Nothing Else Matter
- Come Back –
La pioggia che batteva sui vetri, la luce improvvisa di qualche lampo, i rombi assordanti dei tuoni.
Una notte come tante, nella grigia periferia di Londra.
Ormai tutte le luci nella grande casa erano state spente: era molto tardi, e tutti gli abitanti di Grimmauld Place, numero dodici, si erano affidati alle placide cure di Morfeo.
O meglio, tutti tranne lei.
Una figura solitaria si ergeva vicino alla finestra della sua camera, il volto appoggiato al freddo vetro rigato di pioggia.
Una cascata di riccioli dorati, un tempo pieni di vita ma ora stopposi, le ricadevano sulla fronte, coprendo parzialmente gli occhi spenti della ragazza.
Era stanca, era distrutta, era vuota.
Era solo un’ombra di ciò che era stata fino a tre mesi prima, una pallida imitazione di se stessa.
E tutto questo, per lui.
Per la sua maledetta, fottutissima scomparsa.
Non avrebbe mai immaginato che la scomparsa dell’ex Mangiamorte, ora spia dell’Ordine, avrebbe potuto scombinarla tanto.
Se un anno prima le avessero detto che, per colpa della morte di quel bastardo, menefreghista, viziato Serpeverde, lei avrebbe smesso di vivere, si sarebbe messa a ridere.
Dopo aver cruciato l’autore di quell’eresia, ovviamente.
Una lieve risata amara le uscì dalle labbra, mentre tirava su con il naso e cercava di trattenere le lacrime.
Dio, quanto le mancava.
Il solito groppo alla gola la prese, rendendole difficile perfino respirare.
Non poteva andare avanti senza di lui, non ce la faceva.
- Ti prego, torna da me – sussurrò al nulla, chiudendo gli occhi e sentendo le lacrime superare la barriera formata dalle sue palpebre.
Un lampo improvviso illuminò la stanza.
- Non ti hanno mai detto che parlare da soli è sintomo di pazzia, Mezzosangue? –
Uno schianto fragoroso, causato da un tuono, rimbombò nel silenzio totale della stanza.
E la potentissima strega, la migliore studentessa di Hogwarts, l’Auror più promettente dell’intero Ministero, la forte, coraggiosa, brillante Grifondoro, prese a tremare.
Merlino, ti prego…
Iniziò a girarsi lentamente verso la porta, laddove proveniva la sua voce.
Ti prego, fa’ che non sia un’allucinazione…
Il suo cuore perse un battito, per poi riprendere a pulsare più veloce che mai.
E quando vide quella famigliare figura stagliarsi fiera, strafottente e regale dall’altra parte della stanza, non poté fare a meno di ringraziare la sua buona stella.
Iniziò a correre, raggiungendolo in pochi secondi e buttandosi tra le sue braccia.
Scoppiò in un pianto dirotto, affondando il viso nel suo petto e stringendolo spasmodicamente a sé.
Era vivo, era vivo, ERA VIVO!
Il biondo le cinse immediatamente i fianchi, con un bisogno e una possessione insostenibili, e posò il mento sulla sua testolina tremante.
- Stronzo, sei un grandissimo, fottutissimo stronzo! - gli disse lei tra i singhiozzi, mentre lui affondava le dita tra i suoi riccioli.
- Tre mesi! Sono passati tre mesi dalla tua scomparsa! Non una singola, fottutissima parola! Credevamo ti avessero scoperto, ti avessero ucciso… pensavo c-che non ti avrei più… -
- Shhh, calmati piccola isterica. Anch’io ho avuto paura di perderti, Mezzosangue. Ma ora sono qui, sono qui – la interruppe, cullandola.
Dio, quanto gli era mancata quell’insopportabile perfezionista.
Era stata il suo unico pensiero in quei mesi.
L’unico motivo, l’unica ragione che l'aveva spinto a cercare una via di fuga.
Era per lei, che era tornato.
Era per lei, che aveva lottato per poter continuare a vivere.
La strinse maggiormente nel suo abbraccio, scaricando tutta la tensione e la disperazione provate fino a quel momento.
E quando lei riemerse dal suo petto, permettendogli di vederla meglio, si sentì morire.
Il suo viso delicato era tornato raggiante, i dolci occhi castani avevano ripreso a splendere, un sorriso candido e radioso la illuminava, rendendola bellissima.
E l’abilissimo mago, l’ex Mangiamorte pentito, la spia dell’Ordine della Fenice, il fiero, algido, sfrontato Serpeverde, non poté più trattenersi.
Preso da una frenesia incontenibile, circondò il volto solcato di lacrime della Grifoncina con le sue mani, per poi passare a lambirle le labbra piene.
E allora, fu la resa totale.
Non più morte, non più torture.
Non più pianti, non più guerre.
Non più Purosangue, non più Mezzosangue.
Non più Mangiamorte, non più Ordine.
Non più Male, non più Bene.
Nulla, aveva ancora importanza.
Nulla, al di fuori della danza passionale e necessaria che avevano intrapreso.
E quando lui iniziò a toglierle il maglione logoro che indossava, Hermione capì che nulla le sarebbe mai più importato.
Nulla, al di fuori di quell’insopportabile, egoista, bastardo, terribilmente orgoglioso, coraggioso, suo, Serpeverde.
Sarebbe venuto il momento per annunciare il suo ritorno, per le spiegazioni, per riprendere a combattere.
Ma non era quello il tempo.
...'Cause Nothing Else Matter.
Angolo Autrice
Io amo questa coppia, davvero.
L'adoro, è più forte di me.
Godetevi il finale non previsto, donzelle ;)
Un bacio,
ArtemisLover