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Autore: ClaryMorgenstern    30/09/2010    8 recensioni
«Senti, Jace. » lo rimproverò con dolcezza. «Non lo sai che non bisogna giocare con i vetri rotti?»
Soffocò la risata che sentiva salire. Lei lo aveva salvato. In ogni modo in cui una persona può essere salvata. Lo aveva reso ciò che era adesso, lo aveva reso felice, per qualche strano motivo. Le gettò le braccia al collo, la strinse forte a sé e ripeté ancora il suo nome. Una, dieci, cento volte. All'infinito se possibile, come se quella lenta e dolce litania potesse salvarlo dal dolore per la perdita del primo vero amore della sua vita.
 
La città di Ossa, Vista dagli occhi di Jace. Hope you like it!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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The Mortal instruments; La città di ossa - Jace Wayland.

Is this the real life ?
Is this just fantasy ?
Caught in a landslide
No escape from reality
Open your eyes, look up to the skies and see

Queen; Bohemian Rhapsody

Capitolo I; Al Pandemonium

'Braccare i demoni è uno spasso!' Jace Wayland sorrise al pensiero, lui, Isabelle e Alec - i suoi fratelli adottivi - avevano inseguito quel demone orribile tutta la serata, ed adesso si stava guadagnando l'entrata al Pandemonium Club di New York a suon di chiacchiere, convincendo il buttafuori che la sua fosse un arma di gomma. Che stupidi i Mondani.
I cacciatori entrarono subito dopo di lui e Isabelle urlò per la gioia «Questo posto è una favola!» Isabelle si gettò in pista girandosi un ultima volta verso di loro. «A dopo ragazzi miei!»
Jace e Alec alzarono i loro cappucci e si appoggiarono al muro in attesa, il Demone dai capelli blu si stava guardando in giro in cerca della sua preda e Izzy iniziò la sua caccia ai Demoni personale. Si fece inseguire un po' dal demone ed entrò in una stanza con su scritto INGRESSO VIETATO. Jace e Alec si scollarono dal muro, con un sorriso a 32 denti.
«Allora, Sanvi o Sansavi?» Chiese Jace e il loro sorriso si accentuò prendendo la spada dal fodero della giacca.
 
Isabelle era un maestro nell'attrarre i demoni idioti. Idioti perché solo loro potevano scambiare Isabelle per una mondana, certo, i Marchi dell'angelo erano coperti dal vestito, ma nessuno con un po' di buonsenso avrebbe scambiato Izzy per una mondana, che nel frattempo si era appoggiata al muro con un sorriso ammiccante sul volto.
«Come ti chiami?» fece il demone mentre si avvicinava. Lei si voltò e sorrise. La poca luce che c'era nel magazzino entrava dalle alte finestre sbarrate e impolverate. Il pavimento era pieno di pile di cavi elettrici, rottami di palle stroboscopiche, latte di vernice avanzata.
«Isabelle» disse lei.
«Bel nome.» Quel coso avanzò, guardando dove metteva i piedi nel caso qualche cavo elettrico fosse ancora collegato. Tipico.«Non ti ho mai visto qui.»
«Vuoi sapere se vengo qui spesso?» gli rispose Izzy alzando una mano per coprire il sorriso, le scivolo un po' giù la manica, lasciando intravedere la runa che aveva sul polso. Lui si bloccò.
'Uhuh' pensò Jace sorridendo 'Se n'è accorto'
«Tu sei..» Cominciò, ma non riuscì a finire la frase perché Izzy gli aveva dato una manata in pieno petto facendolo finire per terra, prese la sua amata frusta e prese il demone che urlò per il dolore. Jace e Alec si misero a ridere. Izzy gli lanciò un sorriso velenoso «E' tutto vostro ragazzi.»
Ancora ridendo Jace e Alec lo presero da terra e lo buttarono sul una delle colonne di cemento, Come se non bastasse gli torsero le braccia e le legarono con un filo d'oro, mentre si dibatteva ancora, Jace Uscì da dietro la colonna e si abbassò  per guardarlo. «Allora» disse. «Ce ne sono altri con te?»
Il demone sentiva che la circolazione interrotta dal filo metallico troppo stretto gli stava rendendo insensibili i polsi. «Altri cosa?» aveva trovato la persona sbagliata con cui fare lo strafottente.
«Finiscila.» Il giovane cacciatore sollevò le braccia e le sue maniche scure scivolarono giù, mostrando le rune tracciate sui polsi, sul dorso delle mani, sui palmi. «Sai cosa sono.»
Il demone sibilò le parole come se lo strozzassero. «Uno Shadowhunter, un Cacciatore»
 «Beccato»disse  sorridendo ancora di più
 
Jace si rialzò e cominciò a camminare avanti e indietro in eccitazione per la - a breve - distruzione della creatura. «Allora?» disse. «Non mi hai ancora detto se qui ci sono altri come te.»
Quello schifo aveva ricominciato a essere strafottente. «Non so di cosa parli»
Jace fece appello alle poche volte che era stato attento alle lezioni di demonologia.
 «Di altri demoni» disegnò la parola nell'aria con le dita. «Cittadini dell'Inferno e servi di Satana, secondo la religione. Ma, secondo il Conclave, tutti i tipi di spirito, potere o principio malevolo e maligno che si trovi fuori dalla nostra dimensione originaria...»
«Basta così, Jace» lo interruppe Isabelle.
«Isabelle ha ragione» continuò Alec  «Qui a nessuno serve una lezione di semantica... e neppure di demonologia.» Uffa, per una volta che poteva fare il sapientone!
Jace sollevò la testa e sorrise. «Isabelle e Alec pensano che io parli troppo» parlò con un tono di chi parla ad un amico.«Anche tu pensi che io parli troppo?»
All'inizio non rispose, ma si arrese.«Potrei darvi delle informazioni» disse in tono implorante. «So dove si trova Valentine.»
Jace lanciò un occhiata annoiata ad Alec, che si limitò a scrollare le spalle. «Valentine è sotto terra. Questo coso ci sta prendendo in giro.»
Isabelle scrollò la sua chioma nera. «Uccidilo Jace, non ci dirà niente.»
Aveva sentito abbastanza, il sorriso sulle labbra di Jace si allargò ancora, estrasse nuovamente dalla giacca la spada angelica e il demone sussultò dalla paura. «Valentine è tornato!» protestò strattonando i cavi che gli stringevano le mani dietro la schiena. «Lo sanno tutti i Mondi Infernali... Io, lo so... e posso dirvi dove...»
Per l'angelo, stavolta Jace si era arrabbiato sul serio, gli lanciò uno sguardo al limite del velenoso. «Per l'Angelo, ogni volta che catturiamo uno di voi bastardi dite sempre di sapere dove si trova Valentine. Be', lo sappiamo anche noi dove si trova. All'Inferno. E tu...» Sollevò la lama luccicante, pronta a scagliarla giù.  «puoi raggiungerlo.»
Jace avrebbe ricordato questo momento per tutta la vita, Quando la ragazza che li stava osservando da un po' uscì da dietro una colonna di cemento e urlò «Fermi! Non potete farlo!»
 
Jace era convinto che non gli fosse mai successo, in tutta la sua carriera di cacciatore, di fare cadere accidentalmente un arma, ma quando vide quella ragazza dai capelli rossi uscire dal suo nascondiglio, la spada gli scivolò di mano cadendo a terra.
Anche Isabelle e Alec, persino il demone, guardavano tutti la nuova arrivata con stupore.
Il primo che riuscì a parlare fu Alec. «Cos'è?» chiese con gli occhi fissi su di lei.
«È una ragazza» Gli rispose mentre tentava di recuperare il suo autocontrollo. «Sicuramente ti sarà già capitato di vederne qualcuna, Alec. Tua sorella Isabelle, ad esempio.» le si avvicinò, socchiudendo gli occhi come se non riuscisse a credere fino in fondo a ciò che aveva davanti. «Una mondana» disse a nessuno in particolare. «E ci può vedere.»
«Certo che vi posso vedere» disse lei. «Non sono mica cieca.»
Jace si chinò a riprendere il coltello «Oh, sì che lo sei, solo che non lo sai.» Si raddrizzò. «È meglio che tu esca di qui, te lo dico per il tuo bene.»
«Non vado da nessuna parte» Era testarda. «Se me ne vado, voi lo ucciderete.» indicò il demone, Oh per l'angelo! Una mondana che difende un demone! Questa era davvero nuova.
«È vero» ammise, si stava rigirando il coltello tra le dita, pigramente. «E a te perché dovrebbe importare se lo uccidiamo o no?»
«Perché...» sembrava a corto di parole. «Perché non si può andare in giro a uccidere le persone.» alla fine riuscì a dire.
«Hai ragione» disse con noncuranza. «Non si può andare in giro a uccidere le persone.» Poi indicò il mostro che sembrava essere svenuto. «Ma quello che vedi non è una persona, ragazzina. Può anche avere l'aspetto di una persona, e parlare come una persona, e magari anche sanguinare come una persona. Ma è un mostro.»
«Jace» lo richiamò Isabelle  con voce secca. «Basta così.»
«Tu sei pazzo» disse la mondana mentre arretrava. «Ho chiamato la polizia. Saranno qui da un momento all'altro.»
«Sta mentendo» disse Alec, ma non ci credeva nemmeno lui. «Jace, tu...» ma non riuscì a finire la frase, Il demone che si era liberato dalle corde aveva fatto un balzo ed era atterrato su Jace,Caddero a terra e rotolarono avvinghiati. Il demone lacerò la pelle di Jace con le mani e lui urlò dal dolore. Isabelle strillò. Rotolò su un fianco e vide il ragazzo coi capelli blu seduto sul petto di Jace. Le punte dei suoi artigli affilati come rasoi luccicavano di sangue, e ne volevano ancora.
I suoi compagni  corsero da lui. Isabelle brandiva la sua frusta. Il demone cercò di colpire il volto di Jace coi suoi artigli, ma Jace fu più veloce sollevò un braccio per proteggersi, e gli artigli lo dilaniarono, facendo schizzare sangue dappertutto. Il demone tentò un nuovo attacco ma la frusta di Isabelle lo colpì alla schiena lui emise una specie di ululato e cadde su un fianco
Velocissimo Jace rotolò di lato e riprese il coltello, che conficcò dritto nel petto del demone.
Il sangue nero esplose intorno all'elsa. Jace si rialzò in piedi con una smorfia di dolore, abbassò lo sguardo sul demone che si contorceva ai suoi piedi ed estrasse la spada. Gli occhi del demone si aprirono di scattò e guardarono dritto Jace. «Così sia. Il Rinnegato vi prenderà tutti.» sibilò.
Jace fece una specie di ringhio sommesso, mentre osservava il demone morire e sparire.
Alec si precipitò da lui e gli disegnò un Iratze sul braccio con il suo stilo, sentì un sussulto di dolore, quando si voltò vide Isabelle che teneva il polso della ragazza con la frusta. «Stupida piccola mondana» disse Isabelle tra i denti. «Avresti potuto far uccidere Jace.»
«È pazzo» disse lei cercando di liberarsi il polso.  «Siete tutti pazzi. Cosa credete di essere, dei giustizieri della notte? La polizia...»
«La polizia non interviene se non c'è nessun cadavere» la interruppe Jace che stava attraversando la stanza ingombra di cavi stringendosi il braccio al petto e si avvicinò alla ragazza. Alec lo seguì con un'espressione arcigna in volto
Lei si voltò dove prima c'era il demone e sembrò aver perso le parole, setacciava la stanza in cerca di una qualunque prova che il demone fosse stato lì.
«Quando muoiono tornano alla loro dimensione originaria» le spiegò lui leggendo il suo sguardo.. «Nel caso te lo stessi chiedendo.»
«Jace» sibilò Alec al suo fianco. «Attento a quello che dici.»
«Jace» sibilò Alec. «Attento a quello che dici.»
Jace ritrasse il braccio. «Ci può vedere, Alec» disse. «Sa già fin troppo.»
«E allora, cosa vuoi che faccia di lei?» Isabelle sembrava volesse scuoiarla viva.
«Lasciala andare» disse Jace con noncuranza ignorando la dose di veleno che Izzy aveva nello sguardo.
Izzy lasciò il polso della ragazza che emise un sospiro e si massaggiò il polso.
«Forse dovremmo portarla via con noi» confessò Alec. «Scommetto che a Hodge piacerebbe farci due chiacchiere.» Ah Hodge, il buon vecchio, molto vecchio, Hodge. A lui piaceva chiacchierare con chiunque.
«Non esiste che la portiamo all'Istituto» ringhiò Isabelle. «È una mondana.»
«Ne sei sicura?» disse Jace in un sussurro, poi si rivolse alla mondana «Tu hai mai avuto a che fare con i demoni, ragazzina? Te ne sei andata in giro con gli stregoni? Hai parlato con i Figli della Notte? Hai...»
«Non chiamarmi ragazzina» lo interruppe lei, cosa che meravigliò Jace. «E non ho idea di cosa stia parlando.»
«Clary?» Un gruppo di mondani si era materializzato sulla porta senza che loro se ne accorgessero. Uno era un buttafuori che gli Shadowhunters avevano visto all'ingresso, mentre l'altro, quello che aveva parlato, sembrava un topo appena uscito da una biblioteca, con un orribile taglio di capelli castani, gli occhiali e con tanto di lentiggini. «Tutto bene?»
Il ragazzo si guardò intorno, così Jace ebbe la certezza che non erano loro ad aver sbagliato a tracciare la runa per nascondersi, no, era lei a poterli vedere. «Cosa ci fai qui da sola?» le chiese. «E cosa è successo ai tizi... i tizi con i coltelli?»
La ragazza, Clary guardò prima i mondani e poi i cacciatori, con uno sguardo perplesso. Alec le sorrise e scrollò le spalle, come a prenderla in giro.
Clary si voltò verso il suo amico «Credevo fossero entrati qui» tentò di giustificarsi. «Ma mi sa che mi sono sbagliata. Mi spiace.»
Il mondano sembrava imbarazzato e il buttafuori incazzato, Jace sorrise. «Mi spiace davvero, sì.»
Accanto a lui, Jace sentì Isabelle scoppiare a ridere.
 
 
Jace osservò quella ragazza fino a che non salì sul taxi, 'Clary, cosa sei?' Jace non riuscì a pensare ad altro, per il resto della serata, quando insieme ad Alec ed Izzy si avviò verso l'istituto, iniziò a chiedersi se quella ragazza mondana potesse essere qualcosa di più.
«Secondo voi cos'è?» chiese Isabelle con uno sguardo imbronciato.
«Non può essere una fata» disse Alec «Non è abbastanza Bella. E poi le fate non mentono, quindi se è una fata avrebbe dovuto sapere che quello era un demone.»
«Secondo me lo è» disse Jace a sorpresa.
«Cosa?» Chiese Alec di rimando.
«Abbastanza carina.» rispose Jace con noncuranza, come se fosse un dato di fatto
Alec lo guardò pieno di immensa tristezza. E con rabbia verso quella stupida mondana. «Potrebbe essere una strega.» 'azzeccata' pensò Alec.
«Non credo» concluse Isabelle. «non sembra una figlia di Lilith »
«Potrebbe essere una Nephilim» disse Jace senza voltarsi.
La voce di Alec era intrisa di Veleno «Non essere stupido, lei non può essere una Nephilim.»
Jace parlò in tono annoiato. «E sentiamo, allora che teorie hai? » sorrise a mo' di sfida. «Non è una figlia della notte, è arrossita, quindi ha battito cardiaco, non è una figlia del popolo fatato perché le fate non mentono, non è una figlia della luna perché se no la polvere d'argento sulla frusta di Isabelle le avrebbe ustionato il polso, non è un demone, perché se no il sensore l'avrebbe rilevato, e Non è una mondana, Perché può vederci. Allora signor 'So tutto io' Cos'è Clary?»
Alec non sapeva come rispondere, era sbalordito,Jace aveva ragione, ma non poteva essere una Nephilim. «Se fosse una di noi avrebbe saputo cosa siamo. Non siamo più così tanti Jace, tutti i Nephilim sono alleati del Conclave, o almeno quelli vivi.»
Jace si voltò verso Alec e sorrise «Ho l'impressione che lo scopriremo presto.»

  
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