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Autore: ScudoDiTiglio    07/09/2010    3 recensioni
Anche nelle giornate più noiose in cui tutto sembra girare per il verso storto, la vita può prendere una piega decisamente inattesa! Ecco cosa accade se, a soli undici anni, improvvisamente si scopre di essere imparentati con alcuni personaggi del tuo libro preferito: “- Non so se tu sai chi sono io... - riprese a parlare la donna con un tono e uno sguardo che parevano un po' tristi. La ragazzina scosse piano la testa, - Immagino che Lei faccia parte del mondo magico. La Strega sorrise e annuì, - Sono Lilian Luna Potter, Ministro della Magia - si presentò stringendo la mano della sua giovane interlocutrice. Poco ci mancò che la saliva andasse di traverso a Diana! Lilian Luna Potter?! La bambina figlia di Harry e Ginny che compariva nell'epilogo di Harry Potter e i Doni della Morte assieme ai fratelli e ai cugini?? - La figlia di Harry Potter... - sussurrò flebilmente, guardandola con tanto d'occhi, chi l'avrebbe mai detto? - Oh, non solo... sono anche la sorella del tuo nonno paterno, James -. Ma cosa c'entrerà la città perduta di Petra con i discendenti del Salvatore del Mondo Magico?
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qua! Non mi aspettavate così presto, eh? Ah be', comunque sia cercherò di aggiornare ogni pochi giorni, una o due volte alla settimana XD

E ora passiamo ai ringraziamenti:

Ringrazio di cuore le tre persone che seguono la storia; LazioNelCuore1711, leilah lent, micia692 e _Chiaraa, per qualsiasi parere, domanda, critica e\o consiglio sono a vostra disposizione! ^^

Colei che l'ha aggiunta alle preferite; la mia amicuccia Tayr Soranance, continua così! XD

E così fu che arrivò il turno delle recensioni:

 

leilah lent: Devo ammettere che nemmeno io ho mai trovato parentele del genere, ma più originali siamo meglio è, giusto?

^_^ [Bella domanda, sapessi quante volte io mi sia chiesta come abbia potuto mia zia sposare un essere viscido e

insipido come Tiger! Guarda, non vale nemmeno la pena di chiamarlo zio =_= nd Diana]

In effetti riguardo al nipote di Tiger e la zia di Diana, non credo che si possa definire proprio amore, comunque il

senso di tutte quante verrà spiegato man mano che procede la storia, non temere! ;)

Per Romolo Lupin ho fatto più o meno lo stesso giochetto che ha fatto la Rowling per il suo antenato; se c'è

Remus, perchè non ci dev'essere anche l'omonimo del fondatore di Roma?? XD

Grazie per aver recensito questo primo capitolo, mi ha fatto davvero molto piacere, spero che continuerai a

seguire Diana, il tuo sostegno le gioverà molto =D

 

Tayr Soranance: Ma grazie mille per il battesimo della fanfiction! Sono sicura che porterà davvero bene! XDD

Riguardo alla cosiddetta amicizia tra Diana e Miss Simpatia, non c'è stata nessuna delle minacce che hai

suggerito, però cerca di capirla, in fin dei conti Diana e più piccola e inesperta di noi, ma non tarderà a

palesarsi in tutta la sua forza, vedrai! Riguardo alla parata dei fessacchiotti, Diana ringrazia per la

comprensione, [Ma perchè ogni sacro santo anno sono costretta a trovarmi questi qua in mezzo alle

scatole?! ç_ç La scusa di mamma e dei nonni è che non li vediamo mai, ma io starei così taaanto bene se

non dovessi vederli una volta all'anno!!!] [Su, su, Dianuccia mia, non abbatterti in quel modo e leggi bene

la presentazione della storia, magari ti porterà un po' di conforto! Nd Andromeda2012]

[NON CHIAMARMI DIANUCIAAAA!!! è_é Se mi volessi veramente bene non mi costringeresti a

incontrare quegli esseri!] Sì, anche a me questo nuovo Ministro della Magia sta decisamente più simpatico

dei suoi predecessori ^____^ [Non c'è bisogno di fregarmi il mantello viola, se vuoi posso regalartelo

direttamente io per il tuo compleanno... ah, no scherzavo, quello è già passato da un paio di mesi... Vorra

dire che aspetterai un altro anno! XD Nd Lily sorniona e per niente dispiaciuta]

Grazie davvero per gli auguri, spero che le avventure di Diana e... beh, vedremo chi, non ti deludano!

A prestissimo!!!

 

micia692: Bonsoir!!! Come sono contenta di ritrovarti anche qui! XDD Sono davvero felice che questa storia ti piaccia e che

Diana ti stia simpatica ^^ Beh, per quanto riguarda Narcissa staremo a vedere come si metteranno le cose con lei...

[Ma siamo sicuri che ho capito bene?! Te non vedi l'ora di conoscere mia cugina?? O_O Anzi, sì, sì, è davvero

mooolto simpatica, magari potresti andare al fun... ehm... alla festa al mio posto, che ne dici? * * Nd Diana,

rivolgendo a Micia uno sguardo implorante] Comunque Veive è il nome della dea della vendetta etrusca... o forse

era una di quelle greche o romane?? Ora non mi ricordo con esattezza ç_ç, comunque fa parte di quella cerchia!

PS: Visto come sono stata brava ad aggiornare presto? XD Spero solo che potrà essere sempre così, almeno ci sarà

qualche piccola distrazione dalla sscuola! (sputa la parola come se fosse una pappetta schifosa)

Mi auguro davvero che ti piacerà anche questo capitolo, così come il resto della storia, s'intende! ;)

Alla prossima e mi raccomando per Caleb&Co!!! =D

 

 

Capitolo II

ATTACCO A VILLA TIGER

 

Un solo battito delle ali possenti dell'Ippogrifo ed eccoli di nuovo in volo, all'altezza della cima della Torre Ovest. Fierobecco atterrò con uno scalpiccio sui bastioni, e Harry e Hermione scivolarono immediatamente giù dal suo dorso.

<< Sirius è meglio se vai, presto >> disse Harry ansimando. << Saranno nello studio di Vitius da un momento all'altro e scopriranno la tua fuga >>.

Fierobecco raspò le pietre con la zampa, agitando la testa.

<< Che cos'è successo all'altro ragazzo, Ron? >> chiese Sirius concitato.

<< Si rimetterà presto... è ancora privo di sensi, ma Madama Chips dice che lo farà star meglio. Presto... vai! >>

Ma Black continuava a guardare Harry.

<< Non potrò mai ringraziarti... >>

<< VAI! >> urlarono assieme Harry e Hermione.

Black fece voltare Fierobecco verso il cielo aperto.

<< Ci rivedremo >> disse. << Sei... davvero il figlio di tuo padre, Harry... >>

 

<< Diana? >>

La ragazzina, persa nella lettura fino a quel momento, sussultò poi, alzando lo sguardo dal libro, vide sua madre affacciata sulla soglia e incontrò i suoi occhi nocciola.

<< Sì? >>

<< Comincia a prepararti, è quasi ora di andare >>

Diana sospirò, in effetti aveva interrotto la sua lettura solamente per il pranzo, cosa assolutamente comprensibile visto che negli ultimi giorni aveva dovuto lasciare da parte i fantasy per buttarsi a capofitto nella tesina dell'esame.

Titania Scamander fece per ritirarsi, quando la voce di sua figlia la fermò ponendole la stessa domanda che lei aveva fatto a sua madre prima di pranzo.

<< Dobbiamo veramente andarci, mamma? >> il suo tono era particolarmente svogliato.

Sua madre si fece seria. << Sì, tesoro, lo sai. In fin dei conti non vediamo mai tua zia... >>

<< Ma Veive è così antipatica, inoltre Augustus non fa altro che guardarmi dall'alto in basso perchè non ho un padre e...>>

<< Lo so, ma tu cerca di non dargli retta. Prima o poi si stuferà... >> le disse interrompendo la sua raffica di proteste. Con lei non ammise la propria insofferenza per il cognato, perchè con sua figlia ci teneva a mostrarsi il più neutrale possibile. Fece un passo indietro ma, ancora una volta, Diana la fermò.

<< Mamma? >>

<< Sì? >> rispose Titania e dal tono Diana intuì che si tratteneva dal dirle “E adesso che c'è?”

<< Ora penso di essere abbastanza grande per sapere chi è mio padre... >> Non aveva mai avuto il coraggio di porre questa delicata questione a sua madre, aveva paura di una reazione da parte sua, del tipo “Perchè vuoi saperlo? Io non ti ho mai fatto mancare nulla!” Però durante gli anni delle elementari ci aveva pensato tanto...

<< Vuoi saperlo solamente perchè Augustus ti infastidisce? >> le domandò invece, << Guarda che te ne devi infischiare di quello che dicono... >>

<< No >> l'interruppe la ragazzina, che da sempre s'irritava quando la madre le faceva le domande senza darle il tempo di rispondere, come in quel momento. << Semplicemente, tutti hanno il diritto di sapere chi sono entrambi i propri genitori. Anche senza parenti antipatici in mezzo >> spiegò decisa.

Colpita dal discorso della figlia, Titania Scamander chiuse gli occhi e sospirò prima di tornare a guardarla.

<< Quest'estate te ne parlerò >> la sorprese.

<< Davvero?! >> la ragazzina sgranò gli occhi e balzò in piedi. Si sarebbe aspettata una maggior resistenza!

<< Quando? >>

<< Vedremo >>

Ecco, naturalmente un inghippo ci voleva!

<< In ogni caso sarà sicuramente entro settembre... preparati! >> e con quest'ultima raccomandazione, finalmente Titania uscì dalla camera di sua figlia.

 

Sebbene sia Titania che Diana fossero pronte, ancora non erano salite nella macchina in cui le aspettava nonno Lorcan.

Il motivo? Molto semplice, entrambe erano in piedi nel corridoio al piano superiore, fuori dalla porta della camera dei nonni, ermeticamente chiusa. Aspettavano nonna Dora, la quale si era cambiata d'abito già sei o sette volte.

Diana non era per nulla sorpresa, in fin dei conti era così tutti gli anni quando venivano invitati a Villa Tiger. Nonna Dora teneva particolarmente ad essere all'altezza delle altre signore della festa, e aveva sempre il timore di sfigurare.

<< Mamma? >> chiamò Titania accostando l'orecchio alla porta, << Ci sei? Guarda che si sta facendo tardi! >>

<< Un secondo soltanto! >> giunse la voce ovattata della nonna.

Per me anche più di cento secondi!” commentò mentalmente Diana dato che, secondo il suo ragionamento, più tardi sarebbero arrivati, meno tempo avrebbero trascorso a quella noiosissima festa.

<< Sì certo! Sarà almeno un quarto d'ora che dice così... >> farfugliò sua madre, ma proprio in quel momento la porta si aprì rivelando una Dora Scamander con un abito argenteo ornato di fiori neri accompagnato da uno scialle di seta bianco, la treccia sempre arrotolata in cima alla testa.

<< Ma nonna, questo non è il primo abito che hai provato? >> domandò Diana aggrottando leggermente le sopracciglia.

<< Oh be', può darsi >> mugugnò lei, << Ma alla fine era il migliore che avevo >>.

Non avrei fatto altro che non mettermi il mio abito migliore per una noia del genere!

<< Tu invece non avevi proprio una gonnellina carina da metterti? >> le chiese la nonna osservando con occhio critico i suoi lunghi pantaloni a sigaretta di velluto blu scuri e la sua maglietta di cotone della stessa tonalità di blu, solo ornata da stelle argentate e con il colletto e le estremità delle maniche di lana.

<< Ci ho provato anch'io >> sospirò sua madre, che invece portava un lungo tubino di velluto bordeaux e i capelli elegantemente raccolti in un'alta coda di cavallo, << Ma proprio non ne vuole sentire di mettersi una gonna >>.

<< Per l'appunto >> rincarò la dose la ragazzina dai riccioli rossi, avviandosi verso il giardino assieme alla mamma e la nonna, << Mi basta e avanza la gonna della divisa scolastica! >>

<< Oho! Eccovi finalmente, cominciavo a credere che non saremmo più partiti! >> le accolse nonno Lorcan, un signore pelato, a parte i baffi bianchi ai lati del naso, che invece indossava un frac nero.

<< Ah magari! >> commentò Diana sistemandosi sul sedile posteriore della vecchia Ford assieme alla mamma.

<< E dai, Diana! Certo che tu e tua cugina potreste essere un poco più gentili tra di voi! >> la redarguì la nonna, seduta sul sedile di davanti. “Non è colpa mia se lei è un'antipatica, altezzosa che non vien bene!” pensò la ragazzina scuotendo la testa e cominciando a guardare fuori dal finestrino, mentre le case di Michigan Road sfrecciavano davanti ai suoi occhi. Non sapeva perchè, ma aveva la sensazione che il cielo fosse più grigio rispetto alla mattina.

Non si trattava di nubi, anzi, non ce n'era nemmeno una! Però, come dire... sembrava che i colori del tramonto non fossero brillanti come avrebbero dovuto. Pareva che fossero coperti da una sorta di filtro!

Villa Tiger si trovava fuori città, in mezzo alla campagna, appollaiata sul pendio di una delle colline più alte e, già da lontano, oltre alla sua sagoma piuttosto imponente, s'intravvedevano le luci accese al suo interno.

Improvvisamente nonno Lorcan fermò la macchina in mezzo al boschetto sottostante, vicino ad un albero cui era appesa una sorta di ghirlanda che avrebbe dovuto indicare la direzione del luogo dei festeggiamenti.

<< Be'? Che c'è, papà? >> domandò Titania stupita, non le sembrava che fosse rimasta poca benzina, anche se lei non se ne intendeva di macchine!

<< Non so se lasciare la macchina qui o portarla in villa >> spiegò il vecchio.

<< Come sarebbe a dire? >> volle sapere Titania e, da parte sua, Diana fece scorrere il suo sguardo interrogativo dal nonno alla madre.

<< Immagino che gli altri invitati abbiano delle macchine particolari e... beh, questa vecchia carretta non farebbe un gran figurone accanto a quelle! >>

Diana sentì che le sue braccia sarebbero cascate a terra da un momento all'altro. D'accordo, conosceva i disagi dei nonni al pensiero delle persone che popolavano Villa Tiger, però questa storia della macchina era del tutto nuova!

<< Ma cosa dici?! >> esclamò nonna Dora indignata, << Ma te lo ricordi quant'è in alto quella villa? Io non ce la faccio mica ad arrivare a piedi fin lì! >>

<< A parte questo >> intervenne Titania, << Se il tuo problema è una cosiddetta figuraccia, allora non sarebbe peggio presentarsi a piedi, papà? >> cercò di farlo ragionare, mentre sua figlia tamburellava con le dita sul proprio sedile.

Sembrava quasi che i nonni, nonostante non volessero ammetterlo, stessero facendo di tutto per ritardare il loro arrivo! Ma allora perchè non se n'erano direttamente rimasti a casa e l'avrebbero fatta finita?

Se non fosse stato per la stanchezza della nonna, in effetti lei sarebbe stata particolarmente tentata di dar retta al nonno e lasciare lì la macchina per allungare la strada il più possibile, però alla fine ripresero la marcia verso l'enorme cancello d'ingresso della villa.

Le due ante formate da una palizzata di metallo brunito erano spalancate e una sorta di maggiordomo con blocchetto e penna in mano stava appoggiato allo stipite per controllare gli arrivi.

<< Buonasera >> li salutò in tono formale quando il nonno ebbe abbassato il finestrino davanti a lui, e Diana pensò che sembrava quasi che stesse per dire: “Biglietti, prego!”

<< I signori? >> domandò invece.

<< Scamander >> rispose nonno Lorcan.

<< Scamander, Scamander... >> farfugliò il tipo sfogliando il suo blocchetto per consultarne ogni pagina.

Manco stessimo andando a teatro!” pensò Diana contrariata.

<< Ecco! >> esclamò di colpo il maggiordomo, << Parcheggio 52, ultima fila sul retro >> indicò loro, dopo aver spuntato il nome con la penna.

<< Uno dei più scomodi, naturalmente >> mugugnò Titania, dato che davanti al loro posto si estendevano macchine a perdita d'occhio e in più non poteva essere più distante dal cancello d'ingresso. Sebbene Diana non lo credesse possibile, la sua voglia di partecipare a quella festa ebbe un ulteriore calo vertiginoso.

Nell'enorme androne da cui si apriva una lunga scalinata che portava ai piani superiori, una cameriera il cui compito era appendere le giacche degli ospiti (infatti parve sollevata quando notò che gli Scamander non ne avevano nemmeno una) disse loro di recarsi nel salone dei ricevimenti al secondo piano e, mentre salivano, Diana non poté far a meno di notare gli innumerevoli quadri appesi alle pareti (rigorosamente imbiancate con una tinta ocra) che raffiguravano gli antenati della famiglia Tiger.

Man mano che si avvicinavano al salone, le voci si facevano sempre più alte e distinte, tanto che si potevano anche captare alcuni frammenti di conversazione tra vari gruppi e, una volta dentro, Diana non tardò a scorgere sua zia.

L'enorme stanza era addobbata in modo particolarmente elegante per l'occasione, forse che si addentrava persino nel pacchiano, mentre i tavoli per il buffet erano disposti nella grandissima terrazza che si snodava per buona parte del perimetro dell'abitazione.

<< Oh, siete arrivati! >> sorrise Pirra Scamander in Tiger alzandosi da uno degli enormi divani foderati con stoffa bordeaux e allontanandosi dalle donne dall'aria arcigna con cui stava parlando per avvicinarsi ai suoi parenti.

Era una donna di una decina d'anni più grande di sua sorella, il cui chignon castano scuro, così come gli occhi, era ordinatamente sistemato in cima alla sua testa, mentre l'abito di pizzo rosso e merletti dorati dall'aria ottocentesca accentuava l'aria un poco svampita che ella aveva già di per sé.

<< Pirra, mia cara! >> esclamò nonna Dora avvicinandosi alla sua figlia maggiore per baciarla sulle guance, dopodiché fu il turno di nonno Lorcan, poi di Titania, e infine la donna si chinò per salutare Diana.

Anche lei, proprio come sua madre, non aveva nulla contro quella zia in sé (a parte il fatto di aver sposato il signor Tiger), solo che non si era mai imposta con sua figlia Veive e aveva sempre lasciato che fosse il marito a educarla per conto suo.

<< Sono contenta che siate arrivati >> confessò loro una volta che li ebbe fatti sedere in uno dei salottini all'aperto (consistenti in esotiche poltroncine fatte di legni intrecciati) allestiti in terrazza. Non doveva trovarsi molto a suo agio con le parenti di suo marito. << Siete i soli della nostra famiglia ad essere venuti >>.

<< Come? >> domandò Titania sorpresa, << Va be' che Newt e Calliope sono in California, però sapevo che dovevano venire anche gli zii Lysander e Vesta... >>

<< Eh... sì, dovevano, però... >> esitò e lanciò un'occhiata di sottecchi a Diana come se avesse preferito parlare di quell'argomento in sua assenza, però la ragazzina finse di non notarlo. Non aveva alcuna intenzione di muoversi di lì.

In fin dei conti dove sarebbe dovuta andare? Non conosceva nessuno e di raggiungere Veive e il suo stuolo di amiche non se ne parlava proprio!

<< Però? >> la incitò a continuare Titania, facendole capire che poteva benissimo parlare di fronte alla ragazzina.

<< Diciamo che... hanno avuto un piccolo contrattempo... anche se non ho capito quale! >> si affrettò a spiegare, ma Diana non era convinta che fosse tutto.

<< Cara, dov'è la festeggiata? >> domandò nonna Dora di punto in bianco, guardandosi intorno.

<< Ah... ehm... eccola là! Sì, sta accogliendo la prozia, Feronia...>>

<< Beh, che aspettiamo a salutarla? >> si eccitò la nonna alzandosi in piedi e avanzando verso l'estremità opposta della terrazza, in direzione della scalinata di granito che conduceva nell'enorme giardino, assieme alla figlia maggiore.

Nonno Lorcan e Titania si affrettarono a raggiungerle e, con un lieve sospiro svogliato, anche Diana si alzò per seguirli.

<< Veive, tesoro! Tanti auguri! >> esclamò nonna Dora abbracciando una ragazzina alta e longilinea, dai lunghi capelli castano scuri lisci come la seta e gli occhi scuri dal taglio allungato, leggermente orientaleggiante, vestita con un abitino di un bianco scintillante lungo fino alle ginocchia e senza spalle, che le lasciava lo sterno scoperto, il collo ornato da una sottile catenina d'argento, e naturalmente non potevano mancare due lunghi orecchini d'oro bianco.

<< Nonna Dora, è bello vederti >> Veive salutò la nonna con un atteggiamento posato. Diana aveva già notato che non la chiamava mai solamente “nonna”, e secondo lei perchè doveva distinguerla dalla propria nonna paterna, che invece chiamava tranquillamente con il grado di parentela senza aggiungerne il nome.

Dopodiché strinse leggermente la mano al nonno con due altrettanto formali baci sulle guance (in realtà le guance non le aveva nemmeno sfiorate!)

<< Auguri, Veive >> le disse Titania con un sorriso forzato, quando la ragazzina arrivò a stringerle la mano.

Quando fu di fronte a Diana si limitò a guardarla con fare altezzoso come per dire “Ma che ci fa un essere del genere al mio compleanno?!”

<< Ciao >> la salutò con un tono così distaccato che quasi quasi sarebbe stato meglio se si fosse stata zitta.

<< Ciao >> rispose la rossa con altrettanta indifferenza.

Da parte sua, Veive non si attardò un secondo di più di fronte a sua cugina, ma ritornò accanto alla vecchia signora alta, con una crocchia bianca e grigia in cima alla testa e un lungo abito di velluto e seta marrone scuro, dal taglio talmente antiquato che pareva essere uscito direttamente dal settecento, se non pure seicento, i suoi occhi giallognoli erano ingranditi dai rettangolari occhiali dalla spessa montatura dorata.

<< Vi presento la mia prozia, Feronia >> Rivolgendosi agli adulti, la giovane Tiger riprese il tono melenso sfiorando il braccio della vecchia.

<< Buona sera >> la salutò Titania un po' a disagio, mentre i nonni le stringevano la mano a turno. Diana invece la scrutò di nascosto e si ricordò di averla già vista quando era più piccola, sempre lì in villa, in occasione di un altro compleanno di Veive.

<< Piacere mio, signori Scamander >> si rivolse loro con un tono decisamente altezzoso degno di quello della sua adorata pronipote, senza degnare la ragazzina dai riccioli rossi nemmeno di uno sguardo.

Quelli furono gli unici pochi minuti in cui la “grande festeggiata” si degnò di stare con loro, poi il resto della serata fu estremamente lungo e noioso, Diana rimase per tutto il tempo accanto alla madre e ai nonni, mangiucchiò giusto un paio di patatine e si prese un bicchiere di succo di frutta in attesa della cena.

Gli Scamander sedevano all'ultima estremità della lunghissima tavolata riccamente imbandita situata nella sala da pranzo ufficiale, dalle alte finestre rettangolari da cui pendevano tende rosso sangue e da cui entrava la luce argentea della luna.

Zia Pirra si era scusata in tutti i modi possibili di non essersi potuta sedere vicino a loro, però il “protocollo” esigeva che si sistemasse a capo tavola insieme al marito e alla figlia.

La cercano solamente per salvare le apparenze. Per tutto il resto della serata non l'hanno calcolata di striscio!” pensò Diana indignata scuotendo la testa, mentre si sorbiva il tedioso discorso di Augustus e Veive.

<< Carissimi ospiti! >> esordì il signor Tiger alzandosi in piedi, << Siamo onorati della vostra presenza, questa sera, per il compleanno della mia splendida figlia, Veive Tiger >>. Naturalmente si curò di ricalcare bene il cognome, come se nessuno sapesse come si chiamava.

Mamma mia che essere viscido! Dico io che poi sua figlia si dà tante arie! Spero proprio che mio padre non fosse come lui!

<< Eh sì, undici anni non si compiono certo tutti i giorni! >> riprese Augustus dopo un attimo di pausa.

Nessuna età si compie tutti i giorni, a quanto mi risulta. Se questi sono gli undici, voglio proprio vedere cosa tirerà fuori per i diciotto!” Diana rabbrividì alla sola idea, ma probabilmente a quell'età non sarebbe più stata costretta a presentarsi alle feste di Villa Tiger.

<< Sono un'età importante per la nostra famiglia, infatti da adesso anche Veive ha diritto ad avere un quadro che la raffiguri, appeso alle nostre pareti. Non appena la cena si sarà conclusa, lei poserà per il nostro pittore personale che, proprio davanti agli occhi di tutti noi, dipingerà la sua immagine su tela! >>

Wow! Quale onore... ma anche no!

<< Proprio così! >> prese la parola Veive con un sorriso smagliante, << Come poco fa diceva mio padre, questa è una data importantissima per me. Anche perchè ora, una volta terminate le scuole elementari, sono finalmente pronta per andare a studiare in un college d'alto prestigio dall'altra parte del Regno Unito! >>

I commensali applaudirono e tanti commentarono sotto voce la capacità della festeggiata di metter su un discorso del genere. Diana ormai aveva perso il conto di quante volte nella stessa giornata avesse scosso la testa con disapprovazione. Era già la seconda volta in quel giorno che sentiva parlare di college d'alto prestigio, infatti quella frase le fece tornare in mente Narcissa. In lei si era fatta strada la sensazione che la sua ormai dubbia amica assomigliasse sempre di più a sua cugina, e di certo non era un complimento!

Improvvisamente la ragazzina dai capelli rossi fu scossa da un brivido di freddo, e si accorse che un gelo inusuale per quella stagione si stava pian piano riversando nella sala. Immediatamente si voltò verso sua madre, il cui sguardo si era fatto fisso e vuoto. Nemmeno gli altri invitati si sentivano molto meglio di loro, parecchi si sfregavano disperatamente le braccia nude o indossavano scialli e mantelline, mentre i bambini chiedevano le giacche ai genitori o si rifugiavano tra le loro braccia.

Sebbene non ci fosse un alito di vento, le ante di una delle altissime finestre si spalancarono di colpo e, nello stesso momento, le luci si spensero come se le lampade si fossero fulminate oppure la corrente fosse stata tagliata.

Dopo un momento di panico totale, alzando la testa, Diana riuscì a distinguere delle terrificanti sagome spettrali, incappucciate e avvolte in lunghe vesti simili a sacchi della spazzatura, le orribili mani che parevano in decomposizione... “No! Non può essere...

Va be' che quel pomeriggio aveva riletto Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, il primo libro della saga in cui compaiono i Dissennatori, ma se avesse dovuto avere simili allucinazioni tutte le volte che lo aveva letto, allora non ne sarebbe uscita più!

<< Ma... mamma... >> provò a chiamare, però si accorse che non solo le mancava la voce, ma non riusciva nemmeno a muovere la testa, i suoi occhi rimanevano irrimediabilmente fissi sull'orribile sagoma che scivolava verso di lei con un sibilo roco...

Sprofondava sempre di più in un vuoto vertiginoso in cui non s'intravvedeva nemmeno un accenno di luce...

Provò ad agitare le braccia come se stesse affogando per ritornare in superficie, ma il buio la attirava irrimediabilmente verso di sé...

Delle urla disperate le esplosero nella testa, e lei provò a cercare con lo sguardo le persone in difficoltà, ma senza risultati. Improvvisamente quello che pareva una sorta di campo di battaglia in mezzo a delle rocce dalla colorazione rossastra si delineò davanti ai suoi occhi. Moltitudini di uomini in uniforme nera e rossa si riversavano da tutte le parti e brandivano lunghe stecche di legno da cui fuoriuscivano luci multicolori, ma una scena la colpì maggiormente rispetto alle altre. Un giovane uomo di circa una ventina d'anni, alto e con una corporatura ben temprata, dai folti capelli neri lunghi fino alla fine del collo accompagnati da una barbetta nera che gli punteggiava le guance e due grandi occhi di un verde chiarissimo con una leggera sfumatura dorata, brandiva la sua stecca di legno come se fosse stata una spada e fronteggiava un'orribile creatura femminile che pareva avere delle serpi al posto dei capelli. Avrebbe voluto avvicinarsi ancor di più, ma l'intera scena fu cancellata da un'intensa, ma piacevole luce argentea...

 

Il bagliore si diradò pian piano e ben presto venne sostituita da quella arancione che, in situazioni normali, s'insinua attraverso le palpebre.

Era sdraiata su un piano morbido e un cuscino doveva essere sistemato sotto la sua testa.

Lentamente aprì gli occhi e mise a fuoco uno dei salottini privati dei Tiger che, se non si sbagliava, doveva trovarsi al primo piano, e la luce era accesa.

Momento: la luce era accesa?! Ma allora questo significava che...? Alzò la testa di scatto, ma un gran capogiro la costrinse ad appoggiarla nuovamente sul cuscino addossato al bracciolo del divano sul quale era adagiata.

<< Ti senti meglio? >> domandò gentilmente una voce femminile e la sua proprietaria non tardò a entrare nel campo visivo di Diana. Era una donna un po' più in là della cinquantina, i cui capelli, che arrivavano all'incirca alla fine del collo ed erano attraversati da una leggera curva a metà, e i cui grandi occhi color cioccolato al latte emanavano benevolenza e al tempo stesso una grande forza. Il suo abbigliamento era il più originale che la ragazzina avesse mai visto: consisteva in un completo gessato blu notte, cappotto nero, e un mantello che dalle spalle scendeva fino ai piedi.

Che strano! Perchè non c'era sua madre lì con lei? Inoltre non le era sembrato di vedere quella donna tra gli invitati! Certo, aveva fatto tutt'altro che guardarli e imprimerseli in testa, però sarebbe stato semplicemente impossibile non notare una persona del genere!

<< Ehm... io... >> farfugliò Diana con voce flebile, e la donna sorrise.

<< Non preoccuparti, Diana >> la consolò accarezzandole i capelli, << è naturale che i Dissennatori facciano quest'effetto. Se ne sono andati adesso, non hai più nulla da temere... >>

<< Ha detto Dissennatori?! >> esclamò la ragazzina, improvvisamente del tutto sveglia, <>

La donna sgranò gli occhi, << Conosci la storia...? >>

<< Certo! >> rispose Diana fissandola incredula, << E chi non conosce Harry Potter? Certo, non tutti avranno letto i libri, però ci sono anche i film... >>

<< Già, i film... ho sentito che il quinto e il sesto non sono stati fatti gran che bene. Spero che almeno abbiano un poco sistemato le cose nel settimo... >>

Ma che diamine stava dicendo quella donna? Ok, che doveva essere una Strega lo aveva già capito, visto che aveva parlato dei Dissennatori come se fossero stati roba di tutti i giorni. Se fosse stata lì, sicuramente Narcissa avrebbe detto che era stato tutto uno spettacolo per divertire gli invitati alla festa, ma lei sapeva perfettamente che non era così. A parte che i Tiger non erano proprio i tipi da organizzare scherzi del genere, e poi diciamocelo, il gelo e le visioni erano più che reali!

<< Non so se tu sai chi sono io... >> riprese a parlare la donna con un tono e uno sguardo che parevano un po' tristi.

La ragazzina scosse piano la testa, << Immagino che Lei faccia parte del mondo magico >>.

La Strega sorrise e annuì, << Sono Lilian Luna Potter, Ministro della Magia >> si presentò stringendo la mano della sua giovane interlocutrice.

Poco ci mancò che la saliva andasse di traverso a Diana! Lilian Luna Potter?! La bambina figlia di Harry e Ginny che compariva nell'epilogo di Harry Potter e i Doni della Morte assieme ai fratelli e ai cugini??

<< La figlia di Harry Potter... >> sussurrò flebilmente, guardandola con tanto d'occhi, chi l'avrebbe mai detto?

<< Oh, non solo... sono anche la sorella del tuo nonno paterno, James >>.

 

 

 

  
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