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Autore: GreenLittleStar    02/09/2010    3 recensioni
"La risposta sincera era sì, avrebbe fatto qualsiasi cosa per farsi considerare da Malfoy, le sarebbe bastato anche un insulto o una frecciatina che di solito riservava ai suoi amici o a chi ostacolava la sua strada in generale."
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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…*MY STAR*…

Entrò in un atrio particolarmente grande, insieme ai suoi compagni. Si guardò intorno ignorando la stretta allo stomaco provocata dall’ansia.

L’atrio circolare era veramente enorme, ancora carico di una particolare bellezza, ormai sfiorita.

Si fermò per un attimo ad ammirare ciò che lo circondava … il pavimento era di marmo, un tempo lucido e brillante. Le pareti erano dipinte, gli affreschi erano così accurati da sembrare vivi nonostante il colore presente fosse molto meno acceso di quello originale. Si avvicinò alle figure disegnate per guardarle meglio … sembravano persone in carne ed ossa, poteva quasi sentire i suoni della battaglia raffigurata di fronte a lui ... ad un certo punto l’affresco si interrompeva a causa della caduta dell’intonaco, era un peccato.

“Muoviti” gli gridò una voce, quindi staccò gli occhi dalla parete per seguire i suoi compagni, ma si concesse un ultimo sguardo alla stanza e vide un lampadario che pendeva sopra la sua testa, era fatto da pendenti di vetro o diamante sembravano tante piccole stelle.

“Draco, forza!!” venne chiamato per la seconda volta … doveva andare, quello doveva essere un bel giorno … quello era il suo giorno.

Seguì i suoi compagni in un salottino secondario, arredato solo da un grande tavolo posto al centro della stanza … c’era molto spazio vuoto.

Rimase in piedi finché qualcuno gli indicò dove sedersi con un cenno del capo.

Ora erano tutti seduti, ma c’erano ancora due posti vuoti, non sapeva a chi appartenessero.

C’erano tante cose che avrebbe voluto chiedere, ma non osava farlo, non vedeva visi amichevoli, nessuno era pronto ad aiutarlo, quindi preferì restare in silenzio e imitare i suoi compagni che fissavano un punto alla sua sinistra.

Fu in quel momento che lo vide.

A sinistra, dalla parte più lontana da dove si era seduto lui, c’era una poltrona rossa girata di schiena verso il camino acceso che era l’unica fonte di luce.

Sapeva chi era seduto su quella poltrona … era lì proprio per questo. Se possibile la sua ansia era aumentata, adesso le farfalle nel suo stomaco erano diventate molto più agitate, ma nonostante ciò non vedeva l’ora di iniziare l’incontro.

“Siamo tutti per ora. Vi sarete accorti dei due posti vuoti … sono felice di comunicarvi che oggi avremo un ospite”  la voce era fredda, inconfondibile.

Non sapeva se iniziare ad aver paura o sentirsi onorato di trovarsi al cospetto di Voldemort.

“Oggi abbiamo anche un nuovo compagno che presto si unirà a noi, vero Draco?”

Panico. Aveva detto il suo nome, no, peggio, gli aveva rivolto una domanda. Come doveva rispondere? Non sapeva cosa dire! Panico. Panico. Panico. Era una situazione piuttosto imbarazzante, ed il fatto di essere l’unico senza cappuccio, con il viso totalmente scoperto non aiutava affatto.

Ma doveva pur dire qualcosa, giusto?

“Certamente Signore” fece un grande sforzo per tenere ferma la voce.

“Benissimo, ti ho convocato qui oggi perché è un giorno particolarmente importante ed è necessario che tu assista prima di unirti  a noi”.

La porta si spalancò improvvisamente. Entrarono due Mangiamorte, gli unici ad avere ancora la maschera sul viso, che trascinavano un vecchietto bendato e particolarmente magro.

Nonostante la poca luce e la benda che copriva il viso dell’uomo, Draco riuscì a notare l’espressione di dolore e sofferenza che causavano smorfie terrificanti su quel volto che gli sembrava familiare.

I due Mangiamorte liberarono l’uomo dalla loro presa possente facendolo cadere pesantemente a terra perché le gambe erano troppo deboli per sostenere il peso, nonostante la magrezza.

La caduta fu rovinosa, Draco si sorprese di non aver sentito le ossa dell’uomo frantumarsi all’impatto con il pavimento duro.

L’uomo cercò di sollevarsi dal pavimento freddo, ma invano, era troppo debole e capì che una volta in piedi le gambe avrebbero ceduto di nuovo, così optò per raggomitolarsi in un angolo.

“Adesso che siamo tutti, è arrivato il momento di dare il benvenuto al nostro ospite” Voldemort, per farsi sentire, dovette alzare di molto la voce e coprire i frequenti sospiri e lamenti del vecchietto loro ospite.

Draco si accorse che anche gli altri adesso erano agitati, o forse era meglio dire eccitati, come se non vedessero l’ora di dare il loro benvenuto all’uomo.

“Potremmo farlo tutti insieme … oppure … no, Cadmus, ti cedo volentieri l’onore” Voldemort riprese il suo discorso che suscitò la delusione degli altri Mangiamorte, escluso Cadmus, che sembravano riluttanti ad uscire dalla stanza. Draco d’altronde era ben felice di uscire da quella stanza, non sapeva in cosa consistesse il “benvenuto”, ma aveva un brutto presentimento, ed inoltre i lamenti dell’uomo iniziavano a dargli fastidio. Era contento di poter uscire e di non sentire più quei lamenti. Era vicino alla porta quando sentì  la voce fredda di Voldemort parlare “Anzi, perché non resti anche tu Draco?” era stato scelto anche lui. Guardando le espressioni degli altri Mangiamorte, che evidentemente morivano di invidia per l’opportunità che aveva avuto, si sentì contento, ma allo stesso tempo non voleva rimanere in quella stanza.

Il Signore Oscuro, però, aveva parlato, e lui sapeva che ogni sua parola era un ordine. Disobbedire era impensabile.

Draco non rispose, si limitò ad allontanarsi dalla porta e voltarsi tenendo la testa alta, non voleva tradirsi mostrando la paura che provava … aveva parlato di paura? No. Lui non aveva paura … non doveva avere paura.

“Cadmus, il nostro ospite si rifiuta di parlare con noi, pensavo che tu avresti potuto convincerlo. Sempre se ti ricordi come si fa dopo ciò che è successo al Ministero”

“Quello che è successo al Ministero è un incidente …” il tono di Cadmus lasciava intendere l’umiliazione che provava in quel momento. Secondo Draco aveva ragione a sentirsi umiliato, si era fatto staccare un dito da una quindicenne … Mentre pensava alla vicenda del Ministero, non si accorse che il Mangiamorte e il Signore Oscuro si erano avvicinati all’uomo e gli  avevano tolto la benda. Il biondo non riusciva a vederlo in viso perché Cadmus copriva la visuale, tutto quello che riusciva a vedere era la bacchetta del Mangiamorte puntata contro il loro “ospite”…

“Crucio” .

Draco realizzò subito le conseguenze di quella parola ed istintivamente si girò di scatto, sentiva le urla dell’uomo soffocate dal pianto, non voleva guardarlo, ma non riusciva a non fissare sul muro un’ombra che si contorceva.

“Vieni qui Draco”. Ancora una volta il Signore Oscuro ordinava, e Draco adesso era più propenso che mai a rispettare i suoi ordini. Quindi si voltò avvicinandosi a Cadmus. Poteva vedere il sorriso che aveva sulle labbra, sembrava soddisfatto dell’esito della sua maledizione, anzi no, ne era letteralmente estasiato. Draco fu costretto a guardare verso l’uomo a causa dello sguardo fisso e penetrante del Signore Oscuro.

Paura, dolore, sofferenza … ogni lacrima che rigava il viso del vecchietto aveva un significato diverso. Non aveva mai pensato che potesse esistere un dolore così grande, o meglio, non pensava che un essere umano potesse sopportare e resistere ad un tormento simile senza invocare la morte …

Sentiva Cadmus urlare qualcosa e l’uomo urlargli contro, un po’ in risposta e un po’ per il dolore. Draco si concentrò sugli occhi dell’uomo, erano chiari e acquosi a causa delle lacrime … i lineamenti i lineamenti del viso gli ricordavano qualcuno che conosceva. Lo sguardo del biondo andava dalla bacchetta di Cadmus al viso del loro “ospite” e rabbrividì … come ci si sentiva ad essere torturati dalla bacchetta che tu stesso hai fabbricato?

Olivander tremava ancora, urlava risposte alle domande che gli venivano poste mentre continuava a contorcersi a causa della maledizione di Cadmus.

Ormai le urla dell’uomo gli riempivano la testa, non voleva più ascoltare, ma d’altro canto se il Signore Oscuro stava compiendo un’azione simile, significava che un motivo valido c’era… non sapeva quale, ma era già qualcosa sapere della sua esistenza.

Draco si ritrovò improvvisamente spinto verso la porta della stanza, completamente svuotato di qualsiasi tipo di suono, non sentiva neanche il rumore dei suoi passi sul marmo freddo e duro.

Era tornato nel salone circolare di prima, ma adesso se possibile aveva perso quel poco di magia che ancora gli rimaneva, sembrava spento.

Cadmus stava parlando con un altro Mangiamorte, ma era tranquillo, non sembrava minimamente turbato da ciò che aveva appena fatto. Non era forse anche lui un uomo? Forse no… o forse era lui, Draco stesso a non essere un uomo, forse era troppo debole, non era capace di ferire un uomo in quel modo …

Si avviarono tutti verso il vialetto esterno nascosto in parte dall’erba incolta del giardino.

Draco camminava troppo lentamente, gli altri lo urtavano spesso, ma lui non se ne preoccupava più di tanto, preferiva continuare a guardarsi intorno.

Ai lati del vialetto si intravedevano delle lapidi illuminate dalla luce debole della luna. Draco leggeva i nomi incisi sulle pietre fredde chiedendosi come fossero morti tutti quei Thomas e Riddle che non conosceva.

 

 

***

Un nuovo incubo. Ormai era la norma … non riusciva a non sognare urla, lacrime e sangue. Era proprio il sangue che lo faceva stare peggio. Non riusciva a togliersi dalla testa immagini di persone ferite e sanguinanti, era più forte di lui. Ogni volta dopo un incubo si svegliava con il sapore metallico del sangue sulle labbra che gli provocava un forte senso di nausea.

Non gli era piaciuto per niente assistere alla tortura di Olivander, lo aveva fatto stare male per giorni… ora ne pagava le conseguenze con gli incubi.

Per fortuna non aveva partecipato ad altri incontri con i Mangiamorte, era strano che non fossero già venuti a prenderlo, ma dall’altra parte forse era meglio così, non avrebbe sopportato un’altra tortura.

Era buio fuori, probabilmente era ancora notte fonda… ma ormai sarebbe stato inutile rimettersi a dormire, tanto valeva alzarsi e mettersi a fare altro per distrarsi dagli incubi che lo avevano svegliato. Mentre si stava vestendo Draco  sentì dei passi in lontananza… strano, era sicuro di essere solo in casa visto che da quando suo padre era ad Azkaban sua madre passava quasi tutte le notti dalla zia Bellatrix.

I passi si facevano sempre più vicini… ma Draco non era preoccupato, sapeva chi erano, lo sapeva benissimo… stavano venendo a prenderlo alla fine. Sfortunatamente non si erano dimenticati di lui dopotutto.

Finì di vestirsi e rimase immobile per un secono, cercando di ingoiare la paura che gli chiudeva la gola… poi uscì dalla sua stanza e iniziò a scendere le scale che conducevano al piano terra. Arrivò al portone principale, lo aprì per uscire nel giardino di Malfoy Manor e li vide. Decine di uomini incappucciati e mascherati. Draco aveva voglia di scappare, ma non lo fece.

Non sarebbe servito a nulla, prima o poi lo avrebbero raggiunto senza alcuna difficoltà, era inevitabile… tanto valeva non perdere tempo e andargli in contro.  Chiuse il portone della villa e senza indugiare raggiunse i Mangiamorte che lo stavano  aspettando.

 

 

***

 

Era di nuovo nella casa con l’affresco, ma questa volta era stato condotto in un piccolo corridoio nei sotterranei, sembrava di stare in una cantina buia.

Alla fine del corridoio, davanti ad una porta chiusa, c’erano altri Mangiamorte, tutti quelli che non erano andati a Malfoy Manor a prenderlo, alcuni non avevano la maschera. Riconobbe qualche viso… vide sua zia Bellatrix che sembrava totalmente impaziente per qualcosa… e si sentì rincuorato vedendo sua madre anche se, a differenza della sorella, sembrava molto più preoccupata che impaziente. Nonostante ciò lancio uno sguardo al figlio per tranquillizzarlo e, anche se Draco non lo capì, era evidente che in fondo cercava di tranquillizzare anche se stessa.

Quando Draco e i Mangiamorte arrivarono alla fine del corridoio, entrarono tutti nella stanza che si trovava davanti a loro. Era abbastanza grande e completamente vuota. Le pareti di pietre grigie ed umide le davano l’aspetto di una grotta… fredda ed umida.

Prima non lo aveva notato, ma sul fondo della grotta, avvolta nell’ombra, si trovava la figura di un uomo seduto su una poltrona… attorno a lui un grosso serpente strisciava e sibilava. Draco sapeva di chi si trattava, sarebbe stato impossibile non riconoscere il Signore Oscuro.

Appena egli si alzò, tutti i Mangiamorte uscirono, Narcissa Malfoy era quasi in lacrime. Vedendo tutti gli altri uscire, Draco fece per seguirli, ma venne trattenuto da una voce fredda.

“Benvenuto Draco” in quel momento però Draco si sentiva tutto tranne che il benvenuto, ricordandosi come era stato trattato Olivander… l’ultimo uomo a cui era stato dato il benvenuto.

“Come già sai Draco, l’idea di far passare il mio ritorno inosservato è fallita perché Potter è sopravvissuto. Adesso l’unica cosa che mi resta da fare è infiltrare uomini al mio servizio in ogni punto raggiungibile ed ho già dei piani per farlo… tuttavia, qualcosa me lo impedisce.”

Mentre diceva queste parole camminando lentamente avanti e indietro, Draco colse l’occasione per guardarsi intorno ed analizzare la cantina in cui si trovava. Notò in un angolo un fuoco dalle fiamme verdi, simile a quello della metro polvere, era evidentemente incantato perché non c’era legna che bruciava.

L’Oscuro Signore continuava a parlare e secondo il biondo era conveniente concentrarsi sulle sue parole.

“Sono decenni che rinvio questa decisione, ma adesso la situazione è arrivata al punto di non ritorno e non voglio imprevisti questa volta. Ed è per questo che Albus Silente deve morire.”

Draco rimase sorpreso da quello che aveva appena sentito. Il Signore Oscuro stava progettando un omicidio… stava decidendo di porre fine alla vita di un uomo. Non gli era mai stato particolarmente simpatico il Professor Silente e gli era indifferente se fosse vivo o morto, anche se non gli piaceva parlare di omicidi. Comunque a parte il discorso, che aveva una sua logica, su Silente che rappresentava un’ostacolo, non capiva perché era stato convocato lì.

“Adesso Draco, è arrivato il momento di dirti per quale motivo ti ho chiesto di venire qui.” Riprese il Signore Oscuro, quasi come se gli avesse letto nel pensiero.

“E’ quasi impossibile far entrare i miei Mangiamorte ad Hogwarts e per ora non vorrei esporre in maniera evidente Severus… quindi è per questo che mi servi… sarai tu a dover uccidere Silente.”

Draco rabbrividì, anzi no, si congelò letteralmente sentendo ciò che gli era stato detto di fare… un conto era sapere che qualcuno sarebbe stato ucciso, dover uccidere personalmente era tutta un’altra cosa. Lui non voleva uccidere… non sarebbe stato capace. Non gli piaceva quella situazione, non avrebbe mai dovuto entrare in quella cantina…non voleva uccidere e macchiarsi di sangue. Non ce l’avrebbe mai fatta… la paura dentro di lui cresceva e stava per esplodere.

Siccome Draco non rispondeva, Il Signore Oscuro riprese a parlare con un tono falsamente gentile.

“Credi di farcela Draco? Puoi introdurre i miei Mangiamorte ad Hogwarts e uccidere Silente?”

Il biondo si sentì leggermente sollevato da quella domanda, bastava dire di no e tutto si sarebbe sistemato, lo avrebbe fatto qualcun altro… tuttavia , non osava rispondere all’Oscuro Signore. Anche se voleva rispondere di no,la sua voce non usciva fuori, manifestò la sua volontà solo con un impercettibile movimento della testa, ma che non sfuggì al Signore Oscuro.

“No? Non ce la farai, Draco? Sfortunatamente la mia non era una domanda. Non ti stavo chiedendo un favore, Draco, il mio è un ordine!”

Draco continuò a non rispondere in alcun modo… aveva sperato che tutto si sarebbe risolto… adesso aveva più paura di prima, non riusciva a guardare L’Oscuro Signore negli occhi, preferiva guardare il pavimento ruvido ed irregolare aspettando di trovare la forza di fare qualcosa, di ribellarsi per lo meno. Il Signore Oscuro percepì l’indugio di Draco come un rifiuto di servirlo e questo lo fece infuriare.

“Draco, forse hai bisogno di un po’ di incoraggiamento, che ne pensi? CRUCIO”

 

“I push my fingers into my eyes
It's the only thing that slowly stops the ache
But it's made of all the things I have to take
Jesus, it never ends, it works it's way inside
If the pain goes on,
I'm not gonna make it!” *

 

 

 

Draco cadde a terra all’istante. Il dolore arrivò ancora prima di toccare il pavimento. Sentiva le ossa in fiamme, sentiva il fuoco bruciare ovunque, partendo dall’addome, il punto in cui era stata puntata la bacchetta.

Non lo sopportava più, voleva che finisse. Il dolore lo costringeva a contorcersi sul pavimento della cantina, le pietre ruvide e irregolari gli strappavano la camicia bianca graffiandogli la schiena. Voleva liberarsi del dolore, voleva urlare dire che gli faceva male, ma non riusciva a trovare la voce. Anche la gola gli bruciava, bruciava tutto. Riusciva a malapena a respirare perché anche riempire i polmoni d’aria gli provocava dolore.

Voleva che finisse, che la smettesse, o non ce l’avrebbe fatta a resistere.

“Ti ho incoraggiato abbastanza? Farai quello che ti ho ordinato di fare?”

Draco era ancora  sdraiato sul pavimento con la schiena e il viso graffiati. Aveva appena ricominciato a respirare regolarmente, ma era terrorizzato a tal punto che non riusciva a parlare. Non riusciva a pregare il Signore Oscuro di non torturarlo più e che avrebbe fatto quello che voleva, perché era sicuro che non ci sarebbe riuscito, non voleva uccidere, aveva paura di farlo. Ma al tempo stesso aveva paura di essere ucciso se non avesse acconsentito ai suoi ordini… non sapeva cosa fare.

Il Signore Oscuro continuava ad infuriarsi perchè Draco non si piegava e non rispondeva come avrebbe voluto.

“Cosa c’è Draco? Non ti ho ancora convinto a fare quello che ti dico? Sarà meglio cambiare tattica, che dici?  LEGILIMENS”

L’incantesimo provocò una sensazione strana… Draco sentiva una cosa strana… come una  “presenza” che irrompeva nella sua testa… ed improvvisamente iniziò a ricordare… ricordò tante cose velocemente e sapeva benissimo che il Signore Oscuro stava cercando un suo punto debole. Poteva vederlo mentre sfogliava i suoi ricordi… il suo primo viaggio sull’Hogwarts Express, una gita ad Hogsmeade, la tortura di Olivander, la sua prima partita di Quidditch… all’inizio l’idea di porre resistenza all’intrusione fu istintiva, ma non era facile, l’incantesimo era troppo potente e lui era ancora in preda alle conseguenze della maledizione cruciatus. Quindi si abbandonò totalmente all’incantesimo, rinunciando di resistere all’intrusione.

Intanto continuava a rivivere i suoi ricordi mentre L’Oscuro Signore si intrufolava sempre di più fra di loro, guardando ogni minimo ricordo…  la sua festa di compleanno quando aveva 8 o 9 anni, festeggiata a casa con i suoi genitori davanti ad una torta enorme,  un piccolo Draco che abbracciava sua madre prima di andare a dormire, Lucius che regalava una scopa volante al figlio… e poi niente, Il Signore Oscuro  aveva interrotto l’incantesimo, lasciando Draco sorpreso, non capiva dove voleva arrivare.

“Vuoi bene a mamma e papà, vero Draco?” il suo tono era amichevole, ma non c’era nulla di amichevole nei suoi occhi.

“Peccato che se non farai quello che ti dico pagheranno anche loro… e ti assicuro che non ti piacerà… ti ricordi quello che ti ho fatto prima?”

Draco se lo ricordava… solo a pensarci ebbe l’impressione di tornare a bruciare. Non voleva che accadesse anche ai suoi genitori…

“Farai quello che ti ho detto Draco?”

La minaccia rivolta ai suoi genitori gli aveva fatto trovare il coraggio di parlare, non si sentiva pronto ad uccidere, ma non poteva permettersi di perdere i suoi genitori che erano tutta la sua famiglia.

S-si, io giuro… giuro…

“Giuri Draco? E pensi che adesso mi basti un tuo giuramento?” e rise prima di dire per la seconda volta “LEGILIMENS”

Draco si sentì come prima, e ricominciò a ricordare… il giorno dei G.U.F.O, Draco seduto al tavolo dei Serpeverde  che guardava una figura con i capelli neri, il Ballo del Ceppo…  stava correndo fuori dal Castello… verso il giardino di Hogwarts… il viso di Demetra che si avvicinava al suo…

“Questo di che è interessante, Draco… che delusione, frequentare traditori del proprio sangue, meriteresti una punizione seria Draco.”

Non era possibile, avrebbe dovuto pensarci prima, avrebbe dovuto opporre resistenza!!! Il Signore Oscuro non avrebbe dovuto sapere nulla di Demetra… adesso anche lei era in pericolo! Sperava che L’oscuro Signore avrebbe lasciato perdere Demetra, preferiva essere punito piuttosto che vedere lei soffrire per colpa sua.

“Ma credo che per ora ti darò soltanto un motivo in più per obbedirmi… perché se dovessi fallire, Draco, la ragazzina seguirebbe il destino dei tuoi genitori…

No… vi prego, io…” io cosa?? Non sapeva che dire… no. In verità lo sapeva, ma non aveva ancora il coraggio di dirlo. Fece un respiro profondo e continuò la frase “io farò quello che volete, qualsiasi… tutto.”

“Ne sono sicuro… avrai notato che dopo il fallimento al Ministero, ho perso molti uomini di fiducia che adesso si trovano ad Azkaban, tuo padre compreso…” Draco aveva capito dove voleva arrivare l’Oscuro Signore, lo aveva supposto, ma era peggio di come lo aveva immaginato, non pensava che avrebbe avuto così tanta paura, ma era meglio non farsi prendere dal panico e continuare ad ascoltare le parole del Signore Oscuro.

“è per questo che ho deciso di farti unire a noi ufficialmente.” Dicendo questo si avvicinò al fuoco incantato dal quale estrasse un’asta di ferro. Draco capì immediatamente cosa aveva intenzione di fare…

“Il tuo braccio sinistro, Draco…” chiese tendendogli la mano libera. Draco ritrasse istintivamente il braccio allontanandosi dall’Oscuro Signore.

“Draco, te ne pentirai” la sua voce era minacciosa, e quando provò ad avvicinarsi ulteriormente, Draco (che si trovava ancora seduto sul pavimento) fece per allontanarsi ancora di più strisciando- La cosa non piacque minimamente a Voldemort che estrasse immediatamente la bacchetta “CRUCIO” la maledizione fu così potente che oltre a torturare il ragazzo, lo fece andare con violenza contro la parete della cantina. Il colpo fu così forte che lo lasciò semi cosciente. Voldemort colse al volo l’occasione… si avvicinò rapidamente al ragazzo accasciato a terra. Dopo aver strappato la manica sinistra della camicia, con l’asta di ferro ancora rovente, impresse il Marchio Nero sul braccio del biondo. Ignorando completamente i piccoli gemiti del ragazzo che, adesso, si mordeva le labbra e la lingua per non urlare.

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, oh voi cari lettori e lettrici!!

Chiedo umilmente perdono per aver ritardato così tanto a scrivere questo nono capitolo.

Se non fosse per il mio orgoglio Serpeverde (o Grifondoro, dipende dai punti di vista) mi inginocchierei anche per implorarvi venia!!! Il problema è come sempre la scuola… quest’anno ci sono dovuta andare pesante con lo studio e quindi ho rimandato My Star come Piton rimanda sempre l’incontro con lo shampoo (sorry Severus).

Cmq spero che vi sia piaciuto anche se non ho scritto chissà che, erano cose che più o meno già sapevamo dai libri, anche se non le avevamo vissute in diretta e dal punto di vista di Draco, ho pensato che fossero indispensabili per caratterizzare al meglio il personaggio del biondo che (spero si sia visto in questo capitolo) non è poi così cattivo, anche se non è neanche così buono… ma sicuramente non è un assassino.

Comunque per farla breve, spero che vi sia piaciuto questo capitolo e che continuerete a leggere questa ficcy anche perché ho previsto un piano di scrittura da attuare durante scuola e che quindi non tarderò così tanto a postare.

Grazie a tutti di cuore!!!                            La vostra GreenLittleStar (Gwen)

 

*P.S. la canzone che ho usato è “DUALITY “ degli SLIPKNOT

P.P.S Scusatemi per il titolo che è penoso, ma è l’unica cosa che mi è venuta in mente. Il prossimo si chiamerà  TAKE MY HAND.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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