Auguroni Marty! Perchè ti ho schiavizzato, perchè ti sfrutto in continuazione e perchè sei una delle persone più splendide che conosco. Perchè stai sempre dietro ai miei complessi, perchè abbiamo lo stesso sadico amore per le mannaie. Perchè entrambe siamo per il cool e non per il fico. Auguri, amica mia. Te li meriti tutti.

TimeLine: nessuno. Ispirato all’immagine finale di Papermoon

{To live without you
Would only meen heartbreak for me.

Say a little prayer for you «

Niente.
Non poteva fare niente.
Spettatore inerme di un destino troppo crudele. Con quel liquido rosso che fluiva da ogni dove. Ovunque passasse le mani, ovunque cercasse di imporre sollievo, ovunque cercasse di medicare e salvare.
Niente.
Sangue.
Ovunque.
Sembrava quasi che le sue dita non fossero nient’altro che lame affilate, che al posto di portar sollievo incutessero maggior sofferenza alla sua artigiana.
Perché il quel momento, non c’era niente che potesse fare. La sua forza fisica, la sua mente, le sue stesse capacità di arma: tutto inutile.
Quello era un nemico troppo grande, troppo forte. Un nemico invisibile, che si celava nelle ombre più profonde.
La vuoi, vero? La forza. Se l’avessi avuta, lei non starebbe così. Te l’ho proposta tante volte, eppure tu hai rifiutato il concerto con maggior ardore. Sai, io sono nella sua mente. Ovunque tu vada, qualsiasi cosa tu faccia. Io sono qui. Io so tutto di te. Lo facevi per quella ragazza, dicevi che – finché ci fosse stata – non avresti mai ceduto alla follia, ma cosa ci hai guadagnato? Ghe, eh, eh. Niente. Lo vuoi, quel potere? Il potere il salvarla?
Zitto. Taci. Fai silenzio.
Smettila.
Se avesse avuto la forza di reagire. La forza di rimarginare quelle sue ferite, quelle che tutti i giorni portava con sé.
La forza di non disperare.
La forza di mantenere la calma.
Semplicemente la forza
Zitto, diavolo. Zitto.
Così non poté far altro che alzare gli occhi al cielo.
Ebbe la sensazione che l’avrebbe persa. Che sarebbe andato tutto per il peggio.
La voglia di portarsi le mani al volto e urlare, imbrattandosi la faccia di sangue e detriti.
La consapevolezza che, se l’avesse fatto, non se lo sarebbe mai perdonato.
Se avesse lasciato il suo corpo, in quel momento, se ne sarebbe pentito per tutto il resto della sua vita.
Non sapeva niente, lui. Era solo uno schiocco ragazzino.
Ma fece tutto quello che era in suo potere.
Alzò gli occhi al cielo e pregò.
Non sapeva esattamente cosa stesse facendo, eppure supplicava una qualche specie di entità superiore di salvarla.
Supplicava un’entità buona, che creava la vita.
La supplicò con tutto il fiato che aveva in gola, perché lei era la sua forza.
E non poteva viverne senza.

Note: vedi finale Papermoon. Tutto parte da lì.
Avevo intenzione di fare un regalo a Marty, una di quelle bellissime persone conosciute su questo sito magnifico. L’idea mi è venuta grazie a Papermoon – che è sì e no una fissazione – e l’ho sviluppata mentre facevo i compiti. Come studio bene, io >.<
In ogni caso, pubblico questa cosa. Dopotutto, c’era quella di Maka. Poteva mancare Soul?
Grazie della lettura *si inchina*
Ringrazio tutte le persone che hanno avuto la pazienza e la voglia di recensire la precedente drabble *_* grazie a tutti.
Ancora auguri, Marty \(^_^)/