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Autore: soarez    02/10/2010    4 recensioni
Il passato di Cho torna a farsi sentire con una novità. faccio schifo con le introduzioni
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kimball Cho, Nuovo Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'When the day is over'
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Chiedo perdono per il ritardo. Volevo andare a Pepperland, ma il mio sommergibile giallo si è rotto, e mi sono dovuta fermare a ripararlo (dieci punti a chi capisce la citaziona)

 

 

 

 

La Diamonds era un edificio di mattoni rossi.

La grande insegna faceva bella mostra di se da sopra l’entrata, una doppia porta a vetri.

-Niente male- esclamò allegro Jane.

Nell’atrio, alcune basse poltroncine di pelle nera e un tavolino di vetro con riviste di moda funzionavano da sala d’aspetto.

I lievi colori pastello dei muri erano ulteriormente ammorbiditi da calde luci soffuse.

A Teresa sembrò di entrare nel mondo dello zucchero filato.

La receptionist  alzò gli occhi azzurrissimi, si riavviò i capelli biondissimi, sorridendo con denti bianchissimi.

C’erano troppi -issimi per i gusti di Teresa.

-Buongiorno. Vorremmo…-

-Oh, cara, ormai è un po’ tardi per cominciare- cinguettò contrita la ragazza -Forse con un paio di ritocchini-

“Ma che diavolo?”

-No, guardi, io non…-

-Oh, allora è per lui?- sfarfallò le ciglia (lunghissime) in direzione di Jane -Si, molto meglio. Non se la prenda, cara, ma è assodato che gli uomini invecchiano meglio di noi donne-

Patrick cominciò a gongolare soddisfatto, finché non ricevette uno sguardo fulminante da parte della mora.

-CBI- fece dura Lisbon, sbattendo il distintivo sul banco.

-…oh- esalò la ragazza.

-Già, “oh”. Vorremmo parlare con Maicol Martinez-

La bionda si rimpossessò del suo sorriso di cortesia.

-Ma certo- cinguettò -Lasciatemi controllare che sia in sede-

-Ma certo!- esclamò gioviale Jane, mentre la ragazza componeva un numero interno su un telefono rosa confetto.

-Il signor Martinez vi riceverà subito- sorrise poco dopo, la ragazza -Prego, la porta in fondo al corridoio-

-Grazie-

L’ufficio era spazioso e ben illuminato da una gigantesca finestra alle spalle della scrivania.

Diversamente dal resto dell’edificio, i colori dominanti erano il grigio chiaro e il rosso.

Martinez li accolse con un sorriso affabile, alzandosi dalla poltrona.

-Buongiorno-

-Salve. Teresa Lisbon, agente Kimball Cho e lui è Patrick Jane-

-Come posso aiutarvi?-

-Vorremmo farle alcune domande a proposito della sua agenzia. Come lavora? Come “reclutate” le ragazze?-

Martinez sorrise carismatico.

-Che brutta parola “reclutare”… preferisco ingaggiare. Ecco, si, ingaggiare. Beh, abbiamo molti modi per farci conoscere: spot televisivi, annunci pubblicitari, volantinaggio, siti web, il passaparola. Più mezzi di comunicazione riusciamo a sfruttare, meglio è per noi-

-E le ragazze che si presentano sono tutte ricche figlie di papà?-

-No, non tutte. Qui accettiamo tutte le classi sociali, dalle più povere alle più abbienti.

Vengono in agenzia, i miei collaboratori fanno loro delle foto di prova che poi io visiono, e insieme scegliamo o scartiamo le ragazze.

Ovviamente, una volta prese, devono versare una quota all’agenzia come rimborso spese per il primo servizio fotografico-

-Ovviamente- fece Jane, sarcastico -E chi non può versare questa quota?-

Martinez voltò la testa, sempre sorridente.

-In quel caso è l’agenzia stessa a pagare. Poi le ragazze, con i primi guadagni, rimborseranno la quota all’agenzia; tratteniamo il 20% da ogni guadagno. In pratica pagano a rate-

-Oh, capisco- il sorriso di Jane diceva “mi fai schifo”

Lisbon roteò gli occhi. La tensione tra quei due era palpabile.

-Signor Martinez, siamo qui perché ci è giunta voce che la sua agenzia sia una facciata per affari illeciti-

L’uomo unì le dita sotto il mento.

-Che tipo di affari?-

-Prostituzione-

Martinez rimase in silenzio per un attimo, poi alzò la cornetta del telefono.

-Gloria? Fammi il favore di chiamarmi Rachel e Kally, mandale nel mio ufficio. Grazie-

Posò il ricevitore e fronteggiò il sopracciglio alzato di Lisbon.

-Sono due delle mie migliori ragazze-

Bussarono alla porta.

Rachel era rossa di capelli, alta, aggraziata, mentre Kally, era una mulatta mora e perfettamente proporzionata.

-Volevi vederci, Maicol?-

-Si, mie care. I signori qui sono agenti. Sospettano che l’agenzia sia coinvolta in giri di prostituzione-

-State scherzando, vero?- si stupirono le ragazze

-Lavoro qui da molti anni, ormai, e non ho mai conosciuto persona migliore di Maicol- sentenziò Kally.

-Già- annuì Rachel convinta -Non so chi via abbia detto una cosa del genere, ma ha completamente torto! Qui non si fanno certe cose.-

-Sareste disposte a testimoniarlo in un’aula di tribunale?- chiese Teresa.

-Assolutamente si-

Cho fece un passo avanti.

-Conoscete Hime Sagara?- chiese, mentre Jane scrutava Martinez.

Le ragazze si guardarono un attimo.

-Hime…non era la cinese col caschetto?-

-Uhm…no, era quella tinta! Un biondo terribilmente ossigenato-

-Hai ragione! Non le stava affatto bene-

-Signore…-richiamò la loro attenzione Cho.

-Scusi, agente. Si, ce la ricordiamo, ma è da un po’ di tempo che non lavora più per l’agenzia-

-Sapete dove sia andata?-

-No, ci spiace. Era un periodo in cui lavoravamo molto, non avevamo molto tempo libero-

-Se ha finito con le domande, le ragazze dovrebbero tornare ai servizi fotografici- sorrise Martinez.

Lisbon annuì, mentre le due modelle adocchiavano Jane.

-Hai impegni per questa sera, bellezza?-

Teresa ridacchiò alla vista di un Patrick alquanto imbarazzato.

-Mi-mi spiace, ma…sono sposato- balbettò, mostrando la fede al dito.

“Oh. Era da un po’ che non lo diceva” pensò la donna.

Le due spostarono subito l’attenzione su Kim.

“Ehy!”

-E invece…-

-Si, ha impegni. È decisamente impegnato- ringhiò Teresa fermando la domanda sul nascere.

-Grazie, ragazze, andate- sorrise Martinez.

Le due sparirono oltre la porta.

L’uomo dietro la scrivania sventolò una mano con una risatina.

-Le mie scuse, Miss. Certe volte sono un po’ esuberanti-

-Aha. Beh, grazie per la disponibilità. Per ora abbiamo finito-

Fecero per uscire quando furono richiamati.

-Miss Lisbon!-

Cho alzò un sopracciglio. Quel tono non gli piaceva.

-Miss Lisbon, lei non sarebbe interessata a posare per un paio di scatti?-

Ecco. Non gli piaceva proprio.

-N-no, grazie- farfugliò sorpresa Lisbon.

-Ne è sicura? Perché sono convinto che con un bel vestito e il trucco giusto, sarebbe davvero splendida-

“È sempre splendida” pensò velocemente Cho, prima di fare un passo avanti, glaciale.

-Ha detto di no. Grazie-

Uscirono dall’edificio, sorpassando una Gloria tutta intenta a rispondere al famigerato telefono rosa.

-Tu si che sai farti sentire, amico mio. Ho ancora i brividi- sorrise Patrick, una volta in macchina.

-Jane- lo ammonì Teresa -Non tirare la corda-

-Andiamo Lisbon! C’eri anche tu, hai visto come l’ha fulminato- continuò il biondo, ignorando pericolosamene la donna e la vena che pulsava sul collo di Cho.

-Oh, si, è stato meraviglioso. Deciso, e risoluto. Urlava, sai? Il suo corpo ruggiva l’intenzione di prendere a pugni quel cialtrone. Era quasi assordan…-

Venne interrotto dalla canna della pistola che gli toccava la fronte.

Kim si voltò verso la donna, con fare interrogativo.

-Ricordami; perché non gli ho ancora sparato?-

-Risolve i casi- sospirò Teresa -Ed è tuo amico. Se lo ammazzi te ne pentiresti-

L’uomo rinfoderò la pistola con un verso di disapprovazione, mentre Jane si rattrappiva  sul sedile posteriore, sghignazzando come un idiota.

 

 

-Oh, cara, ormai è un po’ tardi per cominciare…forse con un paio di ritocchini…-

Kim sospirò internamente, mentre posava le chiavi sul comodino d’ingresso.

Teresa era di pessimo umore da quando erano tornati al CBI; non aveva digerito le parole della receptionist.

Solo quando Lin le aveva portato una tazza di caffé le era tornato il sorriso.

E a proposito di Lin. Quella bambina aveva fatto strage, in ufficio: quando fu l’ora di riaccompagnarla dalla madre Kim era sicuro di aver visto la faccia dispiaciuta di Wayne.

E Rigsby era generalmente terrorizzato dai bambini.

-Dico, ma l’hai sentita quella? Mi ha dato della vecchia! Ritocchini a me? Se mi capita sotto mano, le faccio io un paio di ritocchini che le bastano per tutta la vita!-  continuò a ringhiare la donna, dirigendosi verso la cucina e prendendo possesso di una sedia, le braccia incrociate al petto.

-Ma come si permette, quella sottospecie di bambola gonfiabile?!-

Cho la seguì, aprendo il frigorifero.

-Tess, per favore,calmati-

-Ma, Kim! Quella barbie troppo cresciuta ha detto che sono vecchia!-

-Tu non sei vecchia- puntualizzò l’uomo.

Parole al vento.

-Forse avrei bisogno davvero di un ritocco…oddio, le rughe….mi verranno le rughe!-

Okay, ora basta.

Kim attirò la donna a se, cingendole la vita con un braccio, mentre l’altra mano la teneva ferma per il mento.

Piantò gli occhi nei suoi.

-Teresa, ora ascoltami: tu sei perfetta così. Non hai bisogno di un intervento o un’iniezione di chissà quale schifezza.

Noi invecchieremo, e spunteranno le rughe…è inutile che ti imbronci, è un dato di fatto- disse, puntandole l’indice alla fronte.

-Ma, Tess- continuò con un bacio -Io amerò ogni tua singola ruga e tu rimarrai sempre e comunque la donna più bella che io abbia mai visto-

Inclinò lievemente la testa per osservarla meglio.

-Okay?-

-Okay…- mugugnò Teresa, soffocando la risposta sul suo collo.

-Bene. Ora: che vuoi per cena?-

 

 

 

 

Sono tornaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaata!!!

*riceve una mattonata in testa*

Scusaaaaate ç_ç chiedo perdono.

Kim: lascia perdere, non ti perdoneranno mai.

Tu si che sai come risollevarmi il morale -.-

K: posso prepararti il pranzo, se vuoi.

Siiiii!!! Saresti d sposare, amore mio! *si fionda al collo di Kim*

Teresa: ehy tu!

Su, Tess, sta buona; per oggi vatti a divertire con Patrick, hai la mia benedizione.

*arriva Jane di corsa che si porta via Lisbon. Kim guarda male l’autrice*

Daaai! Per oggi stai un po’ con me. Dai, dai dai!

K: …okay.

Si! Sapevo che non puoi resistere quando ti faccio gli occhini da gattino sperduto!

Okay, ora recensioni:

 

Evelyn_cla: sorellina, lieta di averti fatto ridere! Si, Jane con i codini è qualcosa che va al di la dela sua solita idiozia XD solo Lin poteva ridurlo così.

Ahh..si, il pezzo della coppia di gay mi frullava in testa da un po’. È uno dei miei colpi migliori.

Belline Tess e Lin, eh?

 

Jane_lisbon93: non sei la sola che pagherebbe per vedere Jane con i codini XD

Lin innamorata di Tess? >_> beh, non c’è dubbio che prima della fine della storia diventeranno moooolto unite.

 

Raven_95:  grazie, cara! Vuoi anche tu una bimba come Lin?? Sicura? XD

Comunque si, Cho rimarrà sempre un figo u.u

E poi tranquilla, che se riesco a finire di scrivere la scena, lo saprai che combina a quella donna XD

 

Sasita: proverò a disegnare Jane con i codini. Promesso.

E poi mi spiace, ma più avanti ci sarà anche la gratitudine XD

…mi sa che dovrò alzare il rating >_>…

 

Ok, donne ( ma spero anche uomini….oh, ma perché mi illudo?)

Io ora vado a fare la brava massaia di casa, e dal momento che Tess è in licenza con Patrick, Grace e Wayne sono spariti di nuovo, Lin è a casa di Evelyn…

Beh, non c’è bisogno che ve lo spieghi, vero?

 

POLVERE FOR PRESIDENT, LA SENSITIVA RESTI DOV’E’ (spero che John l’abbia cecata) CHOvsJANE FOREVER, W CHISBON, NICK WIN, LIN DOCET, LUNGA VITA ALLA STIRPE MICE!

Soarez

   
 
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