Pre-missione
[fine agosto 7° anno]
Terrore, lancinante terrore.
Aveva pochissimo tempo prima di tornare a casa e poi partire per la sua missione e non capiva come fosse finito lì, di notte, in quella strada di Londra piena di babbani, coperto da un mantello.
Poi lo vide arrivare e notò come sembrasse felice in compagnia di quegli altri, come sembrasse rilassato pur vivendo in una città di babbani. Forse non stava neppure andando in qualche strampalata missione per l'Ordine, forse stava semplicemente uscendo a divertirsi con i suoi amici.
Non gli importava di certo che non fosse con lui, che non si fossero più parlati.
Ma non poteva permettersi di sentirsi invidioso ora, suo fratello sarebbe stato il prossimo e non poteva permetterselo.
Si avvicinò a grandi passi, notando due moto parcheggiate davanti all'edificio, e conoscendolo una doveva essere sua.
Quando lui lo vide si bloccò di colpo, stupefatto. Anche l'amico del cuore, il mannaro e la Caposcuola sanguesporco si fermarono increduli, portando la mano alla bacchetta, dimentichi di trovarsi in presenza di babbani. Lui li ignorò, continuando ad avanzare con le mani vuote che dondolavano lungo le sue gambe, fissando sempre e solo suo fratello.
«Regulus...» lo vide formulare senza emettere suono. L'aveva riconosciuto anche col cappuccio sulla testa, solo dalla parte inferiore del suo viso. Qualcosa in lui, che sarebbe dovuta essere morto da tempo, gioì.
Non c'era tempo.
Quando fu abbastanza vicino si fermò, scrutando avidamente quel viso che gli mancava tanto da quando aveva compreso il suo errore, perché Sirius aveva sempre avuto ragione, con tutta quella sua arroganza, quei modi troppo impulsivi e quel cuore e quella volontà che nessuno era riuscito a piegare, a costo di abbandonare la propria famiglia. Sirius aveva capito, aveva sempre capito e scelto la parte giusta.
«Domani notte i Mangiamorte verranno qui per ucciderti, ti hanno rintracciato.» disse e lo vide spalancare gli occhi, incredulo.
«Io... Cosa... Tu...»
«Io sono già morto.» tagliò corto lui, «Dimenticati di me.»
Sì, doveva dimenticarsi di quell'incontro per il suo stesso bene.
Voleva dirgli che aveva ragione, voleva chiedergli scusa, voleva uscire con lui e scappare e passare il resto della sua vita a raccontargli quello che aveva fatto da quando erano separati e chiedergli di lui, voleva avere un fratello di nuovo e voleva vivere, trovare una donna, sposarsi e avere figli, voleva un mondo migliore senza che questo comportasse un genocidio, voleva vedere quel mondo migliore che lui avrebbe contribuito a creare.
Ma non poteva, stava per morire.
E non aveva tempo di dire tutto a Sirius, non poteva neanche spiegargli cosa voleva fare perché era troppo pericoloso per tutti ed era già stato un fuoriprogramma pericoloso venire ad avvertirlo senza neppure dirgli una parola sugli Hocrux, dato che non voleva che fosse il resto della famiglia a pagarne le conseguenze.
«Saluta Andromeda per me.» concluse con voce più tremante di quanto avrebbe desiderato, e lo vide impallidire. Aveva finalmente recepito il messaggio.
Si voltò per andarsene e fu l'ultima voce che si aspettava di sentire, la voce della sanguesporco, che lo chiamò.
«Aspetta! Tu... sei dalla nostra parte! Vieni via con noi!»
Si girò di scatto a guardarla, sconvolto, e scoprì che anche lei lo era, ma continuava a guardarlo e assumeva velocemente un'espressione determinata e in qualche modo speranzosa.
Era una sanguesporco ma aveva degli occhi bellissimi.
«Non sono dalla vostra parte. E ho già detto che sono morto. I morti vanno solo sotto terra.»
O nelle profondità di un lago.
Lei sussultò, colpita, e Potter fece per fare un passo avanti contemporaneamente a suo fratello. Lui non gli diede il tempo e si smaterializzò davanti a Grimmauld Place 12.
Cominciò a iperventilare nel momento in cui aprì la porta di casa, fiondandosi alla ricerca di Kreacher.
Nessuno avrebbe mai saputo, nessuno di cui gli importasse.
Ma Sirius sarebbe sopravvissuto e forse, un giorno, avrebbe capito.
«Kreacher!» chiamò, aprendo il suo armadio, «Kreacher, io... devo chiederti un favore.»
Kreacher lo guardò sconvolto, forse per via del suo tono supplice o chissà, magari l'aspetto esteriore rifletteva ciò che provava.
«Kreacher farebbe qualsiasi cosa per padron Regulus!» si affrettò comunque a dire l'elfo.
Gli sfuggì quasi un sorriso, sentendo un moto d'affetto per quel povero stanco servitore. E amico.
«Devi portarmi nella caverna. Quella dove ti ha condotto l'Oscuro Signore.»
Stavano per passare a prenderlo James, Lily e Remus. Avevano deciso di andare a cena tutti assieme in un locale babbano e lo avrebbero raggiunto in moto per la felicità di Lily. Remus era stato molto meno allegro all'idea ma conveniva che per spostarsi dentro Londra la smaterializzazione non era necessaria.
Quando suonarono alla porta si catapultò di sotto, chiudendo il giubbotto di pelle, regalo di lei per il suo compleanno.
«Meno male che Mary e Peter ci raggiungono lì, non avrei retto a un altro giro in moto a tre.» commentò Remus mentre usciva dall'edificio, una sorta di lussuoso condominio per maghi di cui Sirius aveva preso l'attico, e gli amici scoppiarono a ridere al ricordo dell'ultima pazzia.
«Prendi l'esempio da Lily, che non ha strillato neanche una volta! Cosa che non si può dire di Prongs...» disse lui.
«Lily è pazza.» ribatté Remus.
«Credevo che lei stesse per cadere!» si giustificò James arrossendo, «Poi ora abbiamo due moto, non andremmo in tre!»
«Cosa c'entra? Se ci fossero Worm e Mary lo faremmo!» replicò Sirius.
«E non credevi che io stessi per cadere, bugiardo! E non sono pazza!» proseguì la ragazza.
Risero ancora tutti e poi Sirius si bloccò inorridito alla vista della figura incappucciata che veniva loro incontro con inequivocabili vestiti da mago. Gli amici se ne accorsero perché si fermarono a loro volta e sentì distintamente James trattenere il respiro mentre cercavano le bacchette.
Ma lui non lo fece, perché la figura si era fatta più vicina senza dare segno di volerli attaccare, senza neppure avere la bacchetta in mano. E quando entrò nella zona illuminata dalle luci poste all'ingresso del palazzo Sirius riconobbe quel naso dritto, quelle labbra identiche alle sue e l'andatura elegante.
«Regulus.» cercò di dire, senza voce. L'altro si fermò dopo pochi passi, raddrizzandosi come per vederlo meglio, e per un istante il cappuccio si mosse indietro spinto dal vento fresco serale e lo vide in viso: gli occhi grigi, l'aria altera, il viso pallidissimo, scavato.
«Domani notte i Mangiamorte verranno qui per ucciderti, ti hanno rintracciato.» rivelò Regulus con voce roca.
Spalancò gli occhi, trattenendo il fiato.
Regulus stava tradendo Voldemort o era soltanto una trappola?
Perché lo faceva? Teneva ancora a lui? Non era forse diventato un Mangiamorte?
E ora cosa sarebbe successo, sarebbe venuto via con loro? Cosa ne sarebbe stato di suo fratello?
«Io... Cosa... Tu...» cercò di dire, raccogliendo le idee. Nessuno degli altri osò intervenire.
«Io sono già morto. Dimenticati di me.»
Non capì di cosa stesse parlando, non era di certo un fantasma quello che aveva davanti e poi Reg era sempre stato melodrammatico, ma prima che potesse chiedere altro lui aggiunse: «Saluta Andromeda per me.»
Si sentì sul punto di cadere, comprendendo di colpo che non lo avrebbe visto mai più, che Regulus doveva aver capito il suo errore e stava andando incontro a una morte orribile per mano del suo “signore”.
E lo vide dargli le spalle, pronto ad andarsene. Serrò le mani, impotente, troppe cose a serrargli le labbra e il cuore che gli batteva furioso in petto, quando la voce di Lily, mai stata così bella, agì per lui.
«Aspetta! Tu... sei dalla nostra parte! Vieni via con noi!»
Regulus si voltò di scatto e anche così, coperto dal cappuccio, fu chiaro che era rimasto scioccato dalle sue parole. Anche Sirius si voltò per un momento a guardarla, come stava facendo James.
Lily era sincera, si vedeva.
Ed era la persona migliore che Sirius avesse mai conosciuto, dopo James.
«Non sono dalla vostra parte. E ho già detto che sono morto. I morti vanno solo sotto terra.»
Lily sussultò e lui e James, come sempre come di comune accordo, mossero un passo: anche suo fratello, beh, l'altro fratello, quello che aveva guadagnato a Hogwarts, esattamente come la sua fidanzata voleva aiutare entrambi.
Ma Regulus si smaterializzò.
Sirius fissò agghiacciato il punto in cui era scomparso, con una mano ancora a mezz'aria per cercare di fermarlo. Una stilla di dolore al petto divenne ben presto un mare, e lui lasciò cadere il braccio.
«No.» gemette Lily.
Non era dalla loro parte, perciò doveva essersi fatto prendere dal panico capendo cosa veramente voleva Voldemort. Sapeva che sarebbe finita così.
«Andiamo via di qui.» disse Remus bruscamente, guardandosi attorno con quegli occhi che vedevano alla perfezione anche al buio, e James lo afferrò per un braccio, per dargli forza e guidarlo.
No.
Lily aveva riassunto bene il punto.
Sto pubblicando a tarda notte, mi rendo conto, comunque avverto chiunque sia interessato che ho cominciato a pubblicare Cedric's friends. Datele un'occhiata se vi piace come caratterizzo i personaggi.
E alcuni sono figli di persone nominate qui in questa raccolta o hanno avuto contatti in famiglia con loro.
Il prossimo capitolo non sono ancora sicurissima di quale sia, abbiate pazienza XD
Ho anche aggiornato The tale of the seven brothers con un capitolo bello lungo.
E poi su questo capitolo: due moto, ma James ne sfascerà uno mentre i Mangiamorte lo stanno inseguendo nel capitolo “seconda volta”, poi incontrerà due poliziotti babbani – prequel Rowling – e poi si svolgerà il capitolo in questione.
Penso che potrei descrivere anche la morte di Regulus.
Come ho scritto su facebook: “ più scura di carnagione e con gli occhi nerissimi, con un mantello nero e il cappuccio, questa è la Dorcas che ho sempre in mente: ->http://wallpapers-diq.net/it_78_~_Kate_Beckinsale,_Making_the_Movie.html “
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