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Autore: VidelB    24/09/2010    5 recensioni
Le emozioni di Nami quando scopre le intenzioni del suo capitano... Riferimenti agli ultimi capitoli del manga!
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Nami
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Appena sento dei passi lenti avvicinarsi dietro di me, scatto in piedi e mi volto nervosa. Che sia “lui”? … Ma tutto ciò che incontra il mio sguardo è il viso preoccupato del vecchietto:
- Signorina Nami, stai bene?
Annuisco distratta mentre mi fissa le ginocchia graffiate.
- Ho sentito un rumore, spero non ti sia fatta troppo male.
- No no grazie, credo di poter camminare.- rispondo sforzandomi di apparire serena, mentre stringo la presa sul cappello di Rufy. Heracles si avvicina di qualche passo, apparendo più perplesso di prima:
- Hai trovato qui quel cappello? Posso vederlo?- domanda tendendo una mano verso di me.
- No!!- urlo facendo un passo indietro e quasi inciampando di nuovo. Il vecchietto mi tira per un polso per evitare che cada, ma rapidamente lascia la presa. Dopo qualche attimo di pesante silenzio, riesco a superare l’imbarazzo per la mia reazione e a parlare.
- Scusami, non so cosa mi è preso. Ma vedi…- faccio una pausa, mentre decido di raccontargli la verità-… questo cappello appartiene al ragazzo che hai visto anche tu sul giornale un anno fa. E’ del mio capitano.
Il metereologo solleva le sopracciglia sorpreso e incrocia le braccia.
- Capisco. Beh, è una coincidenza meravigliosa, non trovi? Vorresti cercarlo, non è vero?
Lo osservo con circospezione, chiedendomi se si tratti di un invito o di una sfida. Poi decido che non me ne può importare di meno e rispondo convinta:
- So che è vivo qui da qualche parte e lo voglio salutare. Però studierò lo stesso con te il clima di quest’isola e ritornerò su Weatheria fra una settimana come avevamo stabilito. Visto che è pomeriggio e abbiamo già trovato l’albero, cosa ne dici se ci vediamo direttamente al campo domani sera? Se non troverò il mio capitano, non ci penserò più, d’accordo?
- Signorina Nami, perché non dovresti pensarci più? Sei libera di fare quello che preferisci, non ho nulla in contrario. Ricordati però di non addentrarti troppo nella foresta, perché in quella direzione non è sicuro come qui, dicono sia pieno di mostri giganteschi.- fa una pausa significativa, squadrando la mia espressione, ma io mi mantengo impassibile- Allora, a domani?
- A domani!- sorrido soddisfatta facendogli l’occhiolino. Il vecchietto mi saluta con la mano e si incammina con i suoi strumenti verso la parte opposta della radura. Lo guardo tranquillamente mentre si allontana, dopotutto è simpatico! Appena rimango completamente sola, stranamente, non riesco più a mantenere la calma: sono ansiosa di trovare Rufy e quest'idea scaccia qualunque altro pensiero. “Dove sarai stupido di un capitano? Stai bene?“ gli chiedo mentalmente, come se potesse leggere i miei pensieri.
Devo iniziare subito le ricerche; assolutamente. Purtroppo appena mi incammino capisco che la caviglia si è storta davvero... dopo un attimo di esitazione continuo ad andare avanti, solo con più attenzione: non voglio fermarmi ora. Quando incrocio il primo albero al limite della radura vi poggio una mano, mentre con l’altra stringo la tesa del cappello... e osservo: la foresta fitta e apparentemente infinita si estende davanti a me. Chissà quali animali riescono a sopravvivere tutto l’anno in un posto del genere… di certo non sono pochi, perché il rumore di sottofondo è tutt’altro che rassicurante: ronzii di insetti giganti, fruscii e scricchiolii sospetti, versi inquietanti in lontananza, urla umane… cosa?! E si stanno anche avvicinando velocemente! Mi nascondo con la rapidità di una ladra dietro il tronco della pianta e sbircio appena.
“Chi diavolo potrebbe essere? Heracles è da escludere, lui è andato nella direzione opposta a questa. Indigeni…?”
Quando ormai le grida e i versi di animale sono abbastanza vicini da farmi venire la pelle d’oca, si odono in successione un ululato raccapricciante, un forte boato e… una risata. Drizzo le orecchie; chi può ridere in maniera tanto idiota? Una forza che non so descrivere, forse sovrannaturale, mi fa uscire allo scoperto e mi spinge ad affacciarmi oltre; l’istinto mi dice di fidarmi, qualcuno che ride così non può essere pericoloso. E poi, soprattutto, quella sembra la “sua” risata. Superando il terrore faccio un passo, poi un altro e un altro ancora, finché non mi trovo a correre nella direzione da cui proviene la voce. Dritta, sempre dritta. Non importa se la caviglia fa male, non sento nulla più che quel suono. Mi attrae irresistibile, fin quando non vedo il proprietario della voce: è una figura lontana da me qualche centinaio di metri, voltata di spalle, ma la riconoscerei anche a testa in giù o gonfiata come un palloncino. Dev’essere Rufy, deve. La figura si volta velocemente, i suoi occhi neri si concentrano implacabili sui miei e io… cado a terra esausta chiudendo gli occhi. Non cosa mi succede, ma non ho più forze e non posso a parlare; riesco solo ad avvicinare il cappello di paglia al cuore prima che il buio totale mi avvolga.

*

x Kiushy: Grazie! Lo oscoprirai  presto ;)
  
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