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Autore: Lugxi    03/09/2010    2 recensioni
Non tolleravo l'idea che Harry finisse, così ho deciso di provare a raccontare cosa poteva essere accaduto dopo la morte di Voldemort, di come sarebbe stato il mondo magico dopo la guerra, ma soprattutto come sarebbe continuata la vita di Harry e dei suoi amici. Spero che vi piaccia
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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I giorni successivi non furono esattamente come Harry si aspettava. Credeva che finita la guerra, avrebbe finalmente avuto la tanto agognata pace, ma così non fu. Il giorno dopo essere tornati alla Tana erano tutti vagamente frastornati. Si ritrovarono a colazione, seduti intorno al tavolo e in silenzio. La cosa che però insospettì Harry fu l’atteggiamento di Ron ed Hermione. Erano entrambi tesi e continuavano a scambiarsi sguardi sospetti. Si conoscevano ormai da più di sette anni, negli ultimi tempi avevano vissuto fianco a fianco e Harry aveva imparato a conoscere i suoi amici più di chiunque altro, così iniziò una tacita conversazione di sguardi. Harry con le sopracciglia sollevate guardava con aria interrogativa Ron ed Hermione, dal canto suo Ron guardava Hermione cercando di spingerla a dire qualcosa mentre lei stringendo gli occhi faceva cenni di negazione ad Harry.

-Per l’amor del cielo!- sbottò ad un tratto Ginny. –Volete dirci cosa sta succedendo?-

-Nulla!- disse prontamente Ron diventando di un cangiante color rosso

- Oh basta Ron! Dobbiamo dirlo,credo che se ne accorgerebbero non credi?- Hermione si alzò in piedi

-Mi sono perso qualcosa?- Chiese Harry.

-Partiamo domani per L’Australia. Devo andare a cercare i miei genitori. Sono riuscita ad avere da Kingsley un permesso per attivare una passaporta che ci condurrà a Sidney, da li potremo iniziare la nostra ricerca.-

-Non dovremmo metterci più di qualche settimana- proseguì Ron – Al massimo staremo via un mese-

La signora Weasley li guardò con aria affranta. Era straziata da una parte dall’idea di perdere un altro figlio, il viaggio sarebbe stato lungo e pieno di incognite e di pericoli, ma d’altro canto non poteva permettere che Hermione non cercasse i suoi genitori e non l’avrebbe certo lasciata partire da sola. Grossi lacrimoni iniziarono a colarle sulle guance. Il signor Weasley le strinse un braccio intorno alle spalle. L’ultimo anno gli aveva lasciato segni evidenti sul viso: i pochi capelli che come una corona gli cingevano la testa avevano perso il loro rosso caratteristico per virare verso una sfumatura grigiastra, lo sguardo appariva sempre stanco segnato da marcate occhiaie sotto gli occhi e sulla fronte si notavano profonde rughe. 

-Va bene!- Disse Harry –Vado a preparare i bagagli! Bill potremo prendere nuovamente in prestito la tua tenda?-

-Harry… ecco- lo interruppe Hermione arrossendo lievemente e stringendo un fazzoletto nella mano destra –Io e Ron partiamo da soli-

-Cosa? – Harry si alzò di scatto sgranando gli occhi, la sua sedia cadde a terra spaventando Leotordo che sonnecchiava lì vicino -Non starai parlando seriamente? Non vi lascio andare da soli, abbiamo affrontato sempre tutto insieme e non me ne starò in disparte proprio ora!-

-Se partono loro parto anche io- Ginny si alzò accanto ad Harry.

-Non dire sciocchezze Ginny cara- Il signor Weasley iniziò a dare delle piccole pacche sulle spalle della signora Weasley che non riusciva a smettere di piangere.

– Hermione ha ragione. È meglio che parta solo con Ron. Da soli riusciranno a muoversi più veloci e tu Harry ora più che mai ci servi qua.- fece una piccola pausa e proseguì stancamente - Al Ministero hanno bisogno delle tue deposizioni, verrai contattato a giorni dai funzionari dei servizi amministrativi del Wizengamont per sapere la tua versione dei fatti. Il Wizengamot, o ciò che ne rimane, si sta organizzando per il processo, c’è molta gente che aspetta giustizia.-

Harry si sentiva incastrato e anche vagamente offeso. Non avrebbe  mai pensato di essere tenuto da parte o all’oscuro da qualcosa proprio dai suoi migliori amici. Eppure sapeva di non avere scelta, lui stesso non vedeva l’ora che tutti i mangiamorte finissero ad Azkaban.

-Va bene- Disse fissando un punto nel vuoto. Non riusciva a guardare in faccia Ron ed Hermione, così si alzò ed uscì fuori nel giardino. Aveva bisogno di aria.

-Harry aspetta…- Ron fece per seguirlo ma Hermione lo fermò.

–Ha bisogno di stare un po’ da solo, lasciamogli il suo spazio. Capisco che si senta tradito ma capirà che è la scelta migliore-

Harry evitò i suoi amici per tutta la giornata, quella notizia lo aveva turbato più di quanto si aspettasse. Da quando aveva conosciuto Ron ed Hermione aveva affrontato mille pericoli, aveva combattuto con chiunque e rischiato la vita praticamente ogni giorno, ma la costante era lui. Lui insieme ad i suoi amici, lui con Hermione, lui con Ron, lui con Luna o con Neville… sempre lui. Ora gli sembrava quasi inconcepibile non essere compreso in quella nuova avventura. Ma sapeva anche che in tutto ciò che gli era capitato lui era sempre stato il protagonista solo per un triste scherzo del destino, non perché in qualche modo fosse speciale.  Se non avesse avuto i suoi amici accanto non sarebbe mai riuscito ad andare avanti. Erano loro quelli speciali. Loro non si erano trovati in mezzo alla guerra per destino. Loro avevano deliberatamente scelto di stargli accanto per lottare in qualcosa in cui credevano, e negli anni si erano impegnati, senza trucchi o giochetti o l’aiuto di tante persone che si erano sacrifica per lui. Erano loro i veri eroi e in quanto tali avevano tutte le capacità e il diritto di dimostrare che potevano farcela senza problemi anche senza Harry Potter. Era stato egoista e presuntuoso e ora si sentiva terribilmente in colpa. Senza contare che ora più che mai Ron ed Hermione avevano il bisogno di parlare e di stare l’una accanto all’altro, come lui sentiva di non poter più stare lontano da Ginny.  Ginny…Harry spalancò gli occhi e corse su per le scale.

-Vattene prima che ti affatturi!- Ginny corse alla porta e la sbatté con forza.

-Ginny ti prego apri. Scusa sono stato un idiota, l’ho capito solo ora…-

-Meglio tardi che mai!- Urlò Ginny da dentro la stanza

-Mi hanno colto di sorpresa, quando hanno detto che sarebbero partiti l’idea di non andare con loro mi sembrava assurda.

Per tutta la mia vita non ho mai dovuto render conto a qualcuno, non ho mai dovuto chiedere il permesso per qualcosa…-

-Tranquillo, non mi devi nulla! Chi sono infondo io! Tanto ormai ci sono abituata-

-Sto cercando di spiegarti! Per me è tutto nuovo. Sei tu che mi hai dato la forza di lottare e di non arrendermi. Per la prima volta avevo qualcuno da cui tornare. Quando Ron ed Hermione hanno detto che sarebbero partiti sono scattato per istinto -

Ginny andò ad aprire la porta –Non capisci? So che l’anno scorso non avevi scelta, ma non posso restare ad aspettarti ogni volta che decidi di partire chissà dove-

-Ginny credi davvero che per me sia stato facile starti lontano? È che ora per me è tutto nuovo, questa calma è innaturale e non so perché non mi sento a mio agio. È come se fossi stato progettato per cacciarmi nei guai!- sorrise ironico - È una delle poche cose che mi riesce bene-

Si fissarono per qualche istante, come se Ginny stesse cercando di prendere una decisione di vitale importanza, poi fece un gran respiro e Harry capì che per questa volta l’aveva passata liscia

-Ve bene, per stavolta ti perdono. So che questa è la tua natura e devo abituarmi visto che so che il tuo più grande sogno è diventare un Auror, ma sarei felice se d’ora in poi potessi rendermi più partecipe della tua vi…- non fece in tempo a finire la frase, Harry le sorrise e le diede un frettoloso bacio sulla guancia –Grazie! Scusa ma devo andare a scusarmi con Ron ed Hermione prima che partano!-

Ginny rimase sulla porta e sollevò gli occhi al cielo, doveva ammetterlo, quasi divertita.

Harry fece la rampa di scale di corsa e bussò nella stanza di Ron –Posso?-

-Entra- La voce di Ron era strana, un misto tra freddezza e tristezza. Harry entrò lentamente e si chiuse la porta alle spalle inspirando profondamente.

-Credo di dovervi delle scuse-

-Oh Harry tu non ci devi niente- Hermione era seduta per terra in un angolo e infilava degli indumenti dentro uno zaino decisamente troppo piccolo per contenerli tutti, doveva aver sicuramente fatto un incantesimo estensibile irriconoscibile come quello che aveva eseguito sulla borsetta di perline. Guardandola ebbe quasi un “de ja vu” . Era passato quasi un anno da quando l’aveva vista seduta nello stesso punto a scegliere i libri prima della partenza alla ricerca degli Horcrux. Quante ne avevano passate insieme in quei lunghi mesi.

-No Hermione, avevate ragione. È che per me è un po’ strano non partire con voi, ma è normale. Stiamo crescendo, e ora inizieremo a prendere strade diverse e anche se non condivideremo ogni attimo insieme,  voi resterete sempre i miei migliori amici.-

-È un po’ zuccone però poi ci arriva!- Ron diede una pacca sulla spalla dell’amico

-Inoltre è il caso che vi lasci un po’ di intimità- e sghignazzò evitando una pallottola di calzini che gli lanciò Hermione.

-Quindi domani a che ora partirete?-

-Credo verso le sei o le sette, ci sono dieci ore di fuso orario con Sidney, in questo modo avremo qualche ora prima che tramonti il sole. Ho ricevuto un biglietto da Kingsley, passerà più tardi per dirci i dettagli e consegnarci la passaporta–

-Non vedo l’ora di vedere i canguri-

-Ron non andiamo in vacanza! Ti ricordo che dobbiamo cercare i miei genitori!-

-Ovviamente!- si affrettò a dire Ron, ma Hermione non poté che scoppiare a ridere vedendolo tornare verso il letto balzellando a gambe unite e con le braccia piegate e le mani che sporgevano dal petto.

-Hermione a cosa credi che ti serviranno “Traduzione runica avanzata. Libro secondo” e “Guida pratica alla trasfigurazione per maghi navigati”? Non credo che sarà necessario tradurre rune-

-È interessante che tu l’abbia chiesto!- Hermione si schiarì la gola, fu in quel momento che Ron capì che la discussione non avrebbe portato a nulla di buono.

-Stanotte sono rimasta sveglia ad elaborare un programma di studio. Con la nostra partenza e il processo perderemo tutti molto tempo prezioso, ma non pensate di oziare! Abbiamo poco più di tre mesi per studiare il programma di un intero anno scolastico, che per inciso è anche il più difficile, senza contare che abbiamo trascorso un anno lontani da Hogwarts e la nostra preparazione è piuttosto arrugginita e come se non bastasse non abbiamo avuto l’ausilio di nessun professore, per cui i momenti in cui non saremo impegnati li sfrutteremo al meglio!- a quel punto estrasse dalla tasca una pergamena lunga almeno un metro e mezzo. Harry vide che vi era una tabella fitta di appunti colorati. –Il programma è studiato giorno per giorno e-sarà- meglio- per- voi- che- lo- rispettiate!- Sottolineò le ultime parole con aria minacciosa poi tornò serena come prima e puntò la bacchetta sulla pergamena eseguendo un delicato movimento del polso –Gemino. Ecco Harry, questa è la tua copia- Harry prese la pergamena e iniziò a leggere. Il programma era suddiviso in maniera sempre più dettagliata. Il mese di Maggio era sotto la voce programma leggero, ma di leggero non aveva nulla. Era studiato nei minimi particolari e seppur vi fossero annotati orari ben precisi era possibile riuscire a recuperare le ore perse in caso di imprevisti, ore certo che venivano tolte al sonno o ai pasti. Più Ron andava avanti nella lettura più i gemiti si facevano forti.

-Hermione ci deve essere un errore, secondo questa tabella ad Agosto non sono previste pause per i pasti!-

-Nessun errore Ron, basterà mangiare e leggere contemporaneamente!-

-Per tutti gli avvincini, credo che non arriverò vivo a dare l’esame!-

I lamenti di Ron furono interrotti dalla signora Weasley che li chiamava per apparecchiare. Quando scesero di sotto trovarono Kingsley ad aspettarli.

-Harry! Che piacere vederti!- allungò la mano per stringergliela. Era diverso dall’ultima volta che Harry l’aveva visto. Portava degli abiti sgargianti che facevano contrasto con la pelle scura e aveva rimesso il suo orecchino ma lo sguardo seppur gentile come sempre era stanco e annebbiato da mille pensieri –Ron, Hermione!- fece un sorriso ed un cenno di saluto con la testa. -Vi ho portato la passaporta!- da un taschino della casacca estrasse un paio di occhiali: una delle lenti era rotta, l’altra era assente e la stecchetta destra era rosicchiata. –Mi raccomando, partirà alle sette in punto! Troverete ad aspettarvi John Koalbears un mio vecchio amico, vi ospiterà per la notte e nel caso ne abbiate bisogno sono certo che vi aiuterà. Mi dispiace, so che non è molto-

-Grazie Kingsley. È perfetto!- Hermione prese la passaporta e la avvolse in un fazzoletto che ripose poi nella tasca della maglietta.

-Avete già qualche indizio su dove possano essere andati?-

-Purtroppo no, quando gli ho modificato i ricordi ho fatto in modo di non dargli nessuna destinazione precisa in modo che anche se mi avessero catturata non sarei stata in grado di dire nulla. Arrivata in Australia spero di trovare qualche indizio anche se il territorio è vastissimo.-

-Purtroppo i tuoi genitori sono babbani, non ho nessun modo per rintracciarli.-

-Non ti preoccupare, hai fatto già tanto. Sono certa che riuscirò a trovarli-  

-Non ho dubbi. Ora…- e si voltò verso Harry, -Harry ho bisogno di parlare con te. So che Arthur ti ha anticipato qualcosa-

-Riguarda il processo vero?- Kingsley annuì.

-Ma c’è dell’altro…Abbiamo arrestato quasi tutti i mangiamorte…- Harry trasalì

-Cosa intendi con quasi?- Come se ormai fosse diventato un tic la mano di Harry andò prima a sfiorare la cicatrice e poi a stringere forte la bacchetta.

-Dopo la fine della battaglia, i mangiamorte ancora vivi che non erano stati catturati sono riusciti a smaterializzarsi oltre i confini di Hogwarts, purtroppo tutte le difese erano crollate. Siamo riusciti a catturare Rowle, Goyle e Nott, ma Avery, Selwyn e Tiger sono ancora a piede libero.-

-Papà tu lo sapevi?- Charlie si girò verso il signor Weasley

-Si, non ho voluto dirvi nulla per non allarmarvi. Ma ora credo che non sia giusto tenervelo segreto. Mi dispiace ragazzi-

La notizia fu qualcosa di devastante. Hermione iniziò a tremare e sbiancò, sembrava così debole che Ron le cinse la vita e la fece accomodare sul divano. La signora Weasley ormai non reggeva più le cattive notizie e si accasciò sulla sedia più vicina piangendo in silenzio. Fleur si strinse fra le braccia di Bill e George, che sembrava aver perso per sempre la sua scintilla di vita rimase se possibile ancora più immobile del solito. Nessuno osava parlare. Harry ebbe la reazione più strana di tutte: rimase in silenzio, tranquillo, senza nessuna apparente reazione. Kingsley lo osservò per alcuni secondi e poi gli sorrise.

-Non faranno del male a nessuno. Sono soli, deboli. Non hanno più nessuno a cui rivolgersi e gli Auror li stanno cercando. Se ferissero qualcuno verrebbero intercettati e catturati immediatamente.- Harry era calmo, analizzava velocemente ogni possibilità, senza esitazione. –Kingsley…-

-So cosa stai pensando, e sono d’accordo. Sta a te decidere-

Ginny si alzò di scatto e afferrò il braccio di Harry. Lo guardò negli occhi con aria di supplica, poi i suoi occhi si addolcirono. – È ciò che vuoi fare?- Harry la guardò intensamente. Voleva andare a cercare i mangiamorte e catturarli. In quel momento non desiderava altro. Sentiva le dita prudergli e il cuore battere forte. Qualsiasi cosa gli celasse il futuro, sia che avesse superato gli esami o che fosse stato bocciato, lui sarebbe stato un Auror. Era nato per quello, tutta la sua vita era stata un lungo campo di addestramento. Ginny gli lasciò il braccio –solo… fa attenzione!-Harry le accarezzo la guancia, poi si voltò verso Kingsley.

-Voglio partecipare! Devo farlo.- Kingsley annuì

–Non avevo dubbi. Presentati domani mattina alle sette e mezza al Ministero, sezione Auror, lì ti spiegheranno tutto.

-Ora… è meglio se… ci sediamo a tavola. Kingsley… rimani per un piatto di zuppa?- La voce della signora Weasley era tremolante ed interrotta ogni tanto da qualche singhiozzo.

-Ti ringrazio Molly, ma purtroppo al Ministero abbiamo un gran da fare. Ho lasciato Percy in ufficio ed è bene che lo raggiunga. Quel ragazzo è un gran lavoratore. Arthur ci vediamo domani in ufficio.-

-Certo. Buona serata Kingsley-

-Buona serata anche a voi.- E dopo aver salutato tutti con un cenno del capo, si smaterializzò.

 Ginny, Harry, Ron ed Hermione apparecchiarono in fretta e si sedettero per la cena.

Fleur e Charlie servirono le pietanze anche se nessuno sembrava aver fame. Ognuno era perso nei propri pensieri. Hermione e Ron erano preoccupati per la nuova situazione. Dovevano partire, Hermione non avrebbe più potuto aspettare. Ma avevano paura per Harry. Sapevano che era in gamba ma sapevano anche che era impulsivo e spesso sprezzante del pericolo. Cosa avrebbero dovuto fare?. Ginny, in silenzio, continuava a staccare pezzetti di mollica da un panino. Harry… era eccitato. Solo qualche ora prima si era domandato come sarebbe stata la sua vita ora che non aveva nessuno a cui dare la caccia e nessuno da cui nascondersi. Adesso aveva davanti un nuovo scopo e come se non bastasse a breve avrebbe collaborato con gli Auror. Il suo più grande sogno era dietro l’angolo servito su un piatto d’argento e non avrebbe sprecato questa occasione. Infine non vedeva l’ora di dare la caccia e scovare gli ultimi mangiamorte rimasti in circolazione. Sperava che gli Auror avessero già una pista, era pronto a lanciarsi all’attacco.

Quella notte ebbe un sonno agitato. Sognò Cedric Diggory.

Si trovava in un cimitero e tutto era buio. Cedric avanzava lentamente e doveva esserci parecchio freddo perché ad ogni respiro il fiato del ragazzo si condensava in una piccola nuvola bianca. Superò due file di tombe e poi svoltò a sinistra. Camminò ancora per qualche passo prima di fermarsi. Giunse davanti ad una costruzione imponente. Cedric salì alcuni scalini e si ritrovò circondato  da sette alte colonne. Erano bellissime, di un perfetto marmo roseo, sui capitelli, intricati motivi floreali di marmi policromi creavano un gioco di colori ammaliante. Il ragazzo proseguì e si trovò in un’ ampia sala circolare circondata da candele che fluttuavano accanto alle pareti, e sembrava danzassero al ritmo di una musica che pareva nascere dal nulla. La melodia era qualcosa di dolce e malinconico, ma era così bella che era impossibile restarne indifferenti. Cedric attraverso la sala fino a giungere davanti ad una lapide bianca circondata da centinaia di fiori freschissimi. Probabilmente il defunto doveva essere morto da pochi giorni. Con un veloce movimento della bacchetta il ragazzo fece apparire una rosa bianca e la poggiò ai piedi della lapide, poi con il dito lesse la frase incisa sulla lastra: “ Un fratello, un amico, un marito, un padre… un eroe”. Doveva

Essere un Auror perché ai piedi della tomba, scolpito in bassorilievo, vi era il loro simbolo. Cedric sollevò la testa e solo allora lesse il nome dorato: “Harry Potter”. Il ragazzo abbassò lo sguardo ma non era più lui. Una ragazza dai capelli rosa iniziò a scuotere la testa. Sembrava in preda alle convulsioni, si accovacciò e strinse alcune ciocche ora diventate nere. Iniziò a dondolare poi rilesse la scritta. Cacciò un urlo agghiacciante…

Harry si svegliò ansimando. Era sudato, il lenzuolo era caduto per terra.

-Per le consunte mutante di Merlino! Tutto ok amico? Stavi urlando!-

Harry inforcò gli occhiali e si ritrovò la faccia di Ron ad un centimetro la naso. Sembrava spaventato e si guardava intorno con la bacchetta a mezz’aria.

-Non è che Tu-Sai-Chi è tornato vero? Insomma non era uno di quei sogni vero?-

-No tranquillo! Era solo un incubo. E poi quando ti deciderai a chiamare Voldemort col suo nome? Adesso non può più spaventare nessuno.-

-Ok ok va bene! Comunque adesso sono troppo agitato per rimettermi a letto, ti va un bicchiere di latte?-

-Si, tanto non credo che riuscirei a riaddormentarmi-

Scesero le scale cercando di non fare il minimo rumore ma quando arrivarono in cucina trovarono la luce accesa e Hermione e Ginny avvolte nelle loro vestaglie intente a bere una tazza di tè.

-Anche voi non riuscite a dormire?- Ginny si alzò e svuotò il resto del tè nel lavandino.

-Harry ha gli incubi!- Ron si diresse verso il forno per vedere se fosse avanzato un po’ di pasticcio di carne.

-Come gli incubi? Non sono come…- Hermione lasciò cadere il biscotto che teneva in mano.

-No tranquilli!- e guardò tutti in faccia –era-solo-un-incubo!- rimarcò la frase in modo da tranquillizzarli una volta per tutte. Si, era solo un incubo, però doveva ammettere di esserne rimasto scosso. Non era certo un buon augurio sognare di morire da Auror quando di lì a poche ore si sarebbe trovato nel loro quartier generale. Senza contare che, ne era certo, la ragazza sconvolta non poteva che essere Tonks, anche lei Auror e anche lei…morta. Si rigirò una galletta tra le mani. Però la scritta sulla lapide era strana. Ok fratello, infondo Ron ed Hermione ormai erano come fratelli per lui, ma marito? E padre? Era forse un sogno premonitore? E perché Tonks sembrava così tanto sconvolta?

-Harry? Ehi Harry mi stai ascoltando?- Hermione sventolò la mano davanti alla faccia dell’amico. –Era un incubo così terribile?- Harry sbatté un paio di volte le palpebre come se stesse uscendo da un’ipnosi e guardò l’amica.

-Come? Oh scusa Hermione, ero soprapensiero. No tranquilla lascia perdere l’incubo. Tu invece come stai? – Hermione gli sorrise gentilmente. Sapeva che era turbato più di quanto desse a vedere, ma sapeva anche che era realmente preoccupato anche per lei.

-Sinceramente? Uno schifo! Non ho la più pallida idea di possano essere andati i miei genitori e adesso questa faccenda dei mangiamorte e tu che ti unisci agli Auror…-

-Hermione… respira! Stai tranquilla ok? Per prima cosa non devi preoccuparti per me. Io sarò al sicuro e non ho nessuna intenzione di farmi ammazzare!- Ginny ebbe un brivido e diventò ancora più pallida. Harry le strinse la mano e proseguì –Per quanto riguarda i tuoi genitori, mi è venuto in mente prima che andassi a letto. Che ne dici di farti una navigata su internet? Magari li trovi- Hermione si illuminò.

-Harry sei un genio!- si battè una mano sulla fonte -Mi ero completamente dimenticata, a furia di stare tra i maghi pensavo solo a quali incantesimi potessi fare…-

-Nabigre? Io sop-pro mal-ghim-re!-

-Quando imparerai a inghiottire prima di parlare?- Ginny si tolse un pezzo di carne che gli era volato tra i capelli e lo guardò con rassegnazione. Ron si sforzò di inghiottire un boccone sicuramente troppo grande per la sua bocca e ripeté –Io soffro il mal di mare! Non si era parlato di barche! E poi perché pensi che navigando su questo internet (che poi cos’è? Un fiume? Un lago?) troveremo i tuoi genitori?Non facevano i dentisti?-  Hermione e Harry scoppiarono a ridere

-Cosa c’è da ridere?- Ron sembrò offeso

-Ron, internet non è un corso d’acqua!-

-E allora come faremo a navigarlo?- Harry scoppiò un’altra volta a ridere mentre Hermione cercò di sforzarsi di rimanere seria

-diciamo che è detto in maniera figurata. Internet è un modo che hanno i babbani per comunicare a distanza in maniera anche istantanea. Ci si collega tramite un computer, che è una di quelle scatole che conserva tuo padre, e puoi trovare qualsiasi cosa tu possa cercare che riguardi i babbani. Molte aziende o anche privati si fanno dei siti propri per farsi pubblicità ed è quello che spero abbiano fatto i miei genitori. O comunque magari trovo qualche indizio.- Hermione era emozionata, finalmente aveva una pista da cui partire.

Quando Ron finì anche l’ultimo pezzo di pasticcio ormai era quasi l’alba, decisero allora di salire e di iniziare a prepararsi.

-Sei mai entrato negli uffici degli Auror?- Harry era seduto sul letto e si rigirava la bacchetta tra le mani. Ron teneva in mano due magliette cercando di decidere quale infilare dentro lo zaino

-No, l’accesso non è consentito ai visitatori…- lasciò cadere le magliette per terra e spalancò gli occhi –sono proprio un troll! Cibo!- infilò la testa sotto il letto e iniziò ad estrarre un mucchio di oggetti impolverati.

-Ron hai finito di mangiare poco fa, e poi si può sapere cosa stai cercando?-

-Deve essere qui da qualche parte, la tengo in caso di emergenza.- estrasse un calzino puzzolente e lo guardò con disgusto per ricacciarlo poi sotto il letto. –Eccola!- Con aria trionfale tirò fuori una scatola di legno che poggiò con cautela sul letto come se contenesse un grande tesoro. –Con tutti i preparativi e le ultime novità mi stavo dimenticando una cosa fondamentale- aprì il coperchio dello “scrigno” –tadan! La mia riserva segreta di cibo direttamente da Mielandia. Non voglio rischiare di mangiare bacche e funghi muffiti anche questa volta, così in caso di necessità avremo un posto da cui attingere.-

Harry scosse la testa divertito –non cambierai mai!- Ron rise con Harry e infilò con cura la scatola dentro lo zaino, poi qualcuno bussò alla porta –Posso?- Hermione fece capolino ed entrò nella stanza. –È meglio se scendiamo, è quasi ora-

Il sole era sorto e quando scesero trovarono la signora Weasley già ai fornelli. Non ci fu verso di convincerla che avevano già mangiato e riempì i piatti di tutti di uova, bacon, frittelle e pane tostato. Ron non fece complimenti e spazzolò tutto in un attimo, Hermione cercava di ingoiare a forza le sue uova mentre Harry, che aveva lo stomaco chiuso per la tensione lanciava pezzi di pancetta a Leotordo ogni volta che la signora Weasley si girava.

Quando i piatti furono ripuliti poterono finalmente alzarsi da tavola. Si riunirono tutti in salotto pronti per i saluti. Hermione si mise lo zaino in spalla e guardò l’orologio appeso al muro, mancavano dodici minuti alle sette.

-Mi raccomando scrivete tutti i giorni- La signora Weasley si sforzava di non piangere mentre abbracciava e baciava Ron ed Hermione. –E fate attenzione-

Il signor Weasley abbracciò entrambi, Ginny strinse Hermione e diede un fraterno pugno sulla spalla di Ron cosa che fecero anche George, Charlie e Bill ma in maniera meno fraterna, Percy optò invece per una formale stretta di mano.

-Tenetemi aggiornato!- A Harry sembrava sempre più strana l’idea di non partire con loro.

- E tu non fare l’eroe!- Hermione lo strinse forte. -È ora-

Estrasse dalla tasca la passaporta, lei afferrò una stecchetta e Ron l’altra. Appena la lancetta scoccò le sette gli occhiali si illuminarono. Harry fece in tempo a sussurrare un “Buona fortuna” prima che gli amici venissero risucchiati in un vortice sparendo nel nulla.

-Harry è ora anche per noi!- Harry annuì al signor Weasley –vado a prendere il mantello e poi possiamo smaterializzarci-

La signora Weasley seguì il marito mentre tutti gli altri andarono in cucina a fare colazione. Harry rimase solo con Ginny.

-Emozionato?- La ragazza si avvicinò e gli accarezzò una guancia. A Harry venne un brivido, non si sarebbe mai abituato.

-Un po’. Tranquilla, non farò niente di stupido e starò attento- le spostò una ciocca di capelli e le baciò dolcemente la fronte. –Tornerò stasera, promesso!- Si separarono giusto un attimo prima che tornassero i signori Weasley.

-Bene Harry sei pronto? Possiamo andare- Il signor Weasley gli prese il braccio e si smaterializzarono.

Sentì la solita nausea e poi finalmente respirò l’aria fresca del mattino sbucando in un vicolo della Londra babbana. Era la prima volta che si allontanava dalla Tana dalla fine della guerra, per un momento gli vennero in mente le immagini delle streghe urlanti che si strappavano i capelli alla stazione di Hogsmade ed ebbe paura. Come avrebbero reagito i maghi vedendolo al Ministero. Per un attimo pensò di indossare il mantello che teneva ben ripiegato in tasca, la mattina aveva deciso di prenderlo nell’eventualità di andare con gli Auror in missione, era pronto a qualsiasi situazione, ma forse adesso non era il momento migliore per indossarlo, forse non sarebbe stato molto professionale.

-Harry purtroppo devi passare dalla cabina, possono entrare dall’ingresso principale solo i possessori del tesserino-

Il signor Weasley sembrava imbarazzato ma Harry capì la situazione

-Certo, non si preoccupi! Ci vediamo tra qualche minuto nell’Atrio!- e si diresse dall’altro lato della strada.

Dovette aspettare perché la cabina era occupata da un babbano. Quando entrò tutto era esattamente come l’aveva visto l’ultima volta, tranne per un adesivo di una band americana attaccato su uno dei vetri alla sua sinistra. Harry guardò fuori e aspettò che la strada fosse libera, poi sollevò la cornetta e digitò i cinque numeri: 62442. Dallo sportellino per il resto uscì una spilla con la scritta visitatore e la cabina iniziò a scendere verso il basso. Quando l’ascensore si fermò una voce femminile annunciò “ottavo livello: Atrio”.

Harry si trovò davanti uno scenario del tutto nuovo. Una sfavillante fontana spiccava su tutto. Era una nuova versione della fontana che aveva visto la prima volta che era stato al Ministero. Ora una strega abbracciava un centauro mentre un mago stringeva la mano di un elfo perfettamente pulito e sorridente, getti d’acqua colorata danzavano davanti alle statue di marmo e oro; sotto una scritta aurea citava: “la Vittoria è figlia dell’unione e madre della fratellanza” .

L’Atrio era animato da un via vai incessante di maghi. A Harry venne in mente un formicaio e si stupì di tutta quella folla perché erano solo le sette e venti e solitamente l’orario d’ufficio scattava alle nove; ne era certo perché l’anno predente aveva trascorso un intero mese a studiare tutto ciò che riguardasse il ministero. Avevano tutti mazzi di pergamene svolazzanti e centinaia di aerei di carta sfrecciavano da un ascensore all’altro. Si guardò intorno alla ricerca del signor Weasley e proprio quando riuscì a vederlo, una strega poco più alta di un elfo gli andò a sbattere contro. Tutti i rotoli di appunti volarono per aria.

-Perché non guardi dove vai ragazzo!-  La donna era sdraiata a terra con un originale cappello  posto di traverso, doveva avere almeno settant’anni. Harry aiutò la strega ad alzarsi e a raccogliere le pergamene.

-Mi dispiace tanto, non l’avevo vista!-

-Almeno sei educato ragazzo, bravo! Mi ricordi qualcuno… ti ho già visto da qualche parte?- La strega si sistemò meglio gli occhiali mentre Harry cercava di coprire la cicatrice schiacciandosi i capelli sulla fronte.

-Em… può darsi… ma ho un viso comune-

- Per tutte le budella di Mago Merlino! Ma sei Harry Potter!- La donna si sporse in avanti e diede una vigorosa stretta di mano ad Harry che si chiese da dove venisse tutta quella forza.

-Molto piacere Harry, sono Gladis Pikerwet… mi pare… ma ne sono quasi certa!- continuava a stringere la mano di Harry facendola dondolare su e giù.

Harry farfugliò un piacere, terribilmente imbarazzato, sperando che nessuno l’avesse notato. Fortunatamente arrivò il signor Weasley a salvarlo.

-Buongiorno Gladis, credo che il ragazzo abbia ancora bisogno della sua mano-

-Ah! Lo dicevo io che mi chiamavo Gladis! Piacere sono Gladis Pikerwet!-

Il signor Weasley sollevò gli occhi al cielo ed Harry riuscì a liberare la mano.

-Gladis credo che al quarto livello stiano aspettando quei documenti, lo sa che senza di lei non possono andare avanti con le pratiche-

-Lei chi?- La strega si guardò intorno e il signor Weasley scosse la testa con aria rassegnata.

-Lei Gladis, lei-

-Oh la peppa! C’è un’altra Gladis? Non la conosco.-

Harry cercò di soffocare una risata mentre il signor Weasley si strofinava le tempie con i polpastrelli.

-Si... credo sia andata al quarto piano, Divisione Esseri e Spiriti… perché non la raggiunge?-

-Certo certo… vado- e si allontanò trascinando i rotoli di pergamena.

-Scusa tanto Harry, era una grande strega prima che uno dei mangiamorte uccidesse suo figlio, per mesi non è venuta a lavoro e quando è tornata… beh l’hai visto.-

Harry si guardò nuovamente intorno, non era stato l’unico a perdere le persone che amava, chissà a quante di quelle persone Voldemort aveva rovinato la vita.

-Signor Weasley, come mai tutte queste persone sono già a lavoro? Non è presto?-

-Devi capire che quando Voldemort ha preso il comando del Ministero ha creato il caos. In poco tempo ha modificato un gran numero di leggi, ha distrutto fascicoli, ha cancellato sezioni e ne ha creato di nuove e come se non bastasse la maggior parte dei dipendenti è stata cacciata, alcuni sono morti altri non vogliono tornare perché per molti è troppo doloroso.  E questo è solo ciò che è accaduto qui…- si diressero all’ascensore più vicino, fortunatamente lo trovarono vuoto tranne che per una decina di promemoria che li seguirono. – nulla è paragonabile a ciò che sta succedendo fuori. I maghi iniziano a chiedere risarcimenti per la distruzione delle loro abitazioni e dei negozi, altri chiedono aiuto per ritrovare i propri cari scomparsi, alcuni hanno perso tutto e non sanno dove andare, a molti è stata cancellata la memoria e la maggior parte spinge il Ministero affinché venga dato il bacio del dissenatore a tutti i mangiamorte catturati senza alcun processo-

Una vocina annunciò l’arrivo al secondo livello. Harry quasi neanche se ne accorse. Era stato così ingenuo da pensare che finita la guerra tutto sarebbe tornato apposto, invece Voldemort aveva creato più danni di quanto avesse immaginato. Quanto tempo ci sarebbe voluto perché ogni cosa venisse sistemata? I suoi pensieri vennero interrotti dal signor Weasley

-Scusa Harry, devo andare a parlare con Kingsley. L’ufficio Auror e l’ultimo là infondo, ti stanno aspettando. Ci vediamo più tardi.-

A Harry sembrò di avere una mou mollelingua in bocca, gli mancava il fiato. Stava per entrare nel quartier generale degli Auror.

 

 

Sono a lavoro sul terzo capitolo, spero che i primi due vi siano piaciuti. Se vedete errori o notate qualche discrepanza ogni commento o critica è ben accetta. A presto!!!
P.S. vorrei sapere la vostra opinione sulla lunghezza dei capitoli, in particolare se li trovate eccessivamente lunghi. Grazie

 

 

 

 

 

 

  
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