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Autore: Agente_speciale_Jessi    10/09/2010    5 recensioni
E' la prima storia che pubblico. Accetto volentieri i commenti e le critiche costruttive. Questa storia parla di un confronto tra Tony e Ziva.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ziva era lì, seduta alla sua scrivania, e continuamente si perdeva in quegli occhi di ghiaccio di fronte a lei.
Perché proprio Tony doveva farle quell’effetto? Poteva rimanere ore a guardarlo sperando che lui non se ne accorgesse.
Nella sua testa scoppiavano ancora le parole che si erano detti, o meglio quelle che lui le aveva detto, senza ricevere alcun tipo di risposta.
“Hai compromesso la tua intera carriera, e per cosa?”
“Per te.”
“Tony vuoi dirmi perché sei venuto?”
“Perché non posso vivere senza di te.”
Più volte si era ritrovata nelle situazioni “adatte”, a modo loro, per rivelargli quanto lo amasse.
Solo che la prima volta gli ha puntato una pistola contro e la seconda gli disse di dimenticarla.
Eppure ora era lì, a guardarlo, e a immaginare come sarebbe stato se lei non fosse stata così orgogliosa  da respingerlo. Perché lei, infondo, era questo: un assassina del Mossad troppo orgogliosa da poter dimostrare la sua umanità.
Mentre rifletteva su questi pensieri, si accorse che anche Tony la stava guardando. Sentiva i suoi occhi di ghiaccio su di lei.
Tony, d’altro canto, era innamorato di lei. Sene era accorto quando la stava perdendo.     Pensava che se non si fosse accorto di quello che provava così tardi, forse, per loro ci sarebbe stata una possibilità.
Lei, era diventata tutto ciò che desiderava, tutto quello che aveva di più importante. Avrebbe combattuto sempre con lei e per lei.
Ognuno incolpava se stesso, e questo di certo non li aiutava.
-Occhioni belli a che stai pensando? – domandò Tony.
* Cavolo, se n’è accorto.* pensò Ziva. * Penso a te, solo a te.* avrebbe voluto gridargli, ma non lo fece.
-A niente. – si limitò a rispondere.
Tony si domandava come mai lei lo tenesse sempre fuori dai suoi pensieri. Lui voleva entrarci, voleva farne parte. Voleva far parte della vita di quella bellissima donna che gli sedeva di fronte. Non era più solo una collega: era diventata un’amica, LA donna che amava.
Desiderava andare da lei e prendere il suo volto tra le mani, perdersi nei suoi occhi neri e, magari, spostarle anche qualche ciocca di quei suoi capelli ricci, neri, prima di baciarla. Baciarla come non aveva mai fatto con nessun’altra prima. Lei lo doveva sapere, prima che il suo cuore gli uscisse dal petto irrimediabilmente e prima che qualcun altro rubasse il suo.
Era stato geloso di Michael e di tutti coloro che guardavano Ziva troppo insistentemente. Ma, infondo, lui era stato stupido. Era lui che non si era accorto che la donna più bella, la più speciale e importante l’aveva accanto da quattro anni ormai. Aveva perso tempo a portarsi a letto donne insignificanti. E se solo una volta si era innamorato di Jeanne, ora lo era di Ziva. Lo era sempre stato.
-Andate a casa. – disse Gibbs entrando in ufficio.
McGee era già pronto, così si diresse subito all’ascensore.
Ziva stava raccogliendo le sue cose e stava spegnendo il computer. Così Tony rallentò in modo tale da prendere l’ascensore con lei. Aveva deciso di parlarle.
Quando fu pronta, Ziva corse verso l’ascensore. Tony la inseguì e riuscì a entrare prima che le porta si chiudessero.
Non riuscivano a rivolgersi la parola.
Ziva cercava di mostrarsi impassibile, mentre l’unica cosa che voleva era che quelle porte si aprissero e sfrecciare via.
Tony, invece, allungò la mano e giro la levetta dell’ascensore.
-Dobbiamo parlare. – disse Tony.
- Di cosa? Non mi pare che abbiamo qualcosa da dirci. – rispose Ziva, anche se sapeva bene cosa Tony volesse dirle.
- Ziva.. – disse dolcemente. – Ti ho già detto cosa provo per te. Ho bisogno di risposte. – aggiunse.
- Non so di cosa parli. – affermò lei continuando a girarci intorno.
- Non ti lascerò uscire di qui finché non parleremo. –
Ziva sapeva bene quanto potesse essere determinato Tony.
-E va bene. – sospirò. – Noi non abbiamo futuro. – disse impassibile.
- Non ci abbiamo nemmeno provato. – rispose Tony mentre un misto di rabbia e di amore gli squarciava il cuore.
- Qual è il problema? La regola 12? Tu? Io? – aggiunse con voce alta.
- Il problema sono tutte queste cose. Proprio non capisci, vero Tony? –
- Capire cosa? L’unica cosa che so è che non riesco a non pensarti. A desiderare i tuoi occhi su di me, le tue labbra sulle mie. Svegliarci insieme. E’ tutto ciò che voglio. Tu non lo vuoi? Guardami negli occhi e dimmelo. – continuava a ripetere Tony a voce alta. – Dillo..dillo.. Tanto lo so che lo vuoi anche tu. – continuò.
Ecco adesso c’era un grosso problema da risolvere. Lei non gliel’avrebbe mai detto. Doveva girare intorno alle parole di Tony.
-Che ne sai di cosa voglio? –  riuscì a dire.
- Lo vedo ogni volta che ci guardiamo..Ziva. –
- Ecco, vedi. Tu sei un narcisista, un immaturo, sei superficiale ed irritante, sei egocentrico e sei anche arrogante. E io ti amo. – urlò.
Cavolo, glielo aveva detto.
Tony sorrise. Riconosceva la sua Ziva. Era sincera.
La tirò a sé e la baciò appassionatamente. I loro corpi aderivano perfettamente tra loro.
Lei, al contatto delle loro labbra, sentì il cuore battere talmente forte che, quasi le faceva male. Allungo la mano per rimettere l’ascensore in moto.
Tutto ciò che desiderava era realtà. Lui era come il sole e la pioggia e lo odiava per questo. Odiava il fatto di sentirsi così debole al suo fianco. Lo odiava perché lo amava così immensamente.
Quando si staccarono lei cercò di riprendere tutto il suo autocontrollo, che qualche istante prima si era sbriciolato.
-Ti amo.. -  sospirò con le mani ancora poggiate sul suo petto, e quelle di lui ancora sul suo fianco e sulla guancia.
Proprio in quel momento le porte dell’ascensore si aprirono e lei scappò via.
Tony la guardò andare via, ma non poteva non sorridere per quel bacio. Provavano le stesse cose e Tony giurò a se stesso che non l’avrebbe mai più lasciata andare via. Sarebbe stata sua, per sempre.
  
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