Chiedo perdono per il ritardo. Volevo andare a Pepperland, ma il mio sommergibile giallo si è rotto, e mi sono dovuta fermare a ripararlo (dieci punti a chi capisce la citaziona)
La Diamonds era un edificio di mattoni rossi.
La grande insegna faceva bella mostra di se da sopra l’entrata, una doppia porta a vetri.
-Niente male- esclamò allegro Jane.
Nell’atrio, alcune basse poltroncine di pelle nera e un tavolino di vetro con riviste di moda funzionavano da sala d’aspetto.
I lievi colori pastello dei muri erano ulteriormente ammorbiditi da calde luci soffuse.
A Teresa sembrò di entrare nel mondo dello zucchero filato.
La receptionist alzò gli occhi azzurrissimi, si riavviò i capelli biondissimi, sorridendo con denti bianchissimi.
C’erano troppi -issimi per i gusti di Teresa.
-Buongiorno. Vorremmo…-
-Oh, cara, ormai è un po’ tardi per cominciare- cinguettò contrita la ragazza -Forse con un paio di ritocchini-
“Ma che diavolo?”
-No, guardi, io non…-
-Oh, allora è per lui?- sfarfallò le ciglia (lunghissime) in direzione di Jane -Si, molto meglio. Non se la prenda, cara, ma è assodato che gli uomini invecchiano meglio di noi donne-
Patrick cominciò a gongolare soddisfatto, finché non ricevette uno sguardo fulminante da parte della mora.
-CBI- fece dura Lisbon, sbattendo il distintivo sul banco.
-…oh- esalò la ragazza.
-Già, “oh”. Vorremmo parlare con Maicol Martinez-
La bionda si rimpossessò del suo sorriso di cortesia.
-Ma certo- cinguettò -Lasciatemi controllare che sia in sede-
-Ma certo!- esclamò gioviale Jane, mentre la ragazza componeva un numero interno su un telefono rosa confetto.
-Il signor Martinez vi riceverà subito- sorrise poco dopo, la ragazza -Prego, la porta in fondo al corridoio-
-Grazie-
L’ufficio era spazioso e ben illuminato da una gigantesca finestra alle spalle della scrivania.
Diversamente dal resto dell’edificio, i colori dominanti erano il grigio chiaro e il rosso.
Martinez li accolse con un sorriso affabile, alzandosi dalla poltrona.
-Buongiorno-
-Salve. Teresa Lisbon, agente Kimball Cho e lui è Patrick Jane-
-Come posso aiutarvi?-
-Vorremmo farle alcune domande a proposito della sua agenzia. Come lavora? Come “reclutate” le ragazze?-
Martinez sorrise carismatico.
-Che brutta parola “reclutare”… preferisco ingaggiare. Ecco, si, ingaggiare. Beh, abbiamo molti modi per farci conoscere: spot televisivi, annunci pubblicitari, volantinaggio, siti web, il passaparola. Più mezzi di comunicazione riusciamo a sfruttare, meglio è per noi-
-E le ragazze che si presentano sono tutte ricche figlie di papà?-
-No, non tutte. Qui accettiamo tutte le classi sociali, dalle più povere alle più abbienti.
Vengono in agenzia, i miei collaboratori fanno loro delle foto di prova che poi io visiono, e insieme scegliamo o scartiamo le ragazze.
Ovviamente, una volta prese, devono versare una quota all’agenzia come rimborso spese per il primo servizio fotografico-
-Ovviamente- fece Jane, sarcastico -E chi non può versare questa quota?-
Martinez voltò la testa, sempre sorridente.
-In quel caso è l’agenzia stessa a pagare. Poi le ragazze, con i primi guadagni, rimborseranno la quota all’agenzia; tratteniamo il 20% da ogni guadagno. In pratica pagano a rate-
-Oh, capisco- il sorriso di Jane diceva “mi fai schifo”
Lisbon roteò gli occhi. La tensione tra quei due era palpabile.
-Signor Martinez, siamo qui perché ci è giunta voce che la sua agenzia sia una facciata per affari illeciti-
L’uomo unì le dita sotto il mento.
-Che tipo di affari?-
-Prostituzione-
Martinez rimase in silenzio per un attimo, poi alzò la cornetta del telefono.
-Gloria? Fammi il favore di chiamarmi Rachel e Kally, mandale nel mio ufficio. Grazie-
Posò il ricevitore e fronteggiò il sopracciglio alzato di Lisbon.
-Sono due delle mie migliori ragazze-
Bussarono alla porta.
Rachel era rossa di capelli, alta, aggraziata, mentre Kally, era una mulatta mora e perfettamente proporzionata.
-Volevi vederci, Maicol?-
-Si, mie care. I signori qui sono agenti. Sospettano che l’agenzia sia coinvolta in giri di prostituzione-
-State scherzando, vero?- si stupirono le ragazze
-Lavoro qui da molti anni, ormai, e non ho mai conosciuto persona migliore di Maicol- sentenziò Kally.
-Già- annuì Rachel convinta -Non so chi via abbia detto una cosa del genere, ma ha completamente torto! Qui non si fanno certe cose.-
-Sareste disposte a testimoniarlo in un’aula di tribunale?- chiese Teresa.
-Assolutamente si-
Cho fece un passo avanti.
-Conoscete Hime Sagara?- chiese, mentre Jane scrutava Martinez.
Le ragazze si guardarono un attimo.
-Hime…non era la cinese col caschetto?-
-Uhm…no, era quella tinta! Un biondo terribilmente ossigenato-
-Hai ragione! Non le stava affatto bene-
-Signore…-richiamò la loro attenzione Cho.
-Scusi, agente. Si, ce la ricordiamo, ma è da un po’ di tempo che non lavora più per l’agenzia-
-Sapete dove sia andata?-
-No, ci spiace. Era un periodo in cui lavoravamo molto, non avevamo molto tempo libero-
-Se ha finito con le domande, le ragazze dovrebbero tornare ai servizi fotografici- sorrise Martinez.
Lisbon annuì, mentre le due modelle adocchiavano Jane.
-Hai impegni per questa sera, bellezza?-
Teresa ridacchiò alla vista di un Patrick alquanto imbarazzato.
-Mi-mi spiace, ma…sono sposato- balbettò, mostrando la fede al dito.
“Oh. Era da un po’ che non lo diceva” pensò la donna.
Le due spostarono subito l’attenzione su Kim.
“Ehy!”
-E invece…-
-Si, ha impegni. È decisamente impegnato- ringhiò Teresa fermando la domanda sul nascere.
-Grazie, ragazze, andate- sorrise Martinez.
Le due sparirono oltre la porta.
L’uomo dietro la scrivania sventolò una mano con una risatina.
-Le mie scuse, Miss. Certe volte sono un po’ esuberanti-
-Aha. Beh, grazie per la disponibilità. Per ora abbiamo finito-
Fecero per uscire quando furono richiamati.
-Miss Lisbon!-
Cho alzò un sopracciglio. Quel tono non gli piaceva.
-Miss Lisbon, lei non sarebbe interessata a posare per un paio di scatti?-
Ecco. Non gli piaceva proprio.
-N-no, grazie- farfugliò sorpresa Lisbon.
-Ne è sicura? Perché sono convinto che con un bel vestito e il trucco giusto, sarebbe davvero splendida-
“È sempre splendida” pensò velocemente Cho, prima di fare un passo avanti, glaciale.
-Ha detto di no. Grazie-
Uscirono dall’edificio, sorpassando una Gloria tutta intenta a rispondere al famigerato telefono rosa.
-Tu si che sai farti sentire, amico mio. Ho ancora i brividi- sorrise Patrick, una volta in macchina.
-Jane- lo ammonì Teresa -Non tirare la corda-
-Andiamo Lisbon! C’eri anche tu, hai visto come l’ha fulminato- continuò il biondo, ignorando pericolosamene la donna e la vena che pulsava sul collo di Cho.
-Oh, si, è stato meraviglioso. Deciso, e risoluto. Urlava, sai? Il suo corpo ruggiva l’intenzione di prendere a pugni quel cialtrone. Era quasi assordan…-
Venne interrotto dalla canna della pistola che gli toccava la fronte.
Kim si voltò verso la donna, con fare interrogativo.
-Ricordami; perché non gli ho ancora sparato?-
-Risolve i casi- sospirò Teresa -Ed è tuo amico. Se lo ammazzi te ne pentiresti-
L’uomo rinfoderò la pistola con un verso di disapprovazione, mentre Jane si rattrappiva sul sedile posteriore, sghignazzando come un idiota.
-Oh, cara, ormai è un po’ tardi per cominciare…forse con un paio di ritocchini…-
Kim sospirò internamente, mentre posava le chiavi sul comodino d’ingresso.
Teresa era di pessimo umore da quando erano tornati al CBI; non aveva digerito le parole della receptionist.
Solo quando Lin le aveva portato una tazza di caffé le era tornato il sorriso.
E a proposito di Lin. Quella bambina aveva fatto strage, in ufficio: quando fu l’ora di riaccompagnarla dalla madre Kim era sicuro di aver visto la faccia dispiaciuta di Wayne.
E Rigsby era generalmente terrorizzato dai bambini.
-Dico, ma l’hai sentita quella? Mi ha dato della vecchia! Ritocchini a me? Se mi capita sotto mano, le faccio io un paio di ritocchini che le bastano per tutta la vita!- continuò a ringhiare la donna, dirigendosi verso la cucina e prendendo possesso di una sedia, le braccia incrociate al petto.
-Ma come si permette, quella sottospecie di bambola gonfiabile?!-
Cho la seguì, aprendo il frigorifero.
-Tess, per favore,calmati-
-Ma, Kim! Quella barbie troppo cresciuta ha detto che sono vecchia!-
-Tu non sei vecchia- puntualizzò l’uomo.
Parole al vento.
-Forse avrei bisogno davvero di un ritocco…oddio, le rughe….mi verranno le rughe!-
Okay, ora basta.
Kim attirò la donna a se, cingendole la vita con un braccio, mentre l’altra mano la teneva ferma per il mento.
Piantò gli occhi nei suoi.
-Teresa, ora ascoltami: tu sei perfetta così. Non hai bisogno di un intervento o un’iniezione di chissà quale schifezza.
Noi invecchieremo, e spunteranno le rughe…è inutile che ti imbronci, è un dato di fatto- disse, puntandole l’indice alla fronte.
-Ma, Tess- continuò con un bacio -Io amerò ogni tua singola ruga e tu rimarrai sempre e comunque la donna più bella che io abbia mai visto-
Inclinò lievemente la testa per osservarla meglio.
-Okay?-
-Okay…- mugugnò Teresa, soffocando la risposta sul suo collo.
-Bene. Ora: che vuoi per cena?-
Sono tornaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaata!!!
*riceve una mattonata in testa*
Scusaaaaate ç_ç chiedo perdono.
Kim: lascia perdere, non ti perdoneranno mai.
Tu si che sai come risollevarmi il morale -.-
K: posso prepararti il pranzo, se vuoi.
Siiiii!!! Saresti d sposare, amore mio! *si fionda al collo di Kim*
Teresa: ehy tu!
Su, Tess, sta buona; per oggi vatti a divertire con Patrick, hai la mia benedizione.
*arriva Jane di corsa che si porta via Lisbon. Kim guarda male l’autrice*
Daaai! Per oggi stai un po’ con me. Dai, dai dai!
K: …okay.
Si! Sapevo che non puoi resistere quando ti faccio gli occhini da gattino sperduto!
Okay, ora recensioni:
Evelyn_cla: sorellina, lieta di averti fatto ridere! Si, Jane con i codini è qualcosa che va al di la dela sua solita idiozia XD solo Lin poteva ridurlo così.
Ahh..si, il pezzo della coppia di gay mi frullava in testa da un po’. È uno dei miei colpi migliori.
Belline Tess e Lin, eh?
Jane_lisbon93: non sei la sola che pagherebbe per vedere Jane con i codini XD
Lin innamorata di Tess? >_> beh, non c’è dubbio che prima della fine della storia diventeranno moooolto unite.
Raven_95: grazie, cara! Vuoi anche tu una bimba come Lin?? Sicura? XD
Comunque si, Cho rimarrà sempre un figo u.u
E poi tranquilla, che se riesco a finire di scrivere la scena, lo saprai che combina a quella donna XD
Sasita: proverò a disegnare Jane con i codini. Promesso.
E poi mi spiace, ma più avanti ci sarà anche la gratitudine XD
…mi sa che dovrò alzare il rating >_>…
Ok, donne ( ma spero anche uomini….oh, ma perché mi illudo?)
Io ora vado a fare la brava massaia di casa, e dal momento che Tess è in licenza con Patrick, Grace e Wayne sono spariti di nuovo, Lin è a casa di Evelyn…
Beh, non c’è bisogno che ve lo spieghi, vero?
POLVERE FOR PRESIDENT, LA SENSITIVA RESTI DOV’E’ (spero che John l’abbia cecata) CHOvsJANE FOREVER, W CHISBON, NICK WIN, LIN DOCET, LUNGA VITA ALLA STIRPE MICE!
Soarez