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Autore: CherryBomb_    27/10/2010    4 recensioni
Arianna e Ilaria, sedicenni, amiche da qualche anno. Fanno parte di quelle ragazze che sono convinte che il principe azzurro non esiste.
Arianna non ha mai avuto il ragazzo, Ilaria non lo ha da due anni e mezzo. Ormai sono abituate a questo loro stato di "zitellaggio", ma una serata diversa cambierà le loro vite. Ci saranno molti intrecci, ritorni di fiamma, non sarà tutto semplice, anche se all'inizio potrà sembrare così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 37

Paure inutili

Ila POV
Ero davanti allo specchio di casa mia che mi stavo mettendo la matita ed ero stranamente in ritardo. Dovevamo andare a casa della Ary a prenderla per poi andare a casa di Simo per passare una giornata con lui ed Edo. Il giorno dopo ci sarebbe stato il matrimonio del fratello di Edo ed avevamo deciso di andare tutti a dormire da Simo per fare prima.
Avevo preparato tutto, la borsa con dentro i ricambi e l’altra borsa per il matrimonio. Avevo tutto, assolutamente tutto, mi sembrava di tornare indietro a quando stavo preparando la borsa per passare qualche giorno in ospedale con Simo.
La piccola differenza era che in quel momento io e lui non stavamo insieme, invece adesso sì.
Scesi di corsa e partimmo a prendere la Ary.
In macchina mia mamma si lasciò andare alle sue piccole raccomandazioni, finché non arrivammo a casa di Simo.
Appena mia mamma frenò davanti a casa, Simo ed Edo erano già fuori dalla porta ad aspettarci.
-Ciao ragazze. Divertitevi e mi raccomando. – sempre premurosa la mia mammina.
Simo mi prese per mano e mi portò dentro in cucina, dove appoggiai la borsa.
-Ciao.- mi sussurrò a pochi centimetri dal mio viso, le sue mani mi teneva in viso.
-Ciao.- sorrisi per poi baciarlo.
Ed ecco un flashback di quel giorno a casa dei miei nonni, in cui io e lui ci eravamo lasciati un po’ troppo andare, anche se la cosa mi era piaciuta parecchio. Volevo andare avanti continuare e arrivare fino al punto in cui lo avremmo fatto. Volevo lui. Avevo voglia di lui e questo era tutto quello che contava, ma lui decise di fermarsi e forse fu anche meglio così.
-Allora, come stai?- mi chiese sorridente.
-Bene, grazie tu?
-Benissimo. Stanotte ti ho sognato.
Non dirmi che lo stavamo facendo.
Mi sembrava tanto una di quelle scene “Sai stanotte ti ho sognato” “E cosa facevamo” e intanto alla persona viene in mente la scena di sesso con quell’altra, mi sentivo in quello stesso caso.
-Be, lo stavamo facendo.- e chi aveva ragione? Il mio sesto senso non faceva cilecca nemmeno in quell’occasione.
-Ah si? Bene, mi sono persa qualcosa di importante non essendoci?- chiesi io cercando di essere maliziosa e di fare la voce più distaccata possibile.
-Eccome, sai com’è ho grandi doti io. – cominciai a ridere.
-Immagino. – stavo morendo dal ridere.
-Cosa fai mi prendi per il culo?- mi chiese leggermente arrabbiato.
-No.- la mia risata era incontenibile.
-Ah, si? Mi prendi per il culo? Adesso ti faccio vedere io.
Mi caricò sulla sua spalla.
-Simo, mollami immediatamente. – cominciai ad urlare sbattendo le mani sulla sua bellissima schiena.
-Rilassati. – mi rispose ridendo. Ma che aveva tanto da ridere? Io non stavo ridendo, anche se poi ci avrei riso su.
Uscimmo dalla porta finestra e Simo si avviò verso la piscina.
Non avrà mica intenzione di buttarmi in piscina vero? Se lo fa, lo ammazzo.
-Non avrai intenzione di buttarmi in piscina vero?- tramutai il mio pensiero, in una domanda.
-E se anche fosse?- e se anche fosse cosa? Mai pensato che la sottoscritta potrebbe tenere il cellulare nella tasca dei pantaloni?
-Ho il telefono nella tasca dei pantaloni, scemo.- alzai ancora di più la voce.
-In  quale tasca?- mi chiese lui fermandosi improvvisamente.
Non mi ero accorta della presenza della Ary e di Edo, fino ad allora, sentivo le loro risate che assistevano divertiti alla scena.
-La destra, ovviamente.- dove lo metteva lui il cellulare? La maggior parte delle persone, mette sempre il cellulare a destra (fateci caso)
Lo sentii infilarmi una mano nella tasca destra. Sgranai leggermente gli occhi a causa di quel gesto,ma non gli dissi niente.
Prese il cellulare e lo lasciò sulla sedia a sdraio lì vicino.
Ma era mai possibile che ero caricata su una spalla, e che spalla, come un sacco di patate?
Simo cominciò a correre verso la piscina e si tuffò con me sulle spalle.
La sensazione del rumore che sentii sott’acqua mi invase.
Avrei voluto rimanere lì sotto per sempre, ma i miei polmoni richiedevano già ossigeno, così riemersi.
Quando tornai in superfici, vidi Edo correre con in spalla la Ary come un sacco di patate, per poi tuffarsi.
Era divertente vederla da fuori la scena, però. Ridevo come una scema.
-Scusate, ma fare il bagno come le persone normali, in costume era difficile?- chiesi io. Eravamo vestiti. Non che non avessi mai fatto il bagno vestita, ma era leggermente fastidiosa la cosa, soprattutto perché mi sentivo tutto i vestiti aderire al mio corpo e mi dava fastidio.
-A quanto pare si.- risposa la Ary ricominciando  a ridere.
Era felice, mi piaceva vederla così. Finalmente la vedevo raggiante e felice sul serio.
Stavamo facendo battute, scherzando, ma ad un certo punto un brivido di freddo mi invase.
Dissi che sarei andata su perché avevo freddo e Simo mi seguì.
Simo appena entrai in casa mi prese per i fianchi e mi tirò verso di sé.
-Adesso vieni a leccarmi il culo?- gli chiesi – mollami.
Mi lasciò andare. Io salii per le scale di corsa e mi fiondai in bagno.
Lui bussò alla porta.
-Non hai voglia di fare le coccole con me?- mi chiese con la voce talmente dolce e sensuale che se avessi ceduto solo un attimo, gli avrei detto di sì, ma non dovevo cedere. Dovevo smetterla di cedere ogni volta che lui faceva qualcosa.
-No, voglio farmi una doccia. Se non mi avessi buttato in piscina, adesso potremmo farci le coccole insieme.
-Quindi, è colpa mia?
È no, se no di chi? Chi era stato a buttarmi in piscina vestita? Di certo non mi sono caricata in spalla da sola e non mi sono buttata in acqua.
-Adesso, faccio una doccia e se ti azzardi solo ad entrare non sai cosa ti faccio.- gli intimai, anche se, in un certo senso, avrei voluto che entrasse da quella porta di soppiatto.
-Ok, lo giuro che non entrò. Mi metto a giocare alla play.
Aprii l’acqua della doccia e cominciai a spogliarmi.
Mi misi sotto il getto caldo e mi lasciai andare ai miei pensieri.
Ripensai a quegli ultimi mesi, a come Simo fosse riuscito a fidarmi di lui o forse lo avevo sempre saputo che di lui potevo fidarmi. Erano cambiate tante cose negli ultimi mesi, non sarebbe potuto andare meglio. Con Simo non mi sentivo forzata per fare niente, non mi sentivo obbligata a fare qualcosa che non volevo fare e, la cosa più importante, era che ero completamente me stessa, in tutti i miei lati, anche quelli da pazza sclerata, ero semplicemente io, io e basta e questa cosa mi piaceva. Non dovevo fingere, non dovevo trattenermi, non mi sentivo in dovere di nascondere certi miei lati ed era una sensazione stupenda.
Non so quanto tempo passò. So solo che quando spensi l’acqua della doccia, sentii le voci della Ary e di Edo. Erano arrivati finalmente.
Uscii dalla doccia e presi l’accappatoio appeso lì in parte ed andai fuori.
La Ary mi guardò.
-Da quanto siete arrivati?- chiesi.
-Pochi minuti. – fece un sorrisino beffardo, per poi ricominciare a parlare - vedo che stranamente ci hai messo poco a fare la doccia. – cominciò a ridere. Che cosa c’era da ridere? E soprattutto che senso aveva la sua ultima frase? Ci avevo davvero messo così poco? Sinceramente non lo sapevo sotto la doccia perdo la cognizione del tempo e non so quanto sto dentro.
-Be, per la verità è da quando siamo saliti che era dentro. – guardai Simo, era in un certo senso offeso che non avessi voluto passare del tempo con lui, ma non mi importava più di tanto, volevo fare una doccia e l’avevo fatta. Non potevo lasciare a casa le mie battutine, però.
-Avevo paura che mi stuprasse e allora mi sono chiusa in bagno. – gli dissi per provocarlo. Sapevo che avrebbe ceduto alla tentazione di rispondermi. Mi piacevano quegli scambi di battutine, scherzi e giochi, rendevano meno monotona la cosa.
-Ah, si. Certo. Adesso sono io quello che vuole stuprarti? Vorrei ricordarti cosa è successo a casa dei tuoi nonni quando abbiamo fatto il pranzo, piccola tentatrice- mi rispose lui ancora concentrato a giocare alla play con Edo.
Ma come si permetteva di tirare in ballo una storia di un mese prima quasi? E poi, io volevo stuprarlo in quel frangente? Ma se era lui che aveva iniziato.
-Io? Cosa ho fatto? Cos’è successo a casa dei miei nonni?- cercai di fare la voce da angioletto e di fare una faccia da cane bastonato. Non so se mi venne bene o meno, lui non mi stava guardando.
La Ary mi guardava, in un certo senso, sconcertata. Ops. Non le avevo mai parlato di cosa era successo tra me e Simo quel giorno. Ecco perché mi guardava così, perché non riusciva a capire di cosa stessimo parlando.
-No, certo tu non hai fatto niente. Ho fatto tutto io.
Si, hai fatto tutto tu, bellissimo rincretinito.
-Si, hai fatto tutto tu. Vorrei ricordati che hai iniziato tu,non io. – ma perché stavamo semi-discutendo poi?
-Se tu non mi avessi messo le mani nei capelli, non saremmo arrivati fino a quel punto. – mise il gioco in pausa.
Ops. Be, si quello era stato un mio “errore”, mi ero lasciata leggermente trasportare dalla situazione.
-E se tu non fossi arrivato a rompere le palle, non sarebbe successo niente va bene? Il bello è che sembra che sia successo chissà che cosa, ma alla fine non è successo un cazzo.- stavolta alzai leggermente la voce per enfatizzare il fatto che non avessimo fatto niente di strano, ci eravamo solo baciati santo cielo, dovevamo fare tutta quella scena?
-Perché mi sono trattenuto dal farti mia in quel preciso istante sul ripiano della cucina, con gente che stava a pochi metri di distanza da noi. – rispose lui continuando a guardarmi.
Io ero scioccata, non pensavo che si fosse trattenuto così tanto e poi il termine “farti mia” detto dalle sue labbra, mi piaceva tantissimo.
Lui ad un certo punto, in imbarazzo e arrossendo, distolse lo sguardo e tornò a giocare. La Ary era scioccata quanto me, Edo rideva, ma cosa aveva da ridere quello?
-Cos’hai detto?- la mia voce sembrava più un sussurro.
Non mi rispose. Era ancora leggermente rosso e non si girò nemmeno a guardarmi.
-Simo, mi dici cos’hai appena detto?- gli richiesi in modo dolce e tranquillo.
-Niente. Non ho detto niente.
-Sia chiaro che non finisce così.- presi la mia roba e me ne tornai in bagno.
Ma avevo davvero capito bene? Si era davvero trattenuto così tanto, da non farmi sua in quell’istante? Non pensavo di averlo fatto destabilizzare così tanto, cioè non avevo fatto niente di speciale.
Ero immersa nei miei pensieri quando sentii squillare il cellulare di Simo. Non mi soffermai molto a cercare di capire con chi stesse parlando, sinceramente non stavo neanche ascoltando.
-Tentatrice, tu cosa vuoi?- urlò dal letto.
- Patatine anche io come la Ary- urlai per farmi sentire. Aprire la porta era un optional ovviamente.
Tra le cose che avevo preso prima, mancava il pigiama. L’unica cosa asciutta che avessi a disposizione.
Uscii dal bagno con il mio costume bianco.
-Vuoi fare un altro bagno?- mi chiese Simo. Dovevo ridere? Si credeva simpatico?
-No, ma siccome non voglio rischiare di rovinare l’intimo che devo mettere domani, l’unica cosa asciutta che ho è il costume. – gli feci un sorrisino tirato per fargli capire quanto quella cosa mi dava davvero fastidio.
Ero di spalle, stavo trafficando nella borsa.
Sentivo uno sguardo che indugiava su di me, ma non volevo indagare e soprattutto non volevo girarmi con la convinzione che fosse Simo e poi magari non era nemmeno lui.
-Simo, hai perso. – disse Edo a Simo, ma stranamente lui non reagiva. Che stava combinando quello scemo?
–Simo? Simo sei tra noi? Simo?- di nuovo Edo.
In quel momento mi girai e mi trovai Simo che mi guardava con una faccia da scemo ed Edo che gli sventolava una mano davanti alla faccia per farlo riprendere.
-Che cazzo ti guardi pervertito- dissi lanciandogli il pigiama dritto in faccia.
-Stavo ammirando.- mi rispose lui con una faccia da pesce lesso che non avevo mai visto fare da nessuno.
-Bene, ammira finché puoi tanto non lo vedrai molto presto questo corpo. – si, avevo intenzione di non cedere a nessuna tentazione, a nessun tipo di provocazioni o quant’altro. Quindi, non avrebbe nemmeno mai visto il mio corpo, a parte in casi eccezionali, come fare il bagno in piscina.
Gli passai davanti cercando di fare dei movimenti sensuali e, prendendogli il pigiama dalle mani, tornai in bagno.
Poco dopo entrò in bagno anche lui.
-Scusa? Cos’è che non vedrò per un po’?- mi chiese un po’ sconcertato e forse arrabbiato, non riuscivo a capire bene, ma ero di spalle e quindi non lo vedevo.
-Questo. Quello che vedi in questo momento. – gli risposi indicando il mio corpo. Non che fosse il massimo dei corpi, intendiamoci. Non ero di certo la classica magra, per niente proprio.
-Ah si? Bene, vedremo.- uscì sbattendo la porta.
Cos’avevo scatenato la guerra?
Ad un certo punto mi accorsi che non c’erano più voci in camera.
Uscii dal bagno e trovai Simo ancora alla play.
-Dove sono andati quei due?
-Sono andati giù, è arrivata la pizza.- mi rispose senza guardarmi.
-E come mai tu non sei sceso?- c’era qualcosa che mi puzzava.
-Perché volevo aspettarti.- si girò e mi fece un sorriso.
Mi preoccupava quel sorriso, sembrava tanto beffardo e vendicatore.
Si alzò di scatto dal letto, mi prese in spalla e mi buttò nella doccia.
-No, fermo. Fammi togliere almeno il pigiama.- lo supplicai.
Si, lo stavo supplicando. Io che supplicavo lui, ma dove ero finita?
-Ok, toglilo.- sembrava davvero uno di quei generali in guerra, un generale molto figo, dovevo aggiungere.
Mi tolsi il pigiama e lui immediatamente aprì l’acqua della doccia.
L’acqua era gelata, cercai di non urlare. Non volevo dargli la soddisfazione di vedermi urlare per l’acqua gelata.
Non provai neanche a scappare, non sarebbe servito a niente, mi avrebbe ripresa senza problemi.
Lo vidi uscire dal bagno per poi tornare qualche minuto dopo.
-Tieni, mettiti questi. Veloce che ti aspetto.- mi allungò una confezione di Victoria Secret. Era un intimo. Be, dai, almeno era stato gentile a portarmi della biancheria pulita.
Velocemente mi spogliai, mi cambiai ed uscii indossando di nuovo il pigiama.
Sentii lo sguardo di Simo su di me, lo guardai e poi me ne andai dalla stanza.
Scesi velocemente e trovai già tutti in cucina.
Ovviamente le domande non mancarono, del perché ero in pigiama e cose varie. Simo spiegò anche a sua mamma di avermi prestato dell’intimo che, da quanto avevo capito, non era mai stato usato.
Ale ci consegnò le nostre pizze.
Cominciammo a mangiare dopo che io ebbi rubato un frutto di mare a Simo e lui mi ebbe rubato una patatina. Poi ci furono battutine su battutine finché la Bea non chiese ad Edo come stavano i suoi.
Da quel momento mi distaccai completamente dalla conversazione. Mangiai in silenzio, cercando di sembrare presente anche se in realtà non c’ero. Non stavo pensando a niente in particolare, ero solo immersa nel vuoto e basta.
Improvvisamente sentii una mano sulla mia gamba che lentamente mi accarezzava. All’inizio ebbi un brivido, poi cercai di riprendere il controllo di me stessa.
Era Simo, mi stava provocando ed io non dovevo cedere.
Sapevo che la mia faccia in quel momento non era delle migliori: mi stavo sforzando di non fare o dire niente e soprattutto sto scemo, mi stava facendo i grattini sulla gamba.
Notai lo sguardo della Ary indugiare su di me. Sapeva cosa stava succedendo, ormai mi conosceva benissimo, ma la cosa che mi lasciava letteralmente a bocca aperta, era il comportamento di Simo, totalmente distante e impassibile, sembrava non farci nemmeno caso, anche se sapevo che stava ridendo sotto i baffi.
Mi girai di scatto, ad un certo punto, e lo guardai male. Per tutta risposta lui propose di farci un bagno, ignorando completamente la mia fulminata.
Andammo in camera a cambiarci. Entrai immediatamente in bagno e mi chiusi dentro a chiave.
Simo poco dopo bussò.
-Da quand’è che ti chiudi dentro?- mi chiese lui.
-Da quando non voglio che tu entri in bagno da un momento all’altro.
Mentre parlavo con lui, mi spogliai e mi misi il costume.
Quando aprii la porta, mi trovai a pochi centimetri dalla mia faccia Simo.
-Sei arrabbiata con me?- mi chiese con un sorrisino divertito.
-No, per niente. perché dovrei essere arrabbiata con te?- forse perché mi aveva cacciato sotto la doccia? O forse perché mi voleva provocare davanti a tutti per farlo apposta? Be, erano tutti dei buoni motivi per essere arrabbiata con lui.
-Perché ti ho buttato sotto la doccia e perché ti stavo provocando davanti a tutti.
-Si, sono arrabbiata con te, per queste cose va bene?- ero arrabbiata, ma lui, con un sorriso, si avvicinò a me e mi baciò. All’inizio opposi resistenza, ma come potevo apporre resistenza a lungo a quelle labbra? Impossibile.
Restammo a baciarci per un po’, cercando di mantenere il controllo della situazione.
Mi staccai da lui ed andai in cucina, dove trovai la Ary che parlava con la Bea.
-Adesso sono gli uomini che arrivano in ritardo?- in effetti mancavano proprio i due uomini. La Ary e la Bea cominciarono a ridere. Che fine avevano fatto?
La Ary indossava un bikini blu che le stava davvero bene, Edo sarebbe stato contento della visione.
Arrivarono anche gli altri due e quando entrarono in cucina.
La mascella si staccò completamente dalla mandibola.
Avevo davanti due uomini perfetti.
Uno alto, moro, occhi scuro, con la scritta “stronzo” scritta a caratteri cubitali sulla faccia, anche se si era leggermente addolcito dalla prima volta che lo avevo visto. Fisico leggermente palestrato, spalle larghe come piacevano a me. Era perfetto con quella sua pelle olivastra. Pantaloncino nero metteva in mostra le gambe.
L’altro alto, castano scuro, occhi verdi con quel sorriso stampato in faccia. Fisico slanciato e palestrato, ma non troppo. Spalle abbastanza larghe, anche se non come piacevano a me, ma era perfetto. Con la pelle leggermente abbronzata che gli faceva risaltare gli occhi. Un pantaloncino blu notte che lo copriva fino a metà coscia.
Io e la Ary eravamo completamente imbambolate a guardarli.
Io non riuscivo a staccare gli occhi da Simo, dal suo corpo, dai suoi occhi. Ero completamente attratta da quel uomo. Si, perché era un uomo, a 21 anni io uno lo consideravo già uomo e lui lo era. O meglio loro lo erano.
-Ragazzi? La piscina è fuori. – disse la Bea cominciando a ridere.
-Cosa?- domandammo tutti insieme continuando a guardarci negli occhi l’uno con l’altro.
-Che la piscina è fuori. – continuava a ridere.
-Ah, si giusto. Ragazzi, andiamo.- disse Simo riprendendo il controllo, anche se continuava ad avere lo sguardo legato al mio.
Si avvicinò a me e mi prese per mano per portarmi fuori.
Si mise a sedere su una sdraio e mi fece sedere in mezzo alle sue  gambe completamente appoggiata a lui.
Sentivo il petto contro la mia schiena, le sue braccai intorno alla mia vita, il suo respiro nei miei capelli. Adoravo tutto di lui o forse lo amavo? Non lo sapevo, ma forse era così.
Poco dopo arrivarono la Ary ed Edo mano nella mano.
Edo la prese da dietro e la buttò in piscina da sola stavolta.
Mi misi a ridere, ma più il tempo passava e più mi stavo preoccupando. Non tornava più in superficie, non vedevo movimenti strani.
Decisi di fare un tuffo a bomba, tanto per divertirmi e controllare la situazione.
-Bombaaaaaaaaaaaa – mi misi ad urlare proprio mentre la Ary tornò in superficie.
Mi tuffai sollevata dal fatto che non le fosse successo niente.
Ero talmente scema, che mi ero dimenticata di chiudere la bocca entrando in acqua. Così avevo bevuto un sacco di acqua e tornando in superficie la prima cosa che feci fu tossire.
Vedevo tutti che mi guardavano con una certa aria divertita.
-Non dirmi che hai bevuto.- mi chiese la Ary. E che problemi c’erano se avevo bevuto? Capita a tutti.
-E anche se fosse? Mi sono dimenticata di chiudere la bocca prima di toccare l’acqua, va bene?- risposi un po’ acida e contrariata dalla sua affermazione- domanda.
Scoppiarono tutti a ridere.
Come erano simpatici, ridevano di me. Che bella gente che avevo conosciuto.
-Cosa fate mi prendete per il culo?- chiesi facendo l’offesa. Mi dava fastidio quando le persone mi prendevano per il culo. Lo odiavo come atteggiamento.
Uscii dalla piscina e andai a sdraiarmi su una sedia a sdraio, da sola, senza Simo. Volevo prendere un po’ di sole, non me l’ero presa davvero.
Non so come, ma sentii che Simo si stava per avvicinare.
-Non ti azzardare a muovere un passo verso di me.- lo intimai. Non sapevo davvero come avevo fatto a sentirlo.
Avevo gli occhi chiusi ed ero pure in una posizione sfavorevole per vederlo, quindi come avevo fatto? Certe volte mi stupivo davvero di me stessa.
-Ma……come fai a sapere che sto arrivando?- mi chiese lui scioccato.
E se ti dicessi che non lo so neanche io mi prenderesti per pazza?
Era probabile e di certo non un problema, mi ero sentita dare della pazza tante volte, una volta in più non contava tanto.
-Io so tutto ricordatelo.- cercando di mantenere un’aria altezzosa e da stronza, anche se stavo scherzando ed un sorriso mi comparve sulle labbra.
Qualche minuti dopo venni raggiunta dalla Ary.
Parlammo delle nostre cose e ridemmo e scherzammo, come non facevamo più da tempo. Da quando erano arrivati i ragazzi io e lei passavamo difficilmente dei momenti insieme, anzi dei pomeriggi, perché di momenti ce n’erano tantissimi, ma di pomeriggi era un sacco che non ne facevamo.
Parlammo delle nostre cose e i ragazzi non ci disturbavano più di tanto, anche se qualche volta facevano un giretto per poi tornare al loro posto.
Il pomeriggio passò così mentre io mi gustavo il dolce sole pomeridiano di una giornata di giugno.
Per cena mangiammo un piatto di pasta tutti insieme e discutemmo su che film avremmo potuto volere. Ovviamente la scelta era tra un film d’azione più da uomini o un film romantico più da donna.
Scioccammo tutti quando io e la Ary proponemmo Fast and Furious: solo parti originali, però quasi tutti furono d’accordo.
Dall’inizio del film io e la Ary ci lasciammo andare ai nostro soliti commenti sui protagonisti e sulle varie macchine.
Poco dopo si unì anche la Bea, facendo delle notevoli lodi ai protagonisti.
Facemmo sfrattare gli uomini e ci sedemmo tutte sullo stesso divano.
Mi ero davvero divertita tanto, non avevo mai riso così.
Ogni tanto lo sguardo mi cadeva sul profilo di Simo illuminato dalla luce della televisione. Era ancora più bello in quella penombra.
Gli sarei saltata addosso se avessi potuto.
Mi scopriva quasi sempre che lo guardavo, ma non mi rispondeva, mi sorrideva e poi tornava a guardare il film, per poi guardare me ed io sorridere a lui.
Passammo la maggior parte del film a fare così, ma ovviamente il film lo seguivo eccome.
Dopo che il film fu finito ci lasciammo andare agli ultimi commenti e decidemmo di andare a dormire.
Salimmo tutti, tranne Ale che aveva deciso di guardare un attimo le pratiche per una nuova causa.
Salimmo le scale ancora ridendo e scherzando.
-Buona notte, ragazzi. Mi raccomando, riposatevi che domani sarà una giornata lunga.- disse la Bea fermandosi davanti alla porta della sua camera.
-Buona notte. Ci vediamo domani.- dicemmo all’unisono. Mi sentivo tanto una bambina dell’asilo in quel momento, che rispondeva in coro con gli amichetti ad una domanda della maestra.
La vidi entrare nella sua stanza.
-Allora, ragazzi. Buona notte.- decisi di salutare velocemente la Ary ed Edo, non perché avessi voglia di passare del tempo da sola con Simo, solo perché avevo sonno, tanto sonno. Il sole, il bagno in piscina e tutto il resto, mi avevano messo stanchezza.
Ero in camera. Sinceramente non sapevo cosa fare, se mettermi nel letto o andare in bagno. Mi sentivo in un certo senso in imbarazzo e non riuscivo a capire come mai.
Pochi minuti dopo entrò anche Simo.
Io ero ferma a guardare il letto, persa a cercare di capire cosa volessi fare.
Rimasi a fissare il letto.
-Cosa stai facendo?- mi chiese Simo alle mie spalle. Sapevo che era lì, ma non pensavo che avrebbe parlato. Sussultai leggermente.
-A cosa pensi?- la sua voce si fece ancora più bassa e roca. Sentivo la sua presenza ancora più vicino.
-A qualsiasi cosa.- cercai di rispondergli con un tono pacato e normale, ma verso la fine la mia voce si incrinò.
-E tra queste cose ci sono anch’io?- mi prese per la vita e mi attirò a se, destabilizzandomi completamente. Cioè era una domanda da fare? Era ovvio che nei miei pensieri ci fosse anche lui.
Sentivo il suo respiro nei miei capelli, per poi penetrare nella mia pelle. Un brivido mi invase la schiena.
Non gli risposi. Oltre al fatto che non sapevo se dirgli la verità o se dirgli una bugia solo per provocarlo, ma decisi di tacere.
-Come mai non mi rispondi?- mi chiese posando le labbra sul mio orecchio. Un altro brivido mi percorse.
Cosa gli avrei risposto? Cioè che cosa potevo dirgli?
Rimasi zitta nuovamente, assaporandomi le sue labbra che mi baciavano il lobo dell’orecchio per poi scendere al collo.
Ok, stavamo incominciando davvero male. Avevo detto che non avrebbe rivisto il mio corpo per un bel po’ e non lo avrebbe rivisto, ma se faceva così era altamente impossibile fermarsi.
Le sue mani erano ancora sui miei fianchi, le sue labbra vagavano sul mio collo.
Io ero un brivido unico, mille scariche elettriche mi invadevano il corpo.
Mi girai di scatto e lo baciai.
Non potevo sopportare di non sentire quelle labbra sulle mie, di non sentire il suo respiro nella mia bocca e di non poter giocare con il suo piercing.
Lui mise le mani sul mio fondoschiena, indugiando leggermente, ma facendo una certa presa per avvicinarmi di più a lui.
Sentivo il suo corpo a contatto con il mio, potevo sentirlo benissimo e forse il fatto che fossi solo con la maglietta del pigiama, non migliorava la situazione.
Continuando a baciarci, ci avvicinammo lentamente al letto fino a quando non mi trovai completamente sdraiata con lui sopra.
Le sue mani cominciarono a vagare per il mio corpo ed io l’unica cosa su cui sapevo concentrarmi era la sua eccitazione contro la mia coscia. Cercai di riprendere leggermente il controllo di me stessa per non concentrarmi unicamente su quella parte, ma anche su tutto il resto.
Le sue labbra, in quel momento, erano all’inizio dell’incavo del mio seno.
Il mio fiato ormai era inesistente.
Le sue mani esperte mi sbottonavano lentamente i bottoni della maglietta.
Non so come mai, ma mi venne in mente, che probabilmente aveva fatto quel gesto con un centinaio di ragazze e questa cosa mi bloccò.
Gli bloccai le mani, lui alzò il suo sguardo pieno di desiderio, per puntarlo nei miei occhi.
Non so che espressione avessi, so solo che mi sentivo terribilmente triste ed amareggiata, ma non riuscivo a capirne il motivo.
Eravamo completamente immobili che ci guardavamo negli occhi, la mia mano ancora appoggiata alla sua per bloccarlo.
-Che c’è?- mi chiese con un po’ di fiatone.
Scossi la testa, ma avevo capito dal suo sguardo che non mi credeva.
-Scusa.- gli seppi solo dire. Non sapevo come giustificare il mio comportamento.
Mi guardava ancora con uno sguardo pieno di desiderio, ma era leggermente preoccupato.
Mi sollevai leggermente e lui si alzò lasciandomi libera di andare in bagno.
Quando entrai mi chiusi dentro e mi fiondai nella vasca idromassaggio vuota e mi rannicchiai.
Cominciai a pensare a quello che per stava per succedere prima: io e Simo uno sopra l’altra carichi di desiderio, ma improvvisamente io che penso che l’aveva fatto con altre centinaia di ragazze, che l’aveva fatto con altre e che poi se n’era andato. Una parte remota di me, pensava ancora che Simo avrebbe potuto farmi del male, avrebbe potuto farmi del male e quella remota parte, in quel momento, aveva fatto breccia nel mio cervello.
A parte questo fatto, avevo paura del confronto, che lui facesse il confronto con le altre con cui lo aveva fatto e che io non potessi reggere il confronto neanche se avessi voluto. Oltre per l’aspetto fisico, che decisamente erano l’opposto di me, ma anche per il fatto che loro fossero più grandi di me e che quindi avessero più esperienza nel campo “sesso”.
Io di certo in quella materia non ero molto afferrata, nella teoria andavo bene, ma nella pratica andavo…..be, non ne avevo mai fatta, quindi.
Rannicchiata nella vasca idromassaggio cominciai a piangere, cercando di non farmi sentire.
Avrei voluto uscire e farmi abbracciare da Simo, ma avevo paura che lui facesse domande a cui io non avrei saputo dare una risposta.
Quando mi calmai, andai a lavarmi la faccia ed uscii dal bagno.
Davanti alla porta c’era Simo che mi guardò con lo sguardo vuoto e triste.
Lo superai e mi infilai nel letto, rannicchiandomi.
Avrei voluto farmi piccola piccola e nascondermi da tutti, anche da lui.
Lo sentii alzare le lenzuola ed entrare nel letto.
Mi abbracciò da dietro, facendomi appoggiare con la schiena a tutto il suo corpo.
In quel momento mi immaginai lui nella stessa posizione con un’altra e ricominciai a piangere.
Lo facevo in silenzio, potevo già dormire, ma Simo non era come Mattia, che quel giorno lontano di più di due mesi prima, non si era nemmeno reso conto che stessi piangendo. Lui era Simo ed aveva capito cosa stava facendo.
Rafforzò ancora di più l’abbraccio ed io scoppiai a piangere singhiozzando.
Mi sentivo una bambina, una bambina che doveva essere protetta, non mi succedeva più da un sacco di tempo.
Io e Simo eravamo una cosa sola, uniti da un abbraccio così forte che quasi mi si bloccò la circolazione di tutto il corpo, ma avevo bisogno di quel abbraccio.
-Amore, passerà lo sai vero?- mi sussurrò all’orecchio, ma l’effetto della sua voce, mi fece singhiozzare.
Avevo paura che non sarebbe stato più mio, che improvvisamente mi avrebbe lasciato come aveva fatto con tutte le altre, ma la differenza tra me e le altre esisteva: il giorno dopo lui c’era ancora, anche se non lo avevamo ancora fatto, però tutte le volte che avevamo dormito insieme, lui la mattina c’era sempre.
Dovevo calmarmi per il mio bene. Non potevo piangere per una cosa così, era normale che lui avesse avuto altre ragazze (non così tante però) come era normale che ne avessi avuti anch’io prima di lui.
Ma la cosa mi sembrava diversa, io con gli altri non avevo fatto quasi niente, mentre lui con le altre chissà cosa aveva fatto. Questa cosa mi metteva tristezza, non avrebbe mai provato qualcosa di nuovo insieme a me, aveva già provato tutto, invece io avrei provato tutto con lui, era leggermente frustante la cosa.
Smisi di piangere, mi alzai ed andai in bagno, cercando di non incontrare lo sguardo indagatore di Simo.
Mi sciacqua la faccia, mi soffiai il naso e tornai in camera.
Mi misi sotto le coperte e mi misi nella stessa posizione di prima.
Simo mi abbracciò nuovamente, rimanendo in silenzio.
-Simo?- spezzai il silenzio con la mia voce tremante e roca.
-Dimmi, amore.- mi rispose.
-Spegneresti la luce?- sentii che il suo corpo si smollò leggermente come se gli fossero cadute le braccia. Sapevo che avrebbe voluto che io gli parlassi di che problema avevo, ma non fu così.
Spense la luce e tornò ad abbracciarmi.
-Simo?- lo chiamai di nuovo.
-Adesso devo riaccenderla?- mi chiese. Risi.
-No.
-Dimmi, allora.- si fece con il viso più vicino a me, finché non sentii la sua testa appoggiarsi sulla mia spalla.
-C’è qualcosa che non hai mai fatto?
-In che senso?- ok, era più difficile di quanto avevo pensato.
Rimasi in silenzio.
-In che senso, amore?- mi richiese dolcemente.
-Nel senso……di……si……insomma…………nel senso di fare l’amore.- l’ultimo pezzo della frase lo sputai come se fossi stata una macchinetta.
-Non ho mai fatto l’amore io.- non capivo.
-Scusa?
-Non ho mai fatto l’amore, ho sempre fatto sesso, era solo sesso, solo ed esclusivamente puro piacere sessuale, non c’era sentimento.- mi rispose pacatamente.
-Ah, va bene. Va be……comunque…c’è qualcosa che non hai mai fatto facendo sesso?- si, la domanda era leggermente contorta, ma non riuscivo ad essere più chiara di così.
-Non riesco a capire dove vuoi arrivare.- lo sapeva benissimo invece, solo che non voleva rispondermi. Cominciavo ad odiarlo.
-Hai capito benissimo.- gli risposi un po’ acida.
-Be……Mmm…no, forse non c’è mai stato niente che non abbia fatto.-mi rispose.
A quella domanda le lacrime tornarono a pungermi agli angoli degli occhi.
-Be, non ho mai fatto l’amore. L’amore, amore, non sesso.
Be, era già qualcosa.
-Se dovessi farlo con te, sarebbe amore. – mi sussurrò all’orecchio.
Un piccolo sorriso mi increspò le labbra, ma non ero del tutto soddisfatta.
-Solo quello non hai mai fatto?- gli chiesi.
-Non mi sembra poco.
-Be, no, non è poco. Lo so, ma tipo c’è qualcos’altro che…non…hai….mai provato?- ma perché mi sentivo così in imbarazzo, io che di solito a parlare di sesso, non mi vergognavo nemmeno a pagarmi?
Rimase in silenzio.
-Si, c’è una cosa che non ho mai provato.
Mi illuminai.
-E cioè?- la mia felicità non era nemmeno misurabile in quel momento.
-Quando arriverà il momento di farla, te lo dirò. – disse dandomi un bacio tra i capelli.
-Ma io voglio saperlo adesso. – misi il broncio, ma lui rise comunque come se mi avesse visto.
-Sembri una bambina.- disse continuando a ridere.
-Te l’ho già detto che alcune volte sono peggio di una bambina.
-Si, lo so, ma è anche per questo che ti amo.
Mi paralizzai.
No, scusate? Cosa aveva appena detto?
-Cos’hai detto?- gli chiesi con un filo di voce.
-Che è anche per questo che ti amo.
Mi girai a guardarlo, nonostante ci fosse buio, potevo scorgere i suoi lineamenti. Non sembrava scherzare, mi sembrava serio e sincero.
-Anch’io ti amo. – mi sporsi per baciarlo mentre lui mi abbracciava.
Quella notte mi addormentai accoccolata sul petto di Simo con un sorrisino ebete sulle labbra e la consapevolezza che non avrei potuto essere più felice.

 

 


Buonasera ragazzuole! Eccomi di nuovo qua a postare questa storia. Sì, lo so. Ho postato solo qualche giorno fa, ma siccome avevo detto che avrei postato sempre di domenica, ho deciso di postare oggi e di rimettermi in riga. Quindi, buona domenica! Come state? Com’è andato il week-end? Che avete fatto di bello? L’inizio di settimana?
Ho deciso che posto come mi capita. Non riesco mai a postare di domenica e non mi piace arrivare in ritardo. Prometto che posterò una volta a settimana, anche due se riesco a vedo che ci siete tutte. =) Come minimo adesso comincerò a postare tutte le domeniche Ahahaha sarebbe il colmo. Ahahah
Ok, la smetto di rompere e vado avanti a parlare di questo capitolo. Be. Be. Be. È importante, un capitolo davvero molto importante. Simo dice alla Ila di essere innamorato di lei e lei gli dice la stessa cosa *_* patati *_* Era anche ora. Insomma, di Simo lo sapevamo già che era innamorato di lei, ma non gliel’aveva ancora detto. Ed ecco arrivato il momento *_* Che teneri *_*
Ma non è stato un capitolo solo rivelatore, ma anche pieno di paure, di dubbi. La Ila si è fermata per le sue paure. Paure legittime dato che avrebbe dovuto farlo per la prima volta, ma che non sono dovute a questo. Sono dovute al fatto che lei è ancora insicura di Simo, del loro rapporto, ha ancora paura che lui un giorno la possa lasciare. Possiamo dire che non si fida ancora del tutto di lui, ha ancora quella paura addosso di essere lasciata, di venir tradita. Secondo voi sono paure insensate?
Spero che sia questo quello che vi è arrivato mentre leggevate il capitolo. =)
Ringrazio tutte le ragazze che continuano a seguire e a recensire questa storia. Siete davvero dei tesori *_* Ringrazio tutte le ragazze che hanno aggiunto tra le seguite, le preferite e le ricordate. *_* E ringrazio anche le ragazze che mi hanno aggiunta come autore preferito *_*
Ah sì, mi scuso per l’altra volta che non ho messo lo spoiler. Davvero scusa. *si inginocchia* ma stavolta lo spoiler c’è. Andate nel mio blog e lo troverete. =)
Rispondo alle vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeeee, stasera ti tocca fare due recensioni, mi dispiace =( Ahahah ma davvero, quando leggerai il patatrac non so cosa succederà ahahahah E pensare che devo modificarlo quel capitolo ahahah mi sono resa conto che è troppo spinto, decisamente troppo spinto e anche se alzo il raiting da giallo ad arancione, non cambia molto. Dovrei metterlo a rosso, ma penso che alcune non riuscirebbero più a leggere la storia, quindi mi toccherà contenermi e trattenermi. =)
Ahahah Altro che esaurimento nervoso. Ahahaha starà decisamente molto peggio. XD
Oddio, non farmi pensare a Simo in piscina bagnato altrimenti potrei avere un collasso. Ahahahha Altro che collasso, potrei avere un attacco di cuore. XD
Be, più che altro è che la Ila si sente in imbarazzo. Ovvio che può guardarla, ma non in mezzo a tutti e con quella faccia da affamato. Ahahah io sinceramente gli sarei saltata addosso e basta ahahahaha Non so tu XD
Va bene, mi sa che una lezione da Jacob farà bene a tutte a due. Devono informarsi queste ragazze, eccome se si devono informare.
Comunque neanch’io l’avrei fermato. Per niente. e parlando di questo capitolo non avrei fermato nemmeno Simo. XD Un bacione. Ti voglio bene ^_^
CrisAngels: Ciao cara! Mi sarebbe piaciuto anche a me essere al posto della Ila e della Ary, eccome se mi sarebbe piaciuto *Q* Ok, meglio se mi tolgo dalla testa l’immagine di quei due bonazzi in costume e vado avanti, altrimenti non rispondo più a nessuna recensione. XD
Anche a me piace parecchio il blu. Anch’io sto facendo una stanza che tende sulle tonalità del blu, dell’azzurro e mia mamma mi sta dando una mano. Certo, non verrà bella come quella che ho immaginato per la storia, ma fa niente.
Ahahahahah Davvero anche a te piace quel film e fai commenti? Ahahah non ci credo. Per quel capitolo ho preso ispirazione da me e la mia migliore amica che lo facciamo ogni volta che vediamo quel film.  Ne siamo innamorate *_*
Eheh la Ary fa la birichina.
Cosa significa la mia domanda? Lo vedrai nei prossimi capitoli. Come ho detto a una di voi, il capitolo del matrimonio è quello importante, è quello dove succederà qualcosa, ma non dirò assolutamente niente. Tanto tra poco lo leggerai =)
Scusa per il ritardo. =) Un bacione. Alla prossima ^_^
effe_95: Caraaaaaa! Ma come sono felice di rivederti *_* pensavo che te ne fossi andata, che non ti piacesse più la storia o qualcosa del genere *_* Non sai quante pippe mentali che mi sono fatta. -.- Sì, lo so. Sono una cretina, non serve dirmelo XD
Sono davvero felice che ti sia letta tutti i capitoli che ho postato in vacanza e che sei tornata per recensire *_* Non puoi neanche immaginare quanto sia felice *_*
Oh be, se sei saltata dalla gioia quando Simo ha detto di amare la Ila, chissà cosa avrai fatto quando gliel’ha detto a lei *_* Tenero lui *_*
Non parlarmi della scena dei costumi che solo a pensarci sbavo *Q* Quando sono particolarmente addormentata penso a quella scena e mi sveglio, eccome se mi sveglio *Q*
Mi scuso davvero per il ritardo =( Mi dispiace. Spero di non averti fatto aspettare troppo =) Un bacione. Alla prossima ^_^
ColeiCheAmaEdward: Ma salveee piccola aiutante di Babbo Natale Ahahah era un po’ che non ti chiamavo così. AHAH
Ti sembra di averla già sentita la scena di Fast & Furious? Sembra anche a me sai? Eccome se mi sembra XD
E per fortuna che nella scena finale non volevi che Edo vedesse la Ary in reggiseno. AHAHA forse non ti sei nemmeno resa conto che non l’ho cambiata alla fine. Ahahahah
Ci sentiamo tra poco tramite messaggi XD

 

 

 

Alla prossima ragazzuole ^_^



   
 
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