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Autore: HarryJo    06/10/2010    5 recensioni
Dal secondo capitolo:
Arianna disse: “Lei è Francesca!”
Il ragazzo mi guardò: gli strinsi la mano e non gliel’avrei mai voluta lasciare.
Capelli neri, occhi castani, sorriso stupendo. Ecco com’era, ecco com’è. Alto, snello, perfetto. Mi ero incantata a guardarlo, così. L’avevo incastonato nell’oro più prezioso.
“Chi sei?”. Oddio, la voce mi fece tremare il cuore. Ma davvero esisteva? Il mio cuore nel frattempo aveva iniziato a correre una maratona, e sembrava determinato a vincere a tutti i costi.
“Francesca” risposi incerta, senza togliere né la mano né lo sguardo.
“Chi sei?” ripeté lui, ridendo.
“Così la metti in imbarazzo!” osservò Arianna, che, anche se io non me n’ero accorta, era ancora lì accanto a me.
“Chi sei?” chiesi io, unendomi alle sue risate.
“Zeno!” Oh.
Il primo pensiero fu: ma che nome insolito!, solo che me lo tenni per me. Dopotutto, a una tale rarità di bellezza, corrispondeva una rarità di nome.

Dall'ultimo capitolo:
Oggi mi son detta che questa vita ha sostanzialmente tre tempi verbali: il passato, il presente e il futuro. E a te appartiene solo il primo. Così, ho raccolto tutti i miei pezzi, che sanno ancora di te, e li ho ricomposti.
Storia vera!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Erica & Davide, it's a never ending story.'
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- PROLOGO -

- PROLOGO -

 

 

Incendio.

A mala pena riuscii a reggermi in piedi, quando vidi le fiamme.

Credo che sia stato proprio quello a dare inizio a tutta la storia che ora vi racconterò. Iniziò quel 14 giugno 2010, con le fiamme che avvolgevano il muro della casa. Poi, avide, penetrarono nella stanza più piccola di tutta l’abitazione, quella dove mi rifugiavo quando ero triste, o arrabbiata. Quella che conteneva la mia batteria, i miei libri, i miei progetti, i miei lavori. Non era la mia camera da letto, ma ero io di sua proprietà. Pensate all’uso del passato: ero.

Quella stanza non c’è più. E non mi importa di tutto il resto, ma di quello sgabuzzino, di quei quattro muri che negli anni passati avevano raccolto le mie risate e le mie lacrime.

Il fuoco se l’è mangiata, quel lontano 14 giugno, si è portato via una casa e tutta la mia voglia di sorridere e di vivere con lei.

Quel giorno, il sole splendeva e la temperatura era a 35° C. Il giorno dopo, grandinava. Come dire, oltre al danno, la beffa. Sì, sembrava proprio che ci schernissero, noi cinque poveri relitti, senza tetto, costretti a subire colloqui coi vigili del fuoco, con i carabinieri, con i giornalisti (che puntualmente, com’è consono nel loro mestiere, hanno sfornato articoli per i quali mi son fatta grandi risate: manco l’indirizzo di casa era giusto, e il resto, ancora peggio).

Si stavano burlando di noi, tutti. L’intero pianeta si burlava di noi.

Ero stanca, ero arrabbiata col mondo. Raccontavo minimo tre volte al giorno come andavano le cose. Mi ricordo che, dopo 5 giorni dall’accaduto, e cioè da dove inizierà la vera e propria storia, ho visto un’amica, Arianna, che ad un certo punto mi ha detto: “Non c’è più la tua luce”.

“Come?”

“Sei sempre stata una ragazza dagli occhi grandi e blu, occhi sognanti. Ora li hai grigi e spenti, voglia zero, occhiaie scavate”.

Guardava il pavimento, mentre pronunciava queste parole. Doveva avere un certo coraggio per dirlo, perché in quel momento avrei davvero voluto tapparle la bocca per sempre. Solo ora mi rendo conto di quanta realtà invece c’era, in quelle parole, taglienti. E la prossima volta che la vedo, questo me lo scrivo come promemoria, la devo ringraziare, perché non l’ho ancora fatto. Le devo un sacco, per una miriade di motivi, che vi spiegherò se continuerete a leggere.

 

Ho recuperato quella luce di cui lei parlava proprio ieri, 5 ottobre. Ricordatevi questa data.

E ora, dopo avervi presentato l’antefatto, vi racconto una storia, quella reale, quella mia, ragazza dal semplice nome quale è Francesca, e lui, ragazzo dal nome insolito, Zeno.

 

 

 

{ Spazio Harry_Jo.

Questa è una storia VERA. Ho cambiato il mio nome per scaramanzia, e l’ho trasformato in Francesca.

Dedico proprio a lei questo incipit, perché lei mi ha convinta a scrivere, e per questo, davvero grazie di cuore. ♥

Vorrei sapere che ne pensate, se volete, i commenti son ben accetti sempre, soprattutto le critiche costruttive!

Grazie mille per chi la leggerà!

Erica ^^

 

P.S. : Sì, ho avuto un incendio a casa proprio quel giorno, ripeto, è e sarà tutto vero.

   
 
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