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Autore: _Kiria_    17/12/2003    4 recensioni
Amore, gelosie, intrighi, tradimenti, rivelazioni, malintesi e segreti sono alla base di questa mia nuova storia su Orlando Bloom.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

 

Quando mi svegliai mi sentii confusa e spaesata. Girandomi vidi il viso preoccupato di Sasha che mi fissava. Vedendomi sveglia sembrò tornare in sé “Ehi, come stai tesoro? Dio mio che paura mi hai fatto prendere!” mi disse abbracciandomi.

Io mi sentivo ancora più confusa, non ricordavo assolutamente niente.

La guardai confusa “Ma cosa è successo?” le chiesi guardandomi intorno. Mi resi solo conto ora di essere nella camera di Sasha.

“Non ricordi niente?” mi chiese perplessa e preoccupata.

Io mi tirai su “No….qualcosa ricordo, ma spero sia solo un incubo” le dissi socchiudendo gli occhi.

Avevo solo immaginato Orlando con un’altra?

“Sei arrivata un’ora fa bianca come un cencio! Mi hai detto di sentirti male e sei svenuta” mi raccontò alzandosi e socchiudendo la finestra.

Allora non mi ero immaginata niente. Sentì un gran nodo in gola. La stessa sensazione di poco tempo prima. Dolore, frustrazione.

Mi passai entrambe le mani sul viso e sui capelli.

“Jen, ti va di dirmi cosa ti è successo?” Sasha sembrava un po’ intimorita.

Le sorrisi amareggiata “Non basterebbero pochi minuti per raccontarti tutto il dolore che provo in questo momento!” le dissi cercando di mantenere calma la voce.

Era una gran fatica, sentivo ancora il bisogno di urlare e piangere.

Sasha sospirò un attimo “Avete litigato di nuovo?” mi chiese seria.

Scoppiai a ridere “Fosse solo la litigata!” le dissi girando il viso di lato.

“Jen, cos’è successo?” mi chiese spazientita.

La guardai un attimo “L’ho trovato mentre faceva sesso con un’altra! Questo è quanto!” le dissi. Pronunciando quelle parole avevo sentito la rabbia e il dolore salire di nuovo.

Sasha era rimasta allibita “No! Non ci credo!” mi disse scotendo più volte la testa.

“E vuoi anche sapere chi si stava facendo? Melanie!” le dissi schifata.

Sasha scattò in piedi “Quella…..quella….Dio non so neanche come definire quell’essere!” disse iniziando a girare per la stanza.

Vedere la mia migliore amica nervosa mi rendeva la faccenda più difficile da superare.

Avrei tanto voluto prendere Melanie e ucciderla con le mie mani. Quella piccola smorfiosa era riuscita a rovinare tutto due volte.

Ma quello che mi aveva fatto più male era Orlando. Non potevo credere che fosse in grado di farmi una cosa del genere. Lo avevo sempre creduto un ragazzo di sani principi e soprattutto fedele. Ma al primo ostacolo si era rifugiato tra le braccia di un’altra. Non ne capivo il motivo. Forse per le foto uscite sul giornale, forse perché non mi amava più o forse non mi aveva mai amata. Come potevo fidarmi ancora di lui? Forse non era la prima che si faceva. Chissà con quante altre è andato a letto mentre era lontano da me per girare qualche film.

Sasha ruppe quel silenzio insopportabile “Che hai intenzione di fare?” mi chiese sedendosi sul letto.

Chiusi per un attimo gli occhi “E’ finita e lui lo sa!” le dissi spiccia.

“Ne sei sicura? Lo ami ancora?” mi chiese. Quanto non sopportavo le troppe domande.

Risi “Che differenza vuoi che faccia? Lui mi ha tradita e questo basta!” le dissi seccata. La rabbia stava prendendo il sopravento.

Vidi Sasha mordersi il labbro superiore “Ancora non ci credo! Pensavo che Orlando fosse diverso, ma si è dimostrato come tutti gli altri uomini!” mi disse passandosi una mano fra i capelli rossi.

“Lo credevo diverso anch’io, Sasha!” le risposi amareggiata.

Avevo voglia di piangere ma non ci riuscivo.

“Sasha, ho portato la mia roba, è tutta in macchina. Ti dispiace se resto da te per qualche giorno? Non mi va di tornare….di tornare là!” non riuscivo nemmeno a nominare l’appartamento di Orlando.

Se fossi tornata lì di sicuro sarei morta.

“Certo, tesoro! Se mi dai le chiavi vado a prendere le tue cose in macchina” mi disse sorridendo.

“Aspetta, ti do una mano” le dissi togliendomi le coperte ma Sasha alzò una mano “Non pensarci proprio! Sei mia ospite e ti ordino di non alzare un dito!” mi disse ridendo.

“Sei un angelo! Allora ti aspetto qui! Le chiavi sono nella borsa” le dissi.

Lei sorride “Certo, e appena torno ci prepariamo una bella tazza di tè” e uscì di corsa prendendo le chiavi.

Poco dopo vidi Sasha che cercava di tenere in equilibrio le mie pesanti valige.

“Ora però lasciati aiutare!” le dissi raggiungendola e prendendone una.

“Puoi dormire nel letto accanto al mio. Mio fratello si è trasferito in centro e ti posso dare anche il suo armadio e la sua cassettiera” mi disse indicandomi tutto.

La ringraziai con un sorriso. Suonò il telefono.

“Inizia a disfare le valige, io torno subito” e sparì diretta al corridoio.

“Pronto?” chiese.

“C’è Jennifer?” chiese qualcuno.

“Chi parla?” chiese Sasha e io decisi di ascoltare.

“Sono Orlando! Jennifer è da te?” chiese ancora.

Sasha si girò verso di me e, movendo solo le labbra, mi disse chi era. Io le feci cenno di dirle che non c’ero.

“No! Jennifer non è qui, mi spiace! Come hai avuto il mio numero?” chiese Sasha.

“Jen ha lasciato la sua agendina nel mio appartamento. Leggo che sei la sua migliore amica” le disse.

“Si, sono io!” Sasha pareva parecchio scocciata.

Ascolta, se la vedi o la senti, dille di chiamarmi. Per favore!” la sua voce era dispiaciuta, triste.

“D’accordo. Ti devo lasciare. Ciao!” e riattaccò.

Sasha mi raggiunse a passo veloce.

“Che diavolo voleva ancora?” le chiesi nervosa.

“Vuole parlarti. Mi sembrava triste” mi raccontò aprendo una delle mie valige.

“Io non voglio sentire niente di quello che ha da dirmi!” le dissi. Ero decisamente arrabbiata.

“Lo so bene e nessuno ti obbliga a chiamarlo!” mi disse appendendo uno dei miei vestiti nell’armadio.

Non parlai più. Pensavo alla telefonata di Orlando. Non gli era bastato quello che mi aveva fatto? No! Doveva torturarmi ancora! Era già abbastanza difficile per me andare avanti senza pensarci e ci mancava solo lui con le sue telefonate.

Aiutai a disfare le mie valige e per un po’ non pensai a lui.

“Finito!” disse Sasha sorridendo soddisfatta.

“Mi è venuta una gran fame. Pizza per tutte e due?” mi chiese sventolandosi una mano sul viso.

“Mi va benissimo!” le dissi sedendomi sul letto.

Suonò il campanello.

“Torno subito” mi disse prima di sparire.

  
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