, spostando la sedia per invitarla a sedersi.
Imbarazzata, Rosalie si girò verso la sorella, che rideva con Diane. E comprese.
Lo sapevano!!
Prima dell’episodio di quella mattina, le avrebbe sicuramente linciate, ma adesso…

La cena, neanche a dirlo, fu una vera tortura per la povera Rosalie.
Non toccò nemmeno il granchio, non sapendo pulirlo e temendo di fare una figuraccia davanti a lui, che nel frattempo continuava a versarle vino nel bicchiere, quasi si affogò con il consommé accorgendosi che Louis la guardava con aria beata, e si sforzò di mandare giù controvoglia un arrosto salsinato di non sapeva nemmeno quale pesce era stato servito per secondo; la torta flambé completò le portate, mentre il Comandante Robespierre continuava a raccontare episodi delle sue precedenti traversate, in particolare di quella volta che il suo secondo, un tipo inetto e bonaccione di nome Luigi Capeto, stava mandando la nave ad arenarsi sulle secche.
Per tutto il tempo della cena, avevano parlato pochissimo, per lo più di cose futili e di circostanza, tipo qual’era il ponte migliore della  nave, o quanto sarebbero durate le fermate nei vari porti; ma al momento del brindisi, quando il Comandante si alzò in piedi con il calice in mano seguito dall’intera sala, lui le prese delicatamente la mano e le sussurrò “Affinché questo possa esser per te un nuovo inizio!”.
“Salute!!” esclamò la sala all’unisono.

                                      **********

Dopo cena, Rosalie si era riunita ai suoi, e tutti insieme avevano deciso di proseguire la serata al ponte 8, dove si sarebbe tenuto il karaoke.
Nessuno fece parola delle disposizioni delle sedute ai tavoli durante la cena.
La sala del karaoke era piena di gente, ma non all’inverosimile; l’attenzione di tutti era rivolta al cantante improvvisato che si stava esibendo in quel momento.
Rosalie ne riconobbe la voce prima ancora di vederlo.
Seduto su di uno sgabello sotto una fumosa e soffusa luce rossastra, senza la giacca e con le maniche della camicia rivoltate, cantava Cigarettes and Coffee(2), suonando una chitarra.
   
Cigarettes and coffee, niente più
è tutto quel che resta sopra il tavolo di un bar…(2)

Per la povera Rosalie fu il classico colpo di grazia.

… Tu qualunque letto avrai, non dormirai…
Tu vuoi qualcuno da far piangere…
Tanto quanto hai pianto tu!(2)

Siamo isole nell’oceano della solitudine…
Io ti vorrei raggiungere…(2)

L’amore prende i sensi
ma senso non ne ha!(2)

Rosalie si sedette, senza staccargli gli occhi di dosso, tanto lui la ipnotizzava, con quella voce calda e quello sguardo obliquo blu profondo; accanto a lei, si sedettero gli altri.
Tratteneva il respiro, quasi anche il minimo rumore avesse potuto turbare la perfezione sospesa di quel momento; ed in quegli eterni attimi, qualcosa in lei cambiò.
La canzone finì, e le luci si riaccesero; l’intrattenitore di turno riprese il palco.
“Complimenti, Louis! Sei stato magistrale! Salutiamo il nostro amico Louis con un bell’applauso!”.
L’uomo si chinò leggermente al pubblico, che esplodeva in una piccola ovazione, alla quale si unì, tardivamente perché ancora ipnotizzata, anche Rosalie.
“Adesso, chi vuole venire a farci sentire qualcosa? Coraggio, non fate i timidi!” riprese l’animatore.
“Vengo io!” André alzò una mano, mentre sia Alain che Oscar lo riempivano di pacche sulle spalle e di gridolini di incoraggiamento.
Si lanciò sul suo pezzo forte, Creep dei Radiohead, la canzone con la quale aveva conosciuto e si era innamorato di Oscar; inutile dire che anche lui mandò in visibilio il pubblico femminile.
Poi toccò ad Oscar, che si scatenò in un pezzo rock, Cry Baby, di Janis Joplin.
“Come ti sembra che sia andato?”; Rosalie si voltò, e non si sorprese vedendo Louis sorridente accanto a lei.
“Sei stato bravissimo… io adoro quella canzone(3)… non sapevo suonassi la chitarra…”,
“Sì, è una mia vecchia passione: da ragazzo lo facevo sempre alle feste… poi, con il tempo, ho smesso…”,
“Hai fatto male, dovresti riprendere!”, sbottò lei, di nuovo in imbarazzo.
Seguirono alcuni istanti di silenzio; fu proprio Rosalie a romperlo.
“Louis, senti… riguardo a stamattina… io non ti ho ancora ringraziato… e non parlo solo del pelouche… per quello sei stato dolcissimo, grazie… ma soprattutto per l’altra cosa, quella che mi hai detto…”,
“Non ci voleva un genio a capire che eri ferita, ed avevi urgente bisogno di un gesto d’affetto! Perché è così, vero?”,
“Sì”, sussurrò Rosalie abbassando gli occhi sulle proprie mani congiunte in grembo, sulle quali avvertì, immediatamente dopo, posarsi un confortante calore; guardò, e vide che Louis le aveva posata una mano sulle sue.
“Vorrei esserti amico, se me lo permetterai. Non sopporto di vedere qualcuno che soffre per amore: già ho sofferto abbastanza io!”.
Rosalie non disse nulla; non riusciva ad articolare pensieri compiuti nella sua testa, dato che tutta la sua attenzione si era concentrata sul calore improvviso e forte sulle proprie mani, che di colpo le faceva sembrare l’aria condizionata della sala simile ad un vento polare.
L’ennesimo cantante improvvisato finì la sua esibizione, e tornò a sedere, tra gli applausi di un pubblico altrettanto improvvisato; anche Louis prese ad applaudire, e per far questo lasciò le mani di Rosalie: perché lei adesso aveva avvertito improvvisamente freddo?
“Avanti, c’è posto ancora per un’ultima canzone! Chi si offre?” fece l’animatore. Nessuno rispose.
“Torno io, se non vi dispiace” Louis si alzò,
“Ma che piacere! Il nostro chitarrista! E cosa vorrebbe presentarci, adesso?”,
“Un pezzo che dice la verità” rispose lui raggiungendo il palco e mettendosi a sedere con la chitarra in braccio. Rosalie, in quel momento, lo trovò bellissimo.
Sistemò il microfono, ed attaccò a suonare Honesty, di Billy Joel(4).

Honesty…
is such a lonely word…
Everyone is so untrue…(4)

Honesty
is hardly ever heard…
And mostly what I need from you…!(4)
...
I don’t want some pretty face
to tell me pretty lies…
All I want is someone to believe!(4)

E Rosalie non ebbe più dubbi su chi fosse il destinatario di quel messaggio.

I can’t find a lover!
I can’t find a friend!(4)

Anyone can comfort me with promises again
I know… I know…(4)

You are the only one
that I depend on…(4)

Mentre gli occhi le brillavano per l’intensissima commozione, Rosalie pensò che quella notte, prima dell’arrivo alle Isole Canarie, avrebbe avuto molto su cui riflettere.
 


    


__________________________________________________________________________________________  
(1)Per Pry: casomai non lo avessi capito, queste poche righe sono dedicate a te: e poi, non dire che non ti voglio bene!!XD
(2)Canzone (bellissima!) di Scialpi; ve la suggerisco nell’ancor più bello remake cantato da Mina.
(3)Ed io pure!!
(4)Una delle mie canzoni preferite! Trattatela bene!!

Duuunnque...!
In questo capitolo, so bene che Saint-Just avrà causato infarti multipli! XD
La cena col comandante, di solito, è uno dei momenti più intensi di una crociera; e la foto sulla scala di cristallo che attraversa tre piani ne è parte integrante!! (Io ne ho tre, di quelle foto!!) Quanto al karaoke... beh, lì si fanno più figuracce che altro. Ma è comunque divertente!!
Ninfea Blu: allora, i miei personaggi ti piacciono!! ;-) In effetti, questo André che balla il Latino-Americano ha fatto sorridere anche me... ma con quel fisico se lo poteva permettere... o no? Riguardo alla tua domanda sulla mora, tu come la vedi? Lui è molto bello, e lei non è di legno, certamente... ;-)
P.S.: sì, i sandali gioiello li ho "prestati" a Rosalie, d'estate li porto sempre; a dire il vero, qui le ho "prestato" parecchio del mio stile di abbigliamento!!
Kikkisan: buonasera, amante del mare!! :-) Anche a me vien voglia di partire, se penso che ho finito le ferie, mi vengono le crisi! Come hai visto, adesso Rosalie è un pò più "sciolta" dell'inizio verso "Monseiur Bonazzo", ma da qui al lasciarsi andare del tutto ci vorrà ancora un bel pò... e nel frattempo, altre cene, altre feste, altri bagni...
Jenny 123: spero di aver risposto alla tua domanda in maniera esauriente... se Rosalie è lusingata? E quale ragazza non lo sarebbe, al posto suo? Quanto alla sit-com, come vedi in questo capitolo prosegue alla grande... ma ce la vedi la faccia di Oscar mentre André si spoglia pubblicamente? E del nostro Saint-Just versione cantante da pianobar che ne dici?
StregaGrianne: credo che in questo capitolo ti avrò fatta felice, se è vero quanto mi hai detto nel tuo passato commento... Louis che si spoglia prima, e poi che canta tipo Scialpi è roba che non si trova facilmente!
Pry: dunque, tanto per iniziare so che le scene con Robespierre in divisa da capitano ti hanno mandata in estasi, e non negarlo!! XD Bello vedere Oscar&André finalmente insieme in modo normale (cioé non in mezzo a battaglie&affini) e felici, vero? Riguardo ad Alain, una storia senza di lui non è completa...
Lady in Blue: chiedo venia per il mio orribile Spagnolo!! Sapevo che sarebbe uscito un qualche strafalcione... XD Secondo te? Louis è interessato, o vuole solo fare sesso? La povera Rosalie nega la verità perfino a sé stessa perché ha paura di soffrire ancora, ma da ora in avanti, dovrà guardare in faccia la realtà, penso...
Medusa: ti consiglio davvero di farla, la crociera... e ai Caraibi, è il posto migliore, in assoluto! A meno che non ti stia facendo passare la voglia con questa fanfic...
Attendo le vostre recensioni!! 

  
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