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Autore: Isyde    10/10/2010    1 recensioni
La ragazza poteva vedere chiaramente degli occhi brillare nel buio.
Rossi.
Un lamento di stupore e d'incredulità le uscì dalle labbra.
"Storia che si è classificata seconda al Contest Tutto inizia da un'Immagine indetto da Edla"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jasper Hale, Jessica
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Early Winter

 

 

 

 

 

 

Capitolo Due.



Erano ore, se non pomeriggi interi che fissava l'incarnato di Jessica.

Era rimasto pallido mentre la ferita si era cicatrizzata da sola.

Nemmeno Carlisle riuscì a dare una risposta chiara a quello che stava succedendo alla ragazza.

A quest'ora avrebbe dovuto risvegliarsi completamente, forse con sensi più affini, con occhi più scuri del suo intenso azzurro.

Rossi.

Si guardò intorno per l'ennesima volta.

Quella era la stanza di Jessica ed ovunque poteva respirare un'aria di freschezza ed innocenza.

Purezza e castità d'animo.

Sulla parete di fronte a lui, vi erano appese decine di foto che ritraevano la maggior parte della gioventù di Forks.

Un paio di eventi della città, le decine di falò che organizzavano gli studenti prima degli esami e alcune feste private.

Fra tutte, c'era una che l'attirava di più. Era stata attaccata sulla sinistra, in basso, in una posizione piuttosto defilata rispetto alle altre.

Ritraeva una Jessica sorridente, con un bell'abito blu che le lasciava scoperte le spalle da nuotatrice e una voglia appena più scura appena sopra il seno.

Abbracciava stretta l'ex quaterback della squadra cittadina Mike Newton.

Insieme sembravano una coppia degna della loro popolarità.

Sorrise appena.

Doveva essere una ragazza felice e con un futuro brillante e sicuro prima di quello che era successo.

Strinse i pugni e ringhiò. Erano giorni che pattugliavano ogni centimetro delle numerose foreste della zona, senza trovare una benché minima traccia di quell'essere.

Tutta la famiglia Cullen, o meglio quello che era rimasta, si era mobilitata assieme ai licantropi della Riserva e del clan dei Denali.

Eppure, lui, Julius era rimasto nascosto a lungo ed aveva colpito la preda più insospettabile.

Jessica Stanley non possedeva un aroma così invitante come quello di Bella o come quello di Angela. Era piuttosto anonimo e si confondeva facilmente con quello della massa.

Era stata una fortuna essere nei paraggi ed aver sentito quelle urla.

Ancora si stupida della velocità con cui aveva spazzato via quell'essere.

Volse il suo sguardo verso un tavolo di legno scuro.

Al centro vi erano gli oggetti che aveva recuperato Edward e Bella, per pulire le tracce dell'aggressione.

Avevano trovato un cellulare, un telo da mare, dei libri e un diario.

Erano ore che pensava di leggerlo.

All'inizio solo per quella morbosa curiosità che lo caratterizzava. Poi, per noia. Infine solo per ottenere qualche informazione in più sulla ragazza.

Si era accorto di essere andato a scuola per tre anni, di aver frequentato le stesse aule, condiviso gli stessi banchi, ma di non sapere niente su di lei.

Com'era possibile che non sapesse nulla, ma veramente nulla di lei.

Si alzò dalla soffice poltrona e si avvicinò al tavolo.

Rimase a lungo a pensare se aveva o meno il permesso di leggerlo, ma la curiosità ebbe il sopravvento.

Prese il diario in mano e si sedette sulla poltrona.

Lanciò uno sguardo a Jessica che sembrava non essersi mossa di un solo millimetro.

Aprì la copertina e alla prima pagine, oltre ad aver riportato il suo nome completo, Jessica Cora Stanley, vi era una citazione:

Io non amo la gente perfetta. Quelli che non sono mai caduti o che non hanno mai inciampato. A loro non si è mai svelata la bellezza della vita.

Aggrottò la fronte, anche se nessuna ruga solcò il suo pallido viso.

Sfogliò le pagine finché raggiunse una data segnata in rosso.

15 Agosto.

Si accoccolò meglio e riprese a leggere.

-Oggi è il matrimonio della Swan e di Edward.

E' buffa come la vita ti ponga di fronte ai tuoi incubi divenuti con il tempo reali.

E' strano vedere all'altare il tuo principe azzurro, accanto a te il ragazzo giusto che guarda la sposa con gli occhi pieni di una dolcezza, che mai avevano riservato a te.

E' bizzarro vedere come Alice Cullen cerchi in tutti i modi di far sentire tutti a loro agio.

Ma noi non siamo che comuni mortali.

Loro, invece, sono le entità divine del nostro piccolo mondo.

Non potremmo mai competere con la loro bellezza, ricchezza e fascino.

Per questo Edward ha scelto la Swan. Perché lei rappresenta quel sogno fiabesco infantile.

Il bello e forte che protegge la fragile ragazza.

Quello per cui la goffa ragazza si trasforma in bellissimo cigno.

E poi, oggettivamente parlando, è molto più carino Jasper con quell'aria perplessa stampata in faccia per il 90% del tempo.

Neanche Emmett è male.

Alla fine, sono contenta per lei.

Il suo sogno si è realizzato.

Potrà vivere una favola.-

Era decisamente confuso. Non sapeva nulla di quella specie di triangolo. Sapeva che Edward si teneva alla larga da Jessica, ma lo faceva con la maggior parte degli umani. In fondo leggere le menti degli altri e venire a conoscenza dei loro segreti prima ancora che possano aprire bocca, non era un bel modo per cominciare un'amicizia.

Girò qualche pagina.

Le ultime pagine risalivano a qualche ora prima dello sfortunato evento.

-La vita è una fregatura.

Davvero.

Mike mi ha lasciato perché sono "troppa perfetta per lui".

Cavolate.

Stronzate.

Io non sono perfetta.

Sono talmente imperfetta che ho deciso che andrò a studiare nel profondo Texas.

Voglio provare sulla mia pelle ogni singola emozione possibile.

Voglio dimostrare a Mike ed a tutti gli altri, che non sono solo buona per shopping e chiacchiere.

La vita è troppo breve.

E proprio per questo non posso sprecarla recitando il ruolo della brava cittadina, cheerleader, studentessa e figlia.

So già che dovrò pagare delle conseguenze per questa mia scelta, ma sono pronta.

Chiuse il libro improvvisamente.

Aveva chiaramente udito un rumore, come un sospiro appena accennato.

Lasciò il libro sulla poltrona e si avvicinò al letto.

La ragazza respirò profondamente ancora una volta.

Jasper poteva chiaramente vedere gli occhi spostarsi da una parte all'altra della palpebra.

Gli bastò comporre una frase in mente, che qualche secondo dopo Edward arrivò accompagnato da Carlisle.

-Si sta per svegliare.- disse solamente.

Attese qualche minuto, ma la ragazza non sembrava riprendersi.

-Forse è un falso allarme.- propose Edward, fissando il fratello.

-Non è così.-

Carlisle si avvicinò di più e cominciò ad esaminare la ragazza con fare esperto.

Notò fin da subito che il suo battito cardiaco era più veloce, la pelle meno pallida e quando aprì gli occhi si rese conto che erano rimasti azzurri.

Il pericolo più grande era scongiurato.

Sorrise mentre lei riprendeva conoscenza e si allontanò per lasciarla familiarizzare con lo spazio intorno a se.

Ma nessuno dei Cullen era pronto a vedere quel tipo di reazione.

Jessica balzò subito a sedere, fissandoli con gli occhi sbarrati.

-Voi...Uscite da casa mia.- disse con voce roca. -Ora.-

I suoi sensi risvegliati percepivano pericolo.

Vide solo Edward voltarsi ed andarsene.

Il dottore rimase in piedi accanto a lui. Lanciò uno sguardo significato a Jasper che scrollò le spalle.

-Non ci riesco.- rispose a quella muta domanda. I suoi poteri non riuscivano a calmarla.

Intanto Jessica era scesa dal letto ed era corsa a specchiarsi. Tirò giù la maglietta e vide la rosea cicatrice che quel mostro le aveva inflitto. Aveva sperato, quasi pregato, che tutto fosse stato un sogno. Un terribile incubo notturno. Le sue gambe cedettero e cadde a terra.

Carlisle si avvicinò a lei e le toccò la fronte, gelandola in pochi secondi. Si accorse che la sua temperatura si era alzata bruscamente, portandola oltre la soglia normale.

-Ricordi quello che è successo?-

-No...Sì.- mormorò infine, voltandosi verso Jasper. -Lui...Voi siete come lui.-

Jasper si avvicinò alla ragazza aiutandola a sdraiarsi sul letto.

-Voglio delle spiegazioni.- disse solamente appena ritrovò la forza di parlare.

Jasper fece cenno a Carlisle di andarsene.

Aspettò di sentire la porta chiudersi e udire il rumore dei suoi passi farsi sempre più lontano.

Jessica si strinse la coperta ed ascoltò ogni singola parola che uscì dalla bocca di quello che per lei era sempre stato un ragazzo silenzioso e sfuggevole alle regole sociali di Forks.

Venne a sapere dell'esistenza di creature mitiche e reali quanto il suo aggressore.

Di guerre lontane dagli occhi dell'uomo.

Di come il destino di immortale fosse più una condanna che un privilegio.

Raccontò della divisione in due di questo mondo, da una parte coloro che si rifiutavano di bere altro sangue umano e chi non ci vedeva niente di male.

Entrambe le fazioni vivevano in territori ben definiti, cercando di non darsi fastidio.

L'iniziale sgomento di Jessica fu sostituito dall'incredulità, che fino alla fine le imponeva di pensare all'eventualità che tutto quello che le stava dicendo Jasper Hale, fosse reale e vero.

Solo quando lui le mostrò una cicatrice identica alla sua, sul suo collo, sbiadito dal tempo e dal pallore, ogni sua credenza passata.

Oltre alla sua realtà, al suo Universo. Ne esistevano altri, ben più oscuri e pericolosi.

Aprì la bocca per domandare se anche lei avesse perso la sua straordinaria capacità di mangiare quantità industriali di gelato, cioccolato e pasta. Se anche lei fosse condannata all'eternità. Ma le lacrime caddero veloci, coprendo di macchie la sua vista, impedendole di chiedere e lasciarsi andare in un pianto di frustrazione.

Jasper si passò una mano sul viso rendendosi conto di aver confessato ad una umana, segreti ed Universi che avrebbero potuto metterla in pericolo.

Ma in quel momento, vedendo Jessica piangere, si accorse di quanto fragile fosse la loro vita.

Se lui era obbligato a vivere l'eternità senza che il tempo lo rovinasse, lei era condannata ad una vita breve, fragile e costellata da eventi disastrosi.

Ignorando i suoi mugoli di protesta, le toccò la fronte, ancora bollente e decise di porre rimedio a quella temperatura fin troppo alta. Si tolse il maglione che indossava per pura scena e rimase in maglietta. Si avvicinò a lei, stendendosi sopra le sue coperte e la strinse in un abbraccio delicato.

Jessica, a metà fra il reale e il sogno, appoggiò la testa al suo pelle, trovando subito refrigerio.

-Sei...freddo.-

-Anche questa è una nostra caratteristica.-

La ragazza si prese un minuto di tempo prima di ricominciare a parlare. -Secondo te...Io sono...Cambiata?-

Jasper s'irrigidì ancora di più. -Non credo. Non hai sete di sangue e sei ancora bollente.-

Avvicinò l'orecchio al suo petto, indifferente all'espressione stupita di Jessica che lo fissava con gli occhi sbarrati, mentre lui appoggiava la sua testa sul suo seno.

- E poi, sento il tuo cuore battere.- aggiunse solamente.

Alzò il viso poco dopo, accorgendosi del respiro affannoso della ragazza.

-Stai bene, Jessica?-

Lei annuì.


 

 

 

 

 

 

 

__________________________________

 

Grazie a tutti coloro che hanno letto/seguito questa ff.

 

Recensioni:

Amantinde: Grazie mille per aver commentato! Mi fa piacere!Un primo posto meritato! Sono contenta che la storia ti piaccia e che trovi interessante questo "assurdo" pairing. XD Se non l'avessi capito io adoro mettere e mescolare personaggi diversissimi fra loro e poco popolari rispetto alle coppie di questo Fandom. Grazie ancora per il commento, spero di ritrovarti più tardi.

 

Melody Potter: Grazie mille per la tua recensione, eccoti qua il secondo capitolo. Un beso!

 

Iside91.

   
 
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