Paure inutili
Ila POV
Ero davanti allo specchio di
casa mia che mi stavo mettendo la matita ed ero stranamente in ritardo.
Dovevamo andare a casa della Ary a prenderla per poi andare a casa di Simo per
passare una giornata con lui ed Edo. Il giorno dopo ci sarebbe stato il
matrimonio del fratello di Edo ed avevamo deciso di andare tutti a dormire da
Simo per fare prima.
Avevo preparato tutto, la
borsa con dentro i ricambi e l’altra borsa per il matrimonio. Avevo tutto,
assolutamente tutto, mi sembrava di tornare indietro a quando stavo preparando
la borsa per passare qualche giorno in ospedale con Simo.
La piccola differenza era che
in quel momento io e lui non stavamo insieme, invece adesso sì.
Scesi di corsa e partimmo a
prendere la Ary.
In macchina mia mamma si lasciò
andare alle sue piccole raccomandazioni, finché non arrivammo a casa di Simo.
Appena mia mamma frenò
davanti a casa, Simo ed Edo erano già fuori dalla porta ad aspettarci.
-Ciao ragazze. Divertitevi e
mi raccomando. – sempre premurosa la mia mammina.
Simo mi prese per mano e mi
portò dentro in cucina, dove appoggiai la borsa.
-Ciao.- mi sussurrò a pochi
centimetri dal mio viso, le sue mani mi teneva in viso.
-Ciao.- sorrisi per poi
baciarlo.
Ed ecco un flashback di quel
giorno a casa dei miei nonni, in cui io e lui ci eravamo lasciati un po’ troppo
andare, anche se la cosa mi era piaciuta parecchio. Volevo andare avanti
continuare e arrivare fino al punto in cui lo avremmo fatto. Volevo lui. Avevo
voglia di lui e questo era tutto quello che contava, ma lui decise di fermarsi
e forse fu anche meglio così.
-Allora, come stai?- mi
chiese sorridente.
-Bene, grazie tu?
-Benissimo. Stanotte ti ho
sognato.
Non dirmi che lo stavamo facendo.
Mi sembrava tanto una di
quelle scene “Sai stanotte ti ho sognato” “E cosa facevamo” e intanto alla
persona viene in mente la scena di sesso con quell’altra, mi sentivo in quello
stesso caso.
-Be, lo stavamo facendo.- e
chi aveva ragione? Il mio sesto senso non faceva cilecca nemmeno in
quell’occasione.
-Ah si? Bene, mi sono persa
qualcosa di importante non essendoci?- chiesi io cercando di essere maliziosa e
di fare la voce più distaccata possibile.
-Eccome, sai com’è ho grandi
doti io. – cominciai a ridere.
-Immagino. – stavo morendo
dal ridere.
-Cosa fai mi prendi per il culo?-
mi chiese leggermente arrabbiato.
-No.- la mia risata era
incontenibile.
-Ah, si? Mi prendi per il
culo? Adesso ti faccio vedere io.
Mi caricò sulla sua spalla.
-Simo, mollami
immediatamente. – cominciai ad urlare sbattendo le mani sulla sua bellissima
schiena.
-Rilassati. – mi rispose
ridendo. Ma che aveva tanto da ridere? Io non stavo ridendo, anche se poi ci
avrei riso su.
Uscimmo dalla porta finestra
e Simo si avviò verso la piscina.
Non avrà mica intenzione di buttarmi in piscina vero?
Se lo fa, lo ammazzo.
-Non avrai intenzione di
buttarmi in piscina vero?- tramutai il mio pensiero, in una domanda.
-E se anche fosse?- e se
anche fosse cosa? Mai pensato che la sottoscritta potrebbe tenere il cellulare
nella tasca dei pantaloni?
-Ho il telefono nella tasca
dei pantaloni, scemo.- alzai ancora di più la voce.
-In quale tasca?- mi chiese lui fermandosi
improvvisamente.
Non mi ero accorta della
presenza della Ary e di Edo, fino ad allora, sentivo le loro risate che
assistevano divertiti alla scena.
-La destra, ovviamente.- dove
lo metteva lui il cellulare? La maggior parte delle persone, mette sempre il
cellulare a destra (fateci caso)
Lo sentii infilarmi una mano
nella tasca destra. Sgranai leggermente gli occhi a causa di quel gesto,ma non
gli dissi niente.
Prese il cellulare e lo
lasciò sulla sedia a sdraio lì vicino.
Ma era mai possibile che ero
caricata su una spalla, e che spalla, come un sacco di patate?
Simo cominciò a correre verso
la piscina e si tuffò con me sulle spalle.
La sensazione del rumore che
sentii sott’acqua mi invase.
Avrei voluto rimanere lì
sotto per sempre, ma i miei polmoni richiedevano già ossigeno, così riemersi.
Quando tornai in superfici,
vidi Edo correre con in spalla la Ary come un sacco di patate, per poi
tuffarsi.
Era divertente vederla da
fuori la scena, però. Ridevo come una scema.
-Scusate, ma fare il bagno
come le persone normali, in costume era difficile?- chiesi io. Eravamo vestiti.
Non che non avessi mai fatto il bagno vestita, ma era leggermente fastidiosa la
cosa, soprattutto perché mi sentivo tutto i vestiti aderire al mio corpo e mi
dava fastidio.
-A quanto pare si.- risposa
la Ary ricominciando a ridere.
Era felice, mi piaceva
vederla così. Finalmente la vedevo raggiante e felice sul serio.
Stavamo facendo battute,
scherzando, ma ad un certo punto un brivido di freddo mi invase.
Dissi che sarei andata su
perché avevo freddo e Simo mi seguì.
Simo appena entrai in casa mi
prese per i fianchi e mi tirò verso di sé.
-Adesso vieni a leccarmi il
culo?- gli chiesi – mollami.
Mi lasciò andare. Io salii
per le scale di corsa e mi fiondai in bagno.
Lui bussò alla porta.
-Non hai voglia di fare le
coccole con me?- mi chiese con la voce talmente dolce e sensuale che se avessi
ceduto solo un attimo, gli avrei detto di sì, ma non dovevo cedere. Dovevo
smetterla di cedere ogni volta che lui faceva qualcosa.
-No, voglio farmi una doccia.
Se non mi avessi buttato in piscina, adesso potremmo farci le coccole insieme.
-Quindi, è colpa mia?
È no, se no di chi? Chi era
stato a buttarmi in piscina vestita? Di certo non mi sono caricata in spalla da
sola e non mi sono buttata in acqua.
-Adesso, faccio una doccia e
se ti azzardi solo ad entrare non sai cosa ti faccio.- gli intimai, anche se,
in un certo senso, avrei voluto che entrasse da quella porta di soppiatto.
-Ok, lo giuro che non entrò.
Mi metto a giocare alla play.
Aprii l’acqua della doccia e
cominciai a spogliarmi.
Mi misi sotto il getto caldo
e mi lasciai andare ai miei pensieri.
Ripensai a quegli ultimi
mesi, a come Simo fosse riuscito a fidarmi di lui o forse lo avevo sempre
saputo che di lui potevo fidarmi. Erano cambiate tante cose negli ultimi mesi,
non sarebbe potuto andare meglio. Con Simo non mi sentivo forzata per fare
niente, non mi sentivo obbligata a fare qualcosa che non volevo fare e, la cosa
più importante, era che ero completamente me stessa, in tutti i miei lati,
anche quelli da pazza sclerata, ero semplicemente io, io e basta e questa cosa
mi piaceva. Non dovevo fingere, non dovevo trattenermi, non mi sentivo in
dovere di nascondere certi miei lati ed era una sensazione stupenda.
Non so quanto tempo passò. So
solo che quando spensi l’acqua della doccia, sentii le voci della Ary e di Edo.
Erano arrivati finalmente.
Uscii dalla doccia e presi
l’accappatoio appeso lì in parte ed andai fuori.
La Ary mi guardò.
-Da quanto siete arrivati?-
chiesi.
-Pochi minuti. – fece un
sorrisino beffardo, per poi ricominciare a parlare - vedo che stranamente ci
hai messo poco a fare la doccia. – cominciò a ridere. Che cosa c’era da ridere?
E soprattutto che senso aveva la sua ultima frase? Ci avevo davvero messo così
poco? Sinceramente non lo sapevo sotto la doccia perdo la cognizione del tempo
e non so quanto sto dentro.
-Be, per la verità è da
quando siamo saliti che era dentro. – guardai Simo, era in un certo senso
offeso che non avessi voluto passare del tempo con lui, ma non mi importava più
di tanto, volevo fare una doccia e l’avevo fatta. Non potevo lasciare a casa le
mie battutine, però.
-Avevo paura che mi stuprasse
e allora mi sono chiusa in bagno. – gli dissi per provocarlo. Sapevo che
avrebbe ceduto alla tentazione di rispondermi. Mi piacevano quegli scambi di
battutine, scherzi e giochi, rendevano meno monotona la cosa.
-Ah, si. Certo. Adesso sono
io quello che vuole stuprarti? Vorrei ricordarti cosa è successo a casa dei
tuoi nonni quando abbiamo fatto il pranzo, piccola tentatrice- mi rispose lui
ancora concentrato a giocare alla play con Edo.
Ma come si permetteva di
tirare in ballo una storia di un mese prima quasi? E poi, io volevo stuprarlo
in quel frangente? Ma se era lui che aveva iniziato.
-Io? Cosa ho fatto? Cos’è
successo a casa dei miei nonni?- cercai di fare la voce da angioletto e di fare
una faccia da cane bastonato. Non so se mi venne bene o meno, lui non mi stava
guardando.
La Ary mi guardava, in un
certo senso, sconcertata. Ops. Non le avevo mai parlato di cosa era successo
tra me e Simo quel giorno. Ecco perché mi guardava così, perché non riusciva a
capire di cosa stessimo parlando.
-No, certo tu non hai fatto
niente. Ho fatto tutto io.
Si, hai fatto tutto tu, bellissimo rincretinito.
-Si, hai fatto tutto tu.
Vorrei ricordati che hai iniziato tu,non io. – ma perché stavamo
semi-discutendo poi?
-Se tu non mi avessi messo le
mani nei capelli, non saremmo arrivati fino a quel punto. – mise il gioco in
pausa.
Ops. Be, si quello era stato
un mio “errore”, mi ero lasciata leggermente trasportare dalla situazione.
-E se tu non fossi arrivato a
rompere le palle, non sarebbe successo niente va bene? Il bello è che sembra
che sia successo chissà che cosa, ma alla fine non è successo un cazzo.-
stavolta alzai leggermente la voce per enfatizzare il fatto che non avessimo
fatto niente di strano, ci eravamo solo baciati santo cielo, dovevamo fare
tutta quella scena?
-Perché mi sono trattenuto
dal farti mia in quel preciso istante sul ripiano della cucina, con gente che
stava a pochi metri di distanza da noi. – rispose lui continuando a guardarmi.
Io ero scioccata, non pensavo
che si fosse trattenuto così tanto e poi il termine “farti mia” detto dalle sue
labbra, mi piaceva tantissimo.
Lui ad un certo punto, in
imbarazzo e arrossendo, distolse lo sguardo e tornò a giocare. La Ary era
scioccata quanto me, Edo rideva, ma cosa aveva da ridere quello?
-Cos’hai detto?- la mia voce
sembrava più un sussurro.
Non mi rispose. Era ancora
leggermente rosso e non si girò nemmeno a guardarmi.
-Simo, mi dici cos’hai appena
detto?- gli richiesi in modo dolce e tranquillo.
-Niente. Non ho detto niente.
-Sia chiaro che non finisce
così.- presi la mia roba e me ne tornai in bagno.
Ma avevo davvero capito bene?
Si era davvero trattenuto così tanto, da non farmi sua in quell’istante? Non
pensavo di averlo fatto destabilizzare così tanto, cioè non avevo fatto niente
di speciale.
Ero immersa nei miei pensieri
quando sentii squillare il cellulare di Simo. Non mi soffermai molto a cercare
di capire con chi stesse parlando, sinceramente non stavo neanche ascoltando.
-Tentatrice, tu cosa vuoi?-
urlò dal letto.
- Patatine anche io come la
Ary- urlai per farmi sentire. Aprire la porta era un optional ovviamente.
Tra le cose che avevo preso
prima, mancava il pigiama. L’unica cosa asciutta che avessi a disposizione.
Uscii dal bagno con il mio
costume bianco.
-Vuoi fare un altro bagno?-
mi chiese Simo. Dovevo ridere? Si credeva simpatico?
-No, ma siccome non voglio
rischiare di rovinare l’intimo che devo mettere domani, l’unica cosa asciutta
che ho è il costume. – gli feci un sorrisino tirato per fargli capire quanto
quella cosa mi dava davvero fastidio.
Ero di spalle, stavo
trafficando nella borsa.
Sentivo uno sguardo che
indugiava su di me, ma non volevo indagare e soprattutto non volevo girarmi con
la convinzione che fosse Simo e poi magari non era nemmeno lui.
-Simo, hai perso. – disse Edo
a Simo, ma stranamente lui non reagiva. Che stava combinando quello scemo?
–Simo? Simo sei tra noi?
Simo?- di nuovo Edo.
In quel momento mi girai e mi
trovai Simo che mi guardava con una faccia da scemo ed Edo che gli sventolava
una mano davanti alla faccia per farlo riprendere.
-Che cazzo ti guardi
pervertito- dissi lanciandogli il pigiama dritto in faccia.
-Stavo ammirando.- mi rispose
lui con una faccia da pesce lesso che non avevo mai visto fare da nessuno.
-Bene, ammira finché puoi
tanto non lo vedrai molto presto questo corpo. – si, avevo intenzione di non
cedere a nessuna tentazione, a nessun tipo di provocazioni o quant’altro.
Quindi, non avrebbe nemmeno mai visto il mio corpo, a parte in casi
eccezionali, come fare il bagno in piscina.
Gli passai davanti cercando
di fare dei movimenti sensuali e, prendendogli il pigiama dalle mani, tornai in
bagno.
Poco dopo entrò in bagno
anche lui.
-Scusa? Cos’è che non vedrò
per un po’?- mi chiese un po’ sconcertato e forse arrabbiato, non riuscivo a
capire bene, ma ero di spalle e quindi non lo vedevo.
-Questo. Quello che vedi in
questo momento. – gli risposi indicando il mio corpo. Non che fosse il massimo
dei corpi, intendiamoci. Non ero di certo la classica magra, per niente
proprio.
-Ah si? Bene, vedremo.- uscì
sbattendo la porta.
Cos’avevo scatenato la
guerra?
Ad un certo punto mi accorsi
che non c’erano più voci in camera.
Uscii dal bagno e trovai Simo
ancora alla play.
-Dove sono andati quei due?
-Sono andati giù, è arrivata
la pizza.- mi rispose senza guardarmi.
-E come mai tu non sei
sceso?- c’era qualcosa che mi puzzava.
-Perché volevo aspettarti.-
si girò e mi fece un sorriso.
Mi preoccupava quel sorriso,
sembrava tanto beffardo e vendicatore.
Si alzò di scatto dal letto,
mi prese in spalla e mi buttò nella doccia.
-No, fermo. Fammi togliere
almeno il pigiama.- lo supplicai.
Si, lo stavo supplicando. Io
che supplicavo lui, ma dove ero finita?
-Ok, toglilo.- sembrava
davvero uno di quei generali in guerra, un generale molto figo, dovevo
aggiungere.
Mi tolsi il pigiama e lui
immediatamente aprì l’acqua della doccia.
L’acqua era gelata, cercai di
non urlare. Non volevo dargli la soddisfazione di vedermi urlare per l’acqua
gelata.
Non provai neanche a
scappare, non sarebbe servito a niente, mi avrebbe ripresa senza problemi.
Lo vidi uscire dal bagno per
poi tornare qualche minuto dopo.
-Tieni, mettiti questi.
Veloce che ti aspetto.- mi allungò una confezione di Victoria Secret. Era un
intimo. Be, dai, almeno era stato gentile a portarmi della biancheria pulita.
Velocemente mi spogliai, mi
cambiai ed uscii indossando di nuovo il pigiama.
Sentii lo sguardo di Simo su
di me, lo guardai e poi me ne andai dalla stanza.
Scesi velocemente e trovai
già tutti in cucina.
Ovviamente le domande non
mancarono, del perché ero in pigiama e cose varie. Simo spiegò anche a sua
mamma di avermi prestato dell’intimo che, da quanto avevo capito, non era mai
stato usato.
Ale ci consegnò le nostre
pizze.
Cominciammo a mangiare dopo
che io ebbi rubato un frutto di mare a Simo e lui mi ebbe rubato una patatina.
Poi ci furono battutine su battutine finché la Bea non chiese ad Edo come
stavano i suoi.
Da quel momento mi distaccai
completamente dalla conversazione. Mangiai in silenzio, cercando di sembrare
presente anche se in realtà non c’ero. Non stavo pensando a niente in
particolare, ero solo immersa nel vuoto e basta.
Improvvisamente sentii una
mano sulla mia gamba che lentamente mi accarezzava. All’inizio ebbi un brivido,
poi cercai di riprendere il controllo di me stessa.
Era Simo, mi stava provocando
ed io non dovevo cedere.
Sapevo che la mia faccia in
quel momento non era delle migliori: mi stavo sforzando di non fare o dire
niente e soprattutto sto scemo, mi stava facendo i grattini sulla gamba.
Notai lo sguardo della Ary
indugiare su di me. Sapeva cosa stava succedendo, ormai mi conosceva benissimo,
ma la cosa che mi lasciava letteralmente a bocca aperta, era il comportamento
di Simo, totalmente distante e impassibile, sembrava non farci nemmeno caso,
anche se sapevo che stava ridendo sotto i baffi.
Mi girai di scatto, ad un
certo punto, e lo guardai male. Per tutta risposta lui propose di farci un
bagno, ignorando completamente la mia fulminata.
Andammo in camera a
cambiarci. Entrai immediatamente in bagno e mi chiusi dentro a chiave.
Simo poco dopo bussò.
-Da quand’è che ti chiudi
dentro?- mi chiese lui.
-Da quando non voglio che tu
entri in bagno da un momento all’altro.
Mentre parlavo con lui, mi
spogliai e mi misi il costume.
Quando aprii la porta, mi
trovai a pochi centimetri dalla mia faccia Simo.
-Sei arrabbiata con me?- mi
chiese con un sorrisino divertito.
-No, per niente. perché
dovrei essere arrabbiata con te?- forse perché mi aveva cacciato sotto la
doccia? O forse perché mi voleva provocare davanti a tutti per farlo apposta?
Be, erano tutti dei buoni motivi per essere arrabbiata con lui.
-Perché ti ho buttato sotto
la doccia e perché ti stavo provocando davanti a tutti.
-Si, sono arrabbiata con te,
per queste cose va bene?- ero arrabbiata, ma lui, con un sorriso, si avvicinò a
me e mi baciò. All’inizio opposi resistenza, ma come potevo apporre resistenza
a lungo a quelle labbra? Impossibile.
Restammo a baciarci per un
po’, cercando di mantenere il controllo della situazione.
Mi staccai da lui ed andai in
cucina, dove trovai la Ary che parlava con la Bea.
-Adesso sono gli uomini che
arrivano in ritardo?- in effetti mancavano proprio i due uomini. La Ary e la
Bea cominciarono a ridere. Che fine avevano fatto?
La Ary indossava un bikini
blu che le stava davvero bene, Edo sarebbe stato contento della visione.
Arrivarono anche gli altri
due e quando entrarono in cucina.
La mascella si staccò
completamente dalla mandibola.
Avevo davanti due uomini
perfetti.
Uno alto, moro, occhi scuro,
con la scritta “stronzo” scritta a caratteri cubitali sulla faccia, anche se si
era leggermente addolcito dalla prima volta che lo avevo visto. Fisico
leggermente palestrato, spalle larghe come piacevano a me. Era perfetto con
quella sua pelle olivastra. Pantaloncino nero metteva in mostra le gambe.
L’altro alto, castano scuro,
occhi verdi con quel sorriso stampato in faccia. Fisico slanciato e palestrato,
ma non troppo. Spalle abbastanza larghe, anche se non come piacevano a me, ma
era perfetto. Con la pelle leggermente abbronzata che gli faceva risaltare gli
occhi. Un pantaloncino blu notte che lo copriva fino a metà coscia.
Io e la Ary eravamo
completamente imbambolate a guardarli.
Io non riuscivo a staccare
gli occhi da Simo, dal suo corpo, dai suoi occhi. Ero completamente attratta da
quel uomo. Si, perché era un uomo, a 21 anni io uno lo consideravo già uomo e
lui lo era. O meglio loro lo erano.
-Ragazzi? La piscina è fuori.
– disse la Bea cominciando a ridere.
-Cosa?- domandammo tutti
insieme continuando a guardarci negli occhi l’uno con l’altro.
-Che la piscina è fuori. –
continuava a ridere.
-Ah, si giusto. Ragazzi,
andiamo.- disse Simo riprendendo il controllo, anche se continuava ad avere lo
sguardo legato al mio.
Si avvicinò a me e mi prese
per mano per portarmi fuori.
Si mise a sedere su una
sdraio e mi fece sedere in mezzo alle sue
gambe completamente appoggiata a lui.
Sentivo il petto contro la
mia schiena, le sue braccai intorno alla mia vita, il suo respiro nei miei
capelli. Adoravo tutto di lui o forse lo amavo? Non lo sapevo, ma forse era
così.
Poco dopo arrivarono la Ary
ed Edo mano nella mano.
Edo la prese da dietro e la
buttò in piscina da sola stavolta.
Mi misi a ridere, ma più il
tempo passava e più mi stavo preoccupando. Non tornava più in superficie, non
vedevo movimenti strani.
Decisi di fare un tuffo a
bomba, tanto per divertirmi e controllare la situazione.
-Bombaaaaaaaaaaaa – mi misi
ad urlare proprio mentre la Ary tornò in superficie.
Mi tuffai sollevata dal fatto
che non le fosse successo niente.
Ero talmente scema, che mi
ero dimenticata di chiudere la bocca entrando in acqua. Così avevo bevuto un
sacco di acqua e tornando in superficie la prima cosa che feci fu tossire.
Vedevo tutti che mi
guardavano con una certa aria divertita.
-Non dirmi che hai bevuto.-
mi chiese la Ary. E che problemi c’erano se avevo bevuto? Capita a tutti.
-E anche se fosse? Mi sono
dimenticata di chiudere la bocca prima di toccare l’acqua, va bene?- risposi un
po’ acida e contrariata dalla sua affermazione- domanda.
Scoppiarono tutti a ridere.
Come erano simpatici,
ridevano di me. Che bella gente che avevo conosciuto.
-Cosa fate mi prendete per il
culo?- chiesi facendo l’offesa. Mi dava fastidio quando le persone mi
prendevano per il culo. Lo odiavo come atteggiamento.
Uscii dalla piscina e andai a
sdraiarmi su una sedia a sdraio, da sola, senza Simo. Volevo prendere un po’ di
sole, non me l’ero presa davvero.
Non so come, ma sentii che
Simo si stava per avvicinare.
-Non ti azzardare a muovere
un passo verso di me.- lo intimai. Non sapevo davvero come avevo fatto a
sentirlo.
Avevo gli occhi chiusi ed ero
pure in una posizione sfavorevole per vederlo, quindi come avevo fatto? Certe
volte mi stupivo davvero di me stessa.
-Ma……come fai a sapere che
sto arrivando?- mi chiese lui scioccato.
E se ti dicessi che non lo so neanche io mi
prenderesti per pazza?
Era probabile e di certo non
un problema, mi ero sentita dare della pazza tante volte, una volta in più non
contava tanto.
-Io so tutto ricordatelo.-
cercando di mantenere un’aria altezzosa e da stronza, anche se stavo scherzando
ed un sorriso mi comparve sulle labbra.
Qualche minuti dopo venni
raggiunta dalla Ary.
Parlammo delle nostre cose e
ridemmo e scherzammo, come non facevamo più da tempo. Da quando erano arrivati
i ragazzi io e lei passavamo difficilmente dei momenti insieme, anzi dei
pomeriggi, perché di momenti ce n’erano tantissimi, ma di pomeriggi era un
sacco che non ne facevamo.
Parlammo delle nostre cose e
i ragazzi non ci disturbavano più di tanto, anche se qualche volta facevano un
giretto per poi tornare al loro posto.
Il pomeriggio passò così
mentre io mi gustavo il dolce sole pomeridiano di una giornata di giugno.
Per cena mangiammo un piatto
di pasta tutti insieme e discutemmo su che film avremmo potuto volere. Ovviamente
la scelta era tra un film d’azione più da uomini o un film romantico più da
donna.
Scioccammo tutti quando io e
la Ary proponemmo Fast and Furious: solo parti originali, però quasi tutti
furono d’accordo.
Dall’inizio del film io e la
Ary ci lasciammo andare ai nostro soliti commenti sui protagonisti e sulle
varie macchine.
Poco dopo si unì anche la
Bea, facendo delle notevoli lodi ai protagonisti.
Facemmo sfrattare gli uomini
e ci sedemmo tutte sullo stesso divano.
Mi ero davvero divertita
tanto, non avevo mai riso così.
Ogni tanto lo sguardo mi
cadeva sul profilo di Simo illuminato dalla luce della televisione. Era ancora
più bello in quella penombra.
Gli sarei saltata addosso se
avessi potuto.
Mi scopriva quasi sempre che
lo guardavo, ma non mi rispondeva, mi sorrideva e poi tornava a guardare il
film, per poi guardare me ed io sorridere a lui.
Passammo la maggior parte del
film a fare così, ma ovviamente il film lo seguivo eccome.
Dopo che il film fu finito ci
lasciammo andare agli ultimi commenti e decidemmo di andare a dormire.
Salimmo tutti, tranne Ale che
aveva deciso di guardare un attimo le pratiche per una nuova causa.
Salimmo le scale ancora
ridendo e scherzando.
-Buona notte, ragazzi. Mi
raccomando, riposatevi che domani sarà una giornata lunga.- disse la Bea
fermandosi davanti alla porta della sua camera.
-Buona notte. Ci vediamo
domani.- dicemmo all’unisono. Mi sentivo tanto una bambina dell’asilo in quel
momento, che rispondeva in coro con gli amichetti ad una domanda della maestra.
La vidi entrare nella sua
stanza.
-Allora, ragazzi. Buona
notte.- decisi di salutare velocemente la Ary ed Edo, non perché avessi voglia
di passare del tempo da sola con Simo, solo perché avevo sonno, tanto sonno. Il
sole, il bagno in piscina e tutto il resto, mi avevano messo stanchezza.
Ero in camera. Sinceramente
non sapevo cosa fare, se mettermi nel letto o andare in bagno. Mi sentivo in un
certo senso in imbarazzo e non riuscivo a capire come mai.
Pochi minuti dopo entrò anche
Simo.
Io ero ferma a guardare il
letto, persa a cercare di capire cosa volessi fare.
Rimasi a fissare il letto.
-Cosa stai facendo?- mi
chiese Simo alle mie spalle. Sapevo che era lì, ma non pensavo che avrebbe
parlato. Sussultai leggermente.
-A cosa pensi?- la sua voce
si fece ancora più bassa e roca. Sentivo la sua presenza ancora più vicino.
-A qualsiasi cosa.- cercai di
rispondergli con un tono pacato e normale, ma verso la fine la mia voce si
incrinò.
-E tra queste cose ci sono
anch’io?- mi prese per la vita e mi attirò a se, destabilizzandomi
completamente. Cioè era una domanda da fare? Era ovvio che nei miei pensieri ci
fosse anche lui.
Sentivo il suo respiro nei
miei capelli, per poi penetrare nella mia pelle. Un brivido mi invase la
schiena.
Non gli risposi. Oltre al
fatto che non sapevo se dirgli la verità o se dirgli una bugia solo per
provocarlo, ma decisi di tacere.
-Come mai non mi rispondi?-
mi chiese posando le labbra sul mio orecchio. Un altro brivido mi percorse.
Cosa gli avrei risposto? Cioè
che cosa potevo dirgli?
Rimasi zitta nuovamente,
assaporandomi le sue labbra che mi baciavano il lobo dell’orecchio per poi
scendere al collo.
Ok, stavamo incominciando
davvero male. Avevo detto che non avrebbe rivisto il mio corpo per un bel po’ e
non lo avrebbe rivisto, ma se faceva così era altamente impossibile fermarsi.
Le sue mani erano ancora sui
miei fianchi, le sue labbra vagavano sul mio collo.
Io ero un brivido unico,
mille scariche elettriche mi invadevano il corpo.
Mi girai di scatto e lo
baciai.
Non potevo sopportare di non
sentire quelle labbra sulle mie, di non sentire il suo respiro nella mia bocca
e di non poter giocare con il suo piercing.
Lui mise le mani sul mio
fondoschiena, indugiando leggermente, ma facendo una certa presa per
avvicinarmi di più a lui.
Sentivo il suo corpo a
contatto con il mio, potevo sentirlo benissimo e forse il fatto che fossi solo
con la maglietta del pigiama, non migliorava la situazione.
Continuando a baciarci, ci
avvicinammo lentamente al letto fino a quando non mi trovai completamente
sdraiata con lui sopra.
Le sue mani cominciarono a
vagare per il mio corpo ed io l’unica cosa su cui sapevo concentrarmi era la
sua eccitazione contro la mia coscia. Cercai di riprendere leggermente il
controllo di me stessa per non concentrarmi unicamente su quella parte, ma
anche su tutto il resto.
Le sue labbra, in quel
momento, erano all’inizio dell’incavo del mio seno.
Il mio fiato ormai era
inesistente.
Le sue mani esperte mi
sbottonavano lentamente i bottoni della maglietta.
Non so come mai, ma mi venne
in mente, che probabilmente aveva fatto quel gesto con un centinaio di ragazze
e questa cosa mi bloccò.
Gli bloccai le mani, lui alzò
il suo sguardo pieno di desiderio, per puntarlo nei miei occhi.
Non so che espressione
avessi, so solo che mi sentivo terribilmente triste ed amareggiata, ma non
riuscivo a capirne il motivo.
Eravamo completamente
immobili che ci guardavamo negli occhi, la mia mano ancora appoggiata alla sua
per bloccarlo.
-Che c’è?- mi chiese con un
po’ di fiatone.
Scossi la testa, ma avevo
capito dal suo sguardo che non mi credeva.
-Scusa.- gli seppi solo dire.
Non sapevo come giustificare il mio comportamento.
Mi guardava ancora con uno
sguardo pieno di desiderio, ma era leggermente preoccupato.
Mi sollevai leggermente e lui
si alzò lasciandomi libera di andare in bagno.
Quando entrai mi chiusi
dentro e mi fiondai nella vasca idromassaggio vuota e mi rannicchiai.
Cominciai a pensare a quello
che per stava per succedere prima: io e Simo uno sopra l’altra carichi di desiderio,
ma improvvisamente io che penso che l’aveva fatto con altre centinaia di
ragazze, che l’aveva fatto con altre e che poi se n’era andato. Una parte
remota di me, pensava ancora che Simo avrebbe potuto farmi del male, avrebbe
potuto farmi del male e quella remota parte, in quel momento, aveva fatto
breccia nel mio cervello.
A parte questo fatto, avevo
paura del confronto, che lui facesse il confronto con le altre con cui lo aveva
fatto e che io non potessi reggere il confronto neanche se avessi voluto. Oltre
per l’aspetto fisico, che decisamente erano l’opposto di me, ma anche per il
fatto che loro fossero più grandi di me e che quindi avessero più esperienza
nel campo “sesso”.
Io di certo in quella materia
non ero molto afferrata, nella teoria andavo bene, ma nella pratica
andavo…..be, non ne avevo mai fatta, quindi.
Rannicchiata nella vasca
idromassaggio cominciai a piangere, cercando di non farmi sentire.
Avrei voluto uscire e farmi
abbracciare da Simo, ma avevo paura che lui facesse domande a cui io non avrei
saputo dare una risposta.
Quando mi calmai, andai a
lavarmi la faccia ed uscii dal bagno.
Davanti alla porta c’era Simo
che mi guardò con lo sguardo vuoto e triste.
Lo superai e mi infilai nel
letto, rannicchiandomi.
Avrei voluto farmi piccola
piccola e nascondermi da tutti, anche da lui.
Lo sentii alzare le lenzuola
ed entrare nel letto.
Mi abbracciò da dietro,
facendomi appoggiare con la schiena a tutto il suo corpo.
In quel momento mi immaginai
lui nella stessa posizione con un’altra e ricominciai a piangere.
Lo facevo in silenzio, potevo
già dormire, ma Simo non era come Mattia, che quel giorno lontano di più di due
mesi prima, non si era nemmeno reso conto che stessi piangendo. Lui era Simo ed
aveva capito cosa stava facendo.
Rafforzò ancora di più
l’abbraccio ed io scoppiai a piangere singhiozzando.
Mi sentivo una bambina, una
bambina che doveva essere protetta, non mi succedeva più da un sacco di tempo.
Io e Simo eravamo una cosa
sola, uniti da un abbraccio così forte che quasi mi si bloccò la circolazione
di tutto il corpo, ma avevo bisogno di quel abbraccio.
-Amore, passerà lo sai vero?-
mi sussurrò all’orecchio, ma l’effetto della sua voce, mi fece singhiozzare.
Avevo paura che non sarebbe
stato più mio, che improvvisamente mi avrebbe lasciato come aveva fatto con
tutte le altre, ma la differenza tra me e le altre esisteva: il giorno dopo lui
c’era ancora, anche se non lo avevamo ancora fatto, però tutte le volte che
avevamo dormito insieme, lui la mattina c’era sempre.
Dovevo calmarmi per il mio
bene. Non potevo piangere per una cosa così, era normale che lui avesse avuto
altre ragazze (non così tante però) come era normale che ne avessi avuti
anch’io prima di lui.
Ma la cosa mi sembrava
diversa, io con gli altri non avevo fatto quasi niente, mentre lui con le altre
chissà cosa aveva fatto. Questa cosa mi metteva tristezza, non avrebbe mai
provato qualcosa di nuovo insieme a me, aveva già provato tutto, invece io
avrei provato tutto con lui, era leggermente frustante la cosa.
Smisi di piangere, mi alzai
ed andai in bagno, cercando di non incontrare lo sguardo indagatore di Simo.
Mi sciacqua la faccia, mi
soffiai il naso e tornai in camera.
Mi misi sotto le coperte e mi
misi nella stessa posizione di prima.
Simo mi abbracciò nuovamente,
rimanendo in silenzio.
-Simo?- spezzai il silenzio
con la mia voce tremante e roca.
-Dimmi, amore.- mi rispose.
-Spegneresti la luce?- sentii
che il suo corpo si smollò leggermente come se gli fossero cadute le braccia.
Sapevo che avrebbe voluto che io gli parlassi di che problema avevo, ma non fu
così.
Spense la luce e tornò ad
abbracciarmi.
-Simo?- lo chiamai di nuovo.
-Adesso devo riaccenderla?-
mi chiese. Risi.
-No.
-Dimmi, allora.- si fece con
il viso più vicino a me, finché non sentii la sua testa appoggiarsi sulla mia
spalla.
-C’è qualcosa che non hai mai
fatto?
-In che senso?- ok, era più
difficile di quanto avevo pensato.
Rimasi in silenzio.
-In che senso, amore?- mi
richiese dolcemente.
-Nel
senso……di……si……insomma…………nel
senso di fare l’amore.- l’ultimo pezzo della
frase lo sputai come se fossi stata una macchinetta.
-Non ho mai fatto l’amore
io.- non capivo.
-Scusa?
-Non ho mai fatto l’amore, ho
sempre fatto sesso, era solo sesso, solo ed esclusivamente puro piacere
sessuale, non c’era sentimento.- mi rispose pacatamente.
-Ah, va bene. Va
be……comunque…c’è qualcosa che non hai mai fatto facendo sesso?- si, la domanda
era leggermente contorta, ma non riuscivo ad essere più chiara di così.
-Non riesco a capire dove
vuoi arrivare.- lo sapeva benissimo invece, solo che non voleva rispondermi.
Cominciavo ad odiarlo.
-Hai capito benissimo.- gli
risposi un po’ acida.
-Be……Mmm…no, forse non c’è
mai stato niente che non abbia fatto.-mi rispose.
A quella domanda le lacrime
tornarono a pungermi agli angoli degli occhi.
-Be, non ho mai fatto
l’amore. L’amore, amore, non sesso.
Be, era già qualcosa.
-Se dovessi farlo con te,
sarebbe amore. – mi sussurrò all’orecchio.
Un piccolo sorriso mi
increspò le labbra, ma non ero del tutto soddisfatta.
-Solo quello non hai mai
fatto?- gli chiesi.
-Non mi sembra poco.
-Be,
no, non è poco. Lo so,
ma tipo c’è qualcos’altro
che…non…hai….mai provato?- ma perché mi
sentivo così
in imbarazzo, io che di solito a parlare di sesso, non mi vergognavo
nemmeno a
pagarmi?
Rimase in silenzio.
-Si, c’è una cosa che non ho
mai provato.
Mi illuminai.
-E cioè?- la mia felicità non
era nemmeno misurabile in quel momento.
-Quando arriverà il momento
di farla, te lo dirò. – disse dandomi un bacio tra i capelli.
-Ma io voglio saperlo adesso.
– misi il broncio, ma lui rise comunque come se mi avesse visto.
-Sembri una bambina.- disse
continuando a ridere.
-Te l’ho già detto che alcune
volte sono peggio di una bambina.
-Si, lo so, ma è anche per
questo che ti amo.
Mi paralizzai.
No, scusate? Cosa aveva
appena detto?
-Cos’hai detto?- gli chiesi
con un filo di voce.
-Che è anche per questo che
ti amo.
Mi girai a guardarlo,
nonostante ci fosse buio, potevo scorgere i suoi lineamenti. Non sembrava
scherzare, mi sembrava serio e sincero.
-Anch’io ti amo. – mi sporsi
per baciarlo mentre lui mi abbracciava.
Quella notte mi addormentai
accoccolata sul petto di Simo con un sorrisino ebete sulle labbra e la
consapevolezza che non avrei potuto essere più felice.
Buonasera ragazzuole! Eccomi
di nuovo qua a postare questa storia. Sì, lo so. Ho postato solo qualche giorno
fa, ma siccome avevo detto che avrei postato sempre di domenica, ho deciso di
postare oggi e di rimettermi in riga. Quindi, buona domenica! Come state? Com’è
andato il week-end? Che avete fatto di bello? L’inizio di settimana?
Ho deciso che posto come mi
capita. Non riesco mai a postare di domenica e non mi piace arrivare in
ritardo. Prometto che posterò una volta a settimana, anche due se riesco a vedo
che ci siete tutte. =) Come minimo adesso comincerò a postare tutte le
domeniche Ahahaha sarebbe il colmo. Ahahah
Ok, la smetto di rompere e
vado avanti a parlare di questo capitolo. Be. Be. Be. È importante, un capitolo
davvero molto importante. Simo dice alla Ila di essere innamorato di lei e lei
gli dice la stessa cosa *_* patati *_* Era anche ora. Insomma, di Simo lo
sapevamo già che era innamorato di lei, ma non gliel’aveva ancora detto. Ed
ecco arrivato il momento *_* Che teneri *_*
Ma non è stato un capitolo
solo rivelatore, ma anche pieno di paure, di dubbi. La Ila si è fermata per le
sue paure. Paure legittime dato che avrebbe dovuto farlo per la prima volta, ma
che non sono dovute a questo. Sono dovute al fatto che lei è ancora insicura di
Simo, del loro rapporto, ha ancora paura che lui un giorno la possa lasciare.
Possiamo dire che non si fida ancora del tutto di lui, ha ancora quella paura
addosso di essere lasciata, di venir tradita. Secondo voi sono paure insensate?
Spero che sia questo quello che vi è arrivato mentre leggevate il capitolo. =)
Spero che sia questo quello che vi è arrivato mentre leggevate il capitolo. =)
Ringrazio tutte le ragazze
che continuano a seguire e a recensire questa storia. Siete
davvero dei tesori *_* Ringrazio tutte le ragazze che hanno aggiunto tra le
seguite, le preferite e le ricordate. *_* E ringrazio anche le ragazze che mi
hanno aggiunta come autore preferito *_*
Ah sì, mi scuso
per l’altra volta che non ho messo lo spoiler. Davvero scusa. *si inginocchia*
ma stavolta lo spoiler c’è. Andate nel mio blog e lo troverete. =)
Rispondo alle
vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeeee, stasera ti tocca fare due recensioni, mi
dispiace =( Ahahah ma davvero, quando leggerai il patatrac non so cosa
succederà ahahahah E pensare che devo modificarlo quel capitolo ahahah mi sono
resa conto che è troppo spinto, decisamente troppo spinto e anche se alzo il
raiting da giallo ad arancione, non cambia molto. Dovrei metterlo a rosso, ma
penso che alcune non riuscirebbero più a leggere la storia, quindi mi toccherà
contenermi e trattenermi. =)
Ahahah Altro che
esaurimento nervoso. Ahahaha starà decisamente molto peggio. XD
Oddio, non farmi
pensare a Simo in piscina bagnato altrimenti potrei avere un collasso. Ahahahha
Altro che collasso, potrei avere un attacco di cuore. XD
Be, più che altro
è che la Ila si sente in imbarazzo. Ovvio che può guardarla, ma non in mezzo a
tutti e con quella faccia da affamato. Ahahah io sinceramente gli sarei saltata
addosso e basta ahahahaha Non so tu XD
Va bene, mi sa
che una lezione da Jacob farà bene a tutte a due. Devono informarsi queste
ragazze, eccome se si devono informare.
Comunque neanch’io l’avrei fermato. Per niente. e parlando di questo capitolo non avrei fermato nemmeno Simo. XD Un bacione. Ti voglio bene ^_^
Comunque neanch’io l’avrei fermato. Per niente. e parlando di questo capitolo non avrei fermato nemmeno Simo. XD Un bacione. Ti voglio bene ^_^
CrisAngels: Ciao cara! Mi sarebbe piaciuto anche a me
essere al posto della Ila e della Ary, eccome se mi sarebbe piaciuto *Q* Ok,
meglio se mi tolgo dalla testa l’immagine di quei due bonazzi in costume e vado
avanti, altrimenti non rispondo più a nessuna recensione. XD
Anche a me piace
parecchio il blu. Anch’io sto facendo una stanza che tende sulle tonalità del
blu, dell’azzurro e mia mamma mi sta dando una mano. Certo, non verrà bella
come quella che ho immaginato per la storia, ma fa niente.
Ahahahahah
Davvero anche a te piace quel film e fai commenti? Ahahah non ci credo. Per quel
capitolo ho preso ispirazione da me e la mia migliore amica che lo facciamo
ogni volta che vediamo quel film. Ne
siamo innamorate *_*
Eheh la Ary fa la
birichina.
Cosa significa la
mia domanda? Lo vedrai nei prossimi capitoli. Come ho detto a una di voi, il
capitolo del matrimonio è quello importante, è quello dove succederà qualcosa,
ma non dirò assolutamente niente. Tanto tra poco lo leggerai =)
Scusa per il
ritardo. =) Un bacione. Alla prossima ^_^
effe_95: Caraaaaaa! Ma come sono felice di
rivederti *_* pensavo che te ne fossi andata, che non ti piacesse più la storia
o qualcosa del genere *_* Non sai quante pippe mentali che mi sono fatta. -.-
Sì, lo so. Sono una cretina, non serve dirmelo XD
Sono davvero
felice che ti sia letta tutti i capitoli che ho postato in vacanza e che sei
tornata per recensire *_* Non puoi neanche immaginare quanto sia felice *_*
Oh be, se sei
saltata dalla gioia quando Simo ha detto di amare la Ila, chissà cosa avrai
fatto quando gliel’ha detto a lei *_* Tenero lui *_*
Non parlarmi
della scena dei costumi che solo a pensarci sbavo *Q* Quando sono
particolarmente addormentata penso a quella scena e mi sveglio, eccome se mi
sveglio *Q*
Mi scuso davvero per
il ritardo =( Mi dispiace. Spero di non averti fatto aspettare troppo =) Un bacione.
Alla prossima ^_^
ColeiCheAmaEdward: Ma salveee piccola aiutante di Babbo Natale
Ahahah era un po’ che non ti chiamavo così. AHAH
Ti sembra di averla
già sentita la scena di Fast & Furious? Sembra anche a me sai? Eccome se mi
sembra XD
E per fortuna che nella scena finale non volevi che Edo vedesse la Ary in reggiseno. AHAHA forse non ti sei nemmeno resa conto che non l’ho cambiata alla fine. Ahahahah
E per fortuna che nella scena finale non volevi che Edo vedesse la Ary in reggiseno. AHAHA forse non ti sei nemmeno resa conto che non l’ho cambiata alla fine. Ahahahah
Ci sentiamo tra poco
tramite messaggi XD
Alla prossima ragazzuole
^_^