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Autore: Rinita Inverse    28/10/2005    5 recensioni
TRADUZIONE INTERROTTA - Quanto una guerra insensata ti porta via tutto ciò a cui tieni di più, la disperazione e la solitudine possono portare a gesti estremi...
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL MIO ULTIMO DESIDERIO

IL MIO ULTIMO DESIDERIO

di Rinita Inverse

 

 

DISCLAIMER: I personaggi di Slayers sono © di Hajime Kanzaka, Shoko Yoshinaka, Rui Araizumi e degli altri aventi diritto. Eventuali nuovi personaggi sono di proprietà dell’Autrice.

 

Storia originale: “Mi último deseo” di Rinita Inverse

Traduzione dallo spagnolo di Mistral

 

 

CAPITOLO 2: Un nuovo destino

L’incantesimo del sonno aveva esaurito i suoi effetti e Lina lentamente riprese coscienza. Quando riuscì finalmente a mettere ordine nella sua testa, si guardò attorno e contemplò con orrore il massacro: poco lontano da lei stavano i corpi senza vita di Zelgadiss e Amelia, pareva quasi che il primo fosse morto proteggendo la seconda. Alcuni metri più in là c’era il corpo di Philia, infilzato ad un albero da una lancia, che Lina riconobbe immediatamente: era quella di Luna.

Continuando a guardare attorno a sé, non poté fare a meno di vedere il cadavere del suo amato Gourry e, dimentica di tutto il resto, si lanciò verso di lui; ma non riuscì ad arrivare molto lontano perché un campo di energia la bloccò. Prese a colpirlo con forza, ma l’unico risultato che ottenne fu sprecare energie.

All’improvviso sentì un’esplosione e, voltandosi, scorse Silphiel intenta a combattere contro Luna.

La maga abbassò gli occhi e vide che la fonte della barriera che la teneva imprigionata era lo scettro della sacerdotessa: forzarla era impossibile, perché per far questo avrebbe dovuto generare un capo di forza più potente di quello dello scettro oppure lanciare un incantesimo e distruggere lo scudo stesso. La prima alternativa era impraticabile perché lei era sì diventata più forte, ma lo era anche la magia difensiva di Silphiel; altrettanto da scartare la seconda possibilità perché lo spazio era talmente ridotto che sicuramente il suo stesso incantesimo l’avrebbe uccisa.

Con una raffica di vento, Silphiel fu scagliata violentemente contro la barriera che bloccava Lina e cadde pesantemente a terra.

La rossa colpì freneticamente lo scudo magico.

La sacerdotessa di Sailaarg si rialzò e, unendo le mani sullo scettro, castò un incantesimo che ne aumentasse la forza; come ebbe finito, la barriera si illuminò, segno che la sua resistenza ora era maggiore. La ragazza alzò gli occhi, ad incontrare quello impotenti, terrorizzati e pieni di lacrime di Lina; Silphiel le regalò un sorriso d’addio dolce e triste e poi, alzandosi in piedi a fatica, si voltò verso Luna.

Le ultime parole sulle sue labbra furono la formula del Dragon Slave, poi una violenta deflagrazione e infine il silenzio.

Lina strinse i pugni e distolse lo sguardo, ma poi si sentì obbligata ad assistere a quell’orribile spettacolo: Luna era stata colpita, tuttavia aveva riportato solo ferite lievi. Il cavaliere di Chepieed si avvicinò a lei, chiuse gli occhi e chinò il capo, come a chiedere perdono per quello che stava per fare, poi congiunse le mani e invocò un incantesimo sconosciuto.

L’esplosione fu enorme e distrusse la terra sotto i piedi della rossa.

Luna non si fermò a controllare se la sua missione di uccidere quella che prima era sua sorella avesse avuto successo, semplicemente scomparve.

 

Lina si stupì di essere sopravvissuta: al suo fianco c’era lo scettro di Silphiel e la barriera che aveva generato reggeva ancora ma per Lina non fu un problema annullarla, indebolita com’era a causa dei danni subiti dal bastone.

Appena libera, la ragazza corse verso i corpi dei suoi amici: non provava più nessuna emozione e le lacrime che prima le avevano bagnato le guance, ora erano asciutte e le facevano bruciare gli occhi.

Quando si rese conto che ormai erano tutti morti e che non avrebbe potuto più far niente per loro, alzò gli occhi al cielo e lo vide coperto da centinaia di draghi di tutte le specie che puntavano in massa su Zephiela.

Lina si alzò, strinse i pugni e invocò il Ray Wing per dirigersi verso la sua città natale.

 

***

 

Quando le campane della torre dell’orologio del palazzo suonarono mezzogiorno, Lina, con le mani ancora strette a pugno, mise da parte per un momento i suoi ricordi e iniziò a cercare Xelloss.

- Stavo per mandare qualcuno a cercarti

- Non serve, adesso sono qui

- Vedo…

Xelloss la guardò, aggrottando le sopraciglia, pensieroso, come se stesse per dirle qualcosa ma lo sguardo inquisitore di Lina gli fece cambiare idea e il demone decise di rimandare il tutto ad un altro momento.

- Cominciamo? – le domandò invece.

- Quando vuoi

 

In meno di quattro ore di allenamento, Lina era già in grado di teletrasportarsi e di castare alcuni incantesimi molto potenti che prima, nella sua condizione umana, le erano preclusi.

Quando si fermarono per una pausa, Lina si avvicinò alla finestra e nuovamente il suo sguardo si perse all’orizzonte; il demone la osservava dalla penombra della stanza, ma lei non se ne avvide e si lasciò andare ai ricordi.

 

***

 

Restavano meno di una decina di draghi; gli abiti di Lina erano strappati in più punti e le sue mani coperte di sangue. Scagliò a terra con forza il suo pugnale: la lama era rotta, non avrebbe più potuto servire a nulla.

Furiosa, si mise a correre e raccolse una delle tante spade abbandonate dai caduti che riempivano le strade di Zephilia; impugnò saldamente l’arma e spiccò un balzo più alto che poteva, mirando direttamente al cuore di uno dei draghi. Subito riecheggiò il rumore dell’immenso corpo caduto sul selciato.

Gli altri draghi si voltarono verso di lei, con l’intenzione di fargliela pagare.

 

***

 

- Sei cambiata, Lina…

- Eh? – La voce di Xelloss la riportò al presente.

- Sì, non sei più la stessa

- Perché dici questo? -  replicò lei, innervosita – Forse perché adesso sono un mazoku o forse perché mia sorella ha ammazzato i miei unici amici o magari perché mi sono unita agli esseri che odio di più o… - Il tono della ragazza si era fatto acuto.

- Basta. Ho capito… davvero, ti capisco – la interruppe il priest, dolcemente.

- Tu non puoi capire! Sei solo un demone!

- E tu? Tu cosa sei?

- Una traditrice che lotta per quello in cui crede. E credo che far fuori gli Dei Draghi sia giusto

- Secondo te cosa penserebbero i tuoi amici di questo progetto?

- Loro ormai sono morti, ma anche se fossero vivi ti assicuro che mi appoggerebbero

- È possibile… di sicuro non avrei mai pensato di sentirti parlare così

- Vedi… gli esseri umani…

- Gli esseri umani? Ma adesso tu non sei un mazoku?

Lina chinò il capo e strinse i denti, senza rispondere. Xelloss la guardò stupito: - Ti senti bene?

- Sono solo stanca

- E allora vai a riposare, lasceremo il combattimento a più tardi

- D’accordo – assentì lei. Xelloss si voltò per andarsene ma lei lo richiamò – Aspetta…

- Che c’è?

- Grazie

Il demone fece un mezzo sorriso e proseguì per la sua strada.

 

Lina raggiunse la sua stanza e si distese sul letto: era veramente stanca e, appena appoggiata la testa sul cuscino, si addormentò profondamente.

 

***

 

La maga, che poteva a malapena stare in piedi, in poco più di venti minuti era riuscita ad uccidere nove draghi: ora ne restava solo uno. La ragazza era esausta e il drago sembrava intenzionato ad approfittarne.

I pochi cittadini che ancora erano in condizione di lottare si strinsero attorno a lei, ma al drago sembrava non importare molto; Lina era riuscita ad alzarsi solo con l’aiuto di un uomo e tutti si misero in guardia, pronti ad affrontare l’ultimo nemico.

Erano stati dei codardi a fuggire, pur sapendo che quella ragazza stava lottando per proteggere tutti loro, anche a costo della vita: non potevano più restare senza far nulla, soprattutto adesso che la maga sembrava non farcela più.

Lina, allo stremo, si sforzò disperatamente di mettere a fuoco l’ambiente circostante, ma non vi riuscì e cadde a terra priva di sensi, un attimo prima che il drago si lanciasse all’attacco.

Tutti si davano già per spacciati, quando improvvisamente lei apparve: con un incantesimo rapido e potente congelò l’enorme rettile e poi si avvicinò ai cittadini, che le fecero strada per lasciarla passare.

Quando la ragazza, che dimostrava all’incirca 24 o 25 anni, raggiunse Lina, la prese tra le braccia e se ne andò senza una parola.

 

***

 

- Dimmi una cosa Dynast, credi che Lina lotterà contro sua sorella? -  domandò Dolphin.

- Lo farà. Posso sentire la sua sete di vendetta

- Bene. Mettiamo che la uccida… poi cosa accadrà? Non credo che voglia infierire su qualcun altro – intervenne la Greatest Beast.

- Per adesso questo non ha importanza. Quello che conta è sconfiggere Chepieed e i suoi galoppini e poi vedremo cosa fare con lei

La Dark Lady non sembrava convinta.

- Zelas, lei resterà con noi, indipendentemente da quel che succederà.

- Ma Dynast, io non credo che…

- Basta! Ormai ho deciso: Lina è la mia general e in quanto tale nessuno può toccarla, se ci tiene alla pelle – Dynast sembrava alterato; poi si rilassò e sul suo volto si disegnò un misterioso sorriso. – Ho in serbo qualcosa di speciale per lei…

 

Lina si svegliò di colpo e per un momento non riuscì a capire dove si trovava e perché, ma poi tutto si fece chiaro nella sua mente. La stanza era scura e faceva freddo. “Un ambiente parecchio lugubre…” pensò “…ma piacevole”

Si tirò seduta sul letto e poi cercò di alzarsi, ma sentiva le membra pesanti e preferì non muoversi. Alzò lo sguardo verso il soffitto, l’unico rumore che si sentiva era quello del suo respiro; chiuse gli occhi e rimase immobile. Una lacrima cominciò lentamente a scorrerle sulla guancia.

Ancora ricordi…

 

***

 

- Come stai Lina?

- Ma chi…? Naga?! – esclamò Lina, sorpresa.

- Sì, proprio io. Come stai? Ho usato la mia magia curativa, ma sei rimasta svenuta due giorni e non sapevo più cosa pensare…

- Sto bene, ti ringrazio

- Lina…

- Dimmi

- Mia sorella… è morta

La rossa la fissò, stupita e addolorata. - Sorella? Non sapevo ne avessi una…

- Lina, il mio vero nome è Gracia Will Tesla Sailune

- Ma allora… Amelia! – esclamò Lina, le lacrime che ormai scendevano senza controllo – Perdonami Naga!

- So che non è stata colpa tua… solo volevo sapessi chi sono in realtà.

- E adesso che farai?

- Ho saputo che quei maledetti stanno circondando Sailune. Credo sia il momento che la prima principessa del regno si assuma le sue responsabilità e difenda il suo popolo. E tu? Che farai?

- Ritornerò a quel che resta di Zephiela e vedrò se posso fare qualcosa per i sopravvissuti. Poi vendicherò i miei amici e tutti gli innocenti che sono morti per colpa di quei pazzi.

- Credi di farcela da sola?

- No, è impossibile. Potrei provarci… ma metterei a rischio il mondo intero.

- E allora?

- Cercherò degli alleati più potenti di me.

- Ma…

- Mi unirò ai demoni

Naga spalancò gli occhi e solo dopo un po’ riuscì a domandare: - Sei sicura? Non sarebbe meglio che venissi con me e mi aiutassi?

- Se riuscissi ad ammazzare i draghi non dovresti più lottare

La maga del Serpente Bianco non sembrava convinta. – E come pensi di incontrare un mazoku?

- Questo è molto facile… - ribatté Lina, osservando la porta chiusa della casa in cui si trovavano - …vero Xellos?

  
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