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Autore: Sweet Soul    02/09/2010    9 recensioni
Una storia forse comune, una nella quale ci si può facilmente ritrovare. Due ragazze che trasformano la loro amicizia in qualcosa di più. Ma prima che questo accada, prima che il loro amore trionfi, devono superare un bel pò di ostacoli che si frappongono sul loro cammino insieme: Primo fra tutti la confusione di Rose, ragazza etero che dopo una serie di avvenimenti si accorge di amare la migliore amica, già totalmente persa per lei. L'inizio è cruciale: Un'isola lontana, un letto matrimoniale e la prima volta di Kate saranno gli ingredienti principali di questo mix esclusivo! Allora, ragazze, tutte su i bicchieri e giù i pensieri!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La nave era salpata dal porto già da una mezz’oretta quando, il mio cellulare squillò. Scostai la cuffia dall’orecchio destro, guardai distrattamente lo schermo del cellulare, e quando vi lessi sopra “Mamma” sbuffai rumorosamente. Sicuramente voleva farmi le ottocentomila raccomandazioni che mi aveva fatto e rifatto già talmente tante volte che potetti ripeterle a mente tutte, e non dimenticarne nessuna. Rimisi la cuffia nell’orecchio e posai il cellulare in tasca. Era una bellissima giornata: il sole era alto in cielo, isolato da qualunque fenomeno atmosferico che poteva in qualche modo ostacolarne la suprema bellezza. In poche parole, non vi era nessuna nuvola minacciosa. Avevo lo sguardo fisso a guardare la sottilissima linea che sembrava dividere il cielo dal mare, il vento tra i capelli ed il sole che mi baciava il viso, rilassata come non mai. Appoggiata scomodamente con il braccio sulla ringhiera della nave e la testa sopra, a mezz’ora dal mio arrivo, decisi di passare quest’ultima sonnecchiando all’interno della nave. Scelsi una coppia di sedili liberi, su di una poggiai la borsa, e sull’altra mi accomodai pesantemente. Stavo per prendere sonno quando il cellulare squillò di nuovo. Esasperata e innervosita risposi: -Mamma, che cavolo vuoi ora?-. Ci fu silenzio per un momento, poi una voce sottile e timida disse: -Kate sono io. Fra quanto arrivi?-. Arrossii vistosamente. : -Ehm dovrei arrivare tra una ventina di minuti-. –D’accordo allora scendo-. Rispose lei in fretta. Volevo controbattere, dirle di non scendere e di restare a casa a dormire, che non ce n’era bisogno visto che conoscevo la zona. Ma visto quanto mi faceva piacere vederla le risposi solo: -Ok, Rose. Ci vediamo dopo-. Attaccai il telefono e sorrisi. Ma non di quel sorriso del momento, che poi scompare subito. No, quel sorriso mi rimase stampato in viso fino a quando la nave non arrivò al porto. Scesa dalla nave, la vidi quasi subito. Era appoggiata ad un albero che guardava distrattamente nella mia direzione. Non mi aveva ancora vista. Sorpassai impaziente il fiume di gente che ci divideva e le corsi incontro. Lei, appena mi vide mi fece un grandissimo sorriso e spalancò le braccia. Poco dopo mi ci tuffai dentro, la attirai a me ed affondai il viso tra il suo collo e la sua scapola. Accarezzai i suoi fianchi morbidi ed annusai il suo profumo che mi era tanto mancato. Quanto avevo potuto odiare l’estate quest’anno, non riesco ad esprimerlo. Lei mi stringeva forte a sé, segno che anche io le ero mancata molto. Ed io, stupidamente, ne ero felice. Già,mi ero innamorata della mia migliore amica. Per tutto il viaggio non avevo fatto altro che immaginare il suo viso, i suoi occhi bellissimi, il suo corpo sensuale, le sue labbra morbide ed il suo sorriso che, bhè che ve lo dico a fare, mi faceva impazzire. Dopo un po’ ci staccammo ed iniziammo a camminare. C’era silenzio tra noi, ogni tanto ci guardavamo e ci sorridevamo contente. Ma io ero in imbarazzo, da quando avevo dovuto ammettere a me stessa che ero innamorata di lei, tutte le volte che restavamo sole ero imbarazzata. Dosavo e controllavo che ogni mio gesto non fosse contro mettente o esagerato. Non volevo rovinare la nostra amicizia e non volevo nemmeno che lei mi rifiutasse. Semplicemente volevo che le cose restassero così come erano. Lei mi prese la mano, interrompendo il mio flusso di pensieri, ed annodò le sue dita alle mie. Poi iniziò a raccontarmi tutte le sue novità, il ragazzo che ora le piaceva, il suo ex che rosicava, le ragazze con cui aveva litigato. Il tempo volò in fretta tra una chiacchiera ed un sorriso e dopo poco erano già le 13. Ci avviammo in spiaggia con un’altra amica, e dopo poco eravamo tutte in costume con i piedi affondati nella sabbia. Giocammo un po’ con la palla, pranzammo e poi raggiungemmo altri ragazzi, tra i quali c’era quello che piaceva a Rose. Lei non gli prestava troppa attenzione, ma restava accanto a me, per paura, credo, che mi potessi sentire fuori posto. Aveva iniziato una conversazione con quel ragazzo, quando la troncò bruscamente, si sedette vicino a me, e mi abbracciò da dietro, appoggiando la testa sulla mia schiena. Sussultai vistosamente e lei ridacchiò. Poi prese ad accarezzarmi la schiena, mentre io imponevo al mio senso di autocontrollo di restare vigile, e a tutti i miei pensieri, di restare tali. Si fecero le 18 quando decidemmo di tornare al nostro ombrellone. Nel camminare sul lungomare Rose mi passò un braccio intorno alla schiena e mi disse: -Mi abbracci un pò?-. Non me lo feci ripetere due volte, le passai un braccio dietro la schiena e con l’altro l’abbracciai totalmente. Passò anche la serata finchè, ubriache, tornammo a casa. Dovevamo dormire nello stesso letto, in una camera separata da quella dei genitori di Rose ed il mio autocontrollo era totalmente annebbiato dall’alcool. Sotto le coperte, ridevamo come due pazze isteriche e ad un certo punto, non chiedetemi perché, visto che non ne ho la minima idea, i nostri visi erano vicinissimi. Io smisi di ridere, con gli occhi puntati nei suoi, e dopo poco lo stesso fece lei. Una ciocca di capelli le cadde sull’occhio sinistro ed io gliela scostai, avvicinandomi di più a lei. Ora eravamo davvero oltre il mio limite di quella poca sicurezza rimastami e, ancora insicura, le accarezzai il viso. L’alcool mi regalò un po’ di palle, tant’è che le dissi: -Io tra cinque secondi ti bacio-. Lei mi guardò e poi iniziò a ridere come una pazza, rigirandosi involontariamente. Io la girai verso di me e contai: -Quattro- Mi avvicinai. –Tre.- Ancora di più. –Due-. I nostri nasi si toccavano. –Uno-. Le nostre labbra si sfioravano. “Zero” Pensai tra me, baciandola. Le nostre lingue si unirono ed iniziarono a muoversi all’unisono, mentre lei mi cingeva i fianchi. Da un bacio, diventarono due, poi tre, quattro. Tanti e tanti ancora finchè lei non iniziò a spogliarmi, ed io feci lo stesso. Eravamo totalmente annebbiate dall’alcool per non renderci conto di quello che stesse succedendo. Ma soprattutto lei. Dopo aver baciato e leccato tutto il possibile, mi penetrò con le dita. Con violenza, con impazienza. Sentii un dolore atroce, che si moltiplicò quando lei iniziò a far entrare ed uscire le dita, velocemente.Poco dopo ed entrambe ci stendemmo sulla schiena e ci addormentammo. Avevamo fatto l’amore, noi due, due donne. Io lo volevo, Rose ero quasi sicura di no, anche se non capiva nulla in quel momento. Ma, cosa fondamentale, per me era la prima volta. E non con una donna. Era la prima volta in assoluto.

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Beeeeeeeeeeeeeeeeeeene, beeeeeeeeeeeeeeeeeene, beeeeeeeeeeeene. Questa è la mia primissima storia di questo genere. Ma dovevo scriverla. Questo è ovviamente un mio film mentale, quanto vorrei che accadesse una cosa del genere *.* Ma non succederà mai -.- E non posso manco dirlo alle mie amiche, quindi e pertanto DOVEVO scriverlo. Ovviamente questa storia continuerà con tutti i problemacci di queste ragazze. QUindi spero che almeno vi piaccia ^^ A presto, prestissimo. <3
  
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