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Autore: the angelus    12/10/2010    4 recensioni
Vi è mai capitato di guardare un telefilm e dire: cavolo se ci fossi io farei.. Beh ecco, Renée una giovane ragazza del XXI secolo si ritroverà nell'antica Grecia all'interno dell'universo di Xena. La vita le riseverà questa avventura e lei dovrà risolvere l'enigma per tornare indietro, ma nel frattempo che accadrà? Come se la caverà al fianco della Principessa Guerriera e della sua metà karmica??
V stagione.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Yuri | Personaggi: Altro Personaggio, Gabrielle, Un po' tutti, Xena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti, eccomi tornata con una nuova ff, questa è più una prova.. Era da questa estate che questa storia si stava sviluppando nella mia testa, spero veramente che vi piaccia.

Accetto consigli di tutti i tipi, fatemi sapere se vi piace, se la odiate, se la devo cancellare, se mi devo ritirare su un'isola deserta =) Sta di fatto che nel mio pc questa storia continuerà ad essere scritta..

Ora a noi: Vi è mai capitato di guardare un telefilm e dire cavolo se ci fossi io lì avrei fatto così.. oppure che figo sarebbe finire in quel telefilm... Bene, questo è ciò che è successo alla nostra protagonista Renée.. non molto interessata al telefilm in questione, ma ci  finisce dentro... la domanda è.. come mai?? perchè?? Voi al suo posto che avreste fatto???

I personaggi del telefilm XENA LA PRINCIPESSA GUERRIERA appartengono alla MCA/UNIVERSAL RENAISSANCE PICTURES, quello che scrivo è solo a scopo di divertimento e nulla verrà usato per scopo di lucro.

Detto questo, buona lettura... ah dimenticavo, io sono per il subtext XENA/GABRIELLE, quindi vi saranno riferimenti all'omosessualità femminile....

BUONA LETTURA =)

 

Antica Roma

Il suo petto era squarciato da un dolore profondo, il freddo che lo circondava non era minimamente paragonabile al gelo che provava nella sua anima e nel suo cuore, quella macabra visuale di fronte ai suoi occhi era un peso troppo forte da sopportare e le sue gambe non lo sostenevano più.

Cadde sulle ginocchia, piangendo lacrime amare, dentro urlava dal dolore…le sue amiche, le due persone che amava di più erano lì, appese a quelle dannate croci. Xena, la Principessa guerriera ora aveva chinato il capo a Roma ed a quei sporchi romani che l’avevano uccisa, lei la fiera e coraggiosa Principessa che l’aveva più volte tolto dai pasticci, lei che aveva ascoltato più volte le sue paure, lei che gli aveva permesso di partecipare a diverse avventure ora la vedeva lì, spenta e fredda.

Gabrielle, la sua amata Gabrielle, l’amava, di nascosto ma l’amava, amava tutto di lei, i suoi biondi capelli, il suo sorriso, la sua fragilità e la sua forza, la sua determinazione, la sua testardaggine. Amava la sua voce, amava sentire quel fiume di parole che inondava le loro lunghe camminate, sentirla borbottare mentre riempiva tutte quelle pergamene, era una Dea, non poteva essere altrimenti. Si era innamorato di lei già da quel primo sguardo, quella ragazza così esile dai lunghi capelli d’oro e con gli occhi pieni di sogni, nemmeno uno sciocco non poteva perdere il senno di fronte a lei, già..anche per questo motivo non si era mai dichiarato, lui era uno sciocco e lei poteva avere chiunque altro, perché proprio lo sciocco stupido Corilo?? Troppo bella, troppo dolce, troppo perfetta per un sempliciotto combina guai, faceva male amarla nell’ombra, faceva male non avere il coraggio di dirle “Ti amo”, ma ora che importanza aveva?? Lei era lì, appesa a quella croce, cercava di immaginare il dolore che aveva attraversato il suo corpo nel momento in cui quei chiodi penetravano il suo corpo, mentre lui?? Lui stava per la strada canticchiando la sua stupida canzone, mentre lei soffriva sentendo la vita scivolarle via velocemente ed esalare l’ultimo respiro.

L’unica cosa che lo consolava, che lo aiutava a continuare a respirare era il fatto che la Principessa Guerriera le era stata accanto, la sua compagna di mille avventure, la sua più cara amica, la sua famiglia.

-Io…io riporterò i loro corpi in Grecia, perché so che Xena vorrebbe esser sepolta accanto a suo fratello…e Gabrielle accanto a lei…-

Annuì appena alle parole pronunciate da Corilo, aveva ragione e quei Romani l’avrebbero pagata cara, non avrebbe permesso che la sua Regina e amica Gabrielle assieme alla sua inseparabile compagna fossero rimaste lì in bella mostra, per dimostrare a tutti il potere di quel bastardo misogino di Cesare!!! Quella scena faceva troppo male, quelle due croci, quei due corpi attaccati alle croci, non meritavano una morte così atroce, tutto il bene che avevano fatto, tutte le persone che avevano aiutato, non meritavano di soffrire così. Ripensava a tutte quelle cose che Xena, le aveva insegnato, le tornavano in mente una ad una, ma la cosa che le ripeteva sempre era che non doveva essere troppo precipitosa,troppo istintiva, glielo diceva sempre “Andromeda, devi riflettere di più prima d’agire…”

Lacrime ed ancora lacrime, non credeva di possederne così tante, un’amazzone non dovrebbe piangere, dovrebbe essere forte, ma come poteva non piangere, infondo lei non era un’amazzone e quel segreto la stava logorando dentro. Si era promessa di rivelarlo a Gabrielle, lei avrebbe compreso e le avrebbe dato una mano, si lei era così forte, ma anche così comprensiva, aveva una luce che illuminava e riscaldava chiunque le stesse accanto e specialmente Xena. Il modo in cui loro due si amavano, quei sguardi velati, quel finto sfiorarsi casualmente, Gabrielle era riuscita a ridare fiducia, forza ma soprattutto amore a Xena, anche poco prima di morire i loro sguardi si erano incrociati, e poi il dolore e le loro vite spezzate. Ogni volta che chiudeva gli occhi sentiva l’impotenza colpirla dentro..

-Non sarà facile Corilo, i Romani le vogliono lasciare appese a quella croce, dicono che servirà da esempio!!-

-Io riporterò i loro corpi in Grecia con o senza il vostro aiuto!!-

Sapeva benissimo di non essere un guerriero, di non essere coraggioso, sapeva benissimo quale era il suo posto, lui era il combina guai, non era atto a manifestazioni di coraggio ma soprattutto non gliene riusciva mai una giusta, c’erano sempre loro due a tirarlo fuori dai guai. Questa volta però, doveva esser diverso, avrebbe passato tutti i restanti giorni della sua vita ad esser deriso dalla gente per la sua goffaggine, ma in quel momento doveva assolutamente prender in mano la situazione, doveva farcela, doveva esser il degno amico di Xena e Gabrielle.

Era il momento d’agire e lei questo lo sapeva benissimo, il santone era troppo ingenuo per questo compito, credeva troppo nella bontà umana, la stessa bontà che aveva inchiodato e ucciso le sue amiche. Il dolore lancinante si placò nel momento in cui colpì un soldato romano che stava di guardia, era un momento di sollievo, breve, ma abbastanza intenso da ricavarne forza per portare a termine la missione. Corilo passò a fianco di un romano steso a terra, lo guardò con puro disprezzo e piangendo ancora lo colpì cercando di trovare pure lui un po’ di pace, almeno fin quando l’occhio non cadde nuovamente su quei due corpi.

-Ehi…abbiamo bisogno del tuo aiuto….-

Mentre toglieva i chiodi dalle mani della Principessa guerriera si chiedeva dove avesse sbagliato, a cosa servivano queste morti, la sua fede stava vacillando pericolosamente, come poteva lui dispensare amore, pace quando in questo momento sentiva l’odio crescere dentro di lui? Xena l’aveva aiutato, l’aveva portato sulla giusta via, gli aveva insegnato a leggere il disegno che qualcuno lassù gli aveva dato, lei l’aveva tolto dai guai quella volta. Mentre toglieva i chiodi, aveva quasi paura di farle del male, il corpo scivolò leggero contro Corilo, sentiva chiaramente la sofferenza dentro ai cuori di ognuno di loro. Spostò la scala raggiungendo il corpo esanime della cara Gabrielle, non aveva il coraggio di sfiorarla, quella ragazza era così pura, emanava una luce che riempiva i cuori, le sembrava un essere superiore, lei e Xena erano l’intero perfetto, erano lo yin e lo yang.

Le appoggiarono a terra, Andromeda continuava a fissare il corpo di Gabrielle quasi avesse paura di perdersi qualcosa del suo profilo, sentiva una rabbia nel vedere come avevano deturpato quell’anima così pura. Sospirò, si voltò vero Xena e le tagliò una ciocca di capelli

-Xena, dicono che i morti ci possano sentire, bene ascolta questo… io continuerò ciò che hai lasciato, ma non sarò mai una guerriera grande come te e non sarò mai saggia come te, te lo prometto con tutto il cuore e con tutta la mia anima che onorerò la tua memoria, Principessa Guerriera-

-Le sarebbe piaciuto sai..-

I loro sguardi si incrociarono, la giovane amazzone e il pasticcione Corilo sentivano d’esser molto uniti nel loro dolore e magari potevano aiutarsi a lenirne un po’, magari parlando delle avventure vissute assieme alle due eroine.

-Sono convinto che le sarebbe piaciuto ciò che hai detto-

-Che ne sai tu santone?-

-Cosa?-

-Tu le hai ucciso, tu hai infettato Gabrielle con le tue parole di pace e amore.. l’hai resa indifesa, lei..lei non si sarebbe mai lasciata catturare se non avesse perso il suo spirito combattivo a causa tua!!-

-Mi dispiace che la pensi così..-

-Non è semplicemente pensarlo, è un dato di fatto!! Così le hai rallentate quel tanto che basta che le ha uccise!!-

-Basta!!!-

-Tranquillo Corilo è tutto ok..-

Belur si allontanò con un peso ancora maggiore nel cuore, lei l’aveva accusato della loro morte, forse aveva ragione, forse era davvero lui la causa di tutto quel dolore che aveva provocato!! Pensava alla famiglia di Gabrielle, cosa avrebbe fatto suo padre, sua madre e sua sorella? E la madre di Xena, la povera Irene…aveva già perso un figlio in battaglia ed ora si ritrovava a perderne un altro, perché la via della pace e dell’amore doveva esser così dolorosa, non poteva esserci la pace se non esistono persone che la difendono con coraggio e altruismo, a cosa serviva la sua missione se ora non era nemmeno lui convinto sullo scopo di quella missione? Un unico grande Dio, un Dio più potente di tutti gli dei esistenti, poteva volere tutto questo dolore? Voleva un segno..

I due guerrieri presero i corpi delle loro amiche in spalle, quei due corpi freddi appoggiati alle loro schiene, dovevano trovare un riparo i romani li stavano cercando. Andromeda era lacerata dentro, sentire il peso di Gabrielle addosso era veramente troppo doloroso, gli occhi erano pieni di lacrime mentre dentro di sé riviveva le giornate serene di qualche luna prima, avrebbe dato qualsiasi cosa per rivederle in vita, per risentire nuovamente le loro voci.. maledetto santone, maledetti romani, maledetto mondo.

Trovarono una casa abbandonata e adagiarono i corpi sopra ad un tavolo in pietra, Corilo prese una coperta per coprirle, non voleva staccarsi da loro, accarezzò i biondi capelli del giovane Bardo.

-Guardala, sembra stia dormendo…come se stesse per svegliarsi lamentandosi che non l’abbiamo lasciata dormire-

Calde lacrime scorrevano, come fare a dirle addio, diamine se fa male l’amore!!

-Corilo, dobbiamo seppellirle qui-

-Non le porteremo in Grecia vero?-

-Ci sono troppi romani in giro e penso che ci ucciderebbero-

-Ok..ok le seppelliremo qui! Credi che Belur tornerà?-

Sollevò lo sguardo aspettando la risposta dall’amazzone di fronte, una risposta che non arrivò..Andromeda era uscita.

Corilo sospirò nuovamente, prese nuovamente a fissare il giovane Bardo, cosa avrebbe fatto adesso senza di lei? Lei e i loro piccoli battibecchi, lei che gli ripeteva sempre “sei il solito combina guai”

-Gabrielle, mi sento uno stupido…avevo preparato un bel discorso sai? Ero riuscito a metter assieme tante parole belle come piacciono a te…Andromeda dice che i morti ci sentono, beh..ti amo, ti ho sempre amata…-

Si sentiva stupido a parlare a quel corpo, guardò verso l’alto trattenendo a stento altre lacrime..

-Chiunque ci sia lassù…ti prego, dammi un segno..-

In quel momento un lampo di luce riempì la stanza….

 

XXI Secolo

Eccomi qua, a meno di dieci ore dalla mia avventura, era da gennaio che programmavo queste mie vacanze in sella alla mia moto con destinazione Capo Nord, avevo calcolato tutto, la preparazione fisica, i chilometri da mangiare in un giorno, cosa mettere nello zaino, l’abbigliamento tecnico, insomma avevo preparato il mio fisico e l’armamento per affrontare il viaggio a temperature basse. Avevo richiesto anche un mese di ferie per poter affrontare con il giusto equilibrio questa mia grande avventura solitaria, ero al massimo della forma, avevo fatto palestra, piscina, jogging, kick boxing ed ora eccomi qua, pronta all’avventura della mia vita, ce l’avrei fatta, io..

-Renée, posso entrare?-

Eccola mia sorella, si ho una sorella gemella ma siamo l’esatto opposto io quella più sportiva e dinamica, lei la secchiona e la perfettina in tutto, io la disordinata lei l’ordine fatto a persona..lei era il bianco io il nero.

-Si, ma fa in fretta devo controllare ancora il percorso e altre cosette-

-Ehi, ho l’ultimo dvd, vieni!!-

-Cosa?? Ma no, devo…-

-Non esiste, l’avevi promesso…non posso mica aspettare un mese per vederli!!!-

Maledetta quella volta, avevo strisciato la Bmw del papi mentre lui era in viaggio per lavoro, speravo nella collaborazione della mia sorellina per sistemare il tutto prima del rientro del papino o semplicemente nel suo silenzio, ma l’ho dovuto pagare caro, mi ha fatto promettere che avrei guardato con lei tutte le puntate di un cavolo di telefilm: Xena!!

Vi rendete conto? Mi aveva fregata, aveva scattato una bella fotografia dove il mio volto ritraeva perfettamente l’immagine della disperazione e del dolore ed in cambio della distruzione delle prove e del suo silenzio avrei sofferto nel guardare un telefilm.

-Ma non devi andare a scuola domani?-

-Idiota, son in vacanza!!! Forza andiamo!!-

Mi trascinò giù per le scale, mi posizionò nel divano ed andò a prender delle patatine…benissimo, avrei passato tre ore di fronte agli ultimi quattro episodi, ma almeno sta tortura finiva!!!

Finalmente erano finiti, volevo urlare dalla gioia, ok ok lo ammetto, gli ultimi due episodi sono stati bellissimi, ma per il mio orgoglio e la mia reputazione non potevo certo darla vinta alla mia cara sorellina. Mi voltai per esprimerle la mia gioia, ma la trovai addormentata, adesso mi toccava la fatica di portarla di sopra, mi dispiaceva svegliarla e poi aveva un’espressione così felice dipinta in volto! Me la caricai in spalle, raggiunsi a fatica la sua camera da letto, credo avesse anche un po’ sbavato sulla mia maglia, che schifo!! La stesi sul letto..

-Renée portami con te e insegnami tutto ciò che sai. Non puoi lasciarmi qui…-

Questa era fusa, mia sorella era più fuori di zucca della sottoscritta..ma ora me lo chiedeva? Nel sonno? Erano mesi che attendevo quelle parole…

-Dormi, ci rivedremo presto…te lo prometto sorellina mia-

 

L’aria del mattino profumava quasi di incenso e di primula, era la giornata perfetta per partire, un sorriso idiota mi dipingeva la faccia, non mi sembrava vero erano..erano mesi che mi preparavo a questo giorno ed ora finalmente era arrivato, avevo quasi voglia di urlare dalla gioia.

Iniziai a mettermi tutto l’abbigliamento tecnico, ma sentii qualcuno alle mie spalle arrivare correndo e saltarmi in spalle, riuscii per poco a non cadere sopra la moto.

-Céline…per un pelo facevo danni!!!!-

-Credevi di andartene senza salutarmi musona??-

In realtà si…ma non era cortese dirlo…

-Tsk non rispondere tanto so già che lo speravi, comunque…volevo darti questo…spero ti porti fortuna e che ti faccia compagnia e ti faccia pensare a me..-

-Tranquilla, ogni volta che sentirò la tua mancanza mi guarderò allo specchio…ma grazie, sono certa che andrà tutto bene!! Tu piuttosto abbi cura di te, quando torno voglio vederti in forma-

La mia sorellina mi aveva lasciato il suo simbolo Karmico, una collana in caucciù con un ciondolo che rappresenta l’yin e lo yang, diceva che ci rappresentava molto bene, entrambe così uguali ma così diverse, dovevo chiederle prima o poi chi faceva la parte dello yin anche se sapevo già la risposta!!!

Accesi la moto, sentivo il rombo del motore vibrare dentro di me, misi lo zaino in spalle, ero pronta, feci un rapido inventario e riassunto: vestiti e scarpe ok, accendini e sigarette ok, mp3 ok, dentifricio spazzolino e amichetti vari ok, un rapido kit pronto soccorso ok, pugnale comprato via internet e nascosto nello stivale ok, spray al pepe ok, macchina fotografica, un libro da legger prima di far nanne ok, una coperta in pile ok, torcia e batterie di ricambio ok,altre cosette ok.. e il resto nella borsa serbatoio ok, si avevo tutto. Si parte!!!

Prima di richiudere la visiera feci l’occhiolino a Céline, poi guardai in cielo, pregai mia madre di proteggermi da lassù…mia madre, morta quasi un anno, quel giorno aveva cambiato e segnato la mia vita per sempre, ero cambiata moltissimo per colpa di quel maledetto istante!

Ero in viaggio da quasi un’ora, troppo bello, correvo lungo l’autostrada e vedevo le montagne avvicinarsi sempre di più, era davvero un paesaggio mozzafiato!!

Un lampo, ricordo solo quel lampo….quella luce bianca che mi colpì in pieno, durò un attimo, sentii una scarica di adrenalina tremenda e poi un colpo fortissimo, cavolo…che fossi già finita all’altro mondo???

   
 
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