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Autore: Heven Elphas    15/09/2010    2 recensioni
Seduto ad un tavolo, con un giornale nella mano sinistra e una tazzina nell’altra, vestito come uno dei peggiori teddy-boy in circolazione negli anni Settanta –cazzo, ma non siamo nel 2010?- e con un portamento da padre di famiglia di quei tempi andati…
Ecco, in quest’assurdo atteggiamento c’è –chi altri potrebbe esserci, d’altronde?- Ryan Ross, il re degli hippie.
Storia scritta a quattro mani con Chemical Lady! Enjoy it!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brendon Urie , Ryan Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Brendon: Heven Elphas

Brendon: Heven Elphas

Ryan: Chemical Lady

 

Nails for Breakfast

And

Tacks for snack

 

 

 

III CHAPTER

 

 

Ryan circondato da rose, con il suo gilet rosso e con un’espressione orgasmica sul viso…

Quest’immagine mi fa spalancare gli occhi e tirarmi su dal letto impregnato di sudore. Mi guardo attorno in cerca di quel ragazzo, ma subito mi rendo conto che era solo un sogno -un gran bel sogno dovrei dire…-.

Ma domani sarà tutto diverso! Domani mi sveglierò seriamente con lui accanto e questa notte potrò godermi quel bel viso sconvolto dalla passione dal vero. Mi alzo dal letto e vado dritto all’armadio, convintissimo a mettere in atto la nuova parte del mio piano.

Entro nel bar attirando su di me gli sguardi di tutti i presenti, che questa volta non sono interessati all’idiota di turno che si ribalta a terra. No, questa volta guardano le rose rosse sul mio gilet… Sì, ora godetevi Brendon in tutto il suo splendore. Prendo posto al tavolo di Ryan e cerco di indirizzare la sedia alla meglio verso la porta così che appena metterà piede qui dentro sarò la prima cosa che noterà. Mi sposto un paio di volte, cercando la posizione giusta e perfetta da mantenere fino al suo arrivo, decidendo di lasciare un braccio dietro lo schienale della sedia e uno appoggiato al tavolo. Ignorarmi sarà letteralmente impossibile.

Infatti quando entra si congela sulla porta e mi fissa con quei suoi occhi brillanti. Brillanti, sì, ma di rabbia. Resta a fissarmi come un ebete per qualche istante, mentre le mie labbra si allargano in un enorme e soddisfatto sorriso… Dai Ryan, vieni qui a prenderti tutto quello che vuoi. Come se mi avesse letto la mente lui decide di avvicinarmisi e mi preparo già a lanciargli uno sguardo eloquente che lo convincerà a lasciarsi sedurre.

-Quello è mio.-

Mi dice freddo facendo cenno al gilet che ho indosso. Io alzo un sopracciglio e lo guardo in segno di sfida, allargando appena le braccia.

-Ma cosa Ryan? Se lo vuoi devi sfilarmelo di dosso… con le tue mani.-

Lui viene attraversato da un brivido che dev’essere di certo dovuto al solo pensiero di potermi di nuovo toccare. Ammico in sua direzione, porgendogli la mia intera persona…

-Piuttosto te lo regalo.-

Mi dice a denti stretti, prima di dirigersi al bancone e mettersi a parlare con la cameriera. Io rimango del tutto basito e abbasso lo sguardo verso il simbolo di Pete stampato sulla maglia sotto il gilet. Ho per caso qualcosa che non va? Dico, non sono abbastanza in forma da fargli venire voglia di spogliarmi?

-…e poi passiamo da te?-

La voce di Ryan mi obbliga a voltarmi verso di lui e noto che è appiccicato a Rosy, lei le tiene le mani sul petto e lui le sfiora il mento.

-Sei fidanzata?-

Le chiede e lei scuote la testa tutta emozionata… Brutta gallina! Non puoi avere il mio Ryan!

-Sai anche io sono totalmente libero.-

Dice lui a questo punto, prima di arricciarle un ciuffo con fare perso. Ma questo, Ross, è davvero un colpo basso. Seriamente… Abbassarsi a provarci con la cameriera è la cosa più subdola che potevi fare. Trovo la cosa addirittura schifosa… Ma tanto che te ne frega? Ormai sei talmente abituato a comportarti in modo così infimo che non ti accorgerai di certo della bassezza delle tue azioni.

Mai visto un atteggiamento così spregevole!

Mi alzo di scatto non sopportando più quella scenata e mi levo quel suo viscido gilet, gettandolo via prima di uscire. Quanta meschinità riusciresti a tirar fuori piuttosto di darmi la soddisfazione di vederti con me? Se giochiamo d’orgoglio, allora vedremo chi ne ha di meno… Mi sembra che siamo già sulla buona strada entrambi.

 

 

Il.

Mio.

Gilet.

Rosso.

Appena sono entrato nel bar l’ho subito visto, stupendo come me lo ricordavo, con quelle belle rose rosse e quelle catene d’argento a decorarlo mentre quel emerito idiota di Brendon Urie lo indossa con un sorrisetto furbesco sul viso.

Domanda: perché cazzo continuo a venire in questo bar?

Ma domanda ancora più importante: perché, porca miseria, ha messo una banalissima maglietta a maniche corte con il logo di Pete Wentz sul petto sotto al MIO bellissimo gilet??

No, questo no, è troppo! È troppo anche per una persona paziente come me…

Ero convinto di averlo perso dentro uno dei mille scatoloni, quel meraviglioso gilet, non di averlo lasciato nel mio vecchio appartamento, e quindi mi ero rassegnato a vivere tutta la mia vita nel rimorso di non averlo curato di più e poterlo tenere per ricordo in quanto non dovrebbe mai più essere indossato.

Ho vissuto attimi così felici con quel gilet addosso che dovrebbero rimanere per sempre legati ad esso, senza però essere indossato più da nessuno in quanto fa parte di me e di un periodo ormai chiuso, un capitolo finito che ricordo un sorriso sulle labbra ma che so che non tornerà mai più.

Dovrebbe essere riposto in una bacheca…

Non dovrebbe stare addosso a un idiota che per giusta sta bevendo un caffè.

Che imbecille montato, tutta colpa della pessima influenza che ha Pete su di lui.

“Quello è mio” dico indicando il mio gilet serio mentre lui sorride “Dammelo subito”

Brendon ridacchia malizioso prima di dire “Ma cosa Ryan?” si alza in piedi cercando- e riuscendo- a trovare i movimenti giusti per essere sensuale poi allarga le braccia appena dicendo “se lo vuoi dovrai sfilarmelo di dosso…. Con le tue mani”

Io rimango fermo tentennando mentre lui allarga sempre di più le braccia e gli occhi, non so come cazzo faccia… avvolte penso che la sua faccia sia finta tanto sono assurde le sue espressioni.

Poi sospiro e sofferente dico “Piuttosto te lo regalo” prima di andare a sedermi al bancone come ormai è mia consuetudine.

Lo odio così tanto…. E di certo non posso dargliela vinta.

Mi sporgo verso Rosy sorridendole e lei ricambia un po’ timorosa “posso scusarmi con te per il modo in cui mi sono comportato ieri?” le chiedo prendendole la mano fra le mie e lei subito arrossisce sciogliendosi come un pezzetto di burro in una padella. Fortuna che non devo scrivere il testo di una canzone in questo momento perché mi rendo conto di non capire davvero un cazzo tanto sono incavolato. Ma che mi tocca fare… il cascamorto con un’oca per vendicarmi di Brendon? Dio che pena….

Lei mi accarezza lentamente il petto felice, non aspettava altro che un mio gesto del genere “Beh potresti farti perdonare portandomi a cena, che dici?”

“E poi passiamo da te?” continuo io spinto mettendole due dita sotto il mento il viso. Immagino la faccia di Brend in questo momento, starà mangiandosi anche le dita, altro che unghie. Ma ancora non mi volto per vedere la sua faccia… decido di continuare a fare lo stronzo, mi viene così bene dopotutto “Sei fidanzata?” chiedo fingendo interesse mentre lei scuote il capo, infondo chi potrebbe mettersi con lei? Ha il quoziente intellettivo di un barattolo di cetrioli sott’olio “Sai anche io sono totalmente libero” proseguo prendendole fra le mani una ciocca di capelli. Che schifo sono davvero unti e quei denti gialli? Dio mi era sembrata sempre una bella ragazza ma da vicino mi fa veramente schifo, sarà anche per la forfora? Dio che mi tocca fare!

Decido che adesso basta, posso anche smetterla. Mi volto appena e vedo che Brendon non è più seduto al tavolo. Mi volto del tutto deluso e ignorando Rosy che si era sporta verso di me per baciarmi.

Mi avvicino al tavolo disorientato, incapace di credere che sia davvero scappato così, quando pesto qualcosa. Abbasso gli occhi e vedo il mio gilet rosso, così mi sbrigo a raccoglierlo e a spolverarlo ringraziando Dio che non si sia rovinato. Poi ci penso e una stretta al cuore. Deve averlo lanciato prima di uscire di corsa. Stringo il gilet al petto e all’improvviso non lo voglio più.

Vorrei che lo avesse tenuto lui, conservandolo come una sacra reliquia per ricordarsi di me.

Sto per uscire quando Rosy mi chiama “E l’appuntamento?”

“Emh…” e adesso? Vai Ryro menti! “Mi sono appena ricordato che sono davvero impegnato in questo periodo…”

Lei mi guarda scazzatissima poi indica il tavolo di Brendon “Perfetto, ma devi pagarmi la colazione del tuo amico”

Io prendo il portafogli e senza darci troppo peso lascio cadere la banconota sul tavolo uscendo sempre tenendo il gilet come se fosse fatto di cristallo o di un altro materiale fragile.

Urie mi devi una colazione… va bene domani?

 

 

Quella sera pioveva a dirotto e me ne stavo seduto al tavolo ad aspettare che gli altri finissero il loro dolce, guardando fuori dalla finestra della grande sala da pranzo dell’hotel. Che tristezza… Nessuno voleva uscire perché il tempo scazzava…

Pete ci aveva abbandonato da un pezzo dicendo che doveva scappare per qualche impegno, così eravamo rimasti solo noi. Perlomeno senza lui tra i piedi non c’erano troppi impacci con Ryan… Iniziava a capitare troppo spesso che quell’uomo insulso ci mandasse sguardi strani e ci facesse sorrisini credendo chissà cosa. Da quando noi due dormivamo in stanza insieme si era convinto che passassimo la notte a compiere follie e non faceva altro che fare allusioni a riguardo. Ryro si eclissava non dicendo nulla ed io invece ridevo non riuscendo a trattenere la felicità che provavo alla sola idea di stare con lui.

Beh, quella sera senza Wentz, Ross sembrava più sereno e si guardava attorno vispo, prima di incontrare il mio sguardo. Probabilmente lo stavo fissando per l’ennesima volta e lui arrossì, nascondendosi dietro il suo caffè.

-Bene! Andiamo a dormire? Il tempo mi deprime!-

Dissi alzandomi dal tavolo per stiracchiarmi, lanciando uno sguardo a Ryro che continuava a fare il ragazzino imbarazzato ed innocente. Io gli sorrisi alzando un sopracciglio e Spencer mi guardò davvero malissimo, dato che non capiva ancora quest’atteggiamento. O forse l’aveva capito e non era convinto seriamente che io e Ryan potessimo stare insieme.

-Tu hai bisogno di una doccia fredda più che tutto…-

Suggerì il mio ragazzo arrivando al mio fianco per seguirmi nella nostra stanza. Ancora non riusciva bene a comprendere quello che stava facendo e spesso mi veniva appresso istintivamente, per poi pensare di scappare per non farsi toccare. Ma Ryro non ha mai avuto le idee chiare quando io gli giravo attorno.

Forse in questo eravamo proprio l’opposto… Io trovavo coraggio ed ero deciso di fare qualcosa solo quando si trattava di me e Ryan. Lui non capiva più nulla e cadeva nell’indecisione.

Ci ritrovammo così in camera nostra seduti sul letto come due novelli sposini del 1950… Nessuno dei due sapeva che cosa fare. Oddio, io sapevo benissimo quel che volevo fare con lui, ma non mi azzardavo a saltargli addosso perché avrebbe di certo dato fuori di matto. Quindi ci limitavamo a fissare l’armadio davanti a noi come se ci fosse racchiusa la risposta assoluta a tutte le nostre domande. “Vai, Brendon, bacialo!”, leggevo io dai ghirigori floreali sulle ante.

-Dormiamo?-

Domandai io picchiandogli dentro con il gomito. Lui si voltò lentamente verso di me e mi mostrò la sua espressione esasperata.

-Non ho ancora digerito.-

Mi disse lui come scusa, come se il fatto di non digerire fosse un problema serio… Magari gli sarebbe rimasto tutto sullo stomaco e avrebbe messo su due grammi in più. Cosa che non gli avrebbe fatto male, dato che se gli toccavi dentro con un grissino quello che si spezzava per primo era lui.

-Facciamo una doccia?-

-L’ho già fatta prima di cena…-

Mormorò stizzito, guardandomi dritto negli occhi. Io piegai le labbra in fuori offeso dal suo comportamento e lui scosse la testa facendo un sorriso davvero bello.

-Sei un coglione Urie. Non riuscirai a rompere il ghiaccio in modo intelligente.-

Dopo averlo detto mi baciò piano e quella fu la fine, mi aveva appena dato il via. Mi voltai e lo abbracciai forte, approfondendo il bacio più a fondo. Le sue mani scivolarono sulla mia schiena mentre lo facevo sdraiare sotto di me accarezzandogli le cosce. Andai subito a slacciare il bottone dei suoi pantaloni, ma lui si defilò da sotto di me spingendomi indietro con brutalità.

-Che fai?-

Domandai appoggiando un piede a terra per evitare di capitombolare e morire.

-Ti ho spinto…-

La sua risposta era talmente stupida che rimase allibito da sé. Io mi accomodai accanto a lui, seduto a gambe incrociate, restando a fissarlo un po’ triste.

-Ho bisogno di un attimo di respiro…-

Disse poi, volando in bagno alla velocità della luce. Osservai il lenzuolo stropicciato e lo accarezzai per stendere le pieghe. Era un problema fare l’amore con me dopo sedici giorni che passavamo le notti insieme a pomiciare?

-Ryro… Ma sei vergine?-

Urlai, sentendo partire dei colpi di tosse dall’altra parte della porta. Mi alzai di corsa raggiungendolo, preoccupato che si stesse impiccando al soffitto in preda ad una crisi. Ma lo ritrovai chinato sopra il lavandino da cui scorreva acqua… Probabilmente stava solo bevendo.

-Tutto bene?-

Gli chiesi avvicinandomi ed abbracciandolo da dietro. Ammiccai dal riflesso dello specchio che lui stava fissando con attenzione, poi scoppiò a ridere. Sereno, felice e, sì, direi innamorato.

-Sì… Va tutto bene. Credo che non sia mai stato meglio.-

Mugolò arrossendo a dismisura, prima di voltarsi verso di me ed abbracciarmi. Io lo presi in braccio e lo trasportai fino il letto, ignorando le sue lamentele.

-Aw, vedrai che più starai al mio fianco più ti sentirai bene ed importante… Perché lo sai che sei unico al mondo, vero, Ryro? Ti renderò così felice che non potrai più dirmi che non c’è nulla che vada bene.-

Mi sdraiai sopra di lui e gli levai direttamente la camicia, per potermi fiondare a baciargli il petto. Ovviamente era la prima volta che entrambi andavamo a letto con un ragazzo… Prima di allora non mi ero mai azzardato a passare oltre i baci perché non volevo metter pressione ad una persona così rigida come lui. In quel momento però volevo che si sciogliesse sotto di me e che mi desse tutto sé stesso come non aveva mai fatto con nessun altro. Volevo che si lasciasse andare e perdesse tutta quel suo menefreghismo verso tutti.

La mia mano scivolò lungo il suo ventre, fino poi ad accarezzargli il cavallo dei pantaloni che non aveva nemmeno allacciato da prima. Lui sgranò gli occhi e li puntò nei miei, incredulo di quello che stava accadendo.

Mi abbassai per baciargli le labbra, mentre mi adoperavo a sfilargli del tutto i pantaloni e i boxer. Lui tremò per il freddo per qualche secondo, prima di staccarsi dal mio viso ed iniziare la mia svestizione. Era la prima volta che vedevo Ryro così nervoso da incepparsi addirittura nello slacciare bottoni.

Lo aiutai prima che si demoralizzasse o che strappasse la mia bellissima camicia in uno scatto d’ira, poi senza vestiti ad intralciarci presi ad accarezzare ogni parte del suo corpo troppo asciutto.

Osservai l’espressione sul suo viso cambiare e rilassarsi totalmente, prima di essere sconvolto da una smorfia di dolore mentre m’insuinavo dentro di lui.

Era la prima volta che facevo l’amore con un maschio, ma ricordo che Ryan era più soffice e caldo di qualsiasi ragazza io avessi mai sfiorato. Il suo volto stravolto era dieci volte più bello di qualunque altro su cui avessi mai posato il mio sguardo.

Com’eri splendido, Ryro… I  tuoi polpastrelli  freddi mi sembra ancora di sentirli affondare nella pelle. Ma ora graffiano a fondo…

 

 

La mia vita ebbe una svolta improvvisa quando accettai il fatto che si, ero gay e perdutamente cotto del mio cantante.

A Brendon la cosa sembrava non pesare anche se io, però, mi chiedevo come era potuto succedere che non mi fossi accorto di nulla fino a che le sue labbra non avevano incontrato le mie. E se non lo avesse mai fatto? Io non mi sarei mai accorto di nulla? Bah, ero davvero confuso ma appena i nostri occhi si incontravano perdevo ogni incertezza, sentendomi per la prima volta nella mia vita davvero amato e sereno. Il cd era appena uscito quando io e Brendon decidemmo di prendere un appartamento insieme a Los Angeles. Ok, parlare di convivenza forse era un po’ eccessivo o forse non volevo ammettere che la cosa mi spaventasse un po’… Non mi sentivo pronto per prendermi un impegno così serio e non riuscivo ancora bene ad entrare nell’ottica che nel mio letto e nel mio cuore avevo Brendon, il ragazzino goffo ed esagitato che mi era davvero entrato dentro… beh in tutti i sensi.

Tornando all’appartamento, lo scelse lui poiché io gli avevo dato assolutamente carta bianca.

Non sapevo se aver paura o meno, ma alla fine mi ritrovai in una zona davvero carina della città, a pochi passi dal finanziatore dell’appartamento, ovvero  Pete Wentz.

Mi guardai attorno osservando con interesse la sala dalle pareti rosse e i divani blu. Colori a caso che però la rendevano accogliente, e si, mi piaceva moltissimo. Brendon mi abbracciò da dietro iniziando a baciarmi il collo dolcemente mentre io mi rilassavo contro di lui, chiudendo gli occhi.

“Ti piace vero? Se ti piace possiamo farlo sul divano prima di passare alla camera da letto… e farlo anche lì”

Io risi divertito anche se sapevo che non stava scherzando e ripresi a camminare per la casa osservandola tutta e fermandosi nello studio che Brendon aveva arredato personalmente. Le mie chitarre pendevano dalle pareti mentre tutti i miei quaderni erano posti con cura su una piccola scrivania di legno. Mi voltai di slancio abbracciando Brendon mentre lui indicava con odio la mia Firebird bianca “Quella mi è caduta sulla testa” disse toccandosi la fronte, sulla quale spuntava un grosso bozzo che doveva essere un bernoccolo.

“Brendy sono felice”

“Che io mi sia fatto male con la chitarra?”

Alzai gli occhi al cielo chiedendomi perché doveva essere così stupido… cazzo, io mi aprivo, vergognandomi come un cane e ammettendo quando lo amassi e lui doveva per forza sparare cazzate… o non capire, semplicemente…

“oh! Sei felice perché viviamo insieme!” urlò praticamente assordandomi e unendo le manine strafuori. Buon giorno Brendon “Anche io sono felicissimo! Per festeggiare potremo farlo!  Che ne dici di stenderci sulla moquette?”

“Sembri un maniaco” decretai dirigendomi in cucina e afferrando una birra dal frigo “Pensi solo a fare sesso…”

“Ma cosa dici” disse lui fingendosi offeso e sedendosi sul ripiano della cucina “Io penso anche a un sacco di altre cose che non sono solo fare l’amore con te…” mi spiegò sottolineando il ‘fare l’amore’ con una smorfia di disgusto verso la brutalità che io avevo usato nel dire ‘fare sesso’.

“Per esempio, Brendon?”

“Avvolte faccio delle fantasie sessuali su Jared Leto”

Sgranai gli occhi “Apparte il fatto che queste sono comunque fantasie erotiche… Ma sei scemo??” ero geloso, troppo, perché ero consapevole che Leto era trenta volte più bello di me….

Brendon alzò le spalle “Anche tu fantastichi su altri, ammettilo”

“No”

“Non ci credo, Ryro!”

“Ti dico di no!”

Lui alzò un sopracciglio fino all’inverosimile, tanto che mi chiesi se fosse davvero suo o se si fosse attaccato uno scoiattolo sulla fronte e che quello staccandosi avesse deciso di trovare rifugio fra i capelli.

“Io non ho mai desiderato che un altro ragazzo mi… insomma…”Mi grattai dietro all’orecchio mentre desideravo solo morire di vergogna. Brendon sorrise scendendo dal ripiano e mi baciò.

“Ancora non sei convinto della tua gayaggine?” mi chiese continuando a lasciarmi baci sulle labbra ad intervalli regolari.

“No è solo che per me ci sei solo tu…” Lo sussurrai pianissimo ma comunque Brendon lo sentì bene perché mi guardò con l’espressione più seria che gli abbia mai letto sul viso e in un istante mi ritrovai con la schiena contro al muro.

“Anche per me ci sei solo tu” mi soffiò sulle labbra prima di imprigionarle in un bacio appassionato “Non dubitarne mai Ryro… adesso andiamo a vedere un film!” disse poi esagitato trascinandomi fino al divano sul quale mi addormentai, accoccolato fra le sue braccia come una ragazzina tra le braccia del suo ragazzo.

Primo ragazzo, per la precisione.

Quando mi svegliai la mattina ero nel letto e in pigiama, quindi non solo Brendon mi aveva trasportato fin li ma aveva anche avuto la delicatezza di cambiarmi senza svegliarmi. O violentarmi. Mi alzai affamato e appena arrivato in cucina mi ritrovai davanti Gabe e Pete che mi guardavano divertiti “Che bel pigiamino Ross” disse il primo prendendo un cupcake di quelli che il mio ragazzo stava cucinando allegramente fischiettando.

“Solo perche siamo vicini non significa che dobbiate venire qui a far colazione” dissi acido sedendomi a capotavola mentre Brendon mi appoggiava un piatto stracolmo di roba davanti, baciandomi dolcemente una guancia.

“Siamo una famiglia” disse Pete a bocca piena rischiando di strozzarsi “e lo saremo per sempre! Tanto vale mangiare le squisitezze che cucina tua moglie!”

Ero convinto che avesse ragione, ero convinto che fossimo una famiglia… ma no, non lo eravamo affatto era solo una bella illusione dataci da Pete…

 

 

Ero indeciso se presentarmi o no al bar, quindi ho optato per correre per non doverci pensare più di tanto. Se riesco a stare a fare jogging fino alle nove e mezza allora mi passerà la voglia di andarci per poterlo anche solo rivedere. No… Non devo assolutamente essere così stupido da farmi vedere nuovamente. Non dopo tutte quelle stupide moine fatte a quella brutta oca di Rosy! Devo resistere alla tentazione e farmi desiderare sempre di più! Anzi… Anche se dovesse venire qui ad inginocchiarsi davanti a me non dovrò cedere!! No! Mai più!

Il cellulare mi vibra all’improvviso ed esagitato lo tolgo dalla tasca per vedere chi è. Quando vedo il numero mi sembra di sognare e strabuzzo gli occhi per capire se la mia ossessione mi spinge a questi livelli.

“Ehy Brend, io sono al bar… se sei nei paraggi magari oggi facciamo colazione insieme. Ryro”

Ryro…

-Ryro corro da te!-

Dico, facendo retrofront e partendo sparato verso il bar dove lui mi sta aspettando. Ryro… Come suona ancora bene quel soprannome. È bello, come chi lo porta… E dire che da tempo immemorabile avevo smesso di chiamarlo così.

Arrivo al bar dopo dieci minuti di corsa inarrestabile e splancando la porta mi ritrovo Ryan davanti seduto al solito tavolo, che anche oggi si presenta in tutto il suo stile hippie con tanto di fascia. …chissà se si è accorto di avere perso quell’altra nel parcheggio.

Mi siedo accanto a lui e lo guardo, contento che finalmente si sia deciso a farsi avanti e ritornare da me. Perché è ovvio che voglia tornare ad essere il mio ragazzo, altrimenti avrebbe continuato ad ignorarmi… Conosco i miei polli! Ammicco e lui guarda in alto un po’ scazzato, ma so che è tutta scena!

Finalmente riesco a riprendere un po’ di fiato e ringrazio il fatto di essere allenato a fare certe corse, altrimenti sarei svenuto sul pavimento.

-Ciao Ryro!-

-Ciao… Brenny…-

Mi risponde lui, arrossendo lievemente e nascondendosi nella bandana che circonda il suo collo. Gli sorrido ultra esaltato, trovando in ogni suo gesto una porta aperta per me. …però quanto è bello. Vorrei accarezzare il suo viso per sentire quanto scottano le sue guance arrossate… Dio, quanto vorrei di nuovo sfiorarlo e baciarlo. Soprattutto ora che il suo profumo è così forte e i suoi occhi non riescono a staccarsi da me.

-Come te la passi?-

Mi chiede non potendo nascondere l’emozione che prova standomi così vicino. Non lo ha mai capito che non puo’ fare a meno di desiderarmi.

-Bene! Vivo con Shane ora.-

Non faccio in tempo a finire di dirlo che lui s’irrigidisce e sbianca, in un impeto di gelosia che probabilmente non vorrebbe né provare né mostrarmi.

-Nono! Non in quel senso! Nel senso che non mi andava più di parlare con il mio cuscino dorato così ho chiesto a qualche amico di vivere da me, e Shane ha accettato!!-

Specifico, prima che se ne vada via pensando che sono sentimentalmente occupato con qualcun altro. Figurati Ryro… Non potrei mai sostituirti con nessun altro al mondo. E anche se tu non ti credi così speciale, vorrei assicurarti che nessuno è paragonabile a te. Il mio cuscino dorato, soprattutto… Insomma, lo butterei via volentieri se fossi tu a riempire il posto vuoto nel mio letto.

-Oh… capisco.-

Mi dice lui, sembrando un po’ giù di morale lo stesso.

-E tu? Vivi solo?-

Domando curioso di sapere se anche lui vuole liberarsi di qualche oggetto che ha usato per sostituire la mia temporanea assenza, oppure se ha qualcun altro con cui condividere il letto.

-Sì… cioè no… con Hobo.-

Si corregge, anche se non capisco perché debba dirmi del suo cane. È ovvio che se Hobo non è morta e se lui non l’ha abbandonata, vive con lei! Non gli dico nulla perché mi pare sia imbarazzato e che non voglia andare più in là con questo discorso, così mi volto verso la finestra per trovare un argomento di discussione abbastanza interessante.

-Ma hai visto che bel cielo c’è oggi?-

Chiedo, non sapendo che altro potrei mai dire.
-Sì.-

La sua risposta mi lascia un attimo perplesso ed infelice, ma mi riprendo in fretta. Devo farlo parlare, altrimenti come faccio a riconquistarlo? Sì, potrei benissimo baciarlo direttamente, ma non so se con un tipo come lui potrebbe funzionare.
-C’è il sole!-
-E già…-
Ricade nel mutismo dopo questa grande ed allegra risposta, così per un attimo penso che la mia idea di violentarlo sia l’unica soluzione. Beh proviamo a circuirlo in modo più pesante…

-Sai che ho fatto jogging?-

Ammicco, così da fargli capire che è per lui che mi sto tenendo in allenamento.

-Si sente…-

Dicendolo alza appena un sopracciglio mentre l’angolo delle sue labbra si curva in su di mezzo millimetro. …non è vero che puzzo così tanto, però! Insomma, prima di entrare qui mi sono pure spruzzato addosso del deodorante che mi ero in messo in tasca… Mi ha baciato anche dopo i concerti, quindi vuol dire che il mio odore non dev’essere un gran problema!

Gli stringo la mano attorno al muscolo del braccio e lo sento ancora scarno come un tempo. Non sei cambiato per niente, Ryan… Non è cambiato nulla nemmeno nei sentimenti che provi per me?
-Anche tu dovresti andare in palestra… Sei sempre il solito grissino lo sai? Pensavo che la depressione per non essere più il mio ragazzo ti avesse spinto a mangiare di più, per dimenticare… ma non invece niente, sei sempre lo stesso…-

Faccio scivolare la mano sulla sua per poi sfiorarla piano, mentre lo distraggo con le parole per evitare che il mio gesto non pesi troppo.

-Anche tu non sei cambiato per nulla, lo sai? Dici sempre un mare di stronzate senza senso e soprattutto inopportune…-

Non ascolto molto quello che mi sta dicendo, concentrato sulla sua mano che sembra non volersi spostare. Nel momento in cui le sue dita s’intrecciano alle mie e le stringe forte, l’aria pare mancarmi e nel mio cervello sparisce anche l’ultimo neurone rimasto.

-Ryan…-

Allungo l’altra mano verso il suo volto ed accarezzo i suoi capelli, spostandoli per poterlo guardare meglio. Sono così felice di poterlo riavere indietro tutto per me… Ma c’è una curiosità che dentro mi sta divorando. Ed immagino Ryro fra le braccia di qualcun altro che non sono io. Una cosa così insopportabile…

-Ho… ho una cosa da chiederti, ma trovare le parole è così difficile…-
-Dillo, semplicemente…-

La voce gli trema mentre si avvicina a me per potermi ascoltare.

-Sei stato a letto con altri uomini dopo di me?-

Lui indietreggia all’improvviso e sgrana gli occhi oltraggiato mentre arrossisce.

-Ma che cazzo di domanda è? Non puoi chiedere queste cose al tuo ex!-

Cerca di tenere un tono di voce basso, mentre sento la sua mano che suda stretta nella mia.

-Ma io non voglio che tu per me sia solo un ex…-

Gli mormoro ad un orecchio per evitare che tutti possano ascoltare il nostro discorso. Sento Ryan rilassare le dita e lo prendo come un buon segno.

-Lo sai che sono geloso…-

-Ma geloso di cosa??-

Mi domanda impazzendo quasi dal nervoso ed io spalanco gli occhi offeso.
-Del tuo caz-
-Non in quel senso! Nel senso che non puoi essere geloso! Non stiamo più assieme!-

Quasi urla e poi sfila la mano dalla mia con rassegnazione.

No, Ryro… Resta qui.

Alzo lo sguardo verso di lui, che sul volto ha dipinta un’espressione mista tra tristezza ed accettazione.

-Non penso che tra noi due ci sia futuro. Siamo troppo diversi, troppo…-
Mi dice, alzandosi in piedi. Ed io non voglio che se ne vada… Eravamo così vicini al poter parlare ancora.

-Ma Ryro…-
-Lasciami finire Brend… Ti ho chiesto di venire qui, a colazione con me, perché ci tenevo a dirti in faccia che non voglio più vederti, Brend. Ti ho amato molto è vero, ma ormai quel sentimento è andato, si è spento… ed è ora che lo riponga in qualche baule assieme al mio gilet rosso.-

Spalanco le palpebre mentre un dolore che avevo cercato di reprimere, prende di nuovo spazio nel mio petto. …come faccio a sorriderti, Ryro, se di nuovo mi rifiuti così?

-Non odiarmi ti prego, ma smettila di provarci e di illuderti, non potrai avermi… mai più-

Odiarti mai, Ryan, non potrei farlo mai. Ma non posso nemmeno rinunciare a te e cancellare quest’amore… No, lo sai che io non sono bravo come te a nascondere e reprimere le mie emozioni. Come faccio a rassegnarmi al non averti più al mio fianco?

-Addio Brenny, stammi bene.-

Mi lascia un bacio sulla guancia che mi rende ancora più distrutto. Perché mi stai chiedendo di dirti addio, Ryan? Che importa se siamo diversi, se qualche volta ci sono delle incomprensioni…?

Lo guardo andarsene e sparire, lasciandomi solo come un coglione seduto al nostro tavolo.

Ryro, non ti ricordi più quando ti ho detto che saresti potuto tornare in qualsiasi momento? Oggi, come allora, spero tu riesca a capire che la luce fuori dalla mia porta sarà sempre accesa per indicarti dove poter tornare. Perché finchè in questo mondo tu esisterai in qualsiasi angolo… ovunque tu andrai… La mia casa sarà sempre la tua. E per quanto tu voglia negare i tuoi sentimenti persino a te stesso, prima o poi vedrai che sentirai il bisogno di ritornarci.

 

 

Come era logico pensare Brendon oggi non si è presentato….
Mi dispiace, a dirla tutta, non solo perché mi deve una colazione ma soprattutto perché, beh. Avevo davvero voglia di vederlo oggi.
Non so se sono ricaduto nella sua tela ma una cosa è certa, se non lo vedo non sto bene e se non sto bene non posso scrivere… e se non posso scrivere… beh non posso lavorare se non scrivo quei maledetti testi!
Afferro l’Iphone dalla tasca e corro nella rubrica. Sorrido quando trovo il numero di Brendon, non posso crederci che non ho cambiato il nome sotto il quale l’ho segnato. BrennyLove.
Scrivo frettolosamente un sms, poi lo cancello e scrivo qualcosa di meno idiota. Poi ricancello e rifaccio.
Operazione che dura diversi minuti prima che le parole da me scelte possano soddisfarmi del tutto.
-Ehy Brend, io sono al bar… se sei nei paraggi magari oggi facciamo colazione insieme. Ryro-
Lo trovo davvero banale ma ormai non posso più fermarlo, visto che l’ho inviato.
Non mi aspetto una risposta, dopo la carognata che gli ho fatto ieri non me l’ha merito nemmeno in effetti…
Non aspetto molto prima che dalla porta di ingresso appaia Brendon Urie, tutto sudato e ansante ma con un sorriso sulle labbra che per un attimo mi fa perdere il contatto con la realtà fortuna che ho una fascia in testa, così non dovrebbe vedere che sto sudando nel vederlo in quelle condizioni.
Si avvicina al tavolo, sedendosi in parte a me e lanciandomi una serie di occhiatine maliziose che mi fanno alzare gli occhi al cielo.
Che esagerato.
“Ciao Ryro!” mi dice tutto straeccitato riprendendo a respirare normalmente. Mi sto chiedendo quanto abbia corso, non molto forse, dopotutto non sono nemmeno dieci minuti che ho mandato l’sms.
“Ciao… Brenny…” rispondo al saluto affondando il viso nella sciarpa a fiorellini per l’imbarazzo. Ma che mi prende? Sembro una ragazzina sfigata ed imbarazzata! Coraggio Ross smettila di fare il cretino e parla normalmente… è solo Brendon…
È solo il ragazzo che hai amato con tutto te stesso per quasi quattro anni della tua vita, con il quale hai convissuto e con il quale hai sognato di sposarti ed avere un figlio… ma questo tienilo per te, o persino Brendon Urie penserà che sei uno scoppiato!
“Come te la passi?” chiedo cercando di tenere un tono da duro, ma la voce trema da sola.
Lui non smette di sorridermi in quel modo inquietante e so che sta pensando. Che ha vinto lui. Col cazzo proprio, non significa nulla quel sms… avevo solo voglia di aver compagnia…
“Bene! Vivo con Shane ora” mi spiega e io mi irrigidisco al volo. Con chi?? Shane?? Lui sgrana gli occhi appena si accorge di quello che ho capito e prende a sbracciarsi e a dire “Nono! Non in quel senso! Nel senso che non mi andava più di parlare con il mio cuscino dorato così ho chiesto a qualche amico di vivere da me, e Shane ha accettato!!”
Cuscino dorato?
“Oh… capisco…”
“e tu?” Chiede indagatore assottigliando gli occhi come per cercare di capire se mai mentirò “Vivi solo?”
“Si… cioè no… con Hobo…”
E cala un silenzio imbarazzatissimo. Ma perché dovevo specificare che vivo con il mio cane? Cazzo non era necessario!

Lui non sa che altro chiedermi così inizia a tentennare, voltandosi verso la vetrata e mi indica l’esterno “Ma hai visto che bel cielo c’è oggi?”
“Si” wow Ryan che rispostona, complimenti.
“C’è il sole!” continua lui emozionato.
“E già…”
Mi guarda accigliato ma so che non si darà per vinto, lo conosco troppo bene e so che lui non cede mai… “Sai che ho fatto jogging?” mi domanda muovendo le sopracciglia velocemente, credendo di essere sexy suppongo.
“Si sente…”
“Anche tu dovresti andare in palestra” prosegue palpandomi un braccio “Sei sempre il solito grissino lo sai? Pensavo che la depressione per non essere più il mio ragazzo di avesse spinto a mangiare di più, per dimenticare… ma non invece niente, sei sempre lo stesso…”
Io rimango immobile, sorridendo appena mentre le sua mano si appoggia dolcemente sulla mia, accarezzandomi le dita con i polpastrelli “Anche tu non sei cambiato per nulla, lo sai? Dici sempre un mare di stronzate senza senso e soprattutto inopportune…”
Lui annuisce facendosi per un attimo serio mentre osserva le nostre mani a contatto e io, in un momento di follia, la stringo forte, in cerca del suo calore.
“Ryan..” mi guarda profondamente negli occhi prima di allungare l’altra mano e spostarmi i ricci castani dal viso “Io… ho una cosa da chiederti, ma trovare le parole è così difficile…”
Il mio cuore compie una capriola mentre mi sporgo un po’ verso di lui “Dillo, semplicemente…”
Lui sorride avvicinandosi ancora un po’, poi la sua voce cambia e da profonda torna come al solito irritante “Sei stato a letto con altri uomini dopo di me?”
Come spinto da una forza mistica salto in dietro schiacciandomi contro lo schienale della sedia ma stando attendo a non lasciare la sua mano, anche se non so bene il motivo “Ma che cazzo di domande è? Non puoi chiedere queste cose al tuo ex!”
Ci guardano tutti.
Brend abbassa lo sguardo poi mi si accosta ad un orecchio e mi sussurra “Ma io non voglio che tu per me sia solo un ex…” io chiudo gli occhi avvertendo il suo profumo misto all’odore del sudore (eccitante) e il suo respiro sulla pelle del collo (doppiamente eccitante) e spero che ora basta, tenga la bocca chiusa e non rovini più questo momento. Ma sbaglio, come sempre “E poi lo sai che sono geloso!”
“Ma geloso di cosa??”
“Del tuo caz-“
“Non in quel senso! Nel senso che non puoi essere geloso! Non stiamo più assieme!” Sto diventando rossissimo, lo sento, ho le guance incandescenti.
Sospiro, sfilando la mano dalla sua con immonda sofferenza. Non vorrei farlo ma devo.
Brendon mi guarda come se avessi appena compiuto un sacrilegio e si, è vero, l’ho fatto.
Mi alzo guardandolo un po’ tristemente e poi dico “Non penso che tra noi due ci sia futuro. Siamo troppo diversi, troppo…”
“Ma Ryro…”
“Lasciami finire Brend…” sospiro mentre guardo i suoi occhi persi, lo so che gli sto facendo del male, ma è giusto che sappia come la penso “Ti ho chiesto di venire qui, a colazione con me, perché ci tenevo a dirti in faccia che non voglio più vederti, Brend. Ti ho amato molto è vero, ma ormai quel sentimento è andato, si è spento… ed è ora che lo riponga in qualche baule assieme al mio gilet rosso” abbasso gli occhi incapace di guardarlo ancora. Fa malissimo “Non odiarmi ti prego, ma smettila di provarci e di illuderti, non potrai avermi… mai più”
Alzo gli occhi nei suoi e li trovo più lucidi di prima, così incapace di restare ancora rinchiuso in questo silenzio assordante prendo la mia giacca, prima di chinarmi su Brendon e lasciargli un bacio sulla guancia “Addio Brenny, stammi bene”
E esco, lasciandolo da solo.
Ma infondo anche io sono solo, e so che lo sarò per sempre.

 

 

 

 

 

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Ma ciaooo…

 

Terzo e TERZULTIMO capitolo della nostra storia!!!!!

 

Speriamo che qualcuno di quelli che sta leggendo si sia appassionato un po’!

 

Greta, lo sappiamo che a te piace!!! <3 O forse sei anche l’unica… XD

 

A presto a tutti quanti!!!!

 

 

 

 

XOXO

Miky&Jess

 

 

 

 

 

 

   
 
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