Alla
fattoria Duke erano in corso pulizie e lavori di manutenzione straordinari.
Luke fermò il furgone di Cooter davanti alla veranda, sollevando una nuvola di
polvere. Immediatamente lo zio Jesse gli venne incontro, brandendo
minacciosamente un forcone.
“Lucas
Duke, brutto idiota! Avevo appena finito di spazzare il portico! Ora mi
toccherà rifare tutto daccapo!”
“Scusa,
zio Jesse, non lo sapevo” cercò di discolparsi l’autista distratto. “Vorrà dire
che spazzerò io. In fondo, è stata colpa mia.”
“No,
tu sali sul tetto a sostituire le tegole rotte. A spazzare ci penserà
Beauregard. Forza, lavativi! Datevi da fare, oppure oggi salterete la cena!”
Non
appena il vecchio parente si fu allontanato, i due cugini si scambiarono
un’occhiata interrogativa.
“Che
ne pensi, Luke?” domandò il biondo.
“Non
ne ho veramente idea. Ci ha chiamati per nome, e lo fa soltanto quando è molto
arrabbiato.”
“Ma
non abbiamo fatto niente di male! E poi, che storia è questa? Perché stiamo
tirando a lucido la fattoria?”
“Non
ne ho idea. Forse Daisy ne sa qualcosa. Dovrebbe rincasare tra poco. Nel
frattempo, ci conviene obbedire allo zio Jesse. Non vorrei mai che decidesse di
usare quel forcone su di me.”
E
così, mentre Luke sostituiva le tegole rovinate, Bo spostò il furgone di Cooter
più indietro e spazzò una seconda volta il portico, rendendo giustizia al lavoro dello zio Jesse.
Era
una giornata molto strana, alla fattoria Duke.
Un’ora
più tardi, Daisy rincasò dopo il turno al Boar’s Nest. Bo fu il primo a
correrle incontro.
“Ciao,
Bo. Sembri stremato.”
“Lo
sono. È da quando siamo tornati a casa che lo zio Jesse non fa che farci pulire
e sistemare la casa. Tu sai che sta succedendo?”
Daisy
scoppiò a ridere. “Scusate, cugini, ma questa settimana vi ho visti poco e mi
sono dimenticata di dirvelo. Sta arrivando una mia amica da Atlanta, si fermerà
qualche giorno qui alla fattoria. Sapete com’è lo zio Jesse: ci tiene a fare
bella figura.”
“Visto,
Bo? Te l’avevo detto che nostra cugina era sicuramente coinvolta in questa
faccenda” ribatté Luke, sceso dal tetto per parlare con la cugina. “Allora…
quando hai detto che arriva questa tua amica da Atlanta?”
“Domani.
Si chiama Jennifer.”
“E’
carina?” si interessò Bo.
“Sì,
è molto… ehi, ma tu non devi uscire con Mary Jane Hennings, questa sera?”
Bo
fece spallucce. “Potrebbe sempre andare male… meglio avere un piano di riserva,
non credi?”
“Sei
veramente un ragazzo impossibile…” lo sgridò Daisy, con un sorriso.
Nel
frattempo, si avvicinò lo zio Jesse, ancora armato di forcone. “Lucas e
Beauregard, perché state bighellonando qui, invece di… oh, ciao Daisy, non ti
avevo vista arrivare.”
“Zio
Jesse, che ne dici di concedere una piccola pausa a questi due lavativi? Mi
sembra che abbiano lavorato parecchio.”
Alle
sei, Luke accompagnò Bo in città per riprendersi il Generale Lee.
“Grazie,
Cooter. Sei davvero un amico” lo ringraziò il biondo. “Scusami ancora per la
storia di Mary Jane. Non sapevo che…”
“Bo,
ti ho già detto di non preoccuparti. Se non mi vuole, non mi vuole. Però tu non
farla soffrire, oppure un bel cazzotto sul muso non te lo leva nessuno.”
“Ci
proverò, Cooter.”
Luke
osservò il cugino allontanarsi, poi si rivolse al meccanico. “Mi accompagni a
casa, Cooter?”
“Certo,
Luke. Il tempo di chiudere l’officina e arrivo.”
Cinque
minuti più tardi, Cooter e Luke si stavano dirigendo verso la fattoria Duke.
“Sono
veramente distrutto, sai? Oggi lo zio Jesse ci ha costretto a rimettere in
sesto la fattoria” sospirò l’ex militare.
“Davvero?
E come mai?”
“Domani
arriva un’amica di Daisy. Starà da noi per qualche giorno. Una sua ex compagna
di scuola.”
“Wow!
Che gran fortuna, avete!”
“Già…
ovviamente Bo ha subito chiesto a Daisy se si trattava di una bella ragazza.”
“E
Daisy che ha risposto?”
“Che
è molto carina” rispose Luke, sorridendo.
Anche
Cooter sorrise. “Adesso capisco perché Boss Hogg ce l’ha sempre con voi. Vi
vanno sempre tutte bene!”
I
due amici scoppiarono a ridere, mentre si avvicinavano alla fattoria Duke,
tirata a lucido come fosse stata appena costruita.