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Autore: Isyde    11/10/2010    3 recensioni
-Non c'è nulla di male nell'amare, Severus.- rispose, con voce rotta.
-Io so cosa voglio dalla vita.-
-E cosa sentiamo?- ora si stava decisamente divertendo.
-Voglio poter scegliere. L'idea di dipendere dalle decisioni altrui, mi fa rabbrividire. Sarò io a stabilire cosa fare o meno.
"Quinta Classificata al Contest Severus'Love di Ranerottola"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo Quattro.

 

 

 



Gli esami avevano reso i giovani studenti del quinto e del settimo anno alquanto irritabili,negli ultimi due mesi.

La maggior parte si chiudeva nelle varie arie delle biblioteche, cercando di recuperare mesi, se non anni, di lacune.

Severus Piton smise di aiutare Malfoy e Nott, quando riuscirono a fondere ben tre calderoni. Odiava aver a che fare con degli incompetenti. In più come se non bastesse, quasi tutti quello del settimo anno ritenevano stupido studiare, ora che il mondo sarebbe stato rivoluzionato.

L'Oscuro Signori li attendeva la notte fra il 31 giugno e il 1 luglio, per riceverli e conoscerli.

Sentì l'orgoglio divamapargli nel petto e dargli fiducia. Lui, l'unico erede dei Prince, avrebbe lavato via ogni traccia del suo passato.

Persino la, ormai stupida, ossessione per Lily Evans gli pareva inutile e per nulla onorevole.

Lei era, e rimaneva, una Mezzosangue.

Chinò di nuovo il capo e ricominciò a leggere il libro di Erbologia, ma una specie di sbuffo, lo distrasse.

Alzò appena gli occhi e cercò la fonte di tale rumore.

E quello che vide, lo pietrificò. Da molte settimane non la vedeva più in giro, nemmeno alle lezioni del settimo anno che frequentava.

I capelli corti, quasi a caschetto, l'aria seria, il corpo molto più slanciato e magro. Gli occhi quasi vitrei, insensibili alla luce.

Emmeline Vance era completamente diversa.

Fece una smorfia e riprese a leggere, non poteva perdere tempo per una ragazza così sfrontata, stupida ed ingenua.

Non sapeva che su di lui vi era lo sguardo furbo di Rabastan.

-Piton, lo sai che sei strano?- domandò quasi ridendo.

-Che diamine intendi dire?- sibilò Piton, stringendo con forza la penna d'oca, che vibrò violentemente.

-Intendo dire che sei veramente stupido a mollare quella sciocca della Vance.- rispose lui, sorridendo. -Sangue puro, discreta bellezza ed in più un grande cervello. L'ideale per un fanatico pozionista come te. Lo sai benissimo che lui, ti premierebbe.- aggiunse fissando Emmeline.

-Ma se non la vuoi. Ci può provare sembre qualcun'altro, come Nott o Black. Oppure, Goyle.-

Severus alzò un sopracciglio e decise di non commentare quello che il suo compagno di studi disse.

Non riusciva a vedersi, incollato ad una donna per esigenze di copione. Nemmeno per scherzo.

Non dopo quella disastrosa esperienza con Lily.

L'aveva sempre considerata sua amica.

Si conoscevano fin da piccoli, erano cresciuti insieme aspettando il momento in cui avrebbero dimostrato al mondo di essere speciali.

Importanti.

Era bastato un pomeriggio a rovinare l'affiatamento di un'intera infanzia.

I suoi sogni, i suoi desideri che giravano sempre intorno a lei, si distrussero.

L'unica cosa che voleva fare, era mostrarle quanto si sbagliasse. Lui non sarebbe stato un povero reietto da umiliare, come Potter e compagnia, pensavano.

No, lui avrebbe imboccato le strade per il successo, per il potere, per la rivoluzione.

Né le parole di Lily, né il discorso di Vance, avrebbe potuto cambiarlo.

Il Signore Oscuro lo avrebbe aiutato, lui avrebbe potuto dimostrare quanto il suo talento sia straordinario.

-Anzi, già che ci sono, stasera la invito alla nostra festicciola.- propose Abbastanza sorridendogli.

Piton chinò il capo senza dire nulla, riprese a leggere di erbe curative e ignorò la sommessa risata del compagno di casa.

Rabastan si alzò e camminò verso Emmeline, completamente assorta nel lettura non notò l'arrivo di quel ragazzo.

-Salve Vance.- la salutò Lestrange.

-Buongiorno.- disse lei, continuando a leggere.

-Mi chiedevo se tu volessi venire con me, alla nostra piccola festa.- Rabastan si sedette accanto a lei nell'unico posto libero che vi era in quel tavolo.

Emmeline chiuse il libro di scatto. Si voltò verso il giovane Serpeverde.

-Non mi interessa. Ho altri impegni.- sibilò. Raccolse la sua roba e velocemente scomparì dalla biblioteca. Rivolse un breve sguardo furente a Severus che lui ricambiò con la sua impassibilità.

Se prima era arrabbiata, ora era semplicemente delusa.

Quello che pensava fosse un capriccio adolescenziale, in realtà stava diventando un atteggiamento comune a molti ragazzi. A partire da suo cugino Lucius, ma anche Rod Lestrange, Bellatrix Black, alcuni ragazzi di Corvonero come Thomas Nige e Olivia Husher, e altri di Grifondoro.

Ma almeno era sicura che nessun Tassorosso sembrava andare contro coloro che non provenivano da una famiglia Pura.

Emmeline sorrise.

Il cappello aveva avuto perfettamente ragione, quando scelse per lei la Casa.

Era felice di appartenere alla Casa dei giusti, degli onesti e dei lavoratori.

Di persone come Hestia Jones, incredibile giocatrice di Quidditch, sempre pronta a dare una mano a chi non riusciva a volare bene sulla scopa.

Di persone come Amos Diggory, simpatico ragazzo del settimo anno, che tirava su il morale a chiunque.

Di persone come Charity Burbage, allegra ragazza che la stava convincendo ad andare insieme a lei, dopo il diploma, alla scoperta del mondo Babbano.

Anche se voleva veramente passare del tempo con lei, c'era qualcosa che glielo impediva. Una specie di sensazione.

Un'amara consapevolezza che niente sarebbe stato come prima.

Perfino la stramba Professoressa di Divinazione si era lasciata scappare che qualcosa di nefasto avrebbe segnato la vita di ognuno di noi.

Molti avevano riso e se n'erano completamente dimenticati.

Altri invece avevano accolto questa rivelazione con serietà, quasi come se sapessero cosa stava per accadere.

Dopo aver letto per la decima volta la stessa pagina, decise di andare a fare una passeggiata per i corridoi prima del corpifuoco. Si sedette su un cornicione e rimase lì, a lungo, ad osservare i bellissimi fiori che coloravano il parco.

Come avrebbe potuto lasciare tutto quello?

Quella serenità, quella protezione che solo il Castello poteva dare?

Oltre il cancello, il suo futuro la stava aspettando.

Chissà, forse non proprio roseo, come tutti pensavano.

Forse più oscuro.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

______________________

 

Rieccomi con questa quarta parte.

Sono contenta che nuove lettrici si siano aggiunte.

Un grandissimo grazie a voi XD.

 

Panty96: Grazie per avermi prima di tutto cercato nel mare infinito di ff e poi recensito, non sai quanto mi faccia piacere. La mia idea era quella di lasciarvi liberi di immaginare fisicamente e non Emmeline, ma allo stesso tempo, di ricalcare alcuni tratti del suo carattere da ottima Tassorosso. Ci sono ancora un paio di capitoli che posterò nei prossimi giorni, per fortuna ^^.

Non posso rivelarti se Sev vivrà o meno, ma ti consiglio di seguire ancora un po'. Grazie mille per la bellissima recensione! Alla prossima, *_*

 

Julia Snape: Hola Severuccia, io ti adoro ^_^. La statua te la farò comunque, sostituirò il vecchio Garibaldi con Julia Snape in versione equestre. Lo scorso capitolo ho sottolineato l'amore indescrivibile/ossessione che Severus ha per Evans ma anche le speranze crollate di Emmeline. Spero che anche questo capitolo ti riesca a prendere.  Diciamo che mi sono ispirata all'atmosfera degli esami di maturità. Un bacione, Isy.


   
 
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