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Autore: BluCobalto    27/09/2010    1 recensioni
Immaginate un ragazzo che aspira ad una vita perfetta cadere vittima degli scherzi del destino e veder sfumare poco a poco ogni sua certezza. Questa è una storia divertente ma triste, un racconto di sincerità ed amicizia, un racconto di disperazione e amore...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gli occhi fissi sul ragazzo al centro del palcoscenico riflettevano l’unica luce ancora accesa dietro Nico che serviva ad illuminare il cantante ed il pianoforte. E le miriadi di occhiate alimentavano la prontezza del solista che si sentì ancor più autorizzato a dare del suo meglio. La sua voce che varava tra potenza e precisione lasciava spazio anche ad accenni di allegria prontamente previsti da una scala musicale repentina oppure giocavano con i grevi mantenendo costante l’attenzione del pubblico. Le cover procedettero splendidamente una dopo l’altra e Nico ben presto ci prese gusto a tutte quelle espressioni di stupore e invidia che gli rivolgevano. Nico si sentì il mondo nel palmo delle proprie mani, adesso poteva farne di loro quel che voleva, avrebbe potuto interrompere l’incanto e lasciare tutti a bocca aperta ma si convinse che poteva fare ben di più, anzi che lo doveva fare, per evitare rimpianti. L’attenzione era rivolta solo per Nico, la fonte della voce accompagnata da violini e sinfonie al pianoforte ed anche lo stesso Nico si concentrò solamente su se stesso, tantoché chiuse gli occhi per ascoltare la sua stessa voce.

Alla prima crepa nessuno fece caso, il gesso del soffitto cadde quasi invisibile sul pubblico rapito dalla voce di Nico. La seconda crepa si fece sentire, assieme al rumore di frammenti di gesso e calcestruzzo che si schiantavano per terra e sembrò che solamente qualche ragazzino cui erano finiti sulla fronte se ne fosse accorto. La terza crepa fu fatale, e si fece sentire di sicuro: l’intera scenografia crollò sul pianista e colpì uno dei violinisti che cadde violentemente giù dal palco e tra la gente in preda al panico che correva verso l’uscita. L’altro pianista urlò a Nico di spostarsi prima di essere costretto ad indietreggiare a causa di grossi blocchi di cemento che per poco non lo schiacciarono.

Nico non fu ugualmente fortunato.

L’intero dapprima odiato, ora temuto sipario cadde addosso al ragazzo, a cui seguirono numerosi blocchi di cemento e montature ferree del telone. Nico si sentì addosso tutto il peso insormontabile del soffitto crollando per terra assieme ad esso. Chissà in che modo, Nico si rialzò e rotolò fuori dai blocchi di cemento e dai pali del sipario trascinandosi via dal fracasso verso il pianista che osservava impotente la scena.

Il cantante chiese aiuto al pianista per rialzarsi, ma egli sembrava non sentirlo. Doveva essere sotto shock per lo spavento; Nico allora si rialzò da solo per avvicinarsi dicendogli che era meglio scendere dal palco nel caso altro fosse caduto giù sulle loro teste. Ma il pianista ancora una volta non lo sentì o tantomeno lo guardò negli occhi. Si avvicinò cauto sul luogo del disastro oltrepassando Nico e i suoi richiami.

Oltrepassando, Nico si era bloccato all’improvviso. Il pianista lo aveva appena attraversato, era letteralmente passato attraverso il suo corpo e si era inginocchiato per raccogliere le pietre cadute sul disastro di poco fa. Nico si voltò sbalordito per assumere l’attimo dopo un’espressione magistrale.

Lui stesso giaceva sepolto sotto i blocchi di gesso e cemento nonostante si trovasse lì, in piedi davanti a tutti quelli rimasti che non lo degnavano neppure di uno sguardo.

Erano troppo impegnati a salvare quel Nico rimasto sotto le macerie.

  
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