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Autore: Elpis Aldebaran    14/09/2010    3 recensioni
La vita è piena di fortuna. O di sfortuna. Dipende dai punti di vista.
JamesLily un po' diversa, perchè Lily non odia James.
Proprio per niente.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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«Tu non mi odi» decretò James, rivolgendole uno sguardo luminoso.

«Certo che non ti odio, perché dovrei?» rispose Lily, sistemando alcuni libri negli scaffali polverosi.

«Dici sempre che sono un arrogante presuntuoso!»

«Lo sei, James! Ma questo non vuol dire che ti odi!»

«Questa è… ipocrisia!»

«No, si chiama dire la verità!» Lily si fermò, controllò il titolo degli ultimi due libri che teneva in mano e si avviò verso un altro corridoio, cercando lo scaffale giusto per riporli. James la seguiva come un cagnolino.

«Senti» disse lei sbuffando, «hai una marea di difetti, lo sappiamo tutti, però hai anche diversi pregi. Solo perché mi da fastidio il tuo pavoneggiarti per le cose più ridicole, non significa che non provi simpatia per te. Sì, lo ammetto, sei divertente in maniera… scema» disse, sorridendo divertita.

James rimase in silenzio accanto a lei, aiutandola con i libri nuovi che stava prendendo. Non le tolse gli occhi di dosso neanche per un momento, aspettando una delucidazione su quello che aveva appena detto.

«Vedi, le cose non sono mai bianche o nere. A volte ci sono delle sfumature…»

«Io sarei una sfumatura?»

«Sì, una sfumatura che devo ancora capire…»

James posò i suoi libri su un tavolo, avvicinandosi a Lily maliziosamente. Quella gli rivolse uno sguardo rassegnato con un mezzo sorriso, acconsentendo a quel gioco infantile che lui aveva dato inizio a settembre di quell’anno.

«Posso aiutarti, se vuoi, ho giusto un paio di idee…»

Prima che James riuscisse a dire qualunque cosa di profondamente indecente, Madama Pince si avvicinò a loro, gli occhi furenti che sembravano preda del demonio.

«Signor Potter! E’ sempre lei! Importuni la signorina Evans altrove, per tutte le streghe!»

Lily si voltò dall’altra parte, sbattendosi una mano sulla fronte nel più totale imbarazzo; James invece non si scompose, tirando fuori il suo tono di voce roco e sensuale nella vana speranza di rabbonire la bibliotecaria.

 

(Hogwarts, Biblioteca, Aprile 1976)

 

 

 

 

 

Questione di sfumature

 

Parte seconda

 

 

 

 

Lily si poggiò al bancone della Biblioteca, mentre Madama Pince guardava la lista di libri che la ragazza le aveva consegnato; annuì poi decisa, partendo spedita nell’ultimo corridoio, diretta alla ricerca di quei volumi.

Mentre Lily aspettava paziente il ritorno della bibliotecaria, Remus Lupin le si accostò con un sorriso, poggiando la sua borsa sopra il ripiano rialzato di legno scuro.

«Ciao Lily, ormai ti vedo più qua che in Sala Comune»

«Lumacorno si aspetta che legga alcuni libri di Pozioni in più: crede che dopo scuola voglia diventare pozionista o che so io…» disse con un sussurro sconsolato, «Come sta James?» chiese cambiando argomento.

«Oh, non male. Dopo il volo di ieri, insomma, poteva andare peggio. La spalla sta bene, ma stanotte gli è salita la febbre».

Lily annuì piano, mentre Remus cominciava a togliere dei libri dalla borsa che dovevano essere restituiti.

«Non sei andata a trovarlo» le fece notare, lanciandole uno sguardo fugace, ma di chi la sapeva lunga, «Mi ha chiesto di te, comunque».

Lily si morse il labbro, guardando altrove con malcelata indifferenza, «Ah sì?»

«Già. Sai com’è, sono stati tutti a trovarlo, tranne te. Siete amici, no? O avete litigato e io non lo so?»

«Non abbiamo litigato!» si affrettò a rispondergli, forse con troppa enfasi. Remus sorrise malandrino e ciò fece ancora più alterare Lily: conosceva abbastanza bene il ragazzo per sapere che quando tirava fuori quell’espressione furba, era perché si stava divertendo alle sue spalle. Lunastorta, per quanto pacato e gentile potesse essere, sapeva come mettere in difficoltà le persone con le sue domande precise; se ti prendeva di mira, eri certo di non riuscire a scampargli.

«Dunque, il Patronus» iniziò Remus dopo un po’, cambiando ancora argomento, mentre Madama Pince tornava e consegnava i volumi a Lily, «Il professor Norton dice che per i M.A.G.O. dobbiamo imparare a dargli una forma corporea. Tu stamattina ce l’hai fatta, sei stata molto brava. Solo a pochi è riuscito».

«Anche il tuo compare Black ce l’ha fatta, ha sorpreso un po’ tutti…»

«Sirius è in gamba, solo che non si applica, proprio come James. Hai visto che bel cagnolone?» rise, ricordando del Patronus di Sirius che si era messo a correre per l’aula, facendo divertire alcune ragazze di Corvonero.

«Tu, Remus? Che forma ha il tuo?»

«Non lo so, non sono riuscito a farlo diventare corporeo. Però non ho dubbi, sulla forma che assumerebbe» si avvicinò circospetto alla ragazza, abbassando di qualche ottava il tono di voce, «I Patroni sono lo specchio dell’anima, perciò il mio assumerebbe la forma di un lupo».

Lily gli rivolse un’espressione dolce, lasciandogli intendere quello che gli aveva detto tante volte: non importava se era un mannaro o una pianta carnivora con brutti tentacoli verdognoli, ciò non avrebbe cambiato la bella persona che era dentro.

«Invece tu hai una cerva» constatò Remus allegro.

«Già, visto bella?»

«Sì, incantevole» rispose, guardandosi intorno, poi prese i suoi libri, rivolgendosi a Lily in un soffio, «Sai, il Patronus di James è un cervo» e si avviò verso un corridoio centrale, lasciando Lily impalata al bancone.

Quella spalancò gli occhi, raggiungendo l’amico in poche falcate, «Che vorresti dire?! Cosa stai insinuando!»

«Quello che ti ho detto prima: i Patroni sono lo specchio dell’anima» rispose calmo, osservandola curioso. Lily sembrava disorientata, messa tutta a un tratto a nudo davanti a un fatto accertato: quello di cui stavano parlando non era una semplice coincidenza, perché in magia niente avviene per caso. L’Expecto Patronum era un incantesimo complesso, dove non bastava essere bravi e avere talento, ma per crearlo bisognava metterci buoni sentimenti, il cuore, se stessi.

«Non c’è bisogno che fingi con me. Io lo so» proseguì Remus, ostentando una certa felicità nel tono di voce, «Sei innamorata di James» concluse.

Lily, sconfitta sotto ogni punto di vista, si lasciò andare contro uno scaffale, puntando lo sguardo a terra, «Da quanto te ne sei accorto?»

«Un annetto, forse» disse pensieroso, facendo due calcoli mentali, «ma era solo una supposizione… o meglio, non credevo che fosse una cosa seria!»

«Infatti non lo è, solo un’infatuazione, come ce l’hanno tutte del resto!» rispose Lily, nella vana speranza di salvarsi in corner. Ma Remus da sempre era più furbo di lei.

«Lo pensavo. Insomma, dopo Severus, pensavo che ti fossi avvicinata a James per… rimpiazzarlo?» azzardò, non trovando il termine giusto.

«Non sono mai stata innamorata di Severus!»

«Be’, dall’esterno sai… non sapevo del vostro rapporto finchè non me ne hai parlato alla fine dell’anno scorso. Per questo pensavo che James fosse un rimpiazzo, che ti stessi aggrappando a lui per colmare l’amicizia perduta di Severus. Poi stamattina ho visto la cerva… e lì ho capito» concluse Remus. Sembrava addirittura vittorioso a giudicare dallo sguardo luminoso che aveva.

«Se tu non fossi innamorata di James, non avresti mai avuto la cerva, credimi».

«Non puoi saperlo con certezza…»

«No, hai ragione. Ma ti conosco piuttosto bene, ormai, per cui posso permettermi di azzardare questa ipotesi in tutta serenità».

Lily sembrava infastidita da quell’analisi meticolosa e dannatamente veritiera di Remus, ma non poteva dargli torto.

«Mi chiedo quale ricordo tu abbia usato per creare il Patronus, sembrava potente…» continuò Remus ridendo.

«Oh, smettila! So che lo sai!» si adirò Lily, diventando color peperone, «All’inzio ho pensato a me e a Petunia, quando ancora andavamo d’accordo. Ma credo che non fosse sufficientemente felice…» spiegò, spiegazzando gli angoli dei libri che teneva in braccio, «… è stato un flash. James ieri mattina mi ha baciata e… è stato tutto veloce, una cosa da poco, però…»

«Ho capito, non importa» Remus aveva abbandonato la sua espressione malandrina, rivolgendosi alla ragazza con genuina semplicità.

Aveva ottenuto quello che voleva.

«Be’, io devo finire un compito. Passa a trovare James, te ne prego».

«Forse» rispose Lily, allontanandosi in fretta prima che a Remus venisse in mente altro per metterla in imbarazzo.

Quando arrivò in infermeria, James era solo, sdraiato a letto con un’espressione vacua sul volto: era accaldato, sudava e i capelli erano più arruffati del solito. Non aveva per niente un bell’aspetto. Quando la vide avvicinarsi, distese le labbra in un debole sorriso, cercando di mettersi a sedere.

«Allora non ti sei scordata di me» biascicò, trovando la posizione eretta. Si prese la testa tra le mani, respirando a fatica. La febbre non gli dava pace, si sentiva terribilmente debole e non distingueva con chiarezza quello che aveva davanti: aveva riconosciuto Lily solo per gli inconfondibili capelli rossi.

«Come potrei scordarmi di te?» rispose esasperata, sedendosi sulla sedia vuota accanto a lui, «Credevo di trovarci Sirius a farti compagnia».

«E’ stato qui fino a una mezz’ora fa. Poi è andato dalla McGranitt: punizione per aver trasfigurato i capelli di Mulciber in vermi. Figlio di un cane, poteva aspettare che mi fossi ripreso!» spiegò con enfasi, ridendo poco dopo. Si pentì subito di aver fatto lo spiritoso, perché ridendo aveva l’impressione che il cervello sbattesse su e giù per la scatola cranica.

«Dovreste smetterla con queste cavolate, siete grandi ormai!»

James non si diede pena di risponderle, sistemandosi meglio i cuscini dietro la schiena.

«Sono contento che sei venuta, pensavo fossi arrabbiata con me. Mi spiace per il bacio, un gentiluomo non bacia mai una ragazza contro il suo volere…»

Lily rimase in silenzio, mentre quella scena le si ripresentava insistente nella mente; si chiese se Remus gli avesse raccontato della lezione dei Patroni di quella mattina.

«Non capisco, James, come tu abbia fallito al G.U.F.O. di Divinazione. Sapevi di essere sfortunato e guarda come sei ridotto!» commentò Lily, evitando di parlare ancora del bacio, ma James ci tornò sopra involontariamente, dato che la sua mente sotto l’effetto della febbre non poteva ragionare in modo lucido.

«Motivo per cui non sono un gentiluomo. Poteva andarmi peggio, ma almeno ero riuscito a baciarti prima…» disse ridendo, maledicendosi nuovamente per averlo fatto.

«James, io--»

«Lunastorta mi ha detto della lezione di stamattina! Che sfortuna, mi sarebbe piaciuto vedere i vostri Patroni! Il mio è un cervo, sai?» le disse innocentemente e Lily si rese conto che Remus aveva tenuto la bocca chiusa con James. Quasi rise di gusto, sollevata dall’onestà e la riservatezza dell’amico.

«Davvero?» disse allegra, mentre Ramoso si lanciava, per quanto poteva, in una descrizione dettagliata del suo “bellissimo, regale e nobile cervo”.

«E’ proprio una sfortuna che tu non fossi presente, stamattina…» ribadì Lily, con un tono che sembrava prenderlo in giro.

«Già, Felpato ha dato spettacolo come sempre con quel cagnaccio che ha! E’ irrequieto come lui!» James si inalberò in un’altra descrizione dei mille più uno difetti di Sirius Black, facendo ridere ogni tanto Lily con qualche aneddoto divertente.

A volte le sfortune di alcuni sono le fortune di altri, Lily non avrebbe potuto immaginare la reazione di James e dei compagni nel constatare che i loro Patroni erano praticamente uguali: si sarebbe sotterrata viva per l’imbarazzo.

Presto gli avrebbe confessato quel piccolo dettaglio, della bella cerva che risiedeva dentro di lei, ma per adesso si accontentava di crogiolarsi ancora un po’ nel suo segreto.

D’altra parte, la fortuna e la sfortuna dipendono dalle sfumature della vita.

 

 

 

 

 

Note di fine capitolo: Eccoci qui. Terminata la mia prima fanfic su Lily e James. Se sono soddisfatta? Una cifra!

Qui c’è una domanda che sorge spontanea: ma Sirius e Peter hanno visto il Patronus di Lily?

Libera interpretazione: potrebbero non averlo visto, dato che Felpato era intento a fare il ganzo con le altre ragazze e Minus gli stava dietro.

Oppure lo hanno visto e hanno spifferato tutto a James che, essendo in fondo un bravo ragazzo, ha fatto beatamente finta di niente per non mettere in imbarazzo una già in difficoltà Lily. Sentitevi liberi di pensare quello che volete (se mai ci avete pensato).

Che dire, alla prossima?

Ci sta.

(Questo si chiama minacciare!)

 

Si ringrazia Keif per aver recensito, Acivodul e Fra_Be HapPy per aver messo la storia nelle seguite, nuvia per averla messa nelle preferite. :D

 

 

 

   
 
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