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Autore: Elelovett    16/09/2010    2 recensioni
Questo è il sequel della mia altra storia "Sweeney Todd, cosa sarebbe successo se..." perciò vi prego di leggere prima quella fic e poi questa! Sono passati anni dalla tragica notte ed Emily e Claudia cercano di dimenticare. Ma il ricordo di Sweeney è duro a morire e darà loro del filo da torcere ancora una volta...Specie se Anthony Hope è veramente deciso a risolvere il mistero del barbiere. Riuscirà Emily a tenere all'oscuro di tutto la figlia di Pirelli?
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony Hope, Johanna Barker, Nuovo personaggio, Tobias Ragg
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sweeney Todd, cosa sarebbe successo se...'
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Ci sono cose che non possiamo dimenticare, e nemmeno lo vogliamo. Fatti troppo sconvolgenti, emozioni forti che hanno inciso ferite profonde dentro di noi. Possiamo piangere, dibatterci, gridare e distruggere tutto quello che ci circonda, ma i ricordi sono più forti. E allora forse la soluzione migliore è consumare il proprio dolore ma lasciare che si affievolisca col tempo, e andare avanti. Bisogna trovare un motivo per andare avanti. Emily quel motivo l’aveva trovato nel suo ventre.

Da quell’orribile notte nella cantina del negozio della signora Lovett in Fleet Street erano passati molti mesi. Mesi nei quali né Emily, né Claudia né Toby avevano dimenticato. Ma un susseguirsi di avvenimenti aveva affievolito il loro dolore, e adesso tutto sembrava passato.

Nelle loro menti quella notte era caos, confusione, dolore, paura. Ma un frastuono lontano, nitido a volte, sfocato ancora più spesso. Dopo qualche ora temendo il ritorno di Anthony e Johanna e la scoperta dei cadaveri i tre si erano affrettati a fuggire. Nonostante questo Emily si era rifiutata di andarsene senza portare con sé il corpo del suo unico ed eterno amore per dargli degna sepoltura. Claudia aveva tentato di dissuaderla dicendo che sarebbero state rallentate ed il trasporto sarebbe stato difficile, ma l’altra, come cieca e sorda, per tutta risposta aveva preso Pirelli per le spalle e aveva cominciato a trascinarlo con più delicatezza possibile, ma anche con fermezza, verso la porta. A quella vista disperata Claudia si era precipitata ad aiutarla, seguita da Toby. Se ne erano andati così, nella notte. Poco dopo Anthony e Johanna avrebbero scoperto i cadaveri nella cantina e avrebbero chiamato le forze dell’ordine.

La casa che Sweeney Todd aveva messo a soqquadro quello stesso pomeriggio era ancora abitabile dopotutto, ed i tre superstiti vi erano entrati decisi. Emily aveva adagiato Pirelli sullo stesso letto sul quale l’aveva curato per così tanto tempo. Era quasi scoppiata di nuovo in lacrime. Avevano deciso di seppellirlo approfittando del buio, e così avevano fatto. Non lontano, in un parco semi abbandonato, Claudia e Toby avevano scavato una fossa e vi avevano deposto il corpo. Il dolore e l’abbandono di Emily tornando verso casa furono immensi.

Le indagini sulla morte del giudice, del messo e di Sweeney e Mrs. Lovett non furono insistenti, come del resto accadeva in quel secolo in Inghilterra, e ben presto la gente si dimenticò dell’accaduto, si cessò di cercare un colpevole. In quanto ad Anthony e Johanna, liberi dall’incubo del giudice, poterono sposarsi e fuggire via, e di loro non si seppe più niente per molto tempo.

Da quella notte erano passati nove mesi o poco più, ed Emily, senza dimenticare, aveva trovato la sua ragione per andare avanti: era nata la sua bambina.

Mentre la cullava dolcemente a lume di candela canticchiando una ninnananna la osservava. Assomigliava così tanto a lui! La forma del viso, allungata come quella dei genitori, era incorniciata da cortissimi ciuffi di capelli castani, il colore di quelli di Pirelli, ma lisci come quelli di Emily. E anche gli occhi erano quelli della madre, azzurrissimi. Ma c’era qualcosa in quella smorfietta, in quelle manine, in tutto quell’esserino, che ricordava ad Emily Pirelli. E se gli occhi traevano in inganno, i capelli ne erano una prova. Mentre la guardava sorrideva e pensava cosa avrebbe detto lui della loro bambina. Un dolore profondo le si scioglieva in petto sognando tutte le cose che avrebbero potuto fare insieme come famiglia. Ma non potevano, lui non c’era più. Sarebbe potuto diventare marito, padre. Sarebbe stato bello. Tutto quello che le era rimasto di lui era quella piccina, così dolce e così indifesa, ma una prova vivida e costante di ciò che se n’era andato. Toby osservava madre e figlia pensieroso. Se prima era un bambino a cui la vita non aveva mai sorriso, ma comunque allegro, dopo quella notte era diventato più taciturno, più maturo. Troppe esperienze avvenute troppo in fretta, troppo amore regalato e poi strappato crudelmente. Ancora ardeva in lui il ricordo della cara signora Lovett. Il fatto di essere stato complice, se così si può dire, di un omicidio, e di aver assistito a tante morti lo aveva sconvolto, anche se non se ne rendeva conto. Non sarebbe tornato il Toby di prima, ma una traccia di ingenua allegria gli era rimasta, magari in profondità. In lui viveva ancora il Toby che gioiva di fronte ad un bicchiere di gin, il bambino che aspettava un penny per compare delle caramelle. Era solo schiacciato da amare realtà e ricordi tetri. Tuttavia si era trovato bene con le ragazze, e si era affezionato a loro quasi disperato, sentendosi mancare la terra sotto i piedi dopo la morte della signora Lovett. Con loro era tornato a sorridere, nonostante tutto. Per questo adesso guardava un po’ geloso quella bambina paffutella che si meritava tante moine e carezze dalle sue benefattrici. Come poteva un esserino così piccolo, piombato nel mondo da così poco tempo, richiedere tante attenzioni? Inoltre la trovava sì simile al suo precedente padrone, ma per questo estremamente bruttina. Non osava dirlo ad Emily, sentendo che nonostante fosse passato del tempo non fosse il caso offendere la memoria di Pirelli toccando un tasto dolente.

Infatti mettendo da parte l’amore materno, un amore che vede il proprio bambino l’essere più perfetto sulla Terra, osservando obiettivamente dobbiamo dire che la piccola non era propriamente graziosa. Era dolce, docile, ma non bella. Aveva qualche particolare qua e là, il visino troppo lungo, una certa forma degli occhi, una smorfia della bocca, che non poteva farla definire bella. Era decisamente simile al padre. Ma per Emily Pirelli e la bambina erano state le creature più meravigliose e straordinarie del mondo, e il suo sguardo di madre non vedeva altro che la bellezza.

Claudia aveva aiutato Emily durante il parto e nei mesi successivi. Si era affezionata tantissimo alla piccola, sebbene in cuor suo come Toby ne ammettesse la scarsa bellezza tipica dei neonati. Spesso la cullava anche lei e si divertiva a farle il bagnetto. Oltre a quella terribile notte Claudia non poteva dimenticare ciò che l’avrebbe macchiata per sempre, il senso di colpa che la lacerava ogni notte, quando nel buio del suo letto si ritrovava sola. Il fatto di aver tradito l’amica e Pirelli continuava a pesarle sulla coscienza, come se lei stessa avesse commesso un omicidio. Non voleva pensare, ma talvolta i suoi pensieri si spingevano fin là, che il suo tradimento era in un certo senso causa della morte di Pirelli. Se non si fosse lasciata abbindolare da Sweeney Todd, se non avesse tradito Emily, forse il padre della bambina sarebbe ancora vivo, tutti sarebbero stati felici. Il pensiero la faceva impazzire, si sentiva un mostro, anche se Emily l’aveva perdonata quella stessa notte. Così ogni giorno Claudia scontava tacitamente quella colpa, quel pesante fardello, facendo tutto il possibile per aiutare l’amica con la bambina. Ma per quanto facesse, una voce le diceva che era troppo tardi tentare di rimediare, Pirelli era già morto, tutto era successo…E quello scontare la pena non aveva mai fine, giorno dopo giorno. Claudia sapeva che avrebbe continuato ad aiutare Emily per saldare il suo debito invisibile fino alla morte, e solo allora sarebbe stata soddisfatta.

In quanto ad Emily e all’omicidio che aveva commesso, non le importava più di tanto. Dopo tante ingiuste morti, una in più, anche per mano sua, che differenza avrebbe fatto? Il suo era stato un atto giusto, una vendetta. Aveva ucciso un assassino. Il rimorso non le pesava, la bambina aveva cancellato ogni debole segno d’allarme della sua coscienza. Ma era proprio la figlia che cominciava a risvegliale dei dubbi, il terrore e la vergogna di dover rivelarle che sua madre era stata un’assassina. Ecco, solo questa vergogna, non il rimorso le impediva di dimenticare l’omicidio. Cercava così di nascondere a sé stessa, con il dolore della morte dell’amato e la consapevolezza di aver fatto qualcosa di giusto verso Pirelli, la vergogna dell’assassinio, in modo da nasconderla anche alla figlia. Aveva deciso di non raccontarle nulla di quella notte, se non la morte coraggiosa del padre. Non avrebbe potuto sopportare di svelarle che sua madre aveva ucciso un uomo.

La bambina ora dormiva, il respiro regolare. Emily la mise nella culla, poi passò accanto al letto sul quale era accovacciato Toby. Gli scompigliò i capelli con la mano sussurrando allegramente:

- Andiamo, ragazzo.

Il bambino obbedì e chiuse piano la porta. Una volta in corridoio chiese:

- Emily, credete che potrò dormire con voi nel lettone stanotte?

La ragazza sorrise e rispose:

- Ma certo. Ma vedi di non fare troppo rumore, non vorrai svegliare Serafine!

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Sono affamata di recensioni!!! XD  Davvero, voglio sapere che ne pensate di questo nuovo inizio.

  
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