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Autore: Kokky    07/09/2010    2 recensioni
Un mondo parallelo e antico, popolato da vampiri che si muovono nell'ombra e umani troppo ciechi sui nemici succhiasangue. L'esercito, i positivi e gli alchimisti sono gli unici che possono proteggere l'umanità da ciò che stanno bramando i vampiri...
Un'umana insicura. Due piccoli gemelli. Un vampiro infiltrato. Una squadra di soldati. Una signora gentile e un professore lunatico. Una bella vampira e il capo. Due Dannati. L'Imperatore e i suoi figli. Una dura vampira. E chi più ne ha più ne metta!
Di carne sul fuoco ce n'è abbastanza :)
Provare per credere!
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Positive Blood' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Informo sin da ora, che essendo questi gli ultimi capitoli, potrà capitare che ci siano troppi personaggi in un unico capitolo e quindi tante piccole scene. Spero di riuscire a gestirle bene.
Buona lettura *-*




99 – Lo scontro

La Piana di Fuoco era una distesa di lava: le rocce più affilate erano state coperte dalla sabbia vulcanica e l’erosione del vento e della pioggia aveva reso il terreno più morbido e meno scosceso. Gli umani non avrebbero potuto di certo combattere con il rischio d’inciampare e di spaccarsi la faccia sulle dure pietre laviche; quindi quel posto, formato in buona parte da granelli grossi, era l’ideale; in più, ai lati e nella zona più alta, vi erano lapilli e formazioni rocciose più consistenti, ultimi residui di un’eruzione più recente. Per gli alchimisti quello era materiale di guerra.
Logan saggiò il terreno con il piede, si chinò e prese un ciottolo scuro, immaginando di farlo divenire di fuoco; un fuoco capace di uccidere i vampiri, anche quelli "superiori".
I soldati sistemarono velocemente le tende, ognuno s’impegnò al massimo delle proprie forze anche in quelle piccole cose, e poi tutti si concentrarono sull’imminente battaglia. Qualcuno si allenava, altri preparavano la strategia d’attuare.
Jack osservava la sua spada con venerazione, pensoso.
«Vado a perlustrare la zona, poi andrò a conoscere gli altri alchimisti», lo informò Logan, lasciandolo solo nella tenda.
L’accampamento era percorso da voci di soldati, eppure sembravano meno chiassose del solito; probabilmente, la tensione e l’attesa rendeva tutti più nervosi e meno propensi a parlare e a farsi grasse risate della loro situazione. Un leggero vento, fresco e ristoratore, soffiava sulla Piana, portando con sé l’odore della prima neve.
Logan si mosse agilmente fra le rocce scure, osservando da là sopra la distesa sotto di sé; vi erano dei boschi, laggiù, e si vedevano delle colline all’orizzonte. Dall’inizio della Piana sarebbero spuntati i vampiri, sospinti dal S.S.E.V., formato da positivi a servizio dell’Impero. Gli era parso strano che i vampiri cedessero sotto il loro attacco, ma si era ripromesso di sperare; certo, non era cieco come Richard dei Burnside o molti altri soldati, che vedevano la vittoria assicurata, però aveva deciso di considerare quella cosa come “una casualità” che li avrebbe aiutati a vincere.
Si abbassò su un masso di dimensioni medie, lungo quanto il suo avambraccio, e con il gessetto vi inscrisse un cerchio: la Stella di Fuoco, l’unica via per fermare i “superiori”. La pietra incominciò a bruciare dall’interno, divenne un piccolo falò, infine arse tutta, lasciando l’odore di fumo dietro di sé, che si sparse con il vento. Logan seguì la cenere volare via fino a mescolarsi con il mare nero della Piana.

«E così tu sei Logan Mckay», esordì un alchimista originario di quelle zone, dagli occhi vivaci e il sorriso sornione. «Piacere, io sono...»
«Frey, e io sono il suo compagno, Lydia», completò la frase una donnina dalla voce vispa ed acuta.
Logan iniziava a confondersi con tutti quei nomi e volti, quindi sorrise e annuì solo per compiacenza; alcune persone gli erano familiari: colleghi di corso, che avevano studiato insieme a lui le basi dell’Alchimia. Ma lui non era mai stato ben visto dagli altri, a causa del cognome importante; pensavano che fosse raccomandato e l’avevano isolato. In realtà lui era scappato di casa contro la volontà del padre, che lo avrebbe voluto Generale, ma questo lui non l’aveva detto, orgoglioso. Comunque, dopo anni di indifferenza, era come rivedere persone qualunque, e non si rallegrò di riconoscere Jason o tanti altri.
Alla fine, scappò da quella riunione, subito dopo che fu decisa la linea d’azione: alcune squadre, le più esperte, sarebbero scese in campo accanto ai plotoni del normale esercito; altri alchimisti, fra cui Logan, dalle conoscenze mediamente buone, sarebbero stati a capo di squadre di alchimisti più giovani, per aiutarli durante il combattimento e lanciare massi infuocati dall'alto. Logan non disse una parola di protesta e sfuggì ai convenevoli.
Desiderava tornare alla quiete della propria tenda, al silenzio piacevole di Jack.
Quando questo lo vide tornare, lo fissò stranito. «Cos’è successo?», chiese il gigante, mentre affilava la lama d’argento della sua spada.
«Sono stato all’inferno», ironizzò Logan, stendendosi sulla brandina.
«Impossibile. Deve ancora venire, ma non ti preoccupare, arriverà tra breve. Se non erro, entro due giorni», ribatté Jack, sorridendogli.


Gabriel conduceva i vampiri in mezzo al bosco, mentre le retrovie combattevano già contro il S.S.E.V., perdendo elementi sotto il torchio dei positivi. Avevano mandato i più deboli, quelli così giovani che la loro scomparsa non avrebbe intaccato la gerarchia dei vampiri.
Adam aveva risparmiato Sofia da quello scontro, prospettando la battaglia dei giorni a venire. La ragazza non aveva protestato: come tutti, era attratta dall’odore di sangue, ma aveva sviluppato un attaccamento profondo per Adam, dopo aver bevuto da lui, tanto che aveva resistito alla tentazione. Sapeva, in qualche modo ricordava, che era importante per lei averlo accanto; e quindi lo seguiva con lo sguardo scarlatto, intenta ad avanzare insieme agli altri componenti della famiglia Gray.
«Sofia», la chiamò Adam, indicandole il cielo: era quasi giorno, dovevano fermarsi, o i negativi sarebbero bruciati al sorgere del sole. Molti scavarono delle fosse, si nascosero sottoterra o in zone più protette dai raggi; i “superiori” non avevano problemi e si stesero all’aperto. I soldati del S.S.E.V., dal loro canto, si accamparono anche loro, cercando di prendere sonno.
Sofia si accoccolò accanto ad Adam, ponendo una mano sotto il mento e avvicinando le ginocchia piegate verso il petto. Il vampiro le sorrise leggermente e poggiò il braccio sul suo fianco, avvicinandosi a lei.
«Riposa. Hai molte cose da vedere. Spero che quello che ti ho insegnato sui combattimenti sia abbastanza», sussurrò, ghignando.
«Se non lo sarà, avrò un motivo in più per pungolarti», ironizzò lei, tirandogli i capelli biondi con una mossa veloce. Si chinò sul suo volto e lo baciò a fior di labbra, leccandosi i canini appuntiti.
«Non oso immaginare la tua punizione», disse Adam, più che eccitato all'idea.
Sofia stese le gambe e le strinse attorno alle sue. «Troverò il modo di farti penare».
«Ho sempre saputo che eri una prelibatezza», concluse lui, chiudendo gli occhi blu mare.
Insieme a lui, centinaia di vampiri presero sonno; il giorno s’infiltrò tra le chiome degli alberi, colorando il bosco di verde e oro, ma nessuno di loro lo notò, troppo intenti a dormire. Quegli occhi immortali, dall’iride rossa come il sangue e la pupilla sottile, si riaprirono al calare del sole, pronti a vedere nuove morti.

Violet si mosse rapida, cercando Maximilian, che stava camminando accanto ad Hassan; lo squadrò per bene e gli sorrise, informandolo che avrebbero combattuto insieme, quel giorno, e sarebbero stati in prima fila, pronti a sterminare intere squadre di umani. Il Dannato sembrò apprezzare la notizia.
Hassan, lì vicino a lui, non ascoltò molto il suo ciarlare su ciò che avrebbe fatto agli umani: guardava Armelia, che teneva stretta a sé Eve, tremante e intrappolata fra quei non-morti che avevano la pretesa di continuare a camminare. I suoi occhi scuri erano bagnati di lacrime, ma la sua bocca non fiatava un gemito; sembrava essersi arresa all’evidenza, non vi era più curiosità, né paura, né pena per i propri familiari, ma solo una desolante e straziante rassegnazione.
Hassan scostò lo sguardo, allontanando gli occhi da quella figura esile, femminea, ma non il cuore.

Adam affrettò il passo, scorgendo Violet a pochi passi da lui, e s’affrettò a presentarla a Sofia; insieme si avviarono verso la Piana di Fuoco, distante un solo chilometro. Svoltarono a destra, lasciando il bosco dalla piacevole ombra e finendo in una grande distesa nera, sabbiosa.
Il S.S.E.V. si mosse veloce, attaccando rapidamente alcune legazioni vampiresche; alcuni incominciarono a lottare su quel fronte, un’altra volta, per chetare le fiamme fastidiose di quell’incendio.
Sofia si fermò ad osservare la zona con stupore: non aveva mai visto un così grande spiazzo, né tante tende quante erano quelle dell’esercito. Vide i soldati disposti in fila, dalle uniformi blu, gli sguardi seri e l’anima incastrata nella gola, mescolata ad ira e orgoglio patriottico.
Aveva voglia di testare le proprie capacità, nuove ed esaltanti, su quei corpi caldi; scorse Adam e gli ghignò, salutandolo con lo sguardo.
E poi ebbe inizio la vera, enorme e caotica battaglia. Dei plotoni degli umani scesero di qualche metro verso di loro e le squadre in prima linea di vampiri li raggiunsero. Incominciò il clangore delle spade contro la pelle dura dei vampiri, il sudore, la moltitudine di grida e bestemmie che riempivano l’aria. Non vi era ordine, non vi era un fine preciso a cui puntare; si era nella mischia più profonda, circondati, braccati, uccisi, trucidati, feriti, dissanguati; si era impauriti fra tutti quei corpi in continuo movimento, in uno scontro coeso e attivo che vedeva le due fazioni avanzare, indietreggiare come onde, perdendo o acquistando terreno a seconda delle situazioni; si era totalmente perse in un unico istante che poteva essere l’ultimo, o forse il primo, confusi da quanti nemici dovevano sconfiggere.
Chi era a provare quelle sensazioni? Probabilmente, sia gli umani che i vampiri.
La verità è che gli uomini spesso saltano alle conclusioni che più gli aggradano: Gabriel aveva convinto i capifamiglia a combattere per la propria libertà, asserendo come prova certa la vittoria assoluta e repentina; quella guerra per loro era uno svago, almeno all’inizio, ma ora sul campo stava diventando qualcosa di serio. D’altra parte, Richard dei Burnside era stato convinto che la superiorità di numeri avrebbe fatto la differenza, che gli alchimisti sarebbero stati utili a qualcosa, che la vittoria era nelle sue mani e non c’era da impegnarsi; invece, eccolo a stramazzare sotto il peso dell’assalto.
Le loro urla si mescolavano insieme alle morti.
Logan diede l’ordine di lanciare il primo masso infuocato il più lontano possibile, cercando di prendere soltanto i vampiri e non i suoi commilitoni. Jack aveva il braccio teso di fronte a lui, la spada stretta nel pugno, un’espressione capace di stendere qualcuno con un’occhiata; era lì, ritto a difenderlo da qualsiasi nemico. Logan gli era grato di essergli accanto.
«Signore, tiriamo», gridò un alchimista, facendo un cenno al soldato che azionava la catapulta. Il masso volò e s’incendiò, seguito da altre pietre brucianti, e arse vivi alcuni vampiri.
Adam stese il braccio, agguantò Sofia e la salvò da morte certa. «Ricorda, il fuoco ci uccide», borbottò nel suo orecchio, stringendo con le dita la gola di un umano negativo.
Logan fece tirare ancora, con impeto. «Colpiteli, stanno avanzando troppo; forza!»
Intanto, i soldati in prima fila si fecero coraggio, strinsero i denti e trafissero molti vampiri con le loro spade d’argento o le lance di legno. Richard sbraitava comandi, brandendo la sua arma con bravura e ardore. Cercava di avanzare verso la postazione dei vampiri, dove il S.S.E.V. stava mietendo vittime (non a caso era formato da positivi in grado di gestire quel tipo di situazioni) e di unirsi ad esso nella battaglia.
Un vampiro negativo, dai denti aguzzi come spadini, lo caricò, fendendo l’aria con la mano; Richard gli mozzò il braccio, stoccando fluidamente la spada, poi balzò verso di lui, infilando la lama nel suo ventre. Del sangue sgorgò e il vampiro si ripiegò su se stesso, sino a diventare cenere. Allora Richard smosse l’arma, lanciò un’occhiata al campo dei vampiri e la vide: sua sorella, legata ad un palo, forse un tronco di pino; ancora viva, disprezzata da quelle bestie, circondata da quell’immonda feccia morta...
«EVE!», urlò e quel grido riecheggiò nell’aria, come se un silenzio momentaneo fosse calato apposta affinché quell’unica parola si sentisse sopra a tutto; la speranza, legata a braccetto con lo sconforto di quella povera ragazza rapita dai vampiri, si diffuse e gli umani tornarono alla carica, più forti di prima.
Logan si rodeva le mani a stare là sopra, tirando alla cieca e colpendo probabilmente anche i suoi commilitoni, ma almeno in quel modo era sicuro di essere in salvo insieme a Jack, il suo compagno di sempre; non sapeva se Daniel fosse lì, nelle truppe del S.S.E.V., ma sperò che sopravvivesse.
«Capitano», lo chiamò il giovane alchimista. Non era Elisabeth, non era Francis; non era il capo del Team 7, non ora. Si voltò e gli fece un cenno d’assenso: tirate, tirate, che quel fuoco li bruci tutti quanti!
Gabriel mandò Violet e Maximilian a fermare Richard, che da solo stava spazzando molti vampiri, pur di raggiungere la sorella che aveva creduto morta e dimostrare che ce l’avrebbe fatta, non avrebbe deluso il padre e l’umanità avrebbe governato il mondo. L’idea di conservare il suo potere e divenire un giorno Imperatore lo spinse ancora di più, muovendo il suo braccio e il suo cuore.
Maximilian lo raggiunse con un ghigno. Violet lo colpì da dietro, sulle ginocchia, in modo che si piegasse e cadesse a terra.
Maximilian, invece, fece scattare la mano e, velocemente, gli trafisse il petto, rompendogli le costole e agguantando il suo cuore ancora pulsante. Il calore di Richard gli avvolse il braccio; il Dannato rise e serrò le proprie dita su quel muscolo, finendolo.
Il suo nome non era un caso: era un Dannato destinato a fare grandi cose.
Erano le tre e mezza di notte, il freddo pungeva la pelle dei soldati, eppure non sentivano che il calore ardente della guerra sulla pelle, nel sudore, fra i tessuti; era un odore che permeava l’aria; i vampiri erano uno sciame fastidioso, rapido, da far soccombere. Era notte e le stelle non le guardava nessuno, se non Logan, che sperava di poterle rivedere molte altre notti ancora.
Tutti erano presi dalla follia della morte, della battaglia; tutti avevano un loro diritto da far prevalere, una fazione da patteggiare, un mondo da conquistare; Gabriel spingeva i suoi ad uccidere quei prevaricatori, e Richard, fino a poco prima, aveva spinto gli umani a liberarsi di questa piaga. Il Generale prese il suo posto, incitò tutti a non demordere.
Solo Eve, legata a quel palo, pensava a quanto era bello vivere a palazzo, con i suoi cugini, parenti; a quanto era bello l’amore, in confronto a quell’odio profondo. Piangeva, ma nessuno la sentiva – tranne Hassan, che era rimasto indietro e la guardava con curiosità.
Adam e Sofia stavano vicini e combattevano, ogni tanto scambiandosi uno sguardo; Sofia non soffriva più, aveva dimenticato, aveva deciso di farlo e di vivere in quel corpo nuovo, in quel modo diverso che forse gli avrebbe portato felicità.
Armelia lottava accanto a Gabriel, entrambi a capo di famiglie importanti nella gerarchia vampiresca, entrambi assetati di sangue umano; legati da una vendetta comune che era nata secoli prima e che ora veniva realizzata.
Erano le tre e mezza di notte, il mondo era nel caos e la fine non era certa.
L’unica certezza era la morte.
*













Saaalve *-* ho scritto questo capitolo molto velocemente, oggi pomeriggio (se ci sono errori, potreste farmeli notare?), l'ho riletto tre volte, ma qualcosa sfugge sempre... spero di finire PB prima dell'inizio della scuola, il 16. Questo perché? Perché inizia il 5° anno e sinceramente aggiornerei ancora di meno °__°, perciò meglio affrettarsi (e ignorare i compiti delle vacanze, quali versioni, libri da leggere su cui farà il test...) e scrivere PB, finendolo una volta per tutte. (io ancora non ci credo ç__ç)
Mi mancherà. Ora non ho più la forza di chiedere recensioni, sinceramente farlo non porta a nulla; ovviamente, chi recensisce è sempre considerato come oro e argento e tante belle cose preziose ♥. Quindi ringrazio tanto:
Lyssa: da quello che dici, credo tu sia ancora all'inizio... spero di non deluderti con tutto il resto; il tuo complimento (cioè che la storia non è stile Twilight) per me vale moltissimo *__*, grazie davvero. E buona lettura, cara ;)
Cloud Ribbon: Marta caVa! Intanto, grazie come sempre, ti adovo tanto ç_ç poi evviva Logan! Evviva le fangirl! *sono malata*. Poi... guai? Chi, io? Ma stai parlando con me? Che dici mai *fa occhi dolci*. Per ora non è successo niente di che, tranne la morte di Richard, ma trema, ragazza! uahahahah. Coff. Spero di non averti deluso con questo capitolo °_° mai fatte scene di guerra, spero di recuperare nel prossimo con qualche morte in più e tanto sangue. Grazie.

E' la prima volta che descrivo una scena del genere, una battaglia, e a parte l'esperienza di qualche libro come Eldest o Harry Potter (che in questo caso non è un buon maestro °_°), sono andata a istinto e spero di non aver fatto pena. Mh. Nel prossimo capitolo vedrò di fare meglio. Fight!

A presto, Kò
   
 
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