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Autore: livia    24/09/2010    4 recensioni

Questo è un racconto che può essere definito autobiografico-fantastico, poiché mescola elementi della mia vita reale con altri inventati di sana pianta, e conditi con alcune delle ricette di cucina che amo di più. Non è una fan-fiction, ma si può dire che alcuni personaggi sono una vera "citazione" di altri ben noti, che sono sicura riconoscerete benissimo....
Ciao,
Livia
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il CD è completamente vuoto, tranne per la registrazione del refrain di una canzone:



Quanta nebbia ho veduto salire leggera
(Non mi scordare nella nebbia dell'oblìo)

Quanti volti ho segnato sui vetri di sera
(Non ti dimenticare mai di come sono fatta io)

Quanta cenere, quanti perché
(Come sono io)

Quanta vita ho trovato dov'è
(Come sono io)

Quanta notte mi manca
e mi manchi stanotte
così come sei tu (1)




Per prima cosa sono le lacrime a tracimarmi dagli occhi fino a inondare tutto il viso; poi arrivano i singhiozzi, che sono liberatori e al tempo stesso arrabbiati.
-Maledizione! -, impreco, prendendo a manate il volante della Michelina, - Maledizione, maledizione, brutto stronzo di un francese, perchè non me lo hai detto, perchè mi hai lasciata partire, maledizione, maledizione...
Ho bisogno di aria, questo caldo mi soffoca. Spalanco la portiera e mi precipito fuori a scaricare tutta la mia rabbia con una raffica di calci sul cofano della Michelina, sotto gli sguardi attoniti degli altri automobilisti in coda.
- Che, ti dà noia il caldo? -, mi grida un raffinatone dall'altra corsia.
Io non gli rispondo nemmeno, impegnata come sono a picchiare la mia futura Ferrari.
- Accidenti a te, Alain, accidenti, accidenti, accidenti, accidenti....
- Si sente bene, signorina? -, mi chiede premurosa una coppia di anziani che è uscita a sua volta dal forno della loro macchina.
- Sì, sì...-, rispondo io alzando le mani in segno di resa per tranquillizzarli, - Io..devo solo tornare a casa...

- Possiamo accompagnarla, vuole? - ,chiede gentilmente la moglie, - Dove abita?
- Io..vicino a Brignoles...cioè, no...
….


Sono le dieci e mezzo di sera quando entro finalmente in casa, e subito mi precipito sul telefono.
- Rispondi...rispondi, rispondi, dai, rispondi... - imploro al portatile, ma dall'altra parte non mi arriva nessuna risposta. Mi sdraio sul letto e decido di provare con il numero del cellulare, ma mi risponde una cortesissima signora francese che mi dice che il numero che sto chiamando non è raggiungibile.
- Cazzo! -, esclamo, e solo per un attimo riesco a resistere all'istinto di scaraventare a terra il telefono, - Dove cazzo sei?
All'improvviso mi si accende una lampadina. La nonna!
Compongo il numero in fretta e lo sbaglio tre volte, rassegnandomi a un minuto e mezzo di conversazioni con le famigliole d'Oltralpe per spiegare che ho composto il numero errato. Alla fine mi risponde la nonna e la sua voce suona piuttosto allarmata.
- Livià, bébé, è successo qualcosa?
- No...sì -, le rispondo io raffazzonata, - Il tuo vicino....il mio amico...Alain....il commissaire....
- Sìììì...? - La nonna resta comprensibilmente in attesa di maggiori informazioni.
- Dove...dov'è? - , chiedo, con una certa apprensione nella voce.
Dall'altra parte delle Alpi la nonna mi risponde con una risata delle sue.
-Ma cosa vuoi che ne sappia, io? Chiama lui, no?
- Già fatto, nonna! -, esclamo spazientita, - L'ho già chiamato e non lo trovo...
-Cosa vuoi che ti dica, Livià? Non ne so nulla...
Nel silenzio che segue intuisco che gli ingranaggi di precisione della nonna si sono messi al lavoro.
- Aspetta, Livià! -, esclama infatti le poco dopo, - Ora che ci penso non lo vedo da ieri, e quando sono passata davanti a casa sua, questo pomeriggio, ho notato che tutte le finestre erano serrate. Credo che sia partito....
- Partito? -, ripeto io, - E...e quando torna?
Non lo so!-, ribatte la nonna, e in sottofondo mi sembra di sentire la sua lieve risatina, - Non so neanche se si partito o no, è solo una mia supposizione, ma che ti prende questa sera, Livià?!
Ma che diavolo ha da sghignazzare la vecchiaccia? Certo che questa storia deve averle proprio ravvivato l'estate!
- D'accordo, d'accordo -, taglio corto, innervosita, -Adesso ho da fare, devo andare, nonna...
Riaggancio sul suo “buonanotte, Livià, fa' sogni d'oro” che mi sembra una vera presa di giro per non dire di peggio, e corro a prendere le mie borse che comincio freneticamente a riempire di roba.
Tornerà, mi dico. Non potrà stare via per sempre, è casa sua. Prima o poi tornerà e allora mi troverà lì.
Domani saluto Giampaolo dal cellulare, e anche quel ladro del mio padrone di casa, chissà come sarà contento che gli ho già anticipato tre mesi d'affitto. Non c'è niente che mi appartiene qui, tranne il pc e la Michelina, ma loro vengono con me.
In quattro ore ho raccolto tutto quello che è mio in sei borse e due grosse valigie, e mi siedo sfinita sul pavimento a osservare le prime luci del giorno che penetrano dagli scuri. Improvvisamente mi sento svuotata di ogni energia, come se avessi fatto una corsa assolutamente senza senso. Ma che stai facendo, Livià?, mi domando imitando l'accento della nonna mentre scuoto la testa, con il mento appoggiato alle ginocchia.
Mi alzo alla ricerca della moka e di un pacchetto di caffè che avevo seppellito in una borsa.
Che matta che sei, mi dico accendendo il gas. Che matta, Livià, saresti stata già pronta a partire per la Luna. Ora torna sulla Terra, però, va bene?
Appoggio la moka sul tavolo, stando ben attenta a metterci sotto un tovagliolo di carta affinché non bruci il legno, e mi verso un po' di caffé in una tazzina recuperata anche lei da una valigia.
Mi siedo al tavolo guardandomi intorno e pensando che mi ci vorrà l'intera giornata per rimettere tutto a posto. Sbuffo esasperata da questa mia ennesima alzata d'ingegno, e poi crollo sul tavolo con la testa tra le braccia. Chiudo gli occhi e mi lascio scivolare lentamente verso un piccolo sonno ristoratore, ma vengo scossa quasi subito dal suono improvviso del campanello.
Vado alla porta ciabattando, sicura di trovarmi davanti il postino con nuove bollette da pagare. Bene, un portatore di simili notizie si merita la mia apparizione in tuta blu a pecore grigie....E rimango di sasso.
Il commissaire.
Alain.
Con l'inseparabile sigaretta e quel suo sorriso che mi contagia anche da lontano.
- Ciao -, mi dice.
- Ciao... - abbozzo io.
- Non hai un granché di aspetto -, commenta sorridendo mentre mi squadra da capo a piedi.
- Ecco, io stavo...impacchettando le mie cose.
- Mh-mh -, annuisce lui, - Immagino che avrai bisogno di qualcuno che ti aiuti a portarle in Provenza, allora, no?...
Si interrompe perché si accorge che gli occhi mi sono diventati lucidi lucidi, ma finge di non averlo notato e continua guardandomi in tralice:
- Ma non mi fai entrare? Quel maledetto treno ha avuto tre ore di ritardo e avrei tanta voglia di un caffé...(2)
Fa un passo avanti ma io gli sbarro intenzionalmente la strada con un sorriso malizioso.
- Capito...-, mi sorride lui a sua volta e mi prende tra le braccia: - Meglio, ora?
Mi porta fino alla cucina, dove si siede depositandomi sulle sue ginocchia. Io gli verso il caffé nella mia tazzina, che è anche l'unica che sono riuscita a rintracciare.
- Non trovo lo zucchero -, gli spiego in tono di scusa, e lui si stringe nelle spalle.
- Come hai fatto...- comincio, mentre lui beve lentamente e osserva che è proprio vero quello che dico, la loro è una vera ciofega rispetto a questo caffé, - Voglio dire: la canzone....Claudio...
Lui scoppia a ridere. La mia fantastica nonna! Ecco perché sghignazzava, al telefono...la mia adorabile strega!
Ridiamo tutti e due di gusto, e ancora una volta mi rendo conto di quanto mi piaccia ridere con lui. Un altro pensiero mi balena poi nella mente, e glielo dico mentre mi sistemo meglio sulle sue ginocchia e prendo atto di starci proprio bene:
- Ma perché non me lo hai detto prima che io partissi, eh?
Gli infilo le mani tra i capelli e penso che ho avuto una grandissima voglia di farlo in questi ultimi giorni. Lui mi guarda per qualche istante facendosi improvvisamente serio, come se stesse cercando le parole adeguate, poi mi spiega:
- Dovevi capire ciò che volevi veramente, Livia, e potevo anche non essere io. E così ti ho nascosto il CD nel cruscotto (Sì!, penso, ora mi ricordo: Passo un po' prima a dare un'occhiata al motore della Michelina, per sicurezza....diavolo di un francese!) e ho corso il rischio: male che andasse, avresti avuto un ricordo di me... Si interrompe un attimo e mi guarda con aria colpevole, stringendo le spalle...
- Poi, però, non ho resistito, e...
Lo zittisco con un bacio, il primo vero bacio che ci scambiamo. E sarà un caso, ma le campane di Santo Spirito si mettono a suonare.
Un'ora e mezza dopo siamo già sull'A1 in direzione Bologna, e la Michelina sembra piuttosto soddisfatta di essere toccata dalle mani del commissaire, e come darle torto?
Gli schiocco un bacio sonoro sul collo e lui mi accarezza dolcemente una coscia senza distogliere lo sguardo dalla strada, poi con un gesto rapido mi passa le sigarette e l'accendino. Faccio per accendergliene una, ma lui mi strizza l'occhio e mi fa cenno di gettarle dal finestrino.
- Stai scherzando! - esclamo.
- No -, mi fa lui serio.
Opto per una soluzione decisamente più sicura per gli altri automobilisti e seppellisco tutto sul fondo del mio zaino, ed è in quel momento che la suoneria del mio cellulare si mette a cantare “E tu”: la nonna.
- Guidate piano, bambini....



Forse sei l'amore...(3)


FINE



(1)“Come sei tu”, Claudio Baglioni con Dolcenera
(2) E' un dato di fatto: il treno che arriva la mattina presto a Firenze SMN da Parigi soffre di ritardi mostruosi!!
(3)“E tu”, Claudio Baglioni



GRAZIE A.....
Tetide, per la sua presenza costante con o senza fan fictions, il che poi è la cosa che conta
Loretta, per avermi battuto sul tempo nel ricercarci
Kikkisan, per la sua simpatia e il suo entusiasmo frizzante
Patrizia, per aver recensito anche fuori da questo sito e per la corrispondenza serrata che alleggerisce molto le mie giornate...a lei in particolare sono dedicati tutti i riferimenti musicali di questa storia, chissà perchè...!!!


Livia
  
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